4 Il conto della produzione e la generazione dei redditi primari:
4.3 L’analisi della produzione e del valore aggiunto per settore istituzionale .1 Le definizioni di produzione e di valore aggiunto adottate nel Sec95
4.3.3 La stima della produzione e del valore aggiunto per settore istituzionale
L’approccio seguito nella stima della produzione e del valore aggiunto per settore istituzionale presenta una elevata articolazione, al fine di poter rappresentare adeguatamente il contributo al processo economico di tutte le componenti individuate nei settori, secondo il dettaglio richiesto dal nuovo sistema.
Le procedure di stima hanno interessato, in particolare, la definizione della produzione e del va-lore aggiunto dei settori delle Società non finanziarie e finanziarie e delle Famiglie; in quanto, procedendo nell’analisi degli aggregati considerati alla scomposizione delle unità istituzionali per Uae, è stato possibile recepire le stime condotte per i settori delle Amministrazioni pubbli-che e delle Istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie nell’ambito della revisione dei conti per branca di attività economica secondo il Sec9516.
15Ricordiamo che l’analisi dell’occupazione per settore istituzionale è stata condotta per categoria di attività econo-mica (Ateco a 5 digit), per posizione professionale (distinguendo lavoratori dipendenti regolari e non regolari, lavo-ratori indipendenti non coadiuvanti regolari e non regolari, lavolavo-ratori coadiuvanti regolari e non regolari) e per le ot-to classi dimensionali adottate nelle stime di Contabilità nazionale (1-5 addetti, 6-9 addetti, 10-14 addetti, 15-19 ad-detti, 20-49 adad-detti, 50-99 adad-detti, 100-249 adad-detti, oltre 250 addetti). Inoltre, le matrici di Ula dipendenti sono ela-borate distintamente al lordo ed al netto degli addetti in cassa integrazione guadagni.
16In merito ai lavori di ricostruzione delle serie storiche annuali del Pil per l’adozione del Sec95 si veda Pisani, Stefano: “La ricostruzione per branca delle serie storiche annuali 1982-1998”. Per quanto concerne la stima della produzione e del valore aggiunto delle Amministrazioni pubbliche si veda Malizia, Raffaele: “Il nuovo conto del-le amministrazioni pubbliche e il lavoro di revisione dei conti per settore istituzionadel-le”. Per la revisione della pro-duzione e del valore aggiunto delle Istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle Famiglie si veda Cuicchio, Ste-fania, e Susanna Riccioni. “Le istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie”, in La distinzione market e non market. La delimitazione della produzione per i settori istituzionali delle Amministrazioni pubbliche e delle Istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie, (Daniela Collesi cur.). I lavori ricordati sono stati presen-tati al convegno Istat “La nuova Contabilità nazionale”. Roma: Istat, 12-13 gennaio 2000. http://www.istat.it/Even-ti/contabnaz.html.
Come ricordato in precedenza, sono stati applicati metodi di stima differenti a seconda delle ba-si informative disponibili. Le fonti esaustive disponibili per le Amministrazioni pubbliche hanno consentito una stima diretta della produzione e del valore aggiunto per Uae, e quindi per branca di attività economica, del settore (Malizia, 2000 e Collesi, 2000). In modo analogo si è proceduto al-la stima delal-la produzione e del valore aggiunto per branca di attività per alcuni sottosettori delle Società finanziarie (in particolare per le Autorità bancarie centrali (S.121), per le Altre istituzioni finanziarie monetarie (S.122), per le Imprese di assicurazione e fondi pensione (S.125) ed in parte per gli Altri intermediari finanziari escluse le imprese di assicurazione e fondi pensione (S.123)17, in quanto le fonti puntuali a disposizione hanno consentito l’identificazione delle attività principa-li, riconducibili alla branca dell’intermediazione monetaria e finanziaria, e delle attività secondarie più rilevanti, quali ad esempio quella relativa alla riscossione dei tributi. Il completamento del set-tore ha seguito le procedure di base utilizzate per i restanti settori istituzionali, per i quali gli aggre-gati considerati sono stati ottenuti con l’applicazione di metodi di stima indiretti basati sul calcolo di valori pro capite, in generale desunti dalle stime di branca eventualmente adattate per tenere con-to di alcune specificità setcon-toriali, da applicare alle unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula). La stima degli aggregati ha seguito una procedura molto dettagliata al fine di assicurare la coeren-za per branca di attività delle stime finali di settore istituzionale. In particolare, tutte le elaborazio-ne sono state condotte per branche di attività economica e per classe dimensionale18seguendo l’a-nalisi dei settori istituzionali riportata nel Prospetto 4.2. Si è proceduto in prima istanza alla defini-zione della produdefini-zione complessiva dei settori istituzionali e successivamente alla sua articolazio-ne articolazio-nelle tre compoarticolazio-nenti identificate dal Sec95.
