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I contenuti della Strategia Alimentare di Livorno

DEL CIBO A LIVELLO LOCALE: LE ESPERIENZE DI LIVORNO E PISA

4. Praticare la democrazia partecipativo-deliberativa

4.1. I contenuti della Strategia Alimentare di Livorno

La Strategia Alimentare di Livorno (SAL) non deve es- sere intesa solo come un documento strategico di indi- rizzo politico, ma come un più articolato "meccanismo di governance locale del cibo" molto innovativo e arti- colato su quattro assi (Fig. 1):

1. il Piano del Cibo;

2. la Politica Integrata del Cibo; 3. il Patto di Cittadinanza Alimentare; 4. il Consiglio del Cibo.

Figura 1. Strategia Alimentare di Livorno. Fonte: elaborazione propria.

Il Piano del Cibo è il documento strategico, elaborato dalla comunità locale (cittadini, imprese, associazioni e rappresentanze) che ha partecipato al percorso parte- cipativo-deliberativo e traccia gli orientamenti e le azio- ni concrete necessarie a garantire il raggiungimento dell’obiettivo del Piano, ossia garantire a tutti i cittadini di Livorno l’accesso ad un’alimentazione sostenibile, piacevole e consapevole. Il Piano del Cibo definisce conseguentemente l’orientamento strategico e le azio- ni concrete per supportare lo sviluppo di un sistema agro-ittico-alimentare locale centrato su un' economia verde e circolare capace di soddisfare il diritto al cibo dei cittadini di Livorno.

Il Piano del cibo è stato elaborato sul modello delle stra- tegie alimentari che negli ultimi anni si sono sviluppa- te a livello internazionale ed in particolare sul modello della pianificazione strategica. In tal senso il Piano del Cibo di Livorno si struttura in tre parti: la Carta del cibo, il Piano strategico e il Piano delle azioni.

La Carta del cibo ha a che vedere con le ragioni di fondo su cui orientare l’azione della politica alimentare e sul- la dimensione valoriale ad essa associata. L’ obiettivo politico sottostante alla definizione del Piano del Cibo era quello di trovare un minimo comun denominatore molto alto su cui andare a costruire un sentimento di comunità tra i soggetti partecipanti al percorso parteci- pativo-deliberativo, abitutalmente disgregati nella realtà quotidiana. Nella Carta del Cibo la "Visione" consiste nella descrizione del futuro immaginato e desiderato mentre i "Principi guida" costituistico i valori che ispi- rano e sostengono tale visione. Per il perseguimento della visione è stato identificato il "Piano Strategico" che individua degli "Assi strategici" su cui andare ad identificare specifiche "Linee di intervento". Il Piano del Cibo, infine, prevede anche un "Piano delle Azioni" che identifica le singole attività che, organizzate secondo le linee di intervento, dovranno essere implementate per realizzare l’obiettivo del Piano.

La Politica Integrata del Cibo è il documento ufficiale dell’Amministrazione Comunale, in cui ogni Assesso- rato identifica le azioni concrete da attuare nelle po- litiche comunali al fine di realizzare quanto proposto nel Piano del Cibo e funziona da coordinamento delle singole politiche settoriali. Il Piano del Cibo rappresen- ta l’introduzione all Politica Integrata del Cibo e, nello specifico, ne costituisce la parte strategica ed identifica il Piano delle azioni sulla base delle quali gli Assesso- ri individuano i propri interventi. La Politica Integrata del Cibo è lo strumento attraverso cui l’azione politica dell’amministrazione comunale formalizza e istituziona- lizza il nuovo modello di governance del cibo locale. Nel dettaglio, la Politica Integrata del Cibo è lo strumento con cui l’Amministrazione comunale:

- assume il Piano del Cibo come documento di in- dirizzo dell’azione di governo locale in relazione al governo del sistema agro-ittico-alimentare ed iden-

tifica le priorità di intervento e le azioni concrete da attuare nelle proprie politiche comunali per ogni Assessorato (sulla base delle deleghe dei relativi Assessori), al fine di realizzare quanto proposto nel Piano del Cibo;

- accoglie la proposta di istituzione del Consiglio del Cibo cittadino emersa nell’ambito del processo par- tecipativo SALute e propone al Consiglio Comunale la sua istituzionalizzazione nella forma della Con- sulta;

- incardina la SAL all’interno della macchina ammini- strativa comunale:

· istituendo un Gruppo Intersettoriale di Lavoro, come organismo di coordinamento tra gli uffici rispondenti ai diversi assessorati;

· aggiornando coerentemente gli strumenti di pro- grammazione a partire dal Documento Unico di Programmazione (D.U.P) e quindi il Piano detta- gliato degli obiettivi (P.D.O) e il Piano Esecutivo di Gestione (P.E.G), informando i regolamenti, le procedure e tutti gli altri meccanismi amministra- tivi.

