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La Carbon Footprint di un’organizzazione: il caso studio dell’Università di Milano Bicocca

2. L’impronta climatica degli edifici di Piazza della Scienza

2.3. La valutazione della mobilità

I dati necessari al calcolo della CF relativa alla mobilità casa-lavoro sono stati ricavati tra- mite un questionario somministrato a tutto il personale dell’Ateneo (tasso di risposta 30% circa). Nello specifico sono stati raccolti i seguenti dati: la tipologia di mezzo di trasporto utilizzato (nel caso di auto e moto con combustibile e cilindrata); la distanza percorsa; il numero di occupanti del veicolo (condivisione dell’auto); i giorni di frequenza/anno presso il luogo di lavoro.

A differenza delle sezioni riguardanti i consumi energetici e il sistema di gestione dei rifiuti, l’analisi della mobilità ha riguardato tutto il personale del polo di Milano, il quale rappresen- ta circa l’85% dell’intera popolazione. Il restante 15% è distribuito principalmente presso il polo di Monza e in misura ridotta presso le altre sedi.

I dati riportati in Tabella 3 mostrano la ripartizione modale degli spostamenti casa-lavoro del campione rispondente per il Polo di Milano (N=644). Il mezzo di trasporto pubblico è utilizzato da circa il 56% del campione, seguito dal mezzo di trasporto privato (32%) men- tre la mobilità dolce (Bicicletta e Piedi) si attesta intorno all’11%.

In seguito, sono state calcolate le somme delle distanze4, lungo il tragitto casa lavoro per

ogni tipologia di mezzo, e moltiplicate per la frequenza annua presso la sede di lavoro. Applicando gli specifici fattori di emissione per ogni mezzo di trasporto, è stato possibile

calcolare le emissioni totali di CO2eq/anno. Per l’uso dell’automobile è stato opportuna-

mente considerato anche il tasso di riempimento risultato mediamente pari a 1,3 (numero medio occupanti veicolo da rapportare allo specifico fattore di emissione).

4 Sono state convertite le distanze lineari, calcolate attraverso il software ArcGIS 10.2, in distanze di Manhat-

Mezzo N. % Bicicletta 37 5,75 Piedi 36 5,59 Metro 79 12,27 Tram/Filobus 28 4,35 Treno/Passante 222 34,47 Bus 30 4,66 Auto 182 28,26 Moto/Scooter 26 4,04 Altro 4 0,62 Totale 644 100

Tabella 3: Ripartizione modale spostamenti casa-lavoro personale polo di Milano (dati campionari, N=644)

Il mezzo di trasporto pubblico, come è ben noto, è di gran lunga più sostenibile rispetto al mezzo privato. In valore assoluto è responsabile di circa il doppio delle emissioni di

CO2eq/anno rispetto al mezzo privato, ma a fronte di una distanza percorsa di quasi sei

volte superiore (circa 825 mila km per i mezzi privati contro circa 4.773 mila km per i mezzi pubblici). Il rapporto delle emissioni tra le due modalità di trasporto corrisponde circa a 1,6 mentre lo stesso rapporto calcolato sulle distanze percorse a 5,8: ciò dimostra che a parità

di distanza percorsa i mezzi pubblici generano una quantità di CO2eq notevolmente infe-

riore rispetto a quelli privati.

La CF degli spostamenti casa lavoro per il polo di Milano è pari a 1581 t CO2eq/anno, di

cui 296,4 tCO2eq/anno (15% circa) sono imputabili al personale di Piazza della Scienza.

La riduzione delle emissioni di CO2eq generate dalla mobilità passa attraverso delle atten-

te politiche di mobility management orientate a trasferire una quota significativa di sposta- menti dai mezzi privati a mezzi con minor impatto (mobilità pubblica o dolce).