La stima della produzione (P.1) e del valore aggiunto (B.1) ai prezzi base è stata ottenuta come somma dei rispettivi valori originari, dei contributi ai prodotti e delle altre imposte sulla ne. Pertanto, la prima fase del processo di stima è stato diretto alla identificazione della produzio-ne e del valore aggiunto originari dei settori istituzionali, teproduzio-nendo distinte le singole compoproduzio-nenti in-dividuate.
17Cfr. Pisani, Stefano. “La ricostruzione per branca delle serie storiche annuali 1982-1998”. In convegno Istat “La nuova Contabilità nazionale”. Roma: Istat, 12-13 gennaio 2000. http://www.istat.it/Eventi/contabnaz.html
18L’analisi per settore di attività economica e per classe dimensionale è stata condotta rispettivamente secondo le 101 branche di attività e le otto classi dimensionali, definite sulla base delle Ula impiegate, utilizzate usualmente dalla Contabilità nazionale nelle proprie elaborazioni.
Prospetto 4.2 - Struttura della produzione e del valore aggiunto originari per settore istituzionale
(a) Nel settore delle società finanziarie le istituzioni nonprofit non sono state isolate rispetto agli altri produttori, in quanto non rilevanti ai fini dell’analisi del produzione e del valore aggiunto.
4.3.3.1 La produzione ed il valore aggiunto originari
L’attività produttiva delle famiglie consumatrici è facilmente identificabile e la stima della pro-duzione e del valore aggiunto originari del settore non ha comportato particolari problemi. L’ap-proccio seguito nella stima dei servizi di locazione prodotti da coloro che occupano l’abitazione di cui sono proprietari non presenta innovazioni di rilievo rispetto alla precedente edizione ed è basato sulle informazioni utilizzate nella definizione degli aggregati della omonima branca; co-me del resto la stima dei servizi doco-mestici e dei portieri prodotti impiegando personale retribui-to, fondata sui redditi da lavoro dipendente ad essi corrisposti. Per quanto concerne le nuove componenti della produzione del settore, si rileva che la stima della produzione e del valore ag-giunto connessa alle manutenzioni straordinarie fatta in proprio dalle famiglie nelle abitazioni di proprietà è identificabile nelle stime della branca delle costruzioni ed è basata sulla quantifica-zione delle unità di lavoro a tempo pieno impegnate in tale attività. L’autoconsumo di prodotti
agricoli, imputato alle branche dell’agricoltura, è relativo principalmente all’attività legate al tempo libero e solo marginalmente a quelle di sussistenza.
Una maggiore riflessione ha richiesto la stima della produzione e del valore aggiunto delle fami-glie produttrici. La definizione del settore sulla base della forma giuridica e della classe dimen-sionale delle unità istituzionali ha richiesto l’identificazione della parte di produzione e di valo-re aggiunto valo-realizzata da tali produttori pvalo-resenti nelle prime due classi dimensionali. Si è proce-duto in prima istanza alla stima dei valori pro capite di produzione e valore aggiunto originari relativi a tale settore, nel presupposto che tali operatori economici avessero una funzione di pro-duzione diversa dagli altri produttori, operanti negli stessi settori di attività economica di dimen-sioni analoghe ma organizzati in forma societaria. L’analisi dei valori medi per addetto relativi alla produzione ed al valore aggiunto originari, differenziati per forma giuridica, forniti dalla “Rilevazione sulle piccole e medie imprese” per gli anni 1995-97, periodo in cui è disponibile la forma giuridica delle unità rilevate, ha confermato tale ipotesi, evidenziando in molte branche di attività economica un rapporto tra valore aggiunto e produzione originaria relativo alle imprese classificabili nel settore delle Famiglie diverso da quello degli altri produttori rilevati dall’inda-gine. Sulla base dei risultati forniti dall’indagine sono stati costruiti degli indici che, applicati ai valori medi per addetto della produzione e del valore aggiunto originari impliciti nelle stime di branca relative alla classe 1-5, hanno permesso di differenziare i valori pro capite da applicare alle unità classificate nel settore delle famiglie produttrici rispetto a quelli relativi ai settori del-le Società finanziarie e non finanziarie. Per la corretta definizione della produzione del settore delle famiglie produttrici è stato necessario, inoltre, isolare la produzione realizzata dai collabo-rati coordinati e continuativi (Co.co.co) ai quali non sono imputabili consumi intermedi e per-tanto la produzione originaria si pone uguale al loro valore aggiunto originario. La produzione e il valore aggiunto originario del settore delle famiglie, ottenuti con l’espansione all’universo dei corrispondenti valori pro capite attraverso le Ula totali del settore, sono definiti per classe di-mensionale come somma delle componenti relative ai Co.co.co ed agli altri produttori classifi-cati nel settore.
