• Non ci sono risultati.

nella Striscia di Gaza

3.3. Water Footprint e apporto proteico

Come spiegato nell’introduzione, insieme alla questione idrica, il problema dell’insicurezza e della sovranità alimentare è una delle maggiori criticità nella Striscia di Gaza. In questo paragrafo, i valori di impronta idrica precedentemente presentati, sono associati a valori di produzione di proteine.

La Figura 3 mostra la Water Footprint dei prodotti animali e vegetali con contenuto protei- co superiore al 10%. Di questi, viene valutato l’impatto in termini di Water Footprint a pari- tà di quantità di proteine prodotte (1 kg). Se si considera il valore di Water Footprint totale (barre in grigio chiaro), si può osservare che i prodotti delle attività di allevamento e ac- quacoltura presentano valori di impatto più elevati, a parità di quantità di proteine, rispetto ai vegetali: per quanto riguarda la carne ovina, che presenta il valore massimo, la causa principale è il contributo di acqua verde (cioè piovana) dovuto alle precipitazioni sul area del pascolo sul quale gli animali brucano; per il pollame, l’utilizzo di mangimi concentrati è la causa di impatto maggiore, mentre per i pesci, oltre ai mangimi concentrati, l’altro con- tributo importante è rappresentato dal volume di acqua evaporato dalla vasca in cui viene svolta l’attività di acquacoltura.

Figura 3: Confronto tra i prodotti ad alto contenuto proteico (>10%) ottenuti dai sistemi agricoli analizzati in termini di impronta idrica (m3), sia totale, che blu diretta, a parità di proteine prodotte (1 kg)

Proprio a causa di quest’ultimo contributo, l’acquacoltura presenta il massimo valore di Water Footprint blu diretta (barre in grigio scuro): ciò è dovuto all’elevato tasso di evapora- zione che si realizza alle elevate temperature che caratterizzano l’area geografica della Striscia di Gaza. L’acqua evaporata dalle vasche utilizzate per l’acquacoltura dev’essere, infatti, reintegrata per il mantenimento di un livello minimo che permetta la vita dei pesci. L’acqua necessaria viene quindi pompata dall’acquifero, soprattutto durante i mesi estivi in cui non si hanno precipitazioni, incrementando il valore di Water Footprint blu.

Ad eccezione dell’acquacoltura, se si considerano i soli impatti in termini di Water Foot- print blu, si può affermare che i prodotti agricoli vegetali hanno un impatto più elevato a causa dei processi di irrigazione, che sfruttano la risorsa idrica dell’acquifero costale.

4. Conclusioni

Dal confronto tra i diversi scenari di rotazione colturale si nota che lo scenario D (piselli + peperoni + cavolfiori) è il peggiore in termini di Water Footprint, mentre lo scenario E (len- ticchie + peperoni + cavolo) è il migliore sia in termini di Water Footprint totale, sia in ter- mini di prelievi idrici dall’acquifero. Allargando la prospettiva dell’analisi ambientale attra- verso l’analisi LCA, si osserva che l’alternativa A (pomodori + cetrioli in serra) risulta la peggiore per la maggior parte degli indicatori valutati col metodo ReCiPe H/H, mentre lo scenario B (melanzane + piselli), che è meno intensivo degli altri, risulta il migliore.

I risultati evidenziano, inoltre, che l’ordinamento degli scenari risulta differente a seconda che come indicatore di impatto si utilizzi la Water Footprint complessiva, la sola compo- nente di acqua blu, o l’insieme di indicatori ReCiPe. Le differenze di valutazione sono par- ticolarmente evidenti per il sistema che prevede la produzione in serra (A).

Dal punto di vista metodologico, in attesa della pubblicazione della normativa ISO 14046 relativa alla Water Footprint, risulta critica l’integrazione della Water Footprint nel metodo ReCiPe. Infatti, l’indicatore ‘water depletion’, che fa parte del set di indicatori considerati nel metodo, tiene conto soltanto del contributo di acqua blu prelevata da diverse fonti quali ad esempio laghi, fiumi, oceani e sottosuolo.

Tuttavia, la sua sostituzione con la Water Footprint totale (comprensiva quindi dei contri- buti blu, verde e grigio) potrebbe essere causa di doppi conteggi. Infatti, essendo l’impronta di acqua grigia un indicatore di impatto sulla qualità dell’acqua, gli effetti da es- sa conteggiati potrebbero essere già rappresentati almeno in parte da altre componenti di impatto sulla qualità idrica considerate nel metodo.

Per quanto riguarda la valutazione dell’introduzione dell’acquacoltura, visti i risultati relativi alla Water Footprint totale e alla sola componente blu diretta, associati alla produzione di 1 kg di proteine, questa non sembra essere un investimento conveniente in un clima semia- rido come quello della Striscia di Gaza, a causa dell’elevata evaporazione: l’introduzione di meccanismi di riduzione dei volumi d’acqua evaporati, come ad esempio l’uso di coper- ture, potrebbe migliorarne le prestazioni.

I risultati preliminari ottenuti in questo studio mettono infine in luce la necessità di una va- lutazione a un livello di dettaglio maggiore, predisponendo, attraverso un’opportuna cam- pagna di raccolta dati, la costruzione di un modello più dettagliato e completo del sistema agricolo e di approvvigionamento alimentare nella Striscia di Gaza. Le criticità ambientali attuali, unite ai possibili scenari di evoluzione futura, richiedono inoltre l’ideazione e la va- lutazione di strategie di adattamento in grado di fronteggiare l’effetto del cambiamento cli- matico, l’evoluzione demografica e le dinamiche socio-politiche (che possono, ad esempio, influenzare pesantemente la possibilità di scambi commerciali con l’estero). In questo sen- so risulterà fondamentale analizzare il problema in una prospettiva multi-obiettivo, che consenta di quantificare opportunamente sia gli aspetti ambientali sia quelli sociali e eco- nomici.

5. Bibliografia

Hoekstra, A. Y., Chapagain, A. K., Aldaya, M. M., & Mekonnen, M. M. (2011) The water footprint assessment manual: Setting the global standard. Earthscan, UK

FAO (1953) Food composition table for international use.

FAO (2012). The FAO component of the consolidated appeals 2012: West Bank and Gaza Strip. Url: http://www.fao.org/fileadmin/user_upload/emergencies/docs/CAP_2012_WBGS.pdf

FAO (2013) AQUASTAT. Url: www.fao.org/nr/water/aquastat/main/index.stm

Swiss Centre for Life Cycle Inventories (2010) Ecoinvent database v2.2. Url: www.ecoinvent.org

Goedkoop, M., Heijungs, R., Huijbregts, M., De Schryver, A., Struijs, J., Van Zelm, R. (2009) ReCiPe 2008 Palestinian National Authority (2010) Millennium Development Goals. Progress Report. August 2010 PCBS (2010) PCBS reports. 2010. Url: www.pcbs.gov.ps

PHG (2008) Water for Life: Water, Sanitation and Hygiene monitoring program 2007/2008 Pré (2013) SimaPro. Url: www.pre-sustainability.com/simapro-lca-software.

UN, League of Arab States (2013) The Arab Millennium Development Goals Report. Facing Challenges and Looking Beyond 2015.

Impatto ambientale delle operazioni agricole di campo: