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PROVENIENZA: controversa: Egitto (Erdmann, Gabrieli, Scerrato), Persia o Egitto (Grube) MATERIALE: vetro soffiato

STATO DI CONSERVAZIONE: costituita da molti frammenti. Mancano 7 m circa dell’orlo superiore. (Erdmann)

DATAZIONE: X secolo (Erdmann, Curatola, Gabrieli e Scerrato)

BIBLIOGRAFIA: Pasini 1885-86, p. 99, n. 80, Molinier 1888, pp. 44 e 92, n. 68, Dillon 1919, p. 102, Lamm 1930, I, p. 166, n. 17 e II, tav. 61, n. 17, Marçais e Poinssot 1952, p. 381, fig. 73, Oliver 1961 (Islamic Relief Cut Glass: a Suggested Chronology in Journal of Glass Studies, III, pp. 20 e 20 (Egitto, seconda metà del secolo), Kühnel 1963, p. 212, fig. 169, Kühnel 1970, p. 204, fig. 169, Erdmann, 1971, pp. 107-108, Gabrieli e Scerrato 1979, p. 477, fig. p. 483, Grube 1993-94, pp. 149-151, n. 59.

Altezza 13 cm, diametro 15 cm Inv. Tesoro n. 117

Trattasi di un vaso composto da molti frammenti a forma di ciotola profonda in vetro soffiato e intagliato verdastro poggiata su un basso piede anulare, lievemente panciuta alla base e dal bordo superiore un po’ sporgente. La decorazione ad altorilievo è composta da tre leoni girati verso sinistra, la zampa anteriore destra sollevata, mentre quelle anteriore e posteriore sinistra sono ripiegate: non è chiaro se in tale posizione le fiere siano in piedi o stiano camminando. La testa tonda è segnata dall’occhio a forma di tronco di cono e da una larga tacca che costituisce la bocca. Al di sopra della testa due piccoli semicerchi indicano probabilmente i lobi delle orecchie: il fatto che siano rappresentati entrambe denota incertezza nello stabilire se si tratti di figure viste di

profilo o frontali607, ma non tale da ritenere che i leoni ci stiano fissando, come reputa il

Lamm608. La coda si innalza da metà dorso, ma potrebbe anche interpretarsi come

passante tra le gambe posteriori e levata lungo il lato destro del corpo609, la parte finale

si arrotola internamente e prende la forma di una spirale. Il corpo è ricoperto da punzonature che ha portato Molinier a definire questi animali “leopardi”610. Tuttavia,

questo tipo di intagli sferici ricopre anche il corpo dei leoni intagliati sul bricco di cristallo del califfo al-‘Aziz-Billah (vedi SCHEDA 11) nonché quello di altri animali, come gli stambecchi dell’ampolla degli arieti (vedi SCHEDA 12).

                                                                                                                          607  Erdmann,  1971,  p.  107  

608  Lamm,  1930,  p.  166   609  Erdmann,  1971,  p.  107  

Il contorno del corpo dei leoni del vaso in oggetto è realizzato con una sorta di tratteggio consistente in listelli di 3-4 millimetri realizzati tramite incavi trasversali, visibili anche alla base del vaso e in alcuni punti della coda, mentre i tratti che caratterizzano il mento e le zampe degli animali e la maggior parte della ciotola sono realizzati con la tecnica dell’intaglio verticale.

Il disegno di questi leoni li rende molto affini a quelli dei cosiddetti vetri di Edvige

(Hedwigsgläser)611: in particolare la posizione delle zampe è la stessa, soltanto la coda

non si diparte dalla schiena come nel vaso in esame ma si trova sotto la pancia dell’animale, passante tra le gambe posteriori (Fig. 60). La testa stilizzata è rappresentata anche in questo caso con una forma circolare, ma non è incavata come nel vetro marciano, bensì piatta e vista di tre quarti, in modo da mostrare entrambi gli occhi

e le orecchie, mentre la bocca si trova sotto. Secondo Erdmann612, la criniera di questi

