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Come si è detto nelle pagine precedenti, la rete di imprese è un fenomeno diffuso, soprattutto nell’economia italiana, che attraverso le sinergie e la collaborazione tra le imprese aderenti, consente a queste ultime di raggiungere mercati e risultati che da sole non avrebbero potuto raggiungere.

Si è visto anche come il fenomeno reticolare assuma vesti giuridiche differenti, potendo prendere le forme del consorzio, della catena distributiva o produttiva, del collegamento negoziale, ecc.

Il contratto di rete, disciplinato dal Dl. 5/2009 è un istituto giovane, che fornisce un nuovo strumento alle imprese per disciplinare i propri progetti di collaborazione e che già in questi pochi anni ha dimostrato di essere apprezzato dalla prassi commerciale.

Si tratta di un istituto estremamente “elastico” che lascia alle parti ampia libertà contrattuale.

Le imprese che intendono collaborare possono costituire reti entificate e reti dotate di un organo comune e di un fondo comune ma non entificate perché prive di un’autonoma

284MALTONI-SPADA, Il contratto di rete, cit., p. 2

285MOSCO, Il contratto di rete, cit., p. 31

286

CAFAGGI, Il contratto di rete nelle prassi, cit., p. 115.

Tesi di dottorato di Marco Baldacci, discussa presso l’Università LUISS Guido Carli nella sessione prevista per l’anno accademico 2013/2014. Liberamente riproducibile, in tutto o in parte,

organizzazione. Ancora, le parti possono convenire di incrementare la propria competitività e innovazione attraverso sinergie che non necessitano né di un fondo né di un organo comune.

Di fronte ad una tale elasticità della fattispecie in commento (non a caso si è parlato più che di contratto di rete, di “contratti di rete”288) può essere interessante osservare come gli operatori economici abbiano in concreto utilizzato tale strumento.

Sebbene tale analisi, infatti, fuoriesca dai compiti propri del giurista, essa offre comunque indicazioni utili per valutare come le interpretazioni suggerite in questo scritto possano acquisire rilievo nella realtà economica.

Se questi sono i propositi, estremamente utile al fine che ci si è proposti è l’approfondito studio che ha preso in esame i contratti censiti da Unioncamere fino al 5 dicembre 2011, il quale tiene conto, per alcuni aspetti, anche dell’estrazione di dati Unioncamere del 21 aprile 2012 e che viene in questa sede ulteriormente aggiornato con i dati disponibili al 1° aprile 2013. Ricerca che muove dalla considerazione che «il contratto di rete introdotto dalla normativa recente ha una nozione ampia ma una disciplina scarna; solo una puntuale analisi del contenuto degli specifici contratti conclusi dalle parti consente di comprendere perché e come lo strumento è utilizzato, specie se si riesce a coglierne il piano industriale sottostante e

le effettive dinamiche che il disegno contrattuale realizza. Valutare dunque l’impatto del

contratto e la tipologia di reti che emerge comporta una verifica empirica»289.

Tale ricerca mostra un crescente ricorso al contratto: nel 2010 sono stati registrati 25 contatti, l’anno seguente 189 contratti e nella prima metà del 2012 già 113 contratti, sino ad un totale di 768 contratti nell’aprile del 2013, per complessivi 3.964 soggetti coinvolti, di cui 3.953 imprese (2.659 società di capitali, 522 società di persone, 431 imprese individuali, 276 cooperative nonché 65 altri enti non meglio specificati), 7 fondazioni, 4 associazioni290.

È interessante osservare che meno della metà dei contratti insistono su una sola provincia (315) mentre 244 insistono su due province e ben 209 su tre o più province (di cui 25 su più di 5 province e uno su18 province). Ben 68 contratti insistono su tre o più regioni.

Nord Ovest e Nord Est vedono lo stesso numero di contratti conclusi (rispettivamente 300 e 299, che coinvolgono rispettivamente 1220 e 1024 soggetti). Minori, ma più numerosi in termini di partecipanti, i 209 contratti del Centro, che coinvolgono 1024 soggetti, mentre il Sud e le isole riportano 155 contratti che coinvolgono 696 soggetti291.

