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10.1 Introduzione

Il conto finanziario completa lo schema dei conti che registrano i flussi derivanti da “operazio-ni” previsto dal Sec95. Esso registra tutte le operazioni finanziarie tra unità istituzionali, nonché tra queste e il resto del mondo (Sec95 5.01-02).

Il conto finanziario non presenta un saldo contabile da riportare in un altro conto, ma il suo sal-do contabile coincide con quello del conto del capitale, tanto che nel Sec95 (come nello Sna93) a differenza del Sec79, esso è denominato allo stesso modo: accreditamento o indebitamento net-to (B9). Molteplici sono stati i dibattiti sull’opportunità di definire allo stesso modo i due saldi contabili e, soprattutto di eliminare dalle tavole previste dal programma di trasmissione Eurostat (vedi appendice) una riga che raccoglie le discrepanze tra i due saldi, ma, nonostante molti ap-profondimenti metodologici siano stati fatti dalla pubblicazione del Sec (1996), ancora non si è delineata una soluzione al problema, che sia condivisa a livello europeo. Benché teoricamente coincidenti, nella pratica della compilazione i due saldi contabili non potranno mai essere ugua-li, dato che non solo sono calcolati sulla base di dati statistici diversi (Sec95 paragrafo 5.14) ma spesso (come in Italia), sono calcolati da due organismi diversi. Il lavoro metodologico alla ba-se dell’eliminazione delle discrepanze può dirsi sia solo all’inizio, anche ba-se, in connessione con la Procedura per i deficit eccessivi, l’aumentato bisogno di trasparenza nelle pratiche contabili e di coerenza interna delle statistiche fornite dagli Stati membri, ha dato un impulso decisivo allo sviluppo dei lavori in tale direzione.

Il conto finanziario completa la sequenza dei conti di flusso che registrano le operazioni ma non esaurisce il sistema dei conti, perché non registra tutte le variazioni di volume e di valore (non connesse ad operazioni) che si verificano nelle attività e passività finanziarie (vedi Sec95), né re-gistra gli stock d’attività e passività patrimoniali e finanziarie, che vanno rere-gistrate in un altro blocco di conti, che è quello dei conti patrimoniali. Il conto patrimoniale di un settore istituzio-nale può essere “d’apertura” o di chiusura”, se redatto all’inizio o alla fine del periodo contabi-le. L’insieme del conto finanziario e dei conti delle “altre variazioni” costituisce il “conto delle variazioni patrimoniali”, che rappresenta il collegamento tra il conto patrimoniale d’apertura e il conto patrimoniale di chiusura. L’insieme dei conti che completano lo schema di contabilità na-zionale e le relazioni contabili tra loro sono presentate in un quadro sinottico dei conti (vedi ap-pendice). Attualmente, la maggioranza dei Paesi europei non pubblica i conti patrimoniali non-finanziari né i conti delle altre variazioni di volume e di valore. L’insieme di queste tavole tutta-via è previsto dal Sec95 e fa parte già dei programmi, sui quali è stata già avtutta-viata la discussio-ne, in previsione di un ulteriore miglioramento della qualità delle statistiche europee.

Nel sistema dei conti, alle operazioni finanziarie corrispondono sempre delle operazioni di con-tropartita (Sec95, paragrafo 5.15)1, che possono essere costituite da operazioni non finanziarie o da altre operazioni finanziarie.

La contropartita di un’operazione finanziaria può essere una qualunque operazione non-finanzia-ria: operazione sui prodotti, operazione di distribuzione e di ridistribuzione, operazione su atti-vità finanziarie prodotte ecc. Quest’ultima, in quanto registrata nel conto economico, ha un

im-*Il presente capitolo si deve ad Emilia Scafuri.

1In particolare, per ogni attività finanziaria esiste una passività di contropartita, fatta eccezione per le attività finan-ziarie classificate nella rubrica oro monetario e diritti speciali di prelievo (vedi Sec95).

patto sull’indebitamento (del settore o del resto del mondo); allo stesso modo, la sua regolazio-ne moregolazio-netaria, in quanto registrata (per lo stesso importo) regolazio-nel conto finanziario ha il medesimo impatto sull’indebitamento calcolato dal lato finanziario.

