4 Il conto della produzione e la generazione dei redditi primari:
4.4 La generazione dei redditi primari per settore istituzionale
Con la distribuzione primaria del reddito si descrive la formazione dei redditi ottenuti diretta-mente dal processo di produzione e la loro distribuzione tra i fattori produttivi (lavoro e capita-le) e le amministrazioni pubbliche (attraverso le imposte sulla produzione e sulle importazioni e i contributi). In tale ambito diviene rilevante l’analisi per attività economica dei settori istituzio-nali in quanto fonte dei redditi primari. Attraverso la definizione del risultato di gestione si può procedere alla valutazione di come il valore aggiunto è in grado di coprire i redditi da lavoro di-pendente e le imposte al netto dei contributi alla produzione. Il risultato di gestione è il reddito che le unità traggono dall’impiego delle loro strutture di produzione e nel caso delle imprese ap-partenenti al settore delle famiglie tale saldo, detto reddito misto, contiene implicitamente la re-munerazione del lavoro svolto dal proprietario, e dai componenti della sua famiglie, che non può essere distinto dai profitti che consegue per la sua attività di imprenditore.
Il risultato di gestione dei settori istituzionali è definito per branca di attività e per classe dimen-sionale contabilmente, ovvero a saldo degli aggregati che lo determinano: valore aggiunto, con-tributi alla produzione, altre imposte sulla produzione e redditi da lavoro dipendente pagati dai settori istituzionali.
Negli altri contributi alla produzione (D.39) si classificano i contributi, diversi da quelli ai pro-dotti, che le unità residenti percepiscono a motivo dell’esercizio dell’attività produttiva23. Anche
0,1 0,3 0,1 100 0,2 0,1 4,6 99,9 99,7 99,9 0 0,8 6,3 0 0 0 0 99 93,6 9,3 86 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 So cietà no n finanziarie So cietà Finanziaire Famiglie pro duttrici Famiglie co nsumatrici ISP A A P P To tale eco no mia
P 12 pro duzio ne di beni e servizi per pro prio uso finale P 11 pro duzio ne di beni e servizi destinabili alla vendita P 13 altra pro duzio ne di beni e servizi no n destinabili alla vendita
23In merito alle procedure seguite per la stima dei contributi ai prodotti erogati dalle Amministrazioni Pubbliche e la loro attribuzione per branca di attività economica si rimanda a Malizia, Raffaele. “Il nuovo conto delle amministra-zioni pubbliche e il lavoro di revisione dei conti per settore istituzionale”. In convegno Istat “La nuova Contabilità na-zionale”. Roma: Istat, 12-13 gennaio 2000. http://www.istat.it/Eventi/contabnaz.html
i produttori di altri beni e servizi non destinabili alla vendita possono percepire tali contri-buti a condizione che essi vengano definiti da normative generali la cui applicazione si estende anche agli altri produttori presenti nel settore di attività economica considerato. Ta-li casi non sono presenti nel sistema economico itaTa-liano e, pertanto, i contributi alla produ-zione sono riconosciuti esclusivamente alle imprese ed alle famiglie. La loro attribuprodu-zione per branca di attività economica è condotta sulla base della produzione originaria dei settori isti-tuzionali. Essi risultano percepiti principalmente dalle società non finanziarie e dalle fami-glie produttrici, in particolare da quelle operanti nel settore agricolo.
L’analisi dei redditi da lavoro dipendenti (D.1) pagati dalle unità produttive per settore isti-tuzionale è stata condotta per branca di attività economica e per classe dimensionale, consi-derando distintamente tutte le componenti dei settori indicate nel Prospetto 4.2. La stima di tale aggregato e delle componenti che lo definiscono (retribuzioni e contributi sociali a ca-rico dei datori di lavoro, distinti in effettivi e in figurativi) per settore istituzionale è fonda-ta sui profili delle Ula dipendenti, distinte in regolari e non regolari, individuati dal model-lo dell’occupazione ai quali vengono applicati i vamodel-lori pro capite dei relativi aggregati de-sunti dalle stime di branca per classe dimensionale. Valgono anche in questo caso le consi-derazione fatte in precedenza per gli operatori non-market, i cui redditi da lavoro dipenden-te rientrano nella definizione della produzione e del valore aggiunto dei settori delle Ammi-nistrazioni pubbliche e delle Istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie. Per-tanto, l’interesse si è concentrato nella definizione dei livelli dei redditi da lavoro dipenden-te pagati dai settori delle società e delle famiglie. In tale ambito, si è proceduto come per gli altri aggregati all’isolamento delle componenti nonprofit dei settori considerati, in quanto non coperte dalle indagini di base, distinte già nelle stime di branca dagli altri operatori eco-nomici. I redditi da lavoro dipendente delle istituzioni nonprofit private sono stati stimati in modo indiretto espandendo all’universo attraverso le Ula dipendenti i valori pro capite defi-niti sulla base delle informazioni fornite dall’archivio amministrativo dell’Inps relativo alle dichiarazioni delle imprese DM10. Per le istituzioni pubbliche market, classificate nei setto-ri delle società finanziasetto-rie e non finanziasetto-rie, la stima dei redditi da lavoro dipendente è sta-ta fondasta-ta per alcune unità istituzionali su informazioni esaustive e per altre su metodi di sti-ma indiretti.