animali ricorda le orecchie delle lepri della scodella di vetro turchese (vedi SCHEDA 19). Sempre secondo lo studioso, i riferimenti che si possono stabilire con i leoni intagliati delle brocche di cristallo sono piuttosto superficiali. D’altra parte, non è sicura neanche l’attribuzione dei vetri di Edvige al XII secolo, e per questo si possono stabilire solo vaghi terminus ante quem. Egli ritiene che non si debba partire dai vetri di Edvige per datare questa coppa in vetro, ma piuttosto riconsiderare la datazione di questi discussi vetri in base alla coppa dei leoni del tesoro di San Marco. La questione si complica ulteriormente in quanto in seguito sono stati trovati dei frammenti di uno di questi vetri di Edvige in Russia, e si è proposta un’origine bielorussa per i frammenti qui rinvenuti613. Marçais e Poinssot614 pubblicano una bottiglia in vetro intagliato da                                                                                                                          

611  “I   più   misteriosi   recipienti   vitrei   di   questo   periodo   [XI-­‐XII   secolo]   sono   i   v.   di   Edvige.   […]   La  

maggior  parte  dei  tredici  v.  di  Edvige  pervenuti  integri  è  conservata  nei  tesori  delle  chiese  o  nelle   collezioni  aristocratiche  europee;  altri  frammenti  sono  stati  ritrovati  durante  scavi  archeologici  in   Europa.  Tutti  questi  oggetti  sono  fabbricati  con  v.  totalmente  incolore  o  quasi:  la  decorazione,  che   include   leoni,   grifoni   e   aquile,   è   ad   alto   rilievo,   con   particolari   definiti   a   tratteggio.   I   v.   di   Edvige   sono  stati  spesso  considerati  di  provenienza  egiziana  e  datati  al  sec.  12°  (Lamm,  1929-­‐1930,  I,  p.   171),   benché,   secondo   le   attuali   conoscenze,   il   v.   a   rilievo   intagliato   non   fosse   più   da   tempo   fabbricato  nel  mondo  islamico.  Rimanendo  incerti  tanto  il  luogo  di  manifattura  quanto  la  datazione,   alcuni   studiosi   li   attribuiscono   ad   area   bizantina   (Philippe,   1970,   pp.   125-­‐131)   o   all'Italia   meridionale   (Pinder   Wilson,   in   Five   Thousand   Years,   1991,   p.   126)”.   Whitehouse,   s.v.   Vetro   in   Enciclopedia  dell’Arte  Medievale  Treccani  

612  Erdmann,  1971,  p.  107  

613  Shelkovnikov,  Journal  of  Glass  Studies,  VIII,  1966,  pp.  106  e  ss.  L’autore  propone  un’attribuzione   nella   città   di   Novgrudok   e   una   datazione   al   XII   secolo   per   questi   frammenti   rinvenuti   in   quella   località.  

loro attribuita all’Iraq di XI-XII secolo e ritrovata nell’Africa del nord, la quale presenta dei leoni quasi identici a quelli che si trovano sulla scodella marciana.

Erdmann615 ritiene che il pezzo più affine a questo sia una scodella frammentaria in vetro bianco e blu con degli stambecchi intagliati e affrontati sotto un’iscrizione cufica benaugurale custodita nel Museum of Islamic Art del Cairo e datata secondo il Lamm all’incirca al 900 (Fig. 61). Lo studioso conclude dicendo: “io vorrei datare la coppa dei leoni del Tesoro di San Marco al secolo X, localizzarla in Egitto e vedere in essa e nei pezzi affini, più che nelle scodelle in cristallo di rocca, dei modelli per i “vetri di Edvige”, i quali dovrebbero quindi risalire alla fine del X o all’inizio dell’XI”616. Grube617 invece ritiene che non ci siano ancora sufficienti dati archeologici per poter datare e localizzare con certezza questa coppa; presume inoltre che l’oggetto si collochi tra la tradizione persiana del vetro intagliato e l’Egitto fatimide di X secolo, precariamente connesso all’arte degli intagliatori del cristallo di rocca.

                                                                                                                          615  Erdmann,  1971,  p.  108  

616  Ibid.    

Arte occidentale con influsso islamico

SCHEDA 23: Piatto basso in cristallo di rocca (Fig. 62)