Diverso è il caso di un’operazione finanziaria che ha come contropartita un’altra operazione fi-nanziaria (ad esempio un conferimento di capitale sotto forma d’acquisto di azioni, una conces-sione di credito, ecc.). In questo caso, non si registra nulla nel conto economico, la registrazio-ne si risolve tutto registrazio-nel conto finanziario, con impatto nullo sull’indebitamento/ accreditamento e sul patrimonio netto (del settore o del resto del mondo). Il risultato sarà una modifica del porta-foglio d’attività e passività finanziarie del settore, che non influenza il saldo del conto economi-co né tanto meno quello del economi-conto finanziario. Il Sec95, economi-come lo Sna93, fanno una netta distin-zione tra operazioni non finanziarie (con impatto sull’indebitamento) e operazioni finanziarie (senza alcun impatto sull’indebitamento) (vedi paragrafo 10.2.3).

L’operazione di contropartita di un’operazione finanziaria può consistere in redditi da capitale attribuiti ma non distribuiti (Sec95 paragrafo 5.18). Ad esempio gli interessi e dividendi ricevu-ti dai fondi comuni d’invesricevu-timento sugli invesricevu-timenricevu-ti effettuaricevu-ti, maturaricevu-ti ma non distribuiricevu-ti ai possessori di quote dei fondi comuni, oppure utili reinvestiti d’investimenti diretti all’estero ov-vero redditi da capitale attribuiti agli assicurati (D.44). In tutti questi casi l’operazione finanzia-ria (reddito da capitale reinvestito) ha una contropartita non-finanziafinanzia-ria imputata (ad esempio in-teressi) con un impatto sull’indebitamento (sia misurato dal lato reale che finanziario).

E’ importante a questo punto richiamare il principio di registrazione fondamentale alla base dei conti, che è quello dell’entrata quadrupla, richiamato sia dallo Sna93 sia dal Sec95 (quadruple-entry-bookeeping, cfr. Sna93 paragrafo 1.58; 2.60; 2.62 e 3.3), , se tale principio potesse essere sempre applicato, si verificherebbe sempre l’identità tra l’indebitamento misurato dal lato dei conti economici e l’indebitamento misurato dal lato dei conti finanziari.

Il principio dell’entrata quadrupla prevede che ciascun’operazione sia registrata quattro volte: due volte nei conti dell’operatore che la esegue e due volte nei conti dell’operatore di contropartita. Lo Sna 1993 (paragrafi 11.103-11.111) e il Sec 95 raccomandano pertanto la costruzione di ta-vole dettagliate di flusso di fondi (« detailed flow of funds accounts ») cioè l’analisi delle ope-razioni finanziarie per settore di contropartita. Benchè le statistiche di base dei conti finanziari siano fondate su tale principio, in alcuni casi, quando l’informazione proviene da un solo opera-tore (come nel caso delle azioni), non è possibile stabilire il setopera-tore di contropartita dell’opera-zione. Il conto finanziario per settore debitore/creditore (di un settore o del resto del mondo) co-stituirebbe un ampliamento del conto finanziario attualmente pubblicato perché presenterebbe in più una ripartizione dell’acquisizione netta d’attività finanziarie per settore debitore e una ripar-tizione dell’incremento netto delle passività per settore creditore. Quest’ampliamento è stato già richiesto dall’Eurostat per alcune operazioni finanziarie ed entrerà in vigore se sarà approvato dal Gruppi di lavoro Conti finanziari (Fawp)

Nel seguito vedremo che solo quando le operazioni finanziarie sono analizzate singolarmente è possibile pervenire ad una registrazione completamente coerente in tutti i conti. Ciò è stato fat-to tutte le volte in cui si sono operate delle innovazioni mefat-todologiche puntuali, soprattutfat-to in applicazione del Sec95, ed è stato cambiato il trattamento di operazioni specifiche, soprattutto relative all’operatore pubblico.

