ziale passare attraverso qualche forma di scrittura, per via del rallentamento rifles-
sivo che la scrittura stessa consente. in genere, la docente propone, in fase di prepa-
razione alla visita, una ricerca di materiali e informazioni, basata soprattutto su in-
ternet. l’esperienza insegna che non basta la consegna di pescare materiali nella
rete e di scaricarli. il rischio, in questo caso è di indurre una semplice raccolta di
informazioni “googlate”, che, se non sono soggette ad alcuna rielaborazione, non
servono a nulla e danno solo l’illusione di sapere. Allora, la nostra docente prova a
formulare una consegna di carattere autentico: “immaginate di essere un’agenzia
viaggi e di dover presentare ad un turista i luoghi che andremo a visitare…”. Una
consegna di questo genere finalizza la raccolta di materiali ed informazioni alla
produzione di un elaborato concreto, tangibile, e ottiene migliori risultati del sem-
plice invito a raccogliere informazioni. Per realizzare la consegna infatti non basta
raccogliere informazioni, bisogna fare delle cose con le informazioni e le cono-
scenze che si raccolgono, elaborarle. Anche dopo l’esperienza si torna a scrivere:
questa volta, in forma di diario, per dar voce a pensieri, emozioni e vissuti, ed evi-
tando accuratamente la troppo scolastica denominazione di “relazione”. È attra-
verso la scrittura che queste esperienze diventano evento narrabile, oggetto di pen-
siero.
nel brano che segue, P. (FGita1/2-18), formatore in Sicilia, racconta l’espe-
rienza particolarmente incisiva di una visita di studio nella capitale, che viene accu-
ratamente preparata e si accompagna ad esperienze di scrittura:
un’azione didattica efficace, produttiva dal punto di vista dei risultati, è stata un’Uda [...] che si chiama “Visita culturale a Roma”, con i ragazzi del terzo anno […], che li porta vi- sitare Roma e a osservare alcuni elementi caratteristici per poi [...] rappresentarli anche nella tesina per l’esame di qualifica. i ragazzi, che hanno studiato Storia e hanno seguito anche alcuni moduli di “Etica e cultura religiosa”, hanno modo di verificare diversi pas- saggi storici e di esplorare i [...] segni della cultura religiosa, visitando a Roma i luoghi della storia e i luoghi della fede: le quattro basiliche e le catacombe, per quanto riguarda il discorso dei segni della cultura religiosa, i vari monumenti per i segni della storia an- tica; ma (dedichiamo attenzione) anche ai segni della storia contemporanea, la storia d’i- talia, il Risorgimento, la formazione dello Stato italiano ecc. quindi, questa unità li porta a toccare con mano, a raccogliere dati, foto, impressioni, sensazioni e ad esprimere poi [...] una sintesi [...] che ha una linea storica, una linea [...] religiosa e una linea politica, che riguarda i palazzi del potere, la formazione dello stato ecc... (FGita1/2). la prepara- zione a questa Uda avviene durante tutto l’anno [...] e si sviluppa nel momento in cui vengono sviluppate le Uda di natura storica; quindi, quando facciamo la formazione dello Stato italiano, loro sanno che ci sono alcune date, alcuni avvenimenti, alcuni aspetti significativi, che poi dovranno documentare, dovranno trascrivere in un documento dopo la visita [...]. Per esempio, la domanda che mi fanno è: “Professore, la breccia di porta Pia c’è ancora? l’andiamo a vedere?”. Ecco quindi, durante tutto l’anno c’è questa pre- parazione, come quando vengono sviluppate le Uda [...] di cultura etica e religiosa; [...] faccio vedere loro quattro video-cassette che descrivono la Roma cristiana, i segni della fede cristiana; loro vedono, si preparano […], sanno già quali sono le quattro grandi basi-
liche, che cosa significa “catacombe” ecc. [...]. Si preparano sapendo che devono fare questa cosa. lo stesso per quanto riguarda “cittadinanza”, quindi il concetto di “organo dello Stato”; [...] noi, per esempio, gli organi dello stato li facciamo non al secondo anno, ma al terzo, con la lettura dei quotidiani; i ragazzi collegano i “palazzi” alle decisioni, al potere, i titoli di giornale agli organi dello stato ecc., quindi, quando vengono a Roma, devono andare, che ne so, al [...] quirinale [...], al Viminale ecc. Anche nel percorso che facciamo per Roma, rigorosamente a piedi, vanno nelle piazze e la domanda che io faccio è: “qui dove siamo?”; [...] in qualche maniera, sono costretti, magari anche scher- zando, [...] a rivedere le Uda già realizzate, a collocarle nel contesto e a imprimersele nella mente; [...], come dire, vedono per la prima volta il quirinale e magari qualcuno non si ricordava che al quirinale c’è il presidente della Repubblica; un altro spara e dice: “qui c’è Berlusconi!”; allora scoppia una risata generale, però c’è un momento [...] di si- stemazione delle idee e l’apprendimento diventa efficace (FGita1/4). [...] Poi, alla fine, faccio fare una relazione scritta: [...] tre domande sono sulla visita, mentre l’ultima, la quarta domanda, è: “Riporta le tue valutazioni sull’esperienza didattica”, e queste sono estremamente positive, dal punto di vista dell’apprendimento ma anche dal punto di vista del comportamento, della socialità, della scoperta di una grande città […]. Sostanzial- mente si tratta di un’esperienza positiva e ne ho riscontri anche dopo cinque, sei anni: i ragazzi tornano e la prima cosa che ricordano è: “Professore, si ricorda Roma, le cammi- nate ecc.?” [...] (FGita1/6). colpisce l’incisività di queste cose e come alcuni apprendi- menti rimangano impressi perché collegati ad un’esperienza positiva, felice, anche di convivenza fra di loro; cioè, vanno via in visita alcuni ragazzi che durante il triennio erano stati timidi, non avevano mai parlato, e tornano, alla fine, come ragazzi che sono stati valorizzati, perché durante la visita […], riescono a dare altre espressioni di loro stessi, che vengono apprezzate dai compagni e si crea, come dire, un rapporto diverso alla fine del terzo anno e i ragazzi dicono: “Abbiamo scoperto.., ci siamo ritrovati...”; così si creano legami di amicizia e di stima che vanno al di là del rapporto in aula, che è spesso freddo, molto legato ai contenuti, mentre lì è legato all’esperienza (FGita1/8). [...] la prima domanda riguarda la Roma antica, quindi la Roma imperiale – [...] il colosseo, i Fori imperiali e tutta la parte storica [...]; la seconda domanda è sulla Roma cristiana: quali sono i segni, quali gli elementi, quali le caratteristiche della Roma cristiana? Poi c’è la Roma della politica, la Roma del potere, quindi i “palazzi del potere”, dalla con- sulta alla camera dei deputati ecc. questi sono i tre filoni; poi i ragazzi, accanto a questo, sono liberi di aggiungere foto, ricordi ecc.; per ognuna di queste domande costrui- scono… (FGita1/14) una relazione corredata anche (FGita1/16) di esperienze, di imma- gini; l’ultima domanda riguarda invece la loro esperienza personale: le emozioni, le sen- sazioni, l’apprendimento che hanno maturato (FGita1/18).