Nei capitoli precedenti, le analisi della normativa (cap. 1) e della letteratura scientifica (cap. 2) hanno
sollevato una serie di interrogativi significativi in ordine alle pratiche della contenzione e in particolar modo
di quella meccanica, oggetto specifico del nostro interesse all’interno del presente lavoro. Per supportare
alcune delle interpretazioni precedentemente fornite e restituire risposte esperte agli interrogativi emersi,
l’équipe di ricerca ha proceduto, mediante il supporto di una traccia semi-strutturata e secondo uno stile che
fosse il meno direttivo possibile, ad intervistare dieci testimoni privilegiati che potessero restituire un quadro
di risposte alle stesse questioni adottando prospettive diverse. Con l’intento di istituire una sorta di dialogo
tra cerchie civili, istituzionali e scientifiche, che spesso operano l’una indipendentemente dall’altra, la scelta
dei soggetti da intervistare ha privilegiato due criteri fondamentali: 1) la possibilità che il ruolo ricoperto
si connettesse a una chiave interpretativa densa di significati rispetto ai nodi della contenzione in virtù del
coinvolgimento dell’intervistato/a in sfere di azione o decisionali strategiche; 2) il coinvolgimento di figure
chiave che operassero nel territorio piemontese, ossia nell’ambito di competenza del committente di questa
prima fase di avvio del progetto (Compagnia di San Paolo).
Se la tavola successiva riporta l’identità e alcune brevi note biografiche degli esperti intervistati, è opportuno
rilevare immediatamente che gli ambiti disciplinari, privilegiati allo scopo di conferire uno sguardo multifocale
all’analisi, investono il campo medico-psichiatrico, prestando una specifica attenzione all’esperienza dei
SPDC no restraint, per spaziare poi da quello giuridico a quello del Terzo settore, senza mancare di collocare
queste esperienze così variegate in una cornice istituzionale, con copertura regionale e nazionale.
Tav. 1 – Profilo degli esperti intervistati
Giurisprudenza/Terzo settore
Identità Area di pertinenza Note biografiche
Gioacchino Di Palma Consulente in giurisprudenza presso il Telefono viola, un’associazione di volontariato con sede a Roma. L’associazione senza fini di lucro, fondata nel 1991 da Alessio Coppola sulla base delle pratiche di Giorgio Antonucci e di Thomas Szasz, opera per la solidarietà sociale e contro gli abusi, le coercizioni e le violenze della psichiatria, offrendo servizi continuativi di consulenza.
Avvocato cassazionista e collaboratore del Telefono viola. Tra i tanti casi, legati soprattutto agli abusi in TSO, da lui seguiti, una menzione speciale merita il processo relativo al caso Mastrogiovanni, che ha visto imputati 6 medici e 12 infermieri dell’SPDC di Vallo della Lucania, in cui nella notte tra il 3 e il 4 agosto 2009 ha trovato la morte Francesco Mastrogiovanni. La vicenda, seppure fosse ancora in corso, è stato ricostruito, con contributo dello stesso Di Palma, nel testo La libertà sospesa (Foschi, a c. di, 2012).
Capitolo 3 - La dignità negata. Sguardi esperti e multifocali sui nodi della contenzione meccanica
72
“Contenere” la contenzione meccanica in ItaliaMedicina-Psichiatria
Pietro Sangiorgio Psichiatria nei Dipartimenti di salute mentale/Ricerca scientifica
Già Dirigente dell’SPDC di Frascati, è Direttore dal 2001 della struttura complessiva DSMH1 di Roma; svolge altresì ricerca nel campo della psichiatria. In tema di contenzione, tra gli altri contributi, ha prodotto, insieme a Cinzia Sarlatto, l’unico report italiano che, seppure a livello locale, riporta, in modo sistematico e con copertura pressoché totale dei SPDC della Regione Lazio, un quadro fedele delle caratteristiche, delle modalità d’uso e dei fattori di rischio connessi alla contenzione meccanica (cfr. cap. 2).
Lorenzo Toresini Psichiatria no restraint Già primario del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda ospedaliera di Merano, è presidente della Società Italo-Tedesca per la Salute Mentale e dell’Associazione Club SPDC No restraint. Svolge altresì attività di ricerca nel campo della deistituzionalizzazione, che ha dato luogo a numerose pubblicazioni scientifiche (avvalendosi per la divulgazione anche dei canali di disseminazione offerti dal Web).
Ambito Istituzionale
Identità Area di pertinenza Note biografiche
Caterina Corbascio Consulente psichiatra della Regione Piemonte
Responsabile SOC Valle Belbo (AT), per 5 anni (2006-2010) consulente della Regione Piemonte – Assessorato Sanità per la psichiatria; di nuovo in questa carica da febbraio 2015.
Teresa Di Fiandra Dirigente psicologa del Ministero della Salute
Incarico di dirigente delle professionalità sanitarie. Già Direttore del Distretto sanitario di Trieste e formatrice di personale delle ASL, attualmente rappresenta l’Italia in numerosi organismi internazionali della salute mentale e delle demenze, tra i quali la sezione dedicata dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Di recente, si è occupata di rendere operativa la disposizione legislativa di chiusura degli OPG (Ospedali psichiatrici giudiziari). Referente di scientifico di diversi Progetti di ricerca, ha al suo attivo numerose pubblicazioni scientifiche.