Nei conti finanziari le operazioni finanziarie tra unità istituzionali non modificano l’accredita-mento/indebitamento del totale dell’economia. Infatti, l’accreditamento/ indebitamento del tota-le dell’economia deve risultare identico a quello — ma con segno contrario — evidenziato nel conto finanziario del resto del mondo. Pertanto, il totale dell’accreditamento/indebitamento di tutte le unità istituzionali e del resto del mondo è pari a zero.

Il conto finanziario di un settore può essere consolidato o non consolidato. Il conto finanziario non consolidato di un settore illustra le variazioni delle attività e delle passività finanziarie de-terminate da tutte le operazioni, anche quelle tra unità istituzionali appartenenti al settore. Il conto finanziario del resto del mondo è consolidato per definizione. I livelli di consolidamento dipendono dal dettaglio dell’informazione disponibile. Anche su questo problema sono state avvia-te delle riflessioni metodologiche, che hanno portato all’applicazione di una regola di consolida-mento coerente tra i conti finanziari e i conti reali. Il consolidaconsolida-mento prevede l’eliminazione di tut-te le operazioni tra unità che appartut-tengono allo stut-tesso settore o sotto-settore (Sec95 paragrafo 1.58). Ai fini della Pde il debito è consolidato, cioè vengono escluse tutte le transazioni tra unità appar-tenenti al sottosettore, per esempio, un credito dello Stato ad un’ente locale non fa parte del de-bito delle amministrazioni pubbliche, anche se fa parte del dede-bito delle amministrazioni locali.

10.2 Accordi istituzionali

10.2.1 La collaborazione Istat-Banca d’Italia per la compilazione dei conti finanziari dei settori istituzionali secondo il Sec95

I conti finanziari e i conti economici forniscono il quadro completo dell’evoluzione del reddito e del-la ricchezza consentendo l’analisi dell’impiego del risparmio e del settore famiglie, di quello delle imprese e della Pubblica amministrazione, nei diversi tipi di attività e passività finanziarie. Gli inte-ressi dei settori istituzionali risultano coerenti ed integrati con i flussi e gli stock di attività e passi-vità finanziarie. Infatti, come abbiamo illustrato nella relazione sugli interessi, le informazioni di ba-se utilizzate sono al massimo livello di dettaglio e contengono un’analisi di flusso di fondi.

Il lavoro di revisione dei conti dei settori istituzionali secondo il Sec95 è stato svolto parallela-mente al lavoro di revisione dei conti finanziari dei settori istituzionali effettuato dalla Banca d’I-talia . Nel settore dei conti finanziari si è sviluppata, a partire dalla stipula di una Convenzione Istat-Banca d’Italia2 (1996), una stretta collaborazione tra i due Istituti, che ha riguardato sia l’applicazione delle nuove metodologie, sia lo scambio dei dati. La Banca d’Italia attualmente ha la responsabilità della compilazione di tutte le poste del conto finanziario (depositi, prestiti, titoli, azioni) ad eccezione della posta di raccordo con i conti economici, che è compilata dall’I-stat (“altri conti attivi e passivi”). L’applicazione delle nuove metodologie è però responsabilità congiunta dei due Istituti, che al fine di migliorarne e approfondirne i collegamenti, hanno pro-mosso una serie di gruppi di studio. Essi partecipano congiuntamente al gruppo di lavoro “Con-ti finanziari” is“Con-tituto in seno all’Eurostat, che , insieme a quello dei “Con“Con-ti nazionali” cos“Con-tituisce l’organo tecnico nell’ambito del quale vengono discusse tutte le problematiche metodologiche che interessano la Contabilità nazionale. Uno dei compiti principali di tale Gruppo è stato quel-lo di analizzare il trattamento delle operazioni che gravano sul deficit pubblico, nell’ambito del-l’approfondimento delle statistiche definite come parametri di Maastricht. I nuovi conti finanzia-ri sono stati pubblicati per la pfinanzia-rima volta nella Relazione annuale della Banca d’Italia del 2000. La Banca d’Italia pubblica i conti finanziari annuali nell’Appendice alla Relazione annuale e i conti trimestrali finanziari nello specifico fascicolo dei Supplementi al Bollettino statistico. Mas-sima priorità è data al problema della coerenza con i conti economici dei settori istituzionali e pertanto ancora oggi continua l’affinamento delle metodologie attraverso gruppi di lavoro inter-ni incaricati del raccordo.

