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Fase IV: Definizione degli ambiti di azione > si rife risce al vero e proprio avvio dei lavori di definizione

6. Considerazioni conclusive

I tre casi studio presentati mostrano come una molte- plicità di attori si stanno reinterrogando sulla sostenibi- lità della filiera alimentare, sulla provenienza del cibo e sulle modalità di preparazione e di consumo. Gli esempi analizzati dimostrano anche che, una domanda di beni e servizi forte e strutturata, può agire e trasformare le pratiche della produzione e distribuzione per sviluppare nuove economie (Mazzocchi e Marino, 2018). Abbiamo mostrato come i settori come l’educazione, il turismo, la cultura stiano agendo sulla domanda di cibo e trasfor- mando le pratiche di consumo, rivolgendo un’attenzione maggiore all’origine dei prodotti e alla sostenibilità am- bientale, ma anche sociale e economica. Diversi sono stati i dispositivi e sistemi messi in atto per aumentare la consapevolezza e il cambiamento delle pratiche ma altri progetti e iniziative potrebbero e dovrebbero essere attivati.

L'Atlante del cibo Matera vuole porsi come uno stru- mento capace di mappare questo ecosistema per rinforzarlo affinché diventi generatore di economie. Questo contributo mostra come nella città di Matera l’Atlante potrebbe aiutare a vedere e operare nel siste- ma del cibo.

Due sono le principali tematiche che questo contributo mira ad evidenziare:

1. L’Atlante del cibo di Matera, come setting e decision

making, aspira a farsi facilitatore della costruzione di un sistema locale o translocale del cibo, intercettan- do il processo di transizione alimentare che la città di Matera sta vivendo. Mappare le pratiche del consumo e le loro evoluzioni può incentivare delle nuove configu- razioni del sistema cibo verso una maggiore riconnes- sione con il territorio;

2. Il cibo può emergere come “marcatore culturale” (Padiglione, 2012) e sviluppare una rinnovata importan- za alla sua matrice umanistica, attraverso i principi di attenzione al consumo delle risorse, alla valorizzazione e alla trasmissione dei saperi, e all’inclusività.

L’obiettivo che si pone l’Atlante dunque, sarà quello di operare su più livelli: (i) favorendo la conoscenza e la scoperta del sistema locale del cibo a Matera in un’ot- tica di città regione; (ii) costruendo una rete di relazioni tra i soggetti che operano nel sistema del cibo; (iii) co- struendo un’arena deliberativa che si faccia campo di azione affinché il cibo si ponga al centro di un sistema di valori (equità, occupazione, economie della solida- rietà, cooperazione, etc.) e favorisca l’innovazione (di prodotti, di processi, di servizi, etc.) per promuoverli dentro le diverse dimensioni (ambientale, sociale, eco- nomica e governance) del sistema alimentare.

Dentro il sistema locale del cibo si può provare a son- dare quanto una scala traslocale può agire come geo- grafia critica nella ridefinizione di campi di riflessione tra aree interne e aree metropolitane, città e campa- gna, contesti in cui le politiche hanno bisogno di trovare forme di rappresentazione in grado di stimolare e pro- muovere l’azione incontrando bisogni e desideri delle persone. Le collaborazioni translocali sono identificate dalla FAO (FAO, 2019) come uno dei sette assi principali di supporto per l'alimentazione sostenibile nelle aree urbane. In quanto, sono capaci sia di creare un effet- to domino in altre regioni e aree metropolitane che di incoraggiare la partecipazione dei diversi livelli ammi- nistrativi e altri soggetti interessati, al fine di adottare congiuntamente norme e buone pratiche in materia di

governance alimentare. Dentro questa chiave possiamo già provare a descrivere le forme di una geografia istitu- zionale che si va definendo e che trova nel concetto di

Figura 3. Uno dei momenti del festival Breadway nel quartiere Piccianello a Matera Fonte: Pagina Facebook “BREADWAY”.