Il settore delle Istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie non ha richiesto parti-colari elaborazioni, in quanto come ricordato in precedenza la produzione ed il valore aggiunto ai prezzi base di tali unità sono stati predisposti nell’ambito della revisione delle stime di bran-ca per l’adozione del Sec95. L’unibran-ca integrazione apportata concerne l’individuazione di una, se pur marginale, attività secondaria del settore nella branca della locazione, emersa nell’ambito delle stime dirette alla attribuzione per settore istituzione dei servizi di locazione effettivi classi-ficati nella branca. Per tali unità istituzionali ricordiamo che la produzione è definita dalla som-ma dei costi di produzione, costituiti dai redditi da lavoro dipendente, dai consumi intermedi, dalle altre imposte sulla produzione e dagli ammortamenti, stimati con metodi indiretti. Per la descrizione delle procedure utilizzate nella definizione di tali aggregati si veda Cuicchio e Ric-cioni (2000).
Individuata la produzione ed il valore aggiunto originari relativi al settore delle famiglie produttri-ci, la stima di tali aggregati per i settori delle società non finanziarie e finanziarie si ottiene appli-cando alle Ula totali i valori pro capite impliciti nei livelli della produzione e nel valore aggiunto definiti per branca di attività e per classe dimensionale. I valori pro capite definiti a partire dalle sti-me finali sti-mediano il contributo dei diversi operatori economici classificati nei settori considerati, per i quali non si è ritenuto che la forma organizzativa fosse un fattore condizionante il compor-tamento economico, viste le dimensioni assunte da tali unità. Le procedure dirette alla stima della
produzione e valore aggiunto per branca di attività degli operatori nonprofit, presenti in tali setto-ri, si sono differenziate rispetto a quelle utilizzate per le imprese, in quanto tali operatori non sono coperti dalle indagini di base al momento disponibili. In particolare, le istituzioni private market e la relativa occupazione sono state individuate a partire delle informazioni fornite dal censimento dell’industria e dei servizi del 1991, nell’ambito delle procedure dirette alla identificazione della componente privata non-market. La relativa produzione ed il relativo valore aggiunto sono stati sti-mati con metodi indiretti, applicando dei valori medi per addetto per valore aggiunto, definiti sul-la base delle informazioni sul fatturato ricavate dall’archivio delle dichiarazioni Iva e dei bisul-lanci pubblicati per alcune tipologie di operatori (quali ad esempio le organizzazioni di datori di lavoro), mentre per i consumi intermedi si è fatto riferimento alla Rilevazione dei costi delle imprese e dei servizi effettuata in Contabilità nazionale per la stima del quadro intermedio della tavola input-out-put del 1992. Per le istituzioni pubbliche classificate nei settori delle società non finanziarie e fi-nanziare sono stati applicati sia metodi di stima diretti (come ad esempio per gli Istituti autonomi delle case popolari) che indiretti a seconda della natura delle fonti statistiche disponibili19. La stima della produzione e del valore aggiunto originari del settore delle Società finanziarie, fondata sulle stime di branca delle attività relative alla intermediazione finanziaria e monetaria condotta sulla base delle fonti disponibile per i sotto-settori S.121, S.122 e S.123, si completa in-direttamente tramite l’applicazione dei valori medi alle Ula delle unità istituzionali classificate nei sotto-settori non coperti da fonti esaustive. In tal modo è stato possibile individuare anche le attività secondarie minori, quali l’editoria e la connessa gestione delle acque reflue, la gestione di magazzini, relative al sotto-settore delle Istituzioni monetarie e finanziarie.