Pertanto è importante che i due tipi di conti, che si fondano entrambi su metodologie di recente applicazione, siano il più possibile collegati e integrati fra di loro, sia nell’utilizzo di fonti diver-sificate ma riconducibili allo stesso universo di riferimento, sia per quanto concerne la verifica della validità dei risultati.

Su molti aspetti possiamo ritenere che la collaborazione e il confronto delle metodologie segui-te e delle fonti informative utilizzasegui-te, si è rivelato prezioso, in quanto ha consentito un continuo confronto e una verifica delle fonti e delle metodologie.

Gli aspetti principali su cui si è instaurata ed è tuttora in corso la collaborazione sono i seguenti: - omogeneizzazione degli schemi classificatori delle unità istituzionali attraverso un grup-po di Lavoro coordinato dall’Istat avente il compito di definire le linee guida per la clas-sificazione per settore e sottosettore istituzionale secondo il Sec95. Il gruppo, i cui lavori si sono conclusi nel 1998 ha proceduto ad identificare, caso per caso, la corretta classifi-cazione delle unità istituzionali sulla base della quale la Banca d’Italia ha emanato le “istruzioni relative alla classificazione della clientela per settori e gruppi di attività econo-mica (Cir. N. 140/07.08.98: istruzioni date alle banche per le segnalazioni trasmesse pe-riodicamente all’organo di vigilanza) e l’Istat ha aggiornato i suoi archivi anagrafici; - la classificazione delle operazioni e il loro trattamento dal punto di vista contabile-finanziario - l’applicazione del principio accrual nel Sec95, con la collaborazione anche di esperti del Ministero del tesoro (vedi Rapporto finale del Gruppo di lavoro per l’applicazione del cri-terio della competenza ai conti della Pubblica amministrazione)

Come è noto, il passaggio dal Sec79 al Sec95 ha implicato l’applicazione estensiva del principio accrual alla maggior parte delle poste di tipo economico (interessi, imposte, contributi sociali, ecc.) con un probabile aumento della discrepanza tra i conti reali e i conti finanziari. E’ stato per-tanto necessario stimare delle poste di raccordo tra il momento della regolazione per cassa e quello per competenza. In particolare, per il settore delle Amministrazioni pubbliche è stato isti-tuito un gruppo di lavoro che si è occupato di pervenire alla stima, a livello annuale, di quella parte della discrepanza che è attribuibile al passaggio alla competenza economica.

10.2.2 Il programma di trasmissione all’Eurostat

L’Istat è responsabile della trasmissione ad Eurostat dei conti finanziari , secondo il programma previsto dal regolamento Sec (cfr. Sec95, allegato B). I Conti finanziari annuali vengono tra-smessi entro settembre di ciascun anno con riferimento agli anni precedenti, a partire dal 1995. La struttura dei conti finanziari è attualmente in corso di revisione in quanto Eurostat ha presen-tato al Gruppo di lavoro conti finanziari (Fawp, novembre 2002) alcune proposte di variazione sia del formato che dei tempi di trasmissione. In particolare si richiede di anticipare l’invio dei dati, da settembre a giugno di ciascun anno, di fornire nuove disaggregazioni per strumento, che dovrebbe passare dal codice Sec95 a una cifra (9 tipologie) a quello a due cifre (27 tipologie), e di fornire nuove tavole riguardanti il settore di contropartita per alcuni strumenti finanziari. Tut-tavia, l’innovazione più importante del programma di trasmissione riguarda l’invio dei conti fi-nanziari e patrimoniali-fifi-nanziari su base trimestrale. E’ infatti in corso di approvazione un Re-golamento del Parlamento e del Consiglio europeo, che renderà obbligatoria la compilazione di tali conti su base trimestrale a partire da giugno 2005

10.2.3 La classificazione delle operazioni finanziarie e i criteri di registrazione

La classificazione delle operazioni finanziarie e delle attività e passività finanziarie è fondata sul-la liquidità e sulle caratteristiche giuridiche delle attività finanziarie, mentre le innovazioni sui mercati finanziari hanno notevolmente ridotto l’utilità della distinzione tra breve e lungo ne, che è diventato un criterio secondario di classificazione. Secondo il Sec95, per breve termi-ne si intende una scadenza inferiore o uguale a un anno, mentre con medio/lungo termitermi-ne si in-dica una scadenza superiore a un anno.

