3. La stima dell’input di lavoro per settore istituzionale *
3.2 La metodologia di stima
3.2.1 L’input di lavoro per branca di attività economica
L’input di lavoro stimato nell’ambito dei conti economici nazionali indica il volume di lavoro sottostante l’output prodotto dal sistema economico e pertanto la sua misura è strettamente lega-ta alla definizione dei confini della produzione posti dal Sec95 (cfr. Sec95, par. 1.13 e 3.07-09). Tale definizione è stata ulteriormente specificata dalla Commissione europea attraverso il con-cetto di esaustività secondo il quale le stime del Pnl e del Pil sono esaustive quando coprono la produzione, i redditi primari e la spesa direttamente e non direttamente osservabili dalle indagi-ni statistiche e dagli archivi ammiindagi-nistrativi2. Ai fini della stima dell’input di lavoro, il concetto
*Il presente capitolo si deve a Federica Battellini.
1Nello specifico il 70 per cento circa di produzione e valore aggiunto è stimato sulla base delle unità di lavoro. 2Cfr. Decision of the European Commission 94/168/EC, Euratom 22 February 1994, art. 2.
di esaustività implica prevalentemente la misurazione sia del lavoro regolare che del lavoro non re-golare (o sommerso)3.
Per poter cogliere completamente il lavoro sottostante l’output realizzato dal sistema economico, il Sec95 pone, unitamente alla misurazione del lavoro non regolare, la necessità di affiancare alla sti-ma degli occupati interni (Sec95, par. 11.11-19), la misura delle posizioni lavorative (Sec95, par. 11.22-25): ciò significa contabilizzare tutte le attività svolte dagli occupati in parallelo o in diversi periodi all’interno del lasso di tempo preso in considerazione, secondo l’ipotesi che a ciascun oc-cupato possono corrispondere una o più posizioni lavorative4.
Sulla base delle definizioni sin qui riportate è possibile verificare come la definizione degli occu-pati e quella delle posizioni lavorative nel contesto dei conti nazionali differisca dalle definizioni di occupazione proprie delle indagini statistiche o delle fonti amministrative, in particolare riguar-do alla popolazione di riferimento e alla natura regolare o non regolare delle attività rilevate. Se le indagini presso le famiglie possono, in linea teorica, cogliere il numero complessivo di occu-pati conteggiando il lavoro non regolare oltre a quello regolare, esse tuttavia fanno riferimento al-la popoal-lazione residente, fornendo una misura dell’occupazione nazionale che contiene anche gli occupati residenti impiegati in unità produttive non residenti, mentre non include l’occupazione fornita a unità produttive residenti da persone non residenti. Al contrario il Sec95 misura l’occupa-zione rispetto alla residenza delle unità produttive e fa quindi riferimento all’occupal’occupa-zione interna: essa include gli occupati residenti e non residenti che lavorano presso unità produttive residenti, ed esclude persone residenti occupate all’estero.
Inoltre la misura del numero di occupati fornita dalle indagini presso le famiglie informa general-mente soltanto sull’attività lavorativa unica o prevalente di ciascuna persona, e non è quindi suffi-ciente a stimare il complesso delle posizioni lavorative5. Di contro le informazioni colte presso le imprese fanno riferimento al complesso delle posizioni lavorative coperte presso unità produttive residenti, siano esse posizioni lavorative principali o multiple; ma non includono eventuale lavoro fornito in modo non regolare.
La metodologia di stima dell’input di lavoro adottata in Italia si basa quindi sulla integrazione e sul confronto delle fonti disponibili finalizzati a cogliere tutte le componenti di occupazione che con-corrono a definire l’input di lavoro di contabilità nazionale. In estrema sintesi, in Italia la misura dell’input di lavoro in termini di posizioni lavorative (PL) è data dalle seguenti componenti:
PL = PLreg + PLirr + PLslr + PLsli + Stra + Noco
3Il lavoro sommerso si ha in presenza della deliberata intenzione di evadere totalmente o parzialmente obblighi di legge (non penali); include anche le posizioni lavorative che sfuggono alle rilevazioni per inefficienza del sistema sta-tistico (ad esempio ritardi nell’aggiornamento degli archivi), per mancanza di accuratezza nelle risposte ai questiona-ri o elevati tassi di non questiona-risposta delle indagini. Per un trattamento diffuso dei problemi e delle metodologie di misura-zione dell’economica non osservata cfr. Oecd. Handbook for the measurement of the Non-Observed economy. Paris: Oecd, 2002.
