• Non ci sono risultati.

Descrizione del processo: attori e tem

IL PROCESSO PARTECIPATIVO PER UNA POLITICA DEL CIBO A SCALA METROPOLITANA

4. Il processo partecipativo di proposta di una Food Policy per

4.1. Descrizione del processo: attori e tem

Alla luce della vivacità sociale del foodscape romano, nell’ottobre 2018, ha preso il via un processo parteci- pativo dal basso che si è posto l’obiettivo di formulare una proposta di politica alimentare urbana per la città di Roma da presentare alla città ed alle istituzioni locali per dare avvio ad una discussione condivisa.

Il lavoro ha preso le mosse dalla consapevolezza della scarsa integrazione fra le esperienze viste in preceden- za sia in senso orizzontale – ossia tra loro – che verti-

Figura 2. Linea temporale dei fatti e dei processi salienti che hanno condotto alla proposta di Food Policy per Roma Fonte: elaborazione grafica degli autori.

cale ossia rispetto al livello istituzionale verso l’alto e quello della cittadinanza verso il basso.

Si ricorda che Roma è una delle 26 città italiane firma- tarie del Milan Urban Food Policy Pact, tuttavia l’ammi- nistrazione non si è ancora impegnata nel definire una strategia alimentare, eccetto per le iniziative settoriali menzionate nel presente lavoro e l’adesione a progetti internazionali (100 Resilient Cities) o europei (Urbact e Ru:rban). Inoltre, la presenza di importanti istituzioni internazionali operanti nel settore dell’alimentazione e dello sviluppo rurale (FAO, World Food Programme, IFAD etc.), rendono il terreno fertile per l’apertura di un discorso su una Food Policy a Roma. Si ricorda che l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile la impegna ad assumere la responsabilità di una transizione eco-

Nello specificare che il processo è tutt’ora in atto, si può riconoscere che l’obiettivo del gruppo di lavoro è stato triplice: (i) mostrare all’amministrazione comunale e metropolitana che il sistema agro-alimentare romano ha enormi potenzialità ed altrettante minacce e critici- tà che dovrebbero essere prese in considerazione dai policy-makers per affrontare le diverse sfide che la città affronta e affronterà nel futuro; (ii) stimolare la parteci- pazione della società civile al dibattito sul food system, aumentando la consapevolezza sull’impatto potenziale di una food policy e incrementando il capitale sociale e la fiducia tra gli operatori e gli attori economici; (iii) fornire e suggerire strumenti, azioni, misure concrete per l’implementazione di una strategia alimentare si- stemica per la città di Roma. Il processo partecipativo ha coinvolto fino ad ora un largo numero di stakeholder; stimolato da un gruppo di accademici dell’Università

16 Mozione ex. Art 58, approvata dal Consiglio Comunale del 26 settembre 2019. 17 Rilevazione effettuata il 3 ottobre 2019.

logica e socio-economica. Inoltre, Roma si è già dotata di linee di indirizzo a favore della resilienza urbana tra- mite l’adesione al programma internazionale 100 Resi lientCities, che prevede indicazioni per il sostegno ad un sistema agro-alimentare più sostenibile. Infine, con l’approvazione della mozione di emergenza climatica16, si è impegnata a “perseguire una Politica del Cibo tesa a migliorare l’interconnessione fra produzione e consu- mo, in un’ottica di sostenibilità ambientale ed economi- ca”. Infine, nello stesso Piano Strategico Metropolitano, tra i 10 macro-obiettivi programmatici, trovano spazio la valorizzazione dei legami tra città e campagna e la promozione del Capitale Naturale e Culturale (Città Metropolitana di Roma Capitale, 2016) (cfr. Figura 2).

del Molise e dell’Università Roma Tre, di ricercatori in- dipendenti, giornalisti e attivisti nel mondo dell’asso- ciazionismo. Il gruppo conta oggi 121 contatti17 tra i quali i rappresentanti di: movimenti associativi legati agli orti urbani, aziende agricole multifunzionali, fonda- zioni e organizzazioni attive sui temi ambientali e dell’a- limentare, organizzazioni professionali agricole, enti di ricerca, associazioni e reti di economia sociale e soli- dale, operatori privati attivi nelle varie fasi della filiera alimentare, cittadini interessati. Il primo output prodotto dai soggetti promotori è stato un rapporto che mostra perché Roma avrebbe bisogno di una politica alimenta- re, partendo da un’analisi del sistema agro-alimentare e arrivando a formulare una lista di dieci proposte in con- formità a quanto emerso. Il processo partecipativo è continuato attraverso una serie di incontri e la richiesta di integrazioni e commenti al documento da parte de-

gli stakeholder coinvolti, percorso che ha condotto alla sottoscrizione di una lista di dieci obiettivi di policy da presentare all’amministrazione. Nella parte conclusiva del documento, infatti, alla luce delle evidenze emerse confrontando lo stato dell’arte, la mappatura delle pra- tiche innovative e le politiche attualmente in essere, si afferma come sia necessario mettere in campo azioni tese a rafforzare e sorreggere le piccole e medie impre- se che popolano il settore primario romano lungo tutti i passaggi della filiera, dalla produzione alla commer- cializzazione, fino ad arrivare alle fasi post-consumo. Si rileva, inoltre, che, per assicurare un’alimentazione sana e un accesso al cibo di qualità per tutti i cittadi- ni, avendo cura, allo stesso tempo, della tutela delle risorse naturali, è necessario supportare e valorizzare le buone pratiche delle filiere alimentari, “avendo in animo di rinsaldare i legami economici e sociali con le aree rurali prossime alla metropoli”. Infine, viene riportato che una Food Policy dovrebbe essere indirizzata an- che a favorire il ricambio generazionale in agricoltura, così come l’educazione alimentare e la riduzione degli sprechi, attraverso sia la prevenzione che il recupero e la redistribuzione delle eccedenze. I dieci obiettivi di politica alimentare che il documento “offre” all’ammi- nistrazione sono riconducibili alle seguenti tematiche: 1) accesso alle risorse (terra, acqua e agro-biodiversi- tà); 2) agricoltura sostenibile e biodiversità (sostegni all’agricoltura biologica e all’agro-ecologia); 3) filiere corte e mercati locali (compresi i mercati rionali); 4) rapporti città-campagna (integrazione fra fasi delle filiere; Green Public Procurement); 5) cibo e territorio (etichettatura territoriale, tracciabilità della filiera); 6) sprechi e redistribuzione (sostegno alle iniziate di recu- pero e redistribuzione delle eccedenze); 7) promozione della multifunzionalità; 8) consapevolezza dei cittadini (piano di educazione alimentare e ambientale); 9) pae- saggio (frenare il consumo di suolo e altri fenomeni di degrado della terra); 10) pianificazione della resilienza (infrastrutture verdi e quantificazione dei servizi forniti dal sistema agro-silvo-pastorale alla collettività). Come accennato, il processo partecipativo si è alimen- tato soprattutto tramite una serie di incontri nei quali si è discusso di quali siano le priorità da perseguire affinché il sistema agro-alimentare romano si indirizzi verso un percorso di sostenibilità. Quest’ultima fase ha condotto all’organizzazione di cinque tavoli di lavoro tematici (accesso alle risorse; ristorazione collettiva/ scolastica e GPP; agricoltura e diritti dei lavoratori; distribuzione e consumo; economia solidale, povertà alimentare, sprechi e redistribuzione) e uno trasversale sulla comunicazione, a cui ogni stakeholder ha potuto scegliere di partecipare.

Outline

Documenti correlati