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Congresso degli Scienziati italiani e il progetto di commemorazione di Marco Polo

Durante il IX Congresso degli Scienziati italiani che si svolse a Venezia nel settembre 1847583, accanto alle discussioni scientifiche, agli esperimenti e ai dibattiti che si tenevano a Palazzo Ducale, si studiavano progetti culturali che esaltavano il passato di Venezia anche con intenti politici. In tale clima si pensò di rendere omaggio anche a Marco Polo.

Allo scopo vennero dati alle stampe due importanti volumi (oltre ad opuscoli e guide) con cui omaggiare i delegati partecipanti al Congresso. Il primo volume Venezia e le sue lagune, redatto in più volumi a cura di Giovanni Correr per conto delle due più prestigiose istituzioni culturali cittadine, l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e l’Ateneo Veneto584, si presentava come un compendio di storia, statistica e illustrazioni che fungeva da guida fondamentale per la conoscenza della città. Il secondo volume era I viaggi di Marco Polo veneziano tradotto per la prima volta

dall’originale Francese di Rusticiano di Pisa, a cura di Vincenzo Lazzari e Lodovico Pasini585.

583A Venezia si tiene l’ultimo dei nove congressi preunitari dedicati alla cultura scientifica, a partire dal primo svoltosi

a Pisa nel 1839; di questi, ben tre vengono convocati in città diverse del Lombardo Veneto, Padova, Milano e per l’appunto Venezia, dove nell’autunno del 1847 confluiscono quasi millecinquecento studiosi. Il carattere peculiare dell’evento lagunare risiede proprio nel coinvolgimento di una più ampia compagine di istituzioni culturali locali, comprese le numerose Deputazioni accademiche della terraferma, a conferma di una più diffusa rappresentatività intellettuale. Per una puntuale lettura dell’evento in rapporto agli esempi nazionali, con particolare riguardo per quello padovano, si veda MARIA LAURA SOPPELSA,Immagini della cultura scientifica veneta nei Congressi degli scienziati

italiani di Padova (1842)e Venezia (1847), in Dopo la Serenissima. Società, amministrazione e cultura nell’Ottocento veneto, a cura di D. Calabi, Venezia 2001, pp. 233-270. Sul significato dell’immagine assunta dal congresso veneziano

si consideri anche GAETANO COZZI, “Venezia e le sue lagune” e la politica del diritto di Daniele Manin, in Venezia e

l’Austria, a cura di G. Benzoni, G. Cozzi, Venezia, 1999, pp. 323-342.

584 Venezia e le sue lagune, Venezia, I.R. Stabilimento Antonelli, 1847.

585 Nonostante il carattere scientifico del Congresso, si diede molta importanza alla geografia e alla cartografia,

discipline che si rivelarono il mezzo più immediato per confrontarsi con il passato di Venezia. A questo proposito si veda: Sunto storico alfabetico e cronologico delle deliberazioni emesse dal Consiglio Comunale di Venezia dal 1808-

1866 premessivi alcuni ragguagli documenti sulla caduta della repubblica e sulle discipline civili ed amministrative attuate dal 1798 a tutto il 1807, Venezia, Stabilimento municipale di Gaetano Longo, 1871, p. 124.

La pubblicazione e lo studio delle mappe hanno avuto un ruolo fondamentale durante il IX Congresso. La forte tradizione cartografica trovava il suo esemplare più celebre nella mappa di Jacopo de Barbari del 1500, e si intensificò durante il XIX. Giambattista Garlato realizzò la Pianta della Regia Città di Venezia pubblicata dalla Congregazione Municipale in occasione del IX Congresso degli Scienziati, la mappa includeva informazioni testuali a carattere storico geografico e spesso segnala l’ubicazione di luoghi di interesse come ad esempio i monumenti. Sul piano pratico, tali mappe di Venezia consentono al visitatore di immergersi pienamente nella particolare conformazione urbanistica della città e evidenziavano particolari spazi storici. Hanno preso la luce le prime rappresentazioni della moderna Venezia con la nuova linea ferroviaria e la stazione indicando il desiderio della città di essere collegata con il resto dell’Italia. La pubblicazione delle nuove mappe ha favorito la riflessione sul passato della città, ma riaffermando i confini geografici dell’Impero asburgico e il dominio dell’Impero sulla città.

Per questi aspetti si vedano: Le grandi mappe della città, in Venezia Quarantotto. Episodi, Luoghi e Protagonisti di una

Rivoluzione 1848-9, cat. di mostra, a cura di G. Romanelli, M. Gottardi, F. Lugato e C. Tonini, Milano, Electa, 1998, p.

Venezia e le sue lagune, vedeva coinvolti personaggi come Nicolò Priuli, Ludovio Pasini,

Luigi Carrer e Agostino Sagredo586. Quest’ultimo aveva contribuito in questi anni al dibattito storiografico su Venezia nel XIX secolo e dava ora un’ulteriore apporto con l’introduzione al volume intitolata Storia civile e Politica587. Sagredo evidenziava una continuità tra la Venezia della Repubblica e quella del presente soggetta alla dominazione straniera588.