Crescente importanza hanno assunto le operazioni sui prodotti derivati (swaps, forward rates, futures, eccetera ), che sono incluse nei titoli ma vengono evidenziate in una sottocategoria a par-te. Il trattamento degli Swap e dei forward rate è stato recentemente rivisto con un Regolamen-to (RegolamenRegolamen-to Ce 322 del 2000) che ha modificaRegolamen-to il Sec95. Infatti, i flussi connessi a tali ope-razioni, che prima erano considerati come interessi e quindi apparivano nel conto del reddito, adesso sono di natura finanziaria e vengono registrati nel conto finanziario.

Un altro problema emerso con l’evoluzione dei mercati finanziari è quello del trattamento delle operazioni di cartolarizzazione (securitization), cioè della trasformazione in titoli di alcuni pre-stiti nel portafoglio degli operatori. Tali strumenti finanziari, secondo il Sec95 vanno registrati nei conti al valore nominale, cioè al valore che il debitore è contrattualmente obbligato a versa-re alla scadenza del contratto. Tuttavia, in seguito alle evoluzione dei mercati, molte tipologie di prestito sono effettivamente negoziate, anche se in un mercato molto ristretto, ad un valore tal-volta lontano rispetto al loro valore contabile. In genere, essi sono ceduti ad un operatore finan-ziario che emette titoli a fronte del prestito. In questo caso, nonostante il prestito conservi le sue caratteristiche di non-negoziabilità, in realtà i titoli emessi hanno vita propria e possono essere scambiati sul mercato ad un prezzo variabile. A questo riguardo Eurostat ha compilato delle no-te metodologiche sul trattamento delle operazioni di cartolarizzazione messe in atto dall’opera-tore pubblico (v. Manuale sul deficit e debito Pubblico, 2003).

Uno dei maggiori argomenti ad esso connesso ed attualmente in discussione in varie sedi inter-nazionali è il valore da attribuire ai prestiti con scarso o nullo valore di realizzo (“non perfor-ming loans”).

Nei conti finanziari, le consistenze sono valutate ai prezzi di mercato correnti alla fine del perio-do di riferimento e i flussi ai prezzi ai quali sono avvenute le transazioni. Le consistenze espres-se in valuta estera sono calcolate in valuta nazionale in baespres-se al tasso di cambio corrente al termi-ne del periodo di riferimento.

La classificazione delle operazioni è la seguente ( si veda: Banca d’Italia, I conti finanziari del-l’Italia, Aprile 2002):

1.Oro monetario e Diritti speciali di prelievo (codice Sec95 F.1).

Oro monetario e Dsp fanno parte delle riserve detenute dalle autorità monetarie.

2.Biglietti, monete e depositi a vista (codice Sec95 F.21 e F.22)3.

Includono i biglietti, le monete, i depositi liberi presso le banche. Includono anche la riserva ob-bligatoria che le banche hanno tuttora presso la Banca d’Italia, anche se la sua consistenza risul-ta ridotrisul-ta rispetto al passato, adeguandosi alle normative europee4. A partire dal 2002 risulta

im-3In applicazione del principio della competenza economica, i depositi sono comprensivi dei ratei di interesse, cioè del-l’ammontare degli interessi maturati, ma non ancora liquidati.

4Dal 1° gennaio 1999 la riserva obbligatoria nell’area dell’euro è disciplinata dal Regolamento n. 2531/1998 del Con-siglio europeo e dal Regolamento della Bce n. 2818/1998.