Terzo settore
Identità Area di pertinenza Note biografiche
Intervista di gruppo: - Raffaella Dal Toso - Alberto Danzi - Enrico Gaveglio Vittoriano Mega
Operatori dell’Associazione di Torino “Arcobaleno” (via Virle 21), alcuni sono anche soci distaccati della Cooperativa Progetto Muret. L’Associazione Arcobaleno è nata a Torino nel 1988 per dare voce e cittadinanza a persone che utilizzano o hanno utilizzato i servizi di salute Mentale (luogo di ritrovo, teatro, musica, sport, rivista SegnAli, etc.).La Cooperativa Progetto Muret nasce, invece, nel 1982 nell’ambito delle iniziative realizzate per il superamento degli ospedali psichiatrici di Collegno e Grugliasco. (Torino).
Raffaella, socia lavoratrice storica della Cooperativa Progetto Muret, in distacco presso l’Associazione Arcobelano.
Alberto, ha iniziato il rapporto con l’Associazione con il servizio civile, finito il quale è diventato di recente operatore non professionale. Enrico, socio dell’Associazione Arcobaleno e operatore presso la Cooperativa Progetto Muret.
Vittoriano, socio lavoratore storico della Cooperativa Progetto Muret, in distacco presso l’Associazione Arcobelano, di cui è Vicepresidente. Ha lavorato per otto anni a Villa Mainero, una struttura residenziale temporanea gestita dalla Cooperativa Progetto Muret.
Domenico Giacopini Consulente psichiatra del Terzo settore
Già dirigente dell’SPDC dell’Ospedale Mauriziano di Torino, in pensione dal 2009, attualmente consulente della Comunità terapeutica Villa
Nel preannunciare alcune delle questioni cruciali che trasversalmente sono state poste all’attenzione dei
testimoni privilegiati durante la conduzione delle interviste in profondità, occorre considerare che ciascun
tipo di esperto ha fornito un materiale che assume una maggiore densità proprio in relazione agli aspetti che
rivestono una posizione centrale all’interno del proprio agire sociale o del proprio background di esperienza
e di competenza sul tema. Nello specifico, tutti gli intervistati sono stati posti di fronte alle stesse questioni,
prevedendo però nella traccia di intervista sezioni peculiari che, rispetto al ruolo ricoperto, fossero in ipotesi
pertinenti al proprio ambito di competenza specifico e non a quello di altri soggetti intervistati. Le aree
problematiche, in cui è stata articolata la traccia di intervista (cfr. Appendice 3.1) e che costituiscono il
criterio organizzativo nell’analisi e nell’esposizione del materiale narrativo costruito sono le seguenti:
• 1. Ideologie della contenzione;
• 2. La compatibilità etico-normativa;
• 3. La tutela dei diritti del malato: gli strumenti di garanzia;
• 4. I fattori di rischio nei SPDC: cosa incentiva l’uso della contenzione?
• 4. Le condizioni del no restraint: cosa rende possibile non ricorrere alla contenzione e alle porte chiuse
nei SPDC?;
• 6. Il ruolo del Terzo settore;
• 7. La contenzione in una prospettiva comparata;
• 8. Strategie di azione contro la contenzione.
Come si è anticipato, nel presente capitolo l’obiettivo programmatico è di istituire una sorta di dialogo
virtuale tra i diversi esperti, preservando sempre la specificità dei diversi stili di pensiero e dei rispettivi
riferimenti disciplinari. A volte, questo dialogo assumerà un tono corale laddove gli sguardi convergeranno
nel destituire di legittimità una pratica come la contenzione meccanica che, come già evidenziato nel cap. 1,
si pone in rapporto antitetico rispetto ai dettami costituzionali e altri riferimenti etico-normativi. Il tessuto
connettivo delle diverse testimonianze è costituito dalle interpretazioni dell’autore del capitolo, che nel
tempo ha acquisito una specifica competenza sociologica nel campo dei diritti legati all’Alterità, e dalle
voci autorevoli di studiosi del passato e dei nostri tempi che hanno messo a fuoco, con maggiore efficacia
comunicativa, le ideologie, i nodi e le ambiguità che “giustificano” la sopravvivenza di una pratica che trae le
proprie origini dall’istituzione totale manicomiale.
Scorgere le risposte al (presunto) fondamento di legittimità di una pratica in aperto contrasto con la
Costituzione e sondare le possibili alternative alla contenzione rappresenta il quadro di sfondo necessario
per avviare qualsiasi percorso di indagine successivo intenda approdare, in ultima istanza, a formalizzare
strategie di azione volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e a spingere le élite simboliche - che detengono
il potere mediatico, giuridico e istituzionale - ad assumere una posizione, sul piano giuridico-normativo ed
etico-scientifico, priva di ambivalenze.
Capitolo 3 - La dignità negata. Sguardi esperti e multifocali sui nodi della contenzione meccanica