specifico che apportano come responsabili dell’asse dei linguaggi. Un caso tipico è
rappresentato dalla realizzazione del libretto di istruzioni di artefatti tecnici:
ad esempio, [...] con la terza, abbiamo l’Uda in cui loro costruiscono un monopattino; noi, oltre a far fare la relazione, facciamo fare anche il libretto delle istruzioni (intMe1/466); do la falsariga di un libretto di istruzione e loro devono inserire: una pre- sentazione dell’oggetto, la componentistica, le istruzioni per il montaggio e la manuten- zione; assieme andiamo in aula di informatica e lo realizziamo anche in un file word, in- serendo le immagini; questo è l’ultimo lavoro di terza in cui ci sia effettivamente una multidisciplinarità […]; io valuto l’aspetto di italiano, ma non solo, perché c’è una forma, ma anche un contenuto (intMe1/470), ci sono anche gli aspetti tecnologici della meccanica, che loro fanno in laboratorio, in tecnologia meccanica (intMe1/472); quelli del settore meccanico ed elettro fanno lavori [...] chiaramente legati al loro profilo, tipo la morsa, tipo l’impianto, dove, per esempio, queste materie culturali non hanno uno spazio nello specifico del lavoro, simile a quello che possono avere nei lavori con i gra- fici; [...] sono prodotti strettamente legati al laboratorio e quindi è chiaro che lì materie come italiano e diritto sono più di supporto; [...] al terzo anno, loro realizzano una specie di carrello elevatore; devono quindi fare una centralina con i comandi. che cosa fanno di italiano? Di italiano ci si immagina che questa centralina venga comprata da un cliente e loro realizzano il libretto delle istruzioni, che viene allegato al prodotto [...]. Ecco, du- rante le ore di italiano, loro possono guardare la parte, diciamo, “teorica” del lavoro, quindi il quadro elettrico, offrire alcune indicazioni sui componenti, insomma un minimo di elementi su cui hanno lavorato in laboratorio; [...] guardano i mezzi che sono serviti, quindi il quadro, il disegno e così via e costruiscono [...] questo manuale per l’utente con i seguenti elementi: che cos’è il prodotto, a che cosa serve, come si utilizza, a che cosa corrispondono queste luci, questo comando, a che cosa corrisponde quest’altro. l’ita- liano è meno coinvolto nella realizzazione concreta del prodotto; il prodotto è molto spe- cifico. i meccanici poi fanno dei morsetti, [...] comunque fanno tutti dei lavori molto pra- tici, legati strettamente alla loro professione (intMi1/44). la lingua inglese, per esempio, entra con i vocaboli legati al lavoro, quindi come si dice in inglese questa macchina, questo pezzo; [...] è un inglese che prevede di più un aspetto professionale [...] (intMi1/46), comunque sempre legato o a una rielaborazione delle fasi del lavoro [...]: “Se dovessi spiegare a un cliente, a uno che viene ad acquistare questo prodotto, che cos’è questo prodotto, come farei? A che cosa serve? come funziona questo prodotto?... Prova a metterti in questa situazione…”. Anche per loro è un modo per ripensare al la- voro che hanno fatto, per capire che non è una cosa fatta così, a caso, ma risponde ad una logica ecco, perché poi il lavoro deve funzionare: se schiacci questo, s’accende que- st’altro, se fai così, s’accende quello; quindi, è un modo anche per dargli quella visione d’insieme che loro difficilmente hanno, perché vedono le parti molto staccate tra loro (intMi1/48); così vedono il lavoro come un insieme di passaggi legati tra loro, che hanno un fine; quindi si concedono, in un certo modo, una riflessione per arrivare ad un certo risultato [...]; sono più pratici che teorici, che riflessivi; a loro comunque serve questo tipo di riflessione (intMi1/52); questo dovrebbe essere, nell’impostazione nostra, il modo normale di procedere [...]; che cos’ha di caratteristico questo percorso? che per funzio- nare bene richiede, per esempio, una sintonia tra i vari insegnanti, una sintonia tra i pro- grammi, [...] che vengano date delle indicazioni generali di competenza e poi che i sin- goli contenuti [...] vengano costruiti dai vari insegnanti adattandoli ai vari percorsi; il fatto di lavorare assieme in quest’ottica [...] è molto difficile e riesce solo in alcuni mo- menti; ecco perché questi diventano dei momenti particolari durante l’anno. Ripeto che dovrebbe essere il modo normale di lavorare, soprattutto con questi ragazzi, perché sono ragazzi con i quali il classico modello di scuola funziona pochissimo, anche se per certi versi potrebbe essere più comodo per l’insegnante [...], perché hai la classe più sotto con- trollo [...]. Facendoli lavorare in gruppo, per esempio, o introducendo queste diversità –
nel senso che si passa da una materia all’altra e loro non sono abituati a fare questi pas- saggi – [...] non riescono a cogliere, a volte, neanche perché si fa questo, glielo devi spie- gare continuamente, devi sempre richiamare: “Abbiamo fatto questa cosa in italiano, vi ricordate?”, “Adesso stiamo ripassando, poi questo lo rivedrete in fisica, poi questi temi saranno ripresi in laboratorio”; cioè devi sempre ricordare loro cosa stiamo facendo, però questo è un modo che li coinvolge decisamente di più (intMi1/54);
quest’anno, un riscontro positivo l’ho avuto con un terzo anno [...]. con loro siamo riu- sciti a tradurre il manuale di un macchinario che era arrivato dall’estero; quindi loro si sono resi conto dell’utilità effettiva del lavoro svolto, perché sono riusciti poi [...] ad ap- plicarlo in pratica. Ecco, la cosa che più li soddisfa è l’applicazione pratica di quello che fanno (FGita1/135). È arrivata una macchina dalla Germania; hanno portato questo mac- chinario, una dentatrice [...]; il manuale era in tedesco e in inglese; (si trattava di) una fresa, [...] però era diversa, era più... all’avanguardia; è arrivata con il manuale in tedesco e in inglese e noi l’abbiamo tradotto dall’inglese [...]; a loro è piaciuto parecchio. Perché è piaciuto con il terzo anno? Perché, essendo [...] tutti lavoratori, [...] capitavano loro delle cose [...] che, per dire, potevano trovare anche (FGita1/159) sul lavoro; anzi erano loro stessi che mi portavano poi le istruzioni [...]; non so..., ad esempio, gli elettricisti mi hanno portato le istruzioni di un rompivetro, [...] glass breaker, in inglese, e quindi vole- vano sapere, erano incuriositi, interessati [...] su questi termini tecnici [...] (FGita1/161), anche perché, sai, a loro, [...] sapere che ci sono tre tipi di futuro nella lingua inglese, alla fine, importa relativamente poco; importa invece sapere come si dice “dentatrice”, “tornio” e “fresatrice” (FGita1/167).