IL PROBLEMA DELLA MISURAZIONE DEI RISULTATI DI RESPONSABILITÀ AMBIENTALE E LA VINCOLATIVITÀ
1. L’ANALISI COSTI/BENEFICI DELLA RESPONSABILITÀ AMBIENTALE D’IMPRESA
1.1. I COSTI CHE LE IMPRESE DEVONO SOSTENERE PER PORRE IN ESSERE ATTI DI RESPONSABILITÀ IN MATERIA AMBIENTALE
Prima di passare in rassegna i costi connessi alla responsabilità ambientale d’impresa, si ritiene opportuno premettere che la RAI debba essere concettualmente considerata dalle imprese non un costo (o comunque non solamente un costo) ma come punto di forza e opportunità di crescita per un’azienda che si pone in modo costruttivo e trasparente nei confronti di tutti gli stakeholders. La responsabilità ambientale d’impresa, difatti, è un modo nuovo di fare impresa nel quale tutti gli attori, attraverso il rispetto per l’ambiente, protendono verso l’efficienza e l’ottimizzazione dei processi aziendali.
Per abbracciare questo nuovo approccio, le aziende devono ripensare, in un’ottica nuova rispetto ai sistemi di gestione tradizionali, i valori e
le priorità che animano la loro attività. Le imprese lungimiranti, che non sono avide di massimizzare i profitti a tutti i costi a breve termine ma decidono di seguire politiche di sviluppo sostenibile con attenzione alle esigenze e alle preoccupazioni della collettività, raccoglieranno i debiti frutti a medio e lungo termine.
Comportamenti ispirati a logiche responsabili contribuiscono, in una prospettiva di sviluppo duraturo dell’impresa, alla creazione di valore e generano quindi un vantaggio competitivo per l’azienda. Le imprese non devono vedere nella responsabilità ambientale un costo ma un elemento che, se pienamente integrato nella gestione aziendale, condiziona positivamente il rendimento e migliora le prospettive di sviluppo. Inoltre, occorre considerare che spesso nel concreto risultano assai più onerosi i cosi della “non qualità ambientale”, ossia, le spese legate ad una gestione inefficiente delle risorse nonché all’eventuale risarcimento del danno ambientale219.
219
S. KÜHTZ, Energia e sviluppo sostenibile – Politiche e tecnologie, cit. pag. 60. E’ interessante citare, sotto tale profilo, la recente sentenza della Corte di cassazione penale che ha avuto modo di analizzare il rapporto intercorrente tra risarcimento del danno ambientale ex D.Lgs. n. 152/2006 e l’art. 2043 cc. La Corte, affermando la legittimazione della Provincia di Pesaro ed Urbino a costituirsi parte civile in una causa per danno ambientale ha affermato che “La disciplina normativa di cui all'art. 311, 1° comma, D.L.vo n. 152/06, secondo cui "il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio agisce, anche esercitando l'azione civile in sede penale, per il risarcimento del danno ambientale in forma specifica e, se necessario, per equivalente patrimoniale, oppure procede ai sensi delle disposizioni di cui alla parte sesta del presente decreto" non esclude e comunque non è incompatibile con la disciplina generale prevista dall'art. 2043 cc, in virtù della quale qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno. Consegue che nella fattispecie de qua sussiste la legittimazione della Provincia di Pesaro ed Urbino a costituirsi parte civile, avendo detto Ente chiesto (ed ottenuto) il risarcimento del danno patrimoniale derivante dalla condotta illecita come
Inoltre, il pericolo più diffuso è certamente quello di un’errata percezione da parte del pubblico circa la natura dei comportamenti adottati dall’impresa. Ad esempio, dichiarazioni di attenzione ambientale da parte dell’impresa a cui però non fa seguito alcun comportamento conseguente, possono essere interpretate come meramente formali, se non addirittura truffaldine dai consumatori, con impatti negativi per la reputazione dell’impresa e dei suoi prodotti220.
Quanto detto non esclude però che, per il sistema produttivo, il rispetto dell’ambiente sia certamente un fattore aggiuntivo immediato di costo. La tutela dell’ecosistema, difatti, offre all’impresa numerose opportunità che, per essere colte, necessitano di una notevole disponibilità di risorse umane e finanziarie.