Per quanto riguarda, in particolare, il sotto-settore assicurativo è da rilevare che il nuovo siste-ma dei conti richiede l’inclusione dei premi supplementari nella stisiste-ma della produzione, una par-te dei quali nel precedenpar-te sispar-tema veniva considerata implicitamenpar-te nei servizi di inpar-termedia- intermedia-zione finanziaria. La produintermedia-zione corrispondente a premi supplementari legata al ramo danni ri-sulta destinata a consumi finali, ad esportazioni e consumi intermedi, quella relativa al ramo vi-ta, invece, solo a consumo finale e ad esportazione. La produzione dei Fondi pensione è, invece, destinata solo a consumi finali.
La stima della produzione e del valore aggiunto originari dei settori delle società finanziarie e non finanziarie è ottenuta per somma degli aggregati relativi ai singoli sotto-settori, analizzati se-condo le rispettive componenti presentate nel Prospetto 4.2, definiti per branca di attività e clas-se dimensionale.
4.3.3.2 La produzione ed il valore aggiunto ai prezzi base
Per ottenere la produzione ed il valore aggiunto ai prezzi base si è proceduto alla stima per set-tore istituzionale degli altri aggregati che intervengono nella loro definizione: ovvero i contribu-ti ai prodotcontribu-ti (D.31) e le altre imposte sulla produzione (D.29).
I contributi ai prodotti sono costituiti dai contributi erogati dalla amministrazioni pubbliche al-le unità produttive per singola unità di bene o servizio prodotto o importato20. Per convenzione,
19Tale componente non è stata stimata per classe dimensionale.
20In merito alle procedure seguite per la stima dei contributi ai prodotti erogati dalle Amministrazioni pubbliche e la loro attribuzione per branca di attività economica si rimanda a Malizia, Raffaele. “Il nuovo conto delle amministra-zioni pubbliche e il lavoro di revisione dei conti per settore istituzionale”. In convegno Istat “La nuova Contabilità na-zionale”. Roma: Istat, 12-13 gennaio 2000. http://www.istat.it/Eventi/contabnaz.html.
tali contributi riguardano esclusivamente la produzione di beni e servizi destinabili alla vendita o la produzione di beni e servizi per uso proprio e, pertanto, possono ricevere tale sostegno esclu-sivamente i settori società finanziarie e non finanziarie e quello delle famiglie.
I contributi ai prodotti ricevuti da ogni settore istituzionale sono stimati per branca di attività eco-nomica e per classe dimensionale sulla base della produzione originaria dei settori. Solamente due settori ricevono nel nostro sistema economico tali contributi: quello delle società non finan-ziarie e quello delle famiglie, e in particolare, in quest’ultimo principalmente le famiglie produt-trici operanti nel settore agricolo.
Nella stima delle altre imposte sulla produzione21sostenute dai settori istituzionali nello svolgi-mento della loro attività di produzione si è tenuto conto della natura composita di tale aggrega-to al fine di individuare, per le principali tipologie di tributi, gli indicaaggrega-tori più idonei per la defi-nizione del gettito proveniente dalle unità classificate nei diversi settori. Anche in questo caso, le procedure di stima hanno riguardato solamente la componente market dell’economia e rece-pito le stime delle altre imposte sulla produzione corrisposte dai settori delle Amministrazione pubbliche e delle Istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie, predisposte nell’am-bito dei conti per branca di attività economica secondo il Sec95, in quanto componenti della pro-duzione di tali settori.
Le categorie di tributi prese in considerazione nella stima delle Altre imposte sulla produzione sostenute dai settori delle società finanziarie e non finanziarie e delle famiglie sono state le se-guenti:
- le tasse di circolazione pagate sui mezzi di trasporto utilizzati dalle imprese, attribuite per branca di attività economica sulla base delle Ula totali dei settori istituzionali consi-derati;
- i contributi Gescal, presenti fino al 1998, attribuiti per branca di attività economica sul-la base dei redditi da sul-lavoro dipendente dei settori istituzionali;
- l’Imposta Comunale sugli Immobili(Ici) relativa ai fabbricati di proprietà non concessi in locazione è stata attribuita integralmente alle famiglie consumatrici, la parte relativa ai fabbricati locati è stata attribuita ai settori istituzionali sulla base della produzione de-rivante dai servizi di locazione effettivi ad essi attribuita;
- l’Imposta regionale sugli altri proventi (Irap), introdotta nel 1998, è stata attribuita per branca di attività economica sulla base del valore aggiunto originario dei settori consi-derati;
- le restanti imposte sono state attribuite per branca di attività economica sulla base della produzione originaria dei settori istituzionali.
