alcuni di essi non possono essere utilizzate in altri. nei cFP salesiani della liguria
e del Veneto, ad esempio, i docenti raccontano di ricorrere anche ad un complesso
sistema di incentivi e disincentivi, in relazione al rispetto delle norme, che proba-
bilmente non funzionerebbe in altri ambienti formativi
8:
8Può essere interessante riportare qui di seguito l’intervento di o., una formatrice che lavora in
un cFP della Sicilia, che, al termine di un FG (FGita2), esprime l’impressione che nasce in lei con- frontando la situazione descritta dai colleghi di alcune regioni del nord italia e quella che si trova lei stessa a vivere, in un contesto molto differente, com’è quello siciliano: «...per tutto il tempo (di questo scambio) io ho avuto il sorriso sulle labbra, perché mi piace moltissimo ascoltare i miei colleghi, le loro esperienze [...]; oggi, questo tavolo è stato molto importante per me. Però penso anche ai miei ra- gazzi, che mai potrebbero avere gli atteggiamenti che hanno i ragazzi di cui avete raccontato, che sono proprio perfettini, “da cambridge”. quando do ai miei ragazzi il libretto delle giustificazioni e, dopo un mese, uno fa un’assenza, chiedo: “Hai portato il libretto delle giustificazioni? Hai la giustifi- cazione?”, “no, professoressa, me la sono dimenticata”; [...] dopo un attimo mi dicono: “Professo- ressa, veramente l’ho perso, non so neanche dov’è il libretto”, e quindi inizia un “come l’hai perso?”, “E allora!”. qualcuno di voi diceva che glielo fa pure pagare! Ma i miei non hanno i soldi neanche per... (FGita2/347) [...] per niente! io non potrei mai far pagare loro 15 euro! (FGita2/349). [...] ci sono altre cose rispetto alle quali i miei ragazzi mi sfotterebbero alla grandissima, se io dovessi essere così, come dire, “schematica” nelle cose. io a volte ho la difficoltà di farli stare in classe, dico: “stare in classe”! cioè, [...] ho ripensato alla mia prima di quest’anno: ad applicare uno di questi metodi di cui voi avete parlato voi ci sarebbe stato veramente da ridere, con D. o con altri ragazzi che vera- mente, prima di poterli fare stare buoni, seduti, sono passati tre o quattro mesi; [...] solo per farli stare seduti; altro che “Deve chiedere il permesso, se deve buttare la carta!” (scoppio di risa) […]» (FGita2/352).
ad esempio, [...] li portiamo in mensa a blocchi, però, se non stai nel blocco, vai in fondo alla fila […]; se non stai in fila, vai in fondo alla sala; […] hai mezz’ora per mangiare e ti conviene stare in fila. Se dimentichi il buono pasto che ti do [...], nessuno ti dà da man- giare alla mensa, ti arrangi; la prossima volta ti svegli! [...] (FGita2/189) [...]. Per me, la cosa fondamentale è il rapporto tra allievi e formatori in classe [...]. io ho classi da ven- tuno [...] (FGita2/219), però [...] poi abbiamo qualcuno che viene in codocenza (FGita2/220) […]; G., che fa sostegno, in realtà, fa anche da “cuscinetto”, nel senso che raccoglie quelli che noi qualche volta siamo costretti ad allontanare dalle classi e pro- pone loro dei lavori specifici (FGita2/222) […]. come premio ci sono (FGita2/232) atti- vità promozionali, in alternativa (FGita2/233). [...] Tutto questo lo facciamo nelle aree dei linguaggi, perché in laboratorio sono dei santi; a loro piace il laboratorio! il problema c’è nelle aree culturali, perché portare i ragazzi nei laboratori è come portarli a Garda- land! Allora il premio è, ad esempio, che quelli più bravi, che hanno voti sufficienti nelle aree dei linguaggi, nel secondo quadrimestre, possono fare un tot di lezioni con la classe avanzata: quelli di prima vanno in seconda, per cinque lezioni e fanno il pannello o l’a- scensore [...]; oppure possono fare delle attività di approfondimento, ma attività “simpa- tiche”, tipo la visione di un film […], oppure hanno il diritto ad accedere, se si compor- tano bene, […] ai campi da calcio: abbiamo dei campi di calcio al cFP! Tutto è pre- miante. questa rigidità sembra da lager, ma in realtà, lo fai due mesi e poi si adattano, perché comunque sono anche molto premiati e noi siamo sempre con loro, li portiamo ai campi e giochiamo con loro. [...] Abbiamo fatto l’olimpiade e c’è chi ha vinto nell’area del linguaggio, chi ha vinto nell’area professionale e chi ha vinto nell’area tecnica; ogni classe, quindi, più o meno, ha vinto qualcosa (FGita2/234). [...] non vinceva solo chi aveva la media più alta, fra tutte le materie […] (FGita2/236); vincevano un po’ tutti. qui [...] siamo parecchio premianti; per farli vincere, più o meno, [...] in qualche gruppo avrai aggiustato qualche punteggio [...]. Abbiamo anche il giornalino interno, che si chiama “intercnos”; chi [...] va bene può prendere la macchina digitale del direttore e, sul prossimo numero, pubblicheremo le sue foto […] (FGita2/238);
noi abbiamo due intervalli, uno di 20 e uno di 10 minuti (FGita2/247), nelle sei ore del mattino [...]; nell’intervallo dei 20 minuti, precisamente al diciassettesimo minuto, suona la prima campanella; loro sanno che hanno 3 minuti di tempo per raggiungere la classe, quindi chi deve andare in bagno, o cose di questo tipo, sa regolarsi; quando suona la se- conda campanella, si è tutti in classe e si comincia; a chi arriva in ritardo viene staccato un tagliandino dal libretto personale, che viene consegnato loro all’inizio anno; dopo, per prenderne un altro, devono pagare 15 Euro (FGita2/249) e ricomprarlo, perché, se a forza di ritardi, consumi tutto il libretto, devi acquistarne uno nuovo. quindi vengono, di- ciamo, incentivati a non fare troppi ritardi inutili, altrimenti ci rimettono. E su questo dis- corso della campanella, i primi giorni, vedi i ragazzi di prima un attimo sconvolti, perché non sanno..., devono ambientarsi; ma poi, nel momento in cui suona la prima campana, basta che noi insegnanti diciamo: “Ragazzi, si va”, e autonomamente sono su; c’è sempre chi si attarda in bagno e fa le corse per arrivare [...], però tutto sta nell’abituarli e nel mo- tivare loro la cosa (FGita2/253).