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I settori istituzionali secondo il Sec95

4 Il conto della produzione e la generazione dei redditi primari:

4.2 I settori istituzionali secondo il Sec95

La classificazione delle unità istituzionali nei diversi settori dipende dalla individuazione del tipo di produttore cui esse appartengono. Il Sec95 ne individua tre categorie3: i produt-tori di beni e servizi destinabili alla vendita (classificati nei setprodut-tori delle Società finanzia-rie e non finanziafinanzia-rie e delle Famiglie in relazione al settore di attività economica ed alla lo-ro forma organizzativa), i plo-roduttori di beni e servizi per plo-roprio uso finale (classificati nel settore delle Famiglie), i produttori di altri beni e servizi non destinabili alla vendita (clas-sificati nei settori delle Amministrazioni pubbliche e delle Istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie in relazione alla loro natura pubblica e privata). Le famiglie, nel-la loro veste di consumatori, appartengono alnel-la seconda categoria per l’attività di autocon-sumo che svolgono nel sistema. Diversamente l’identificazione degli altri due tipi di pro-duttori è subordinata alla verifica della natura market o non-market della produzione rea-lizzata. Il criterio introdotto, definito anche “criterio del 50 per cento”, si basa sulla misu-razione, per un congruo periodo di tempo, del livello di copertura dei costi di produzione assicurato dalle entrate derivanti dalle vendite sul mercato dei beni e servizi prodotti che, se superiore al 50 per cento, attesta la natura market della produzione realizzata4. La clas-sificazione finale nei settori dipende per gli operatori market dal settore di attività e dalla forma organizzativa assunta; mentre per quelli non-market si deve fare riferimento alla lo-ro natura, pubblica o privata.

L’attuazione dei criteri stabiliti dal nuovo sistema per la classificazione delle unità statistiche nei

3Cfr Eurostat. (§ 2.17) European system of accounts – Sec95. Lussemburgo: Eurostat, 1996. 4Cfr Eurostat. (§ 3.32 - 3.37) European system of accounts – Sec95. Lussemburgo: Eurostat, 1996.

diversi settori e sottosettori istituzionali è stata realizzata da un gruppo di lavoro, appositamente costituito in ambito Istat5. la cui attività si è concentrata in particolare sui seguenti aspetti: - la distinzione tra produttori market e non market;

- la distinzione tra attività di assicurazione sociale privata e pubblica; - l’identificazione delle quasi società finanziarie e non finanziarie.

Nel seguito si descrivono brevemente i profili assunti dai settori istituzionali con l’applicazione dei nuovi criteri, rimandando per una analisi più approfondita al capitolo 1.

Il settore delle Società e quasi-società non finanziarie (S.11) si amplia rispetto alla prece-dente edizione6, includendo ora tutte le imprese organizzate in forma societaria (società di capitali, società di persone e società cooperative), le società semplici e le imprese individua-li con oltre cinque dipendenti, e le istituzioni senza scopo di lucro, alle quaindividua-li nel seguito fa-remo riferimento anche come istituzioni nonprofit, che producono beni e servizi a favore delle società non finanziarie (quali Confindustria, Confcommercio, ecc.), nonché quelle che producono beni e servizi destinabili alla vendita. Tra quest’ultime rientrano anche le unità istituzionali che, con l’applicazione del Sec95, sono state escluse dal settore delle Ammini-strazioni pubbliche in quanto produttori di servizi di tipo market, quali ad esempio le Istitu-zioni pubbliche di assistenza e beneficenza (Ipab) e gli Istituti autonomi per le case popola-ri (Iacp).

Anche il settore delle Società e quasi-società finanziarie (S.12) si presenta più esteso ed è con-notato da una struttura più composita. Alle Autorità bancarie centrali ed alle banche si affianca ora un insieme di intermediari finanziari più vasto7. Insieme alle Imprese di Assicurazione si pongono ora i Fondi pensione e gli Istituti di previdenza (principalmente casse aziendali) che ge-stiscono schemi previdenziali di tipo complementare, classificati in precedenza nel settore delle Amministrazioni pubbliche. Rientrano nel settore anche gli Ausiliari finanziari, ossia le unità (le quali impiegano almeno un dipendente, altrimenti restano incluse nel settore Famiglie) la cui funzione principale consiste nell’esercitare attività strettamente connesse a quella finanziaria ma non costituenti esse stesse intermediazione finanziaria8: in precedenza tali operatori erano classi-ficati nel settore delle società non finanziarie, nell’attività di servizi alle imprese. Il settore delle Società finanziarie si completa con le istituzioni nonprofit al servizio delle società finanziarie o che svolgono funzioni di controllo e vigilanza (quali le Fondazioni bancarie, l’Isvap e la Consob). Si conferma per il settore delle Famiglie (S.14) l’analisi distinta delle famiglie nella loro veste

5Il “Gruppo di lavoro avente il compito di classificare per settore e sottosettore istituzionale le unità statistiche secon-do i criteri stabiliti dal Sec95” ha concluso i suoi lavori nel giugno del 1997. Ad esso hanno partecipato anche rap-presentanti del Ministero del Tesoro, della Banca d’Italia, dell’Uic, dell’Isvap, del Ministero delle Finanze.