4“Per posizione lavorativa si intende un contratto implicito o esplicito stipulato tra una persona e un’unità istituzio-nale residente per l’esecuzione di una prestazione contro corrispettivo di un compenso per un periodo determinato o indeterminato” (Sec95, paragrafo 11.22). “Una posizione lavorativa nel territorio economico del paese consiste in un contratto implicito o esplicito tra una persona (che può essere residente in un altro territorio economico) e un’unità istituzionale residente nel paese” (Sec95, paragrafo 11.24)
5Per una descrizione dettagliata di tutti gli elementi che contribuiscono a passare dall’occupazione colta dalle inda-gini presso le famiglie all’occupazione di contabilità nazionale cfr. Sec95 (par.11.17-19) e Baldassarini Antonella, e Claudio Pascarella. “The Italian approach to estimating the extent of the Non-Observed Economy: methods and re-sults”. In “Conference on the Non-Observed Economy: measurement and policy issues”, Università di Tor Vergata. Roma, 20-21 gennaio 2003. http://www.economia.uniroma2.it/noe/agenda_eng/base.htm.
dove:
- PLreg sono le posizioni lavorative regolari svolte come attività unica o principale; - PLirr sono le posizioni lavorative non regolari svolte come attività unica o principale; - PLslr sono le posizioni lavorative regolari svolte come seconda o ulteriore attività; - PLsli sono le posizioni lavorative non regolari svolte come seconda o ulteriore attività; - Stra sono gli occupati non residenti non regolari;
- Noco sono le persone che non si dichiarano “occupati” nelle indagini presso le famiglie ma che hanno comunque svolto ore di lavoro.
Le stime delle suddette componenti di occupazione sono alimentate dalle fonti statistiche e am-ministrative disponibili come schematicamente mostrato di seguito:
- PLreg + PLirr = occupati rilevati da fonti informative sulle famiglie;
- PLreg + PLslr = posizioni lavorative rilevate da fonti informative sulle impresa;
- PLsli = posizioni misurate attraverso metodi indiretti di stima a partire da dati monetari sui consumi o su altri indicatori di produzione;
- Stra = occupati ricavati da metodi indiretti di stima a partire da dati amministrativi, norma-tiva e altre fonti statistiche;
- Noco = persone rilevate dalle indagini preso le famiglie.
Sulla base del modello descritto, la stima viene realizzata per un anno di base (benchmark) che coincide con l’anno per il quale sono disponibili le fonti censuarie6. In particolare per l’anno di benchmark la fonte famiglia è costituita dal Censimento della popolazione integrato con le in-formazioni dell’indagine sulle Forze di lavoro, mentre la fonte impresa è costituita dal Censi-mento industria e servizi e dal CensiCensi-mento agricoltura.
Stimato il livello dell’input di lavoro per l’anno base, le stime per gli anni successivi sono effet-tuate utilizzando indicatori sulla dinamica dell’occupazione desunti dalle fonti esistenti per gli anni intercensuari: in particolare la fonte famiglia è costituita dall’indagine campionaria sulle Forze di lavoro mentre la fonte impresa è costituita prevalentemente: dall’indagine campionaria sulle piccole e medie imprese, dall’indagine sul sistema dei conti delle imprese (dal 1998 rivol-ta ad imprese con 100 addetti ed oltre), dall’archivio srivol-tatistico sulle imprese attive (Asia), dal-l’archivio Inps basato sul modello contributivo DM10. Per il settore della Pubblica amministra-zione, così come per alcune specifiche attività economiche, la stima del livello di benchmark e l’aggiornamento per gli anni successivi avvengono utilizzando fonti puntuali; nello specifico della Pubblica amministrazione si utilizzano prevalentemente dati della Ragioneria generale del-lo stato e i bilanci degli enti.
L’elaborazione dei dati è realizzata utilizzando congiuntamente le variabili di classificazione in-dicate nella prima colonna del Prospetto 3.1, con il livello di dettaglio indicato nella seconda co-lonna dello stesso prospetto.
Prospetto 3.1 - Analisi delle stime sull’input di lavoro
(a) Questo settore è ulteriormente distinto in unità market e unità non market
Per la definizione di unità market e non market si veda Sec95, capitolo 2, paragrafo 2.19.
L’analisi per branca di attività economica richiede la costruzione delle stime a partire da dati sull’oc-cupazione disaggregati in base alla cosiddetta “unità di attività economica locale” (Uael): ovvero è necessario classificare l’occupazione in base alla attività economica effettivamente svolta e non all’at-tività economica che caratterizza lo stabilimento o l’impresa madre. Questo comporta la necessità di individuare tutte le attività svolte nello stabilimento (attività principale ed eventuali attività seconda-rie) e classificare l’occupazione a seconda dell’attività in cui è effettivamente impiegata. Questo tipo di elaborazione è rilevante soprattutto per le imprese di medie e grandi dimensioni e per le imprese plurilocalizzate. Per l’anno di benchmark 1991 le informazioni necessarie a realizzare questo tipo di elaborazione sono state fornite dal Censimento industria e servizi7. Per gli aggiornamenti annuali, i dati sono elaborati in base all’unità di analisi minima rilevata, facendo ricorso ad informazioni pun-tuali per attività economiche, classi dimensionali o settori (quali Pubblica amministrazioni e Istituzio-ni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie) particolarmente rilevanti. La metodologia di aggior-namento, basata sull’applicazione di indici di variazione alle stime dell’anno precedente, garantisce nel complesso, il mantenimento della distribuzione per Uael dell’input di lavoro8.