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All’incrocio tra il “senso” di un governo del lato urba-

no dei sistemi alimentari e i suoi limiti spaziali stanno inoltre le domande su chi siano i decisori chiave a di- versi livelli della governance alimentare − quello urba- no, regionale, nazionale e internazionale − quali mec- canismi specifici siano necessari per agire su di esso e, dunque, quali conoscenze ci servono per prendere decisioni in modo che ciascuno di questi livelli possa consapevolmente concorrere ad influenzare i contesti urbani. Analogamente, va chiarito come l’insieme di conoscenze, strumenti e poteri a livello urbano e locale possa contribuire al miglioramento complessivo dei si- stemi alimentari verso direzioni più sostenibili (Born B., Purcell M. 2006; Badal et al. 2011; Anderson M. 2015.; Levkoe C.Z., Blay- Palmer, A. 2018).

2. L’evoluzione delle esperienze

internazionali

A partire dagli anni ‘90 diverse città hanno realizzato diverse forme di analisi del proprio sistema alimenta- re, spesso a supporto di altrettanto diverse politiche urbane del cibo. Queste analisi sono realizzate preva- lentemente in città e territori nord-americani mentre in Europa solamente alcuni contesti inglesi e nordeuropei hanno prodotto simili strumenti come prodotti in sé, pensati anche per la divulgazione e il dibattito pubblico e non solo come strumenti di lavoro interni agli uffici. È chiaro, infatti, che la raccolta di dati e informazioni quali-quantitative costituisce già parte integrante di molta parte dell’attività amministrativa di settori delle amministrazioni pubbliche che, a vario titolo, lavorano su singole componenti dei sistemi alimentari. Basti pensare ai dati sulle quantità di derrate che transitano da mercati generali, al numero di pasti serviti nelle men- se scolastiche o alle licenze per il commercio alimen- tare su strada o nei diversi tipi di strutture di vendita: tutti dati che vengono utilizzati quotidianamente a fini gestionali, autorizzativi o di programmazione di settore. Anche se non esistono standard di misura a livello di si- stema urbano, il panorama degli studi e dei documenti prodotti negli ultimi decenni che vanno oltre a quelli de- stinati prevalentemente alla normale amministrazione di settore è molto ampio. Molti si compongono di de- scrizioni puramente qualitative, altri hanno un approc- cio statistico e una parte significativa di essi è stata svi- luppata a valle o in rapporto a diverse forme di dibattito pubblico: processi partecipativi, piani strategici, future

vision, ecc. Tra gli altri si possono citare i diversi mo-

1 San Francisco Food Alliance, The 2005 San Francisco Collaborative Food System Assessment, 2005; City of Oakland, Oakland Food System Assessment, 2005.

2 City of Vancouver, Vancouver Food System Assessment, 2005.

3 Delaware Valley Regional Planning Commission, Greater Philadelphia food system plan, 2011. 4 Berry S., Oakland Food System Assessment, Georgia Institute of Technology, 2013.

5 Bristol City Council, Who feeds Bristol?, 2011.

delli degli assessment di San Francisco e Oakland nel 20051; il confronto tra l’esperienza istituzionale di Van- couver del 2005 e quella community based del 20092; il “Greater Philadelphia food system plan” del 20113 e la “Food System Analysis City of Atlanta” del 20134. Per quanto riguarda l’Europa, tra i primi studi esplicitamente dedicati alla descrizione del sistema alimentare di una città come supporto ad una politica cittadina si segnala il noto report “Who feeds Bristol?” del 20115. A scala territoriale un approccio che ha segnato una parte si- gnificativa del dibattito nordamericano negli anni 2000 si basa su una serie di studi elaborati inizialmente dal MIT e dall’Urban Design Lab della Columbia University per individuare i “bacini alimentari” (foodshed) di diver- se città della East Coast americana (Baltimora, Boston, New York, Philadelphia, Washington).

Negli Stati Uniti e in Canada le analisi e le valutazioni sono spesso prodotte attraverso la sistematizzazione di dati e di indicatori che sono già esistenti e che ven- gono gestiti da istituzioni di diverso livello nella forma di censimenti e banche dati di settore. In questi casi, il sistema alimentare della città viene spesso più chiara- mente descritto secondo le sue diverse componenti: produzione, trasformazione, logistica, distribuzione, consumo, rifiuti. In alcuni casi vengono prodotti anche dei database di informazioni che vengono associate al sistema alimentare e, talvolta, georeferenziate. Tra questi si segnalano i casi di New York e di Toronto che sono tra le città che hanno standardizzato un proprio sistema informativo dedicato e connesso ad indicatori popolati periodicamente con dati appositamente rile- vati.

È interessante notare che non tutti questi documenti di analisi e valutazione sono inseriti in modo esplicito e consequenziale in un processo finalizzato alla defini- zione di una politica o di una strategia alimentare. Sia nei casi in cui questa connessione diretta esiste, sia in quelli in cui non c’è o non è chiaramente riscontrabile, spesso questi documenti comprendono una serie di raccomandazioni finali per il miglioramento di alcune componenti del sistema alimentare.

A partire dagli anni 2000, sulla scorta di quella che po- trebbe essere definita una prima generazione di studi sui sistemi alimentari urbani e sulle relative politiche, si è sviluppata anche una produzione manualistica che ha cominciato a consolidare alcuni standard e delle meto- dologie di analisi e valutazione.

Si tratta di manuali prodotti in Canada e negli Stati Uniti e con orientamenti più settoriali, anche nell’ambito di alcuni organismi internazionali, centri di ricerca, univer-

sità e organizzazioni non governative operanti nel Sud del mondo. In questo panorama, due tra le guide mag- giormente accreditate e consolidate sono quelle predi- sposte dallo United States Department for Agriculture e da Food Secure Canada6. Si tratta di guide che espli- citano le componenti chiave, i soggetti da coinvolgere e gli indicatori principali per la realizzazione di una valuta- zione del sistema alimentare. Queste guide sviluppano anche la parte relativa al coinvolgimento degli attori della città, che è un tema per il quale, generalmente si rinvia all’ampia letteratura che esiste in materia di costruzione partecipata di decisioni pubbliche.

Queste guide sono prodotte dalle due principali tipolo- gie di attori che, nel contesto nordamericano, si occu- pano di analisi e valutazione dei sistemi urbani del cibo. Nel primo caso si tratta di un attore di livello ministe- riale, che è prevalentemente interessato a connettere le esperienze locali ad un sistema di misurazione, moni- toraggio e indirizzo di livello nazionale che non sarebbe praticabile con una semplice azione top down.

Nel secondo caso l’approccio è più esplicitamente orientato a fornire elementi di rafforzamento e capa- citazione delle reti di attori locali che operano a livello comunitario e che sono interessate ad esplicitare gli effetti delle proprie attività all’interno di un quadro di azioni pubbliche7.

3. La strutturazione dell’analisi

milanesi e le prime codifiche

tecnico-istituzionali internazionali

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