Nella Figura 4.5 si presenta la composizione percentuale dei redditi da lavoro dipendete pa-gati dai settori istituzionali per gli anni 1995-2001. I redditi da lavoro dipendente sono cor-risposti principalmente dai settori delle società non finanziarie e dal settore delle Ammini-strazioni pubbliche e solo marginalmente dagli altri settori istituzionali.
Figura 4.5 - Composizione percentuale dei redditi da lavoro dipendente per settore e sotto-settore istituzionale negli anni 1995-2001
Il risultato lordo di gestione è ottenuto a saldo, per branca di attività economica e per classe di-mensionale, per ogni componente dei settori istituzionali indicata nel Prospetto 4.2. La disag-gregazione utilizzata (settore e sotto-settore istituzionale – branca di attività – classe dimensio-nale) consente di disporre degli elementi necessari per analizzare la redditività delle diverse ti-pologie di operatori economici classificati nei settori istituzionali. Tale analisi è alla base della valutazione dei flussi di redditi diretti a remunerare il lavoro indipendente svolto presso le di-verse unità produttive presenti nei settori istituzionali come sarà più ampiamente descritto nel capitolo 6 parte prima.
Nella Figura 4.6 si presenta la composizione percentuale del risultato lordo di gestione dei set-tori istituzionali per gli anni 1995-2001. Il reddito misto, ovvero il risultato di gestione realizza-to dalle famiglie produttrici, rappresenta circa il 30 per cenrealizza-to del risultarealizza-to lordo di gestione com-plessivo ed è diretto a remunerare l’attività di lavoro svolta in tale unità produttive dai proprie-tari e dai loro coadiuvanti familiari. Il risultato lordo di gestione delle società non finanziarie e delle società finanziarie rappresenta, rispettivamente, circa il 49 per cento ed il 5 per cento del totale. E’ trascurabile il risultato lordo di gestione del settore delle Amministrazioni pubbliche, circa il 2,5 per cento del totale, realizzato con le attività di produzione secondarie market. Infi-ne, le famiglie consumatrici conseguono un risultato di gestione pari a circa il 12,5 per cento, le-gato essenzialmente ai servizi di locazione forniti dalle abitazioni di proprietà.
58,4 57,7 59,0 58,8 6,6 6,3 6,0 5,9 5,7 5,8 6,5 1,9 2,0 2,0 1,9 26,4 27,2 26,1 26,0 6,7 0 10 20 30 40 50 60 70 1995 1997 1999 2001
Figura 4.6 - Composizione percentuale della risultato lordo di gestione per settore e sotto-settore istituzionale - Anni 1995-1999
Un’ulteriore indicazione sulla redditività delle imprese è fornita dal Margine operativo lordo (Mol), definito dal rapporto tra il risultato lordo di gestione ed il valore aggiunto al costo dei fattori. Nel-la Figura 4.7 si presenta il margine operativo lordo delle società non finanziarie, delle società fi-nanziarie e delle famiglie produttrici per gli anni 1995-2001. Le differenze nel Mol dei settori con-siderati dipendono dal diverso ruolo svolto dall’attività imprenditoriale, come fattore delle produ-zione, nelle società e nelle famiglie produttrici. Come si può notare, tale indicatore si presenta piut-tosto simile nei due settori delle società finanziarie e non finanziarie e relativamente stabile nel pe-riodo considerato, soprattutto per quest’ultime. Nel caso delle famiglie produttrici il Mol pone in evidenza la struttura del settore, nel quale il lavoro autonomo svolto dai proprietari delle unità pro-duttive riveste un ruolo fondamentale, come fattore produttivo, accanto al lavoro dipendente ed al capitale. 49,7 49,1 48,9 49,0 4,9 5,0 5,3 30,7 30,9 30,4 29,9 11,9 12,5 13,0 13,2 2,4 2,5 2,7 2,6 5,2 0 10 20 30 40 50 60 70 1995 1997 1999 2001
Figura 4.7 - Margine operativo lordo (a) per alcuni settori e sotto-settori istituzionali - Anni 1995-1999
(a) Il margine operativo lordo è definito dal rapporto tra il Risultato lordo di gestione ed il Valore aggiunto al costo dei fattori.
4.5 Il valore aggiunto ed il risultato lordo di gestione dei settori istituzionali secondo il