Anche la nuova traduzione de I Viaggi di Marco Polo seguiva gli stessi intenti: Marco Polo veniva riconosciuto come uno dei più famosi esploratori veneziani, al tempo del quale si manifestava la potenza marittima e militare della Repubblica di Venezia. Vincenzo Lazzari diede un contributo importante al volume fornendo documenti e illustrazioni. In seguito pubblicò altri importanti volumi, tra cui la Guida di Venezia e delle isole insieme a Pietro Selvatico nel 1852589 e il primo catalogo delle collezioni del Museo Correr nel 1859590.

Ludovico Pasini, coautore della traduzione e allora segretario dell’Istituto Veneto, nella sua introduzione a I Viaggi, celebra Marco Polo come figura simbolo di Venezia e anche come grande italiano591. Secondo Pasini, Polo e gli altri esploratori veneziani avevano “coi difficili viaggi e colle scoperte terrestri e marittime […] contribuito efficacemente alla prosperità del commercio e al progresso della geografia”592. In questa stessa introduzione Pasini annunciava pubblicamente il progetto di erigere un “durevole monumento” in città a Marco Polo, ed in caso negativo “se questo non sorgerà così splendido come alcuni aveano desiderato, vedremo almeno l’immagine del gran viaggiatore posta nelle logge del Palazzo Ducale”593 neonato Panteon Veneto e ancora “parimenti si vedrà il ritratto del Polo sulla bella medaglia coniata in commemorazione del nono Congresso”594.

586 Agostino Sagredo (Venezia, 1798 – Vigonovo, 1871). Per un profilo dettagliato si veda ISABELLA COLLAVIZZA,

Agostino Sagredo e il legato al Museo Correr di Venezia, in “Bollettino dei Musei Civici Veneziani”, n. 3, 2008, 92-99.

587CLAUDIO POVOLO, The Creation of Venetian Historiography, in Venice Reconsidered: The History and Civilisation

of an Italian City State 1297-1797, a cura di J. Martin e D. Romano, London, John Hopkins University Press, 2000, pp.

491-519.

588 MARIA LAURA SOPPELSA, Immagini della cultura scientifica veneta nei congressi degli scienziati italiani a Padova

(1842) e Venezia (1847), in Dopo la Serenissima: società, amministrazione e cultura nell’ottocento veneto, a cura di D

Calabi, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 2001, pp. p. 234.

589 PIETRO SELVATICO e VINCENZO LAZZARI, Guida artistica e storica di Venezia e delle isole circonvicine, Venezia, P.

Ripamonti Carpano, 1852.

590 VINCENZO LAZZARI, Notizia delle opere d'arte e d'antichità della raccolta Correr di Venezia, Venezia, 1859. 591 Cfr. KARL FRIEDRICH NEUMANN, Die Reisen des Venezianers Marco Polo...mit einem Kommentar von August

Bürck, nebst Zusützen und Verbesserungen, Leipzig, G.B. Teubner, 1845. Il testo è citato nella introduzione di Pasini, p.

VII. Polo viene ricordato come un “grande italiano” e contemporaneo di Dante.

592 LODOVICO PASINI, Introduzione, in I viaggi di Marco Polo veneziano tradotto per la prima volta dall’originale

Francese di Rusticiano di Pisa, a cura di V. Lazzari e L. Pasini, Venezia, Tip. P. Naratovich, 1847, p. V. Pasini faceva i

nomi di Marin Sanudo, Nicolò e Antonio Zeno, Giovanni e Sebastiano Caboto.

593 Ivi., p. IX. Nella lista del 1847, dove si menzionano i 163 possibili nomi dei veneziani da inserire nel Panteon

Veneto, Marco Polo è presente, ma per ragioni sconosciute, non è stata incluso nella fase iniziale del progetto. Polo non compare nella lista a fianco di altri veneziani associati con l'esplorazione: Niccolò e Antonio Zeno, Sebastiano e Giovanni Caboto, Antonio Pigafetta, Luigi Cadamosto, Fra Mauro, e Gio Batta Ramuzio. La maggior parte di questi nomi sono stati citati da Pasini nella sua introduzione a I viaggi di Marco Polo, e sembrano aver costituito una sorta di “canone” di esploratori e cartografi veneziani notevoli. Come Nathalie Hester fa notare nel suo Literature and Identity

La traduzione del Milione del 1847 era stata preceduta dalla ristampa di altre edizioni del XIX secolo; successivamente nel 1854, Thomas Wright nella sua edizione inglese intitolata I viaggi

di Marco Polo, il veneziano595 prendeva nota delle “dissertazioni dotte” dell’edizione di Lazzari e

Pasini e delle considerazioni di Placido Zurla del 1818 per il volume Marco Polo e gli altri

viaggiatori veneziani più illustri596. Nella seconda metà del XIX secolo la fortuna dei I Viaggi si

allargò a tutta Europa e apparvero edizioni scritte in varie lingue.

Le edizioni dei Viaggi avevano reso universale la figura di Marco Polo e creato il presupposto per commemorare l’espoloratore in occasione del IX Congresso degli scienziati.

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