3. Conclusioni

La Carbon Footprint degli edifici U1-U4 (Piazza della Scienza), risulta essere di circa 7000

tonnellate di CO2 equivalenti all’anno (Tabella 4). Tale valore può essere riferito al perso-

nale che lavora negli edifici di Piazza della Scienza: ciascuno dei 570 dipendenti è re-

sponsabile di 12,3 tonnellate di CO2 equivalente all’anno.

t CO2eq/anno

Energia 6693,73 Rifiuti 13,324 Mobilità 296,4 Totale 7003,286

Tabella 4: Valore di CF complessivo (tCO2eq/anno)

Questo dato è puramente indicativo, in quanto l’indagine non è stata estesa agli studenti che pur essendo responsabili di consumi e impatti, metodologicamente rappresentano i fruitori dei servizi di Ateneo e quindi non oggetto primario di valutazione. Ciononostante nei prossimi mesi verrà somministrato un questionario di indagine a tutti gli studenti al fine di costruire un database che possa definire il loro contributo specifico.

Per la quasi totalità il valore complessivo di CF è dovuto ai consumi energetici degli edifici: come detto si tratta di edifici ad indirizzo scientifico con laboratori per la ricerca e la didatti- ca, ma non si può certo dire che il quadrilatero di Piazza della Scienza sia un esempio di gestione sostenibile tra gli edifici universitari. Durante l’analisi dei dati e i sopralluoghi, so- no state evidenziate innumerevoli falle nella gestione che contribuiscono ad aumentare l’impatto, come ad esempio un impianto termico (raffreddamento e riscaldamento) molto dispendioso dal punto di vista energetico e poco monitorato dal punto di vista dell’andamento dei consumi. Interventi strutturali non sono realizzabili nel breve periodo, ma il monitoraggio continuo dei consumi nonché la ricerca e la conseguente eliminazione degli sprechi è l’obiettivo da perseguire. Inoltre è evidente come anche un’azione mirata a stimolare gli utenti sia fondamentale per promuovere comportamenti sostenibili ed evitare sprechi inutili (luci accese, apparecchiature elettriche accese anche di notte, cattiva ge- stione degli impianti termici). Un risparmio nell’ordine del 10-12%, certamente possibile, porterebbe sicuramente a vantaggi in termini economici dai quali si potrebbero ricavare fondi da utilizzare poi per gli interventi strutturali.

Per quanto riguarda i rifiuti, bisogna sottolineare come aspetto negativo la bassissima per- centuale di raccolta differenziata, che si attesta mediamente al 25%. Per questo motivo è in fase di test un nuovo sistema di gestione dei rifiuti che prevede isole di raccolta situate in punti strategici degli edifici con la contestuale eliminazione dei cestini nei singoli uffici in cui verranno lasciati solo i contenitori per la carta, il rifiuto certamente più prodotto in Ate- neo. La sperimentazione attivata presso il 4° e il 5° piano degli edifici U1 e U2 mostra già ottimi risultati: in poco tempo è stato raggiunto un valore di raccolta differenziata pari al 70% circa e pertanto il modello sarà presto esteso all’intera Università Bicocca.

L’analisi della mobilità, ha mostrato la prevalenza d’uso del mezzo pubblico (56%) rispetto a quello privato (32%) con una buona presenza anche della cosiddetta mobilità dolce (piedi e bicicletta). In questo ambito gli spazi di intervento sono legati ad un maggior in- centivo di una mobilità sostenibile, magari ottenendo la possibilità di sconti sugli abbona- menti o promuovendo l’utilizzo collettivo del mezzo privato (car-pooling).

I risultati ottenuti dall’analisi condotta, dimostrano come l’Ateneo abbia la concreta possibi- lità di intraprendere un percorso verso una maggiore efficienza e sostenibilità (ambientale, economica e sociale), sia in termini strutturali e gestionali sia attraverso una puntuale co- municazione e informazione agli utenti perché assumano comportamenti più compatibili con l’ambiente.

4. Bibliografia

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