Parlando della RAI, pertanto, occorre affrontare il concetto di costo ambientale ulteriore. Il costo ambientale ulteriore è l’insieme dei costi che un’impresa deve affrontare per adottare un approccio responsabile nei confronti dell’ambiente allo scopo di minimizzare il proprio impatto ecologico, al netto delle spese da sostenere per adeguarsi alla normativa cogente in materia ambientale.
Si tratta, pertanto, di un costo di cui si fa carico l’impresa per sostenere questo nuovo approccio, al fine di prevenire e mitigare l’impatto ambientale dalle proprie attività o per la conservazione delle
contestata ed accertata nei confronti dell'imputato (attuale ricorrente)” (Cass. Pen., Sez. III, 11/01/2010, Sent n. 755).
220
M. MOLTENI, Responsabilità sociale e performance d’impresa – Per una sintesi socio-competitiva, in Vita e Pensiero, 2004, pag. 85.
risorse rinnovabili e non rinnovabili221. Non si tratta solo di oneri di tipo economico, ma anche di costi interni all’impresa, riconducibili sia agli sforzi organizzativi per l’introduzione ed il mantenimento di un sistema di gestione ambientale, sia per la formalizzazione in procedure e istruzioni operative di prassi esistenti, nonché l’impegno da parte della direzione e di tutto il personale.
In particolare, la Commissione Europea ha definito la spesa ambientale come “il costo degli interventi intrapresi da un’impresa, direttamente o attraverso terzi, al fine di prevenire, ridurre o riparare danni all’ambiente derivanti dalle sue attività operative222”.
Volendo individuare nel dettaglio alcuni dei costi connessi alla responsabilità ambientale d’impresa, si possono in questa sede citare: - i costi connessi all’adozione di processi produttivi ecologicamente più sostenibili;
- i maggiori costi per l’acquisto di prodotti e servizi compatibili con le istanze di tutela ambientale;
- i costi derivanti dalla creazione di specifiche risorse destinate allo sviluppo ed implementazione di strategie di RSI quali, ad esempio, le certificazioni ambientali.
221
Commissione Europea, Comunicazione interpretativa in merito ad alcuni articoli della quarta e della settima direttiva del Consiglio sui conti delle società, (98/C 16/04).
222
Raccomandazione della Commissione del 30 maggio 2001 relativa alla rilevazione, alla valutazione e alla divulgazione di informazioni ambientali nei conti annuali e nelle relazioni sulla gestione delle società (2001/453/CE).
Si noti, peraltro, che molti dei costi ambientali sono difficilmente quantificabili, soprattutto in via preventiva. Tale difficoltà è una delle principali ragioni del regime di incertezza in cui sono assunte le decisioni in materia di responsabilità ambientale.
La domanda critica che il management si pone quando si discute di RAI è se i risultati economici che l’impresa è in grado di realizzare grazie a condotte improntate a logiche di responsabilità consentiranno alla stessa di sostenere i costi ambientali ulteriori affrontati, ottenendone conseguentemente un ricavo marginale.
Se la risposta a questo quesito sarà positiva, si parlerà allora di “spesa ambientale ulteriore sostenibile223”; laddove, viceversa, i profitti dell’impresa non siano tali da bilanciare il costo ambientale ulteriore, si aprirà necessariamente la ricerca di un compromesso tra le istanze ambientali e gli obiettivi di competitività a breve termine, con inevitabile sacrificio delle prime sull’altare della competitività.
223
M. MOLTENI, Vivere la responsabilità sociale d’impresa, cit., pag. 39, “Con tale termine si vuole sottolineare che l’azione a favore degli stakeholder presenta un’attesa di ritorno economico insufficiente a giustificare l’investimento, ma appare compatibile con l’evoluzione del profilo economico-finanziario generale dell’impresa. Il giudizio circa la sostenibilità economica implica, oltre all’attento esame dei costi connessi alle politiche di RSI, la valutazione dei risultati economici attuali e prospettici dell’impresa: com’è ovvio, la spesa sociale sostenibile è tanto maggiore quanto maggiore è la ricchezza generata dalla gestione”.
1.2. I VANTAGGI ECONOMICI PER LE IMPRESE DERIVANTI