Il profilo per settore istituzionale della produzione ai prezzi base emerge dalla Figura 4.1, nella quale si riporta la composizione di tale aggregato per gli anni 1995-2001. Nella pre-sente figura e nella maggior parte delle seguenti si omette il settore delle Istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie per la scarsa significatività in termini percentuali de-gli aggregati ad esso relativi. Nel settore delle Società non finanziarie si concentra la
forma-21La descrizione delle procedure seguite per la stima delle altre imposte sulla produzione prelevate dalle Amministra-zioni pubbliche sugli operatori economici si trova in Malizia, Raffaele. “Il nuovo conto delle amministraAmministra-zioni pubbli-che e il lavoro di revisione dei conti per settore istituzionale”. In convegno Istat “La nuova Contabilità nazionale”. Ro-ma: Istat, 12-13 gennaio 2000. http://www.istat.it/Eventi/contabnaz.html. e Del Santo, Aldo. “Le entrate fiscali nel-l’ambito della Contabilità nazionale secondo il Sec95”. In Atti del convegno “Finanza pubblica e Contabilità nazio-nale: Rilevanza, affidabilità e coerenza nel quadro del sistema europeo dei conti, 22 novembre 2002”. Roma: Iscona-Istat, 2004.
zione della produzione complessiva ai prezzi base: tali operatori contribuiscono alla forma-zione di circa il 66 per cento della produforma-zione nazionale; diversamente dalle piccole impre-se individuali, classificate nel impre-settore delle famiglie produttrici, ne proviene circa il 14,5 per cento. Il contributo delle famiglie consumatrici, intorno al 4,5 per cento, è rimasto piuttosto stabile nel corso degli anni considerati mentre si è accresciuto quello del settore delle Socie-tà finanziarie che rappresenta in media il 5 per cento della produzione totale. Infine, dal set-tore delle Amministrazioni pubbliche dipende la formazione di circa il 9,5 per cento della produzione complessiva negli anni considerati. La riduzione negli anni considerati del con-tributo delle famiglie produttrici alla formazione della produzione nazionale, e come vedre-mo anche del valore aggiunto, dipende in parte dal progressivo assottigliamento del settore, dovuto alle trasformazioni in atto nell’assetto giuridico-organizzativo delle piccole imprese. Negli ultimi anni l’introduzione di nuove forme giuridiche, quali ad esempio le società a re-sponsabilità limitata con unico socio, ed i vantaggi fiscali ed organizzativi connessi alla ado-zione di forme organizzative che limitano la responsabilità dei proprietari hanno favorito, tra i produttori di piccole dimensioni, l’accrescimento del peso delle unità organizzate in forma societaria rispetto alle altre, modificando la composizione dei settori delle famiglie produt-trici e delle società non finanziarie.
Figura 4.1 - Composizione percentuale della produzione ai prezzi base per settore e sotto-settore istituzionale. Anni 1995-2001
Passando ad analizzare il profilo per settore istituzionale del valore aggiunto ai prezzi base pre-sentato nella Figura 4.2, dove si riporta la composizione percentuale di tale aggregato per gli anni 1995-2001, si verifica come le differenze tra i settori, pur rimanendo marcate, si attenua-no in misura significativa. Il settore delle Società attenua-non finanziarie concentra ora la formazione di circa il 53 per cento del valore aggiunto complessivo, mentre le famiglie produttrici contri-buiscono alla formazione di circa il 19 per cento del totale. Il restante valore aggiunto provie-ne per circa l’8 per cento dalle famiglie consumatrici, per circa il 6 per cento dalle Società fi-nanziarie e per poco più del 13 per cento dal settore delle Amministrazioni pubbliche.
66,5 65,9 65,8 65,8 5,2 5,4 5,5 14,9 14,5 14,3 14,4 4,3 4,5 4,5 4,5 9,3 9,7 9,7 9,5 4,7 0 10 20 30 40 50 60 70 1995 1997 1999 2001
Figura 4.2 - Composizione percentuale del valore aggiunto ai prezzi base per settore e sotto-settore istituzionale. Anni 1995-2001
Si delinea, confrontando i due grafici precedenti, la diversa struttura produttiva che caratterizza i settori istituzionali, la quale può essere analizzata anche attraverso il rapporto tra valore aggiun-to e produzione riportaaggiun-to nella Figura 4.3 per gli operaaggiun-tori market classificati nei setaggiun-tori delle