Per una sintesi dei lavori si rimanda alla “Relazione conclusiva: “sintesi dell’attività e dei risultati raggiunti” curata dal coordinatore del gruppo di lavoro. Per informazioni specifiche sui singoli settori istituzionali si possono consulta-re le consulta-relazioni finali dei sottogruppi: “Classificazioni delle società non finanziarie – settoconsulta-re S.11” (a cura di Alessan-dra Agostinelli), “Classificazioni delle società finanziarie – settore S.12” (a cura di Emilia Scafuri), S.13 (a cura di Raffaele Malizia e Daniela Collesi), S.15 (a cura di Stefania Cuicchio)

6Cfr. Istat. Conti nazionali economici e finanziari dei settori istituzionali. Anni 1983-87. Roma: Istat, 1990. (Collana d’informazione) Istat 1990.

7Sono classificate nel settore tutte le attività finanziarie regolamentate dal Testo Unico delle leggi in materia banca-ria e creditizia entrato in vigore dal 1° gennaio 1994, ossia assunzione di partecipazioni, concessione di finanziamen-ti, prestazione di servizi di pagamento o di intermediazione in cambi, le società di leasing, factoring, le Sim, le socie-tà di credito al consumo.

8Sono considerati ausiliari finanziari, fra gli altri, le società di gestione dei fondi comuni, i brokers, i promotori fi-nanziari, gli agenti delle assicurazioni.

di consumatori (famiglie consumatrici) e nella loro veste di produttori (famiglie produttrici), an-che se non richiesta espressamente dal sistema dei conti. Il sotto-settore delle famiglie produttri-ci risulta ridimensionato, rispetto alle precedente edizione, in quanto include ora solo le soproduttri-cietà semplici e le imprese individuali che occupano fino a cinque dipendenti operanti nei settori di attività diversi dall’intermediazione monetaria e finanziaria e le unità produttrici di servizi ausi-liari dell’intermediazione finanziaria senza dipendenti. Quello delle famiglie consumatrici, con-traddistinto dalla produzione legata ai fitti figurativi delle abitazioni di proprietà ed all’attività dei portieri e dei domestici, si arricchisce della produzione per proprio uso finale derivante dal-l’autoconsumo alimentare di prodotti agricoli e dall’attività di manutenzione delle abitazioni or-dinaria e straoror-dinaria condotta in proprio.

Il settore delle Istituzioni sociali private al servizio delle famiglie (S.15), costituito dai produtto-ri pprodutto-rivati di beni e servizi non destinabili alla vendita al servizio delle famiglie (associazioni cul-turali, sportive, fondazioni, partiti politici, sindacati, enti religiosi), non si presenta concettual-mente modificato anche se le valutazioni ad esso relative sono state notevolconcettual-mente migliorate, nell’ambito di un progetto più vasto che vede l’Istat impegnato nella sistematizzazione delle sti-me relative all’individuazione del settore nonprofit ed alla costruzione di un conto satellite ad es-so relativo9.

Infine, il settore delle Amministrazioni pubbliche è stato sottoposto ad un capillare riesame che ha portato all’inserimento di alcune unità (nella maggioranza dei casi dovuto alla individuazio-ne di enti di nuova costituzioindividuazio-ne, come le Autorità garanti) ed all’estromissioindividuazio-ne di altre in quan-to produtquan-tori di servizi market. Per informazioni più dettagliate sulla composizione di tale setquan-to- setto-re, oltre ai documenti prodotti nell’ambito del gruppo di lavoro ricordato, si rimanda al capitolo 2 della seconda parte ed a Malizia (2000).

Nel Prospetto 4.1 si presenta la struttura e le caratteristiche rappresentative del comportamento economico dei settori e i sotto-settori definiti dal Sec95.

9Nel corso del 2000 l’Istat ha aderito al Global Nonprofit Information System Project, organizzato dalla John Hop-kins University, dalla London School of Eonomics e dalla Divisione Statistica delle Nazioni Unite con l’obiettivo di definire un manuale per il trattamento delle istituzioni nonprofit. A tal fine è stato costituito un gruppo di lavoro co-ordinato da R. Malizia, cui hanno partecipato A. Agostinelli, S. Cuicchio, F. Lorenzini, A. Messina, B. Moreschi, A. Pizzolante, S. Riccioni, S. Stoppiello, N. Zamaro, nel cui ambito è stato condotto uno studio di fattibilità per la rea-lizzazione del conto satellite del settore non-profit secondo gli schemi predisposti dal Manuale. Per informazioni più dettagliate sui risultati di tale studio si rimanda a Cuicchio Stefania, Raffaele Malizia, e Nereo Zamaro. “The Hand-book of Nonprofit Institutions: Report on the Italian Pilot Test Results”, presentato al “Global nonprofit information system project. Joint Meeting of the John Hopkins Consultative and test groups”, New-York, 8-9 luglio 2001.

Prospetto 4.1 - Settori e sotto-settori istituzionali nel Sec95: struttura e caratteri rappresentativi del comportamento economico.

(a) Per le unità classificate in tale settore è prevista l’ulteriore suddivisione in soggetti pubblici, privati nazionali, privati sottoposti a con-trollo estero.

(b) La suddivisione del settore “Famiglie” nei due sotto-settori indicati non è richiesta dal Sec95, ma è un’ulteriore analisi adottata dalla Contabilità nazionale italiana. Il Sec95 prevede, invece, la suddivisione del settore “Famiglie” nei seguenti gruppi socio-economici: dato-ri di lavoro S.141+S.142, lavoratodato-ri dipendenti S.143, percettodato-ri di redditi da capitale S.1441, titoladato-ri di pensioni S.1442, beneficiadato-ri di al-tri trasferimenti S.1443, altre famiglie S.1444. L’elaborazione del conto economico del settore con tale articolazione pur non rientrando, al momento, tra gli aggregati obbligatori da trasmettere, è nei programmi della Contabilità nazionale italiana.

4.3 L’analisi della produzione e del valore aggiunto per settore istituzionale