288TASSANI, Agevolazioni ai partecipanti alle reti di impresa e simmetrie del sistema fiscale - Quale regime

fiscale per il “nuovo” contratto di rete?, in Dial. trib., 6, 2011, p. 603.

289Il riferimento è alla ricerca della FONDAZIONEBRUNOVISENTINI, promossa da RetImpresa-Confindustria e da Unioncamere, dal titolo Contratti di rete: un’analisi comparativa, coordinata dai proff. Cafaggi e Mosco

nell’ambito del laboratorio sulle reti d’impresa, coordinato dal prof. Cafaggi, i cui risultati sono pubblicati nell’executive summary I contratti di rete stipulati nel 2010-2011: le prime evidenze, redatto a cura dei proff.

Cafaggi, Iamiceli e Mosco, con la collaborazione di Bebber, Corradi, Corsi, Cremona, Ferrari, Mangione, sul sito

www.starnet.unioncamere.it/download.php?id=19860 i cui primi risultati, aggiornati al 5 dicembre 2011 sono

riportati e analizzati in CAFAGGI-IAMICELI-MOSCO(a cura di), Il contratto di rete, cit., p. XVII.

290

Dati risultanti dal monitoraggio sui Contratti di rete di Unioncamenre, su dati Infocamere, aggiornati ad oggi al 1° aprile 2013, disponibili su

www.unioncamere.gov.it/P42A1675C189S123/I-Contratti-di-Rete--Rassegna-dei-principali-risultati-quantitativi.htm

291Dal momento che uno stesso Contratto di rete può coinvolgere diversi ambiti regionali, non è possibile

attribuire ciascun Contratto a una sola regione. Pertanto, l’aggregazione dei Contratti di rete regionali risulta

Tesi di dottorato di Marco Baldacci, discussa presso l’Università LUISS Guido Carli nella sessione prevista per l’anno accademico 2013/2014. Liberamente riproducibile, in tutto o in parte,

Lombardia (253 contratti con 983 partecipanti), Emilia Romagna (185 contratti con 599 partecipanti) e Veneto (102 contratti con 307 partecipanti) le regioni con più di 100 contratti registrati.

Interessante la graduatoria delle province per numero dei soggetti nei contratti di rete, che vede tra le prime sei città Milano con 305 soggetti e 147 contratti (esclusa Monza-Brianza), Brescia con 171 soggetti e 56 contratti, Firenze con 171 soggetti e 42 contratti, Roma con 155 soggetti e 69 contratti, Modena con 147 soggetti e 59 contratti e Bologna con 144 soggetti e 65 contratti. Al 12° posto Torino, preceduta da Lucca, Chieti, Bergamo, Perugia e Verona.

Con riferimento ai settori e macrosettori coinvolti, questa la ripartizioni dei soggetti aderenti alla rete

Settore soggetti Settore soggetti

Agricoltura, silvicoltura 194 Altre attività di estrazione da

cave 5

Industrie alimentari 176 Sistema moda 192

Beni per casa e tempo libero 245 Altre ind. manifatturiere 100

Chimica, gomma, plastica 108 Lavoraz. metalli 327

Elettronica 163 Meccanica e mezzi di trasporto 245

Public utilities (energia, gas,

acqua, ambiente) 30 Costruzioni e bioedilizia 390

Commercio all'ingrosso 246 Commercio al dettaglio 85

Servizi di trasporto, logistica e

magazzinaggio 82

Servizi di alloggio e

ristorazione; servizi turistici 91 Servizi dei media e della

comunicazione 35

Servizi informatici e delle

telecomunicazioni 245

Servizi finanziari e assicurativi 38 Servizi operativi di supporto alle

imprese e alle persone 153

Servizi avanzati di supporto alle

imprese 471

Istruzione e servizi formativi

privati 51

Sanità, assistenza sociale e

servizi sanitari privati 105

Servizi culturali, sportivi e altri

servizi alle persone 155

Non classificate Ateco 23 Associazioni 3

Enti morali/Fondazioni 6

Macrosettore Numero di

imprese

Agricoltura 194

Attività estrattive 5

Industria in senso stretto 1.556

Public utilities (energia, gas, acqua, ambiente) 30

Attività commerciali 331

Costruzioni/Edilizia 390

Servizi alle imprese 1.024

Altri servizi 402

Tesi di dottorato di Marco Baldacci, discussa presso l’Università LUISS Guido Carli nella sessione prevista per l’anno accademico 2013/2014. Liberamente riproducibile, in tutto o in parte,