Il terzo documento che compone la SAL è il Patto di Cittadinanza Alimentare, un documento con il quale: da un lato, l’Amministrazione comunale riconosce il diritto al cibo come diritto fondamentale di cittadinanza e si impegna ad attuare la propria Politica Integrata del Cibo al fine di garantire tale diritto e, dall’altro, tutti gli attori locali (cittadini, imprese, associazioni e rappresentan- ze) si impegnano ad agire concretamente affinché gli obiettivi della SAL siano pienamente realizzati. Con la formalizzazione del diritto al cibo e il suo inserimento all’interno dello Statuto Comunale si è creato uno spa- zio istituzionale con cui lo status di cittadino si artico- la e caratterizza esplicitamente in un modo più ampio, anche nella sua accezione di "cittadinanza alimentare" che implica il diritto al cibo. Il diritto al cibo è stato difi- nito nel modo seguente:

"Ogni cittadino di Livorno ha diritto ad avere accesso

regolare, permanente e libero ad un’ alimentazione so- stenibile (salutare, rispettosa dell’ambiente e senza sprechi, equa e giusta, primariamente locale), capace di rispondere al fabbisogno fisico e mentale individuale necessario a condurre una vita degna, accettabile da un punto di vista culturale e religioso e in modo tale da ga- rantirne l’accesso anche alle generazioni future"

Affinché il diritto al cibo si possa realizzare compiuta- mente è indispensabile l’azione pubblica, ma questa è una condizione necessaria ma non suffciente. Lo sta- tus di cittadinanza alimentare, infatti, è legato anche a dei doveri, o meglio, degli impegni. Per la trasformazio- ne del diritto al cibo da un riconoscimento formale ad una condizione effettiva è imprescindibile che i cittadi- ni, le imprese e gli altri attori territoriali si impegnino a compiere una piccola rivoluzione individuale, che non

necessita di grandi trasformazioni, ma di piccoli cam- biamenti nella propria quotidianità.

Infine, il Comune di Livorno (primo in Italia) ha creato come componente fondamentale della SAL un nuovo strumento di governance locale: il Consiglio del Cibo, che è stato istituzionalizzato nella forma della Consulta Comunale. Il Consiglio del Cibo è formalmente definito come "un partenariato di cittadini, istituzioni pubbliche,

imprese, rappresentanze e associazioni locali e altri at- tori del sistema agro-ittico-alimentare locale attraverso cui si formalizza un patto di alleanza tra città, campagna e mare". La missione assegnata al Consiglio del Cibo

di Livorno è di "supportare l'Amministrazione Comunale

e tutti gli attori territoriali coinvolti nel sistema agro-itti- co-alimentare nell’attuazione della Politica Integrata del Cibo di Livorno, e di sostenere la "sovranità alimentare", intesa come sviluppo del sistema agro- ittico-alimentare locale, al fine di favorire un’alimentazione sostenibile e salutare per tutti i cittadini di Livorno". Nel regolamento

che istituzionalizza il Consiglio del Cibo sono anche identificate le singole funzioni che sono assegnate dall’Amministrazione comunale al Consiglio che, in estrema sintesi, riguardano:

- una funzione politica di organo consultivo dell’Am- ministrazione e, in tal senso, intitolato a proporre modifiche, monitorare, valutare e supportare l’am- ministrazione locale nell’attuazione della Politica Integrata del Cibo di Livorno

- una funzione operativa nell’implementazione della Politica Integrata del Cibo, ossia essere destinatario della gestione di progetti, programmi e azioni che riguardano il cibo per conto dell’amministrazione locale o di altri soggetti pubblici e privati.

- una funzione di facilitatore del dialogo tra l’Ammini- strazione e i diversi soggetti del territorio che hanno un impatto sul sistema del cibo. Infine,

- una funzione di animatore del territorio, che signi- fica stimolare e promuovere il coordinamento tra i diversi settori del sistema agro-ittico-alimentare locale e tra diverse azioni, progetti e iniziative esi- stenti sul territorio.

4.2. La pratica della partecipazione-

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