“distretto agroalimentare” il quadro di riferimento per la costruzione di un sistema di politiche locali del cibo in termini di Città Regione. Nella intenzione di definire un sistema locale del cibo tra Puglia e Basilicata, a luglio 2019 è stato siglato un protocollo d’intesa4, per l’elabo- razione delle linee di indirizzo tecnico-scientifico sullo sviluppo agro-ambientale dell’intero sistema territoriale. Il protocollo, creato nell’ambito del processo di pianifi- cazione strategica della Città Metropolitana di Bari, ha lo scopo di dedicare alla programmazione in materia agroambientale una strategia tesa alla tutela e valoriz- zazione degli asset paesaggistici della Città Metropoli- tana, favorendo un miglior dialogo tra l’ecosistema co- stiero, quello periurbano e quello rurale, e promuovendo la crescita sostenibile delle filiere agro-alimentari. Gli asset strategici individuati sono: (i) innovazione sociale agricoltura nelle aree rurali, (ii) urban food strategy, (iii) tutela e valorizzazione della biodiversità negli ecosiste- mi rurali e costieri-marini; (iv) ricerca e sperimentazione e (v) economia circolare.

Le premesse sono le migliori per immaginare un pro- ficuo ampliamento del distretto verso l’area Murgiana, ampliando l’areale di riferimento e specificando le po- tenzialità della visione distrettuale.

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Giaime Berti*, Adanella Rossi**,

* Istituto di Management, Scuola Superiore Sant’Anna, giaime.berti@santannapisa.it

** Università di Pisa adanella.rossi@unipi.it

• GOVERNANCE DEMOCRATICA DEL CIBO • DEMOCRAZIA PARTECIPATIVO-DELIBERATIVA • AGENCY ALIMENTARE

• STRATEGIE ALIMENTARI • CONSIGLI DEL CIBO

• POLITICHE ALIMENTARI LOCALI

Abstract

The democratization of the food system is presented as a way forward to challenge the economic, social and environmental crisis of the global food system. Indeed, the “local” becomes a central political space to develop innovative and democratic food governance arrange- ments to lead the transition towards just and sustai- nable food systems. From a governance perspective, there are two main mechanisms adopted at local level to implement change: the establishment of Food Policy Councils and the drafting of Urban Food Strategies. The capacity of local governments to generate these gover- nance mechanisms is influenced by a combination of structural, procedural, cultural and social factors. In this chapter, we analyse the experiences of the Municipality of Livorno and the Province of Pisa. The scope of the paper is to evaluate the democratic local food gover- nance capacity in order to identify insights useful for other local governments interested in developing new democratic food arrangements in their territories.

1. Introduzione

Nella letteratura scientifica, ma sempre più diffusamen- te anche nella documentazione politica, la crisi econo- mica, sociale e ambientale che da tempo caratterizza il sistema alimentare globale è associata ad una crisi di

1 Berti ha partecipato allo sviluppo del processo nel Comune di Livorno, Rossi al processo che ha interessato la Provincia di Pisa.

democraticità e la transizione verso sistemi più soste- nibili e resilienti è ricondotta all’attivazione di percorsi di democratizzazione della governance alimentare (De Schutter, 2014; Boot e Convey, 2015; Lang 2005 e 2007; Lang e Heasman, 2004).

A fronte di una riconosciuta carenza dei livelli nazionali ed internazionali nell’affrontare le criticità del sistema alimentare, l’esperienza dimostra come la scala locale sia un livello particolarmente interessante per lo svi- luppo di nuovi meccanismi di governance alimentare (Moragues-Faus e Morgan 2015). A livello locale, infatti, si può trovare una maggiore flessibilità e una diversa relazionalità tra i vari attori pubblici e privati, condizioni queste che offrono la possibilità di sperimentare so- luzioni innovative di democratizzazione della gover- nance alimentare orientate al coinvolgimento di tutti gli stakeholders e all’utilizzo creativo di metodologie di democrazia partecipativa (Lang e Heasman, 2004), fino allo sviluppo di veri e propri processi democratici alternativi al modello della democrazia rappresentativa attraverso l’attivazione di meccanismi di democrazia partecipativo-deliberativa (Crivitis et al., 2015)

In questo capitolo ci concentreremo sulla capacità da parte dei governi locali di attivare processi di democra- tizzazione della governance alimentare locale attraver- so quelli che attualmente costituiscono i due principali meccanismi di governance operanti a livello locale: le Strategie Alimentari e i Consigli del Cibo (Sonnino e Spayde, 2014). In particolare metteremo a confronto i due processi partecipativi sviluppatisi nel Comune di Livorno e nella Provincia di Pisa. A tal fine attingeremo alla conoscenza acquisita attraverso il coinvolgimento attivo nei stessi processi in qualità di esperti1.

2. La capacità di governance

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