La menzionata ricerca evidenzia come le reti orizzontali (tra fornitori di pari o contiguo livello oppure tra produttori finali o tra imprese di distribuzione) rappresentino il 57,5% del totale e presentino ampia varietà negli sbocchi operativi: dalla condivisione di metodi industriali per l’offerta integrata di prodotti o servizi complementari, alla semplice promozione di tali prodotti; dallo svolgimento di attività di ricerca e sviluppo di interesse comune, alla condivisione del portafoglio clienti o fornitori.

Nelle reti verticali l’obiettivo è il governo più efficiente di una parte della filiera. Le imprese già legate da rapporti bilaterali di lungo periodo decidono di coordinarsi per lo svolgimento di attività comuni che vanno dalla implementazione di standard ambientali o di certificazione di qualità fino alla svolgimento di ricerca.

La vocazione al mercato è, invece, più accentuata rispetto a quella di servizi per gli aderenti.

Con riguardo agli ambiti operativi del programma di rete, si nota una prevalente funzione di promozione commerciale, ricerca e sviluppo.

Ambiti operativi del programma di rete

Numero di contratti di rete

(tot. 214, ma con esiti cumulabili)

Promozione commerciale 180

R&S, Ideazione e Progettazione 159

Creazione di un marchio collettivo 130

Internazionalizzazione 126

Adozione di protocolli di produzione 109

Selezione dei fornitori 100

Altre attività 90

Distribuzione di prodotti degli aderenti 87

Coordinamento dell’offerta di beni/servizi per il mercato 82

Attività di reperimento delle risorse finanziarie 77

Consulenza, servizi amministrativi e finanziari 61

Selezione dei clienti/committenti 53

Realizzazione congiunta o coordinata di uno specifico prodotto 42

Realizzazione di un progetto industriale 9

Estremamente rilevanti sono anche le conclusioni in merito alle decisione assunte dagli aderenti.

Queste sono in genere assunte a maggioranza, il più delle volte a maggioranza per teste, mentre altri criteri sono residuali.

Si precisa, inoltre, che questo vale anche in contratti nei quali i conferimenti sono differenziati per aderente: la ricerca del consenso e l’importanza condivisa di una partecipazione attiva e diffusa sono alla base di una governance allargata con riguardo alle decisioni non solo organizzative, ma anche strategiche.

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Criteri di decisione degli aderenti Numero di contratti

Unanimità 29

Maggioranza per teste 122

di cui prevedono l'unanimità per le sole modifiche

contrattuali 20

Maggioranza per quote 8

Criterio misto per tipologia di decisione (unanimità e

maggioranza per teste) 13

Unanimità, salvo il caso di aumento del numero di aderenti

oltre soglia (prevista maggioranza per teste) 11

Regolata la sola modificazione del contratto (unanimità) 9

Mancata regolazione dei criteri di decisione nel contratto 22

Gli aderenti decidono prevalentemente secondo un metodo collegiale analogo a quello adottato nelle organizzazioni associative dotate di organi in senso proprio. Del resto, si osserva come in diversi contratti la riunione degli aderenti assuma anche formalmente il nome di assemblea.

Metodo di decisione Numero di contratti

Metodo collegiale puro (convocazione, riunione, discussione

collegiale, voto) 147

Metodo collegiale attenuato(si assicura la sola consultazione di tutti

anche al di fuori di una vera e propria riunione collegiale) 7 Assenza di collegialità (si definisce il solo criterio decisionale – es.

maggioritario – senza richiedere che il consenso della maggioranza sia acquisito mediante consultazione di tutti o mediante un vero e proprio procedimento decisionale di natura collegiale)

38

Profilo non regolato nel contratto 22

Quanto all’organo comune, poi, la grandissima maggioranza dei contratti opta per la sua costituzione (205 contratti su un totale di 214). L’organo comune ha la funzione primaria di gestire il programma di rete ma spesso i contratti gli attribuiscono anche funzioni più ampie di governance della rete.

Dalla lettura dei vari contratti, sono stati individuati quattro modelli organizzativi.

Il primo vede un organo comune composto da tutti gli aderenti o loro rappresentanti; nel secondo, l’organo (sempre onnicomprensivo) prevede una soglia oltre la quale l’organo diventa pluripersonale non onnicomprensivo; il terzo individua un organo pluripersonale dove i componenti sono in numero inferiore alle imprese che partecipano alla rete e, in fine, non mancano ipotesi di modelli monocratici, in cui l’organo comune è composto da una sola persona (il 16% dei casi).

Passando al fondo comune, l’autofinanziamento della rete mediante fondo comune è previsto dal 90% dei contratti, per i quali scarsi o nulli sono i riferimenti allo strumento dei patrimoni destinati. I conferimenti sono prevalentemente in denaro, mentre le ipotesi di conferimenti in natura sono rare.

Tesi di dottorato di Marco Baldacci, discussa presso l’Università LUISS Guido Carli nella sessione prevista per l’anno accademico 2013/2014. Liberamente riproducibile, in tutto o in parte,

Quanto concerne i proventi ricavati dalla realizzazione del programma di rete, solo nel 15% dei contratti si stabilisce espressamente a chi spettino i proventi ricavati nel corso nell’attuazione del programma di rete. Il criterio adottato, nei casi in cui esiste una clausola specifica, non è mai quello della distribuzione paritaria per teste. Nella maggior parte dei casi (20 su 33) si ha riguardo all’apporto dato da ciascuno all’attività svolta nella rete, mentre solo in 6 contratti si prevede un’assegnazione in base all’entità del conferimento.

La partecipazione all’attività, dunque, incide sull’assegnazione dei proventi ricavati nell’ambito del programma di rete più della misura dei conferimenti292.

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CAPITOLOII

SOGGETTIVITÀ TRIBUTARIA E IMPUTAZIONE DEI REDDITI

SOMMARIO:

1 La collaborazione tra imprese e la soggettività tributaria nell’imposizione reddituale - 1.1 La questione

della soggettività dei raggruppamenti tra imprese - 1.2 Brevi cenni sulla teoria generale della soggettività tributaria - 1.3 La soggettività degli enti nell’imposizione diretta - 1.4 Aggregazioni tra imprese che adottano modelli societari - 1.5 Aggregazioni tra imprese che adottano il modello consortile - 1.6 Il GEIE - 1.7 Aggregazioni tra imprese temporanee - 1.8 Segue: analogie e differenze fra raggruppamenti temporanei e consorzi - 1.9 Segue: società di fatto e tassazione per trasparenza - 1.10 Segue: possibili conclusioni in tema di

soggettività delle organizzazioni create nell’ambito di un raggruppamento temporaneo - 1.11 I distretti:

soggettività e tassazione consolidata (rinvio) 2 L’imputazione dei redditi derivanti dalla collaborazione

-2.1 Il problema dell’imputazione dei redditi derivanti dalla collaborazione tra imprese - 2.2 Possesso del reddito

e imputazione - 2.3 Mandato e imputazione: il mandato con rappresentanza - 2.4 Segue: il mandato senza rappresentanza - 2.5 Scopo mutualistico e imputazione - 2.6 Segue: la strumentalità dell’organizzazione comune

e il pericolo di un’eccesiva svalutazione dell’elemento soggettivo - 2.7 Possibili conclusioni in tema di

imputazione dei redditi derivanti dalla collaborazione tra imprese - 3 La soggettività passiva e l’imputazione

dei redditi nel contratto di rete 3.1 Il contratto di rete: contratto plurilaterale tipico con comunione di scopo

-3.2 La soggettività tributaria della rete - 3.3 Segue: patrimonio e responsabilità della rete - 3.4 Segue: organo comune e gestione della rete - 3.5 Possibile ricostruzione in tema di soggettività e imputazione dei redditi nel contratto di rete - 3.6 Segue: rete contratto (con o senza organo comune e fondo patrimoniale) - 3.7 Segue: rete

soggetto iscritto e rete soggetto “ex contractu”

1 La collaborazione tra imprese e la soggettività tributaria nell’imposizione reddituale