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R ESPONSABILITÀ SOCIALE E RESPONSABILITÀ AMBIENTALE :

L A NECESSITÀ DI UNA NUOVA CATEGORIA : LA RESPONSABILITÀ AMBIENTALE D’IMPRESA

1. L’ EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA AMBIENTALE E LE GREEN

1.5. R ESPONSABILITÀ SOCIALE E RESPONSABILITÀ AMBIENTALE :

DUE CATEGORIE GIURIDICHE A CONFRONTO

“Per “imprenditoria socialmente responsabile” si intende una strategia che garantisca la riuscita economica di un’impresa, badando però anche al rispetto dei principi sociali e ambientali. Significa, in altre parole, soddisfare le esigenze del cliente e saper gestire allo stesso tempo le aspettative di altri soggetti, come ad esempio il personale, i fornitori e la comunità locale di riferimento. La responsabilità sociale delle imprese vuol dire dare un contributo positivo allo sviluppo dell’azienda e gestire il suo impatto con l’ambiente economico e istituzionale in cui opera144”.

Grazie all’accresciuta attenzione posta dai consumatori nelle scelte di mercato, alla sempre maggiore pressione esercitata dagli interlocutori esterni ed alla nuova consapevolezza del management, le aziende oramai prendono in seria considerazione il sistema di relazioni che gravita attorno alle loro attività, focalizzando

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Introduzione alla responsabilità sociale delle imprese (CSR) per le piccole e medie imprese, in www.ec.europa.eu.

l’attenzione non solo sul “quanto” produrre ma anche sul “come” produrre145.

Se l’interesse per l’ambiente diviene un fenomeno generalizzato che coinvolge tutti i cittadini, le imprese si adeguano e rispondono a tale pulsione con una nuova visione caratterizzata dall’inserimento della tutela ecologica tra i principi e i valori base del loro operare. Il risultato economico dell’impresa viene, dunque, esaminato anche alla luce delle modalità mediante le quali questo è raggiunto, e la responsabilità sociale funge da contrappeso alla logica del mero profitto, premiando le istanze sociali ed ambientali attraverso l’aumento della qualità e della competitività dell’impresa146.

L’adozione di pratiche di responsabilità sociale solo apparentemente sacrifica il profitto, in quanto pone le basi per un

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E. M. NAPOLITANO, La qualità nell’impresa sociale – Strumenti per il non profit, Franco Angeli, 1999, pag. 23, “La responsabilità sociale dell’impresa viene sempre più diffusamente interpretata come un contratto con cui la società conferisce all’impresa le risorse necessarie per lo svolgimento della sua attività e in base al quale l’impresa deve impiegare al meglio tali risorse, non solo per i suoi proprietari o azionisti (gli shareholders) ma per tutta la società alla quale deve poi rendicontare i risultati ottenuti”.

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I. MUSU, L’analisi economica e la responsabilità sociale d’impresa, in A. PERULLI (a cura di), L’impresa responsabile – Diritti sociali e corporate social responsabilità, Halley, 2007, pag. 63, “La teoria economica propone un importante risultato: in un sistema di mercati concorrenziali ciascuna impresa può liberamente perseguire il massimo profitto, contribuendo al tempo stesso a perseguire un efficiente impiego sociale delle risorse. Impiego efficiente delle risorse significa che queste non vengono sprecate, nel senso che per ottenere una quantità maggiore di un bene è necessario spostare le risorse verso la produzione di questo bene e ridurre la produzione di qualche altro bene. Significa anche che si consegue il massimo benessere dei consumatori, nel senso che ciascuno di loro può migliorare il proprio benessere solo se qualche altro riduce il suo”.

guadagno maggiore e di lungo periodo, garantendo maggiore solidità all’impresa147.

Se è vero che la responsabilità sociale si pone come scelta di natura volontaria, tale responsabilità, vuoi per l’accresciuto interesse verso la tematica, vuoi per il comportamento dei mercati, vuoi per la presenza di standard nazionali e internazionali che si sono imposti nei mercati mondiali, sta divenendo uno status riconosciuto come “necessario” anche dagli imprenditori meno illuminati.

Occorre però rilevare come nell’ambito della più ampia responsabilità sociale che l’impresa assume verso il contesto in cui vive ed opera, un poco alla volta ha preso forma una specifica responsabilità dell’impresa verso la tutela dell’ambiente.

La concezione dell’impresa come fenomeno di durata implica il perseguimento da parte della stessa non soltanto di un tornaconto di breve periodo, ma di un profitto che sia il frutto di una gestione basata anche sul consenso sociale148. Il successo di un’impresa, in una società altamente competitiva e globalizzata come quella di oggi, richiede un’amministrazione avveduta che rispetti le istanze sociali ed ambientali. E’ oramai sempre più accentuata, la presa di coscienza pubblica per l’impatto che l’impresa causa, per il solo fatto di esistere ed operare, sull’ambiente149. I consumatori ormai, dal canto loro, sono

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A. CASOTTI, La responsabilità sociale delle imprese – Definizione, certificazione, bilancio sociale e codici etici, Ipsoa, 2005, pag. 9.

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G. ZAPPA, Le Produzioni nell’Economia delle Imprese, Giuffrè, 1956, pag. 37.

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M. MOLTENI, Per un’imprenditorialità socialmente orientata, in Il mercato giusto e l’etica della società civile, in Vita e Pensiero, 2005, pag. 126, “Ogni atto

sempre più attenti al modo di operare dell’impresa nella realizzazione dei beni e servizi. Le istanze di tutela dell’ambiente rendono manifesto il crescente interesse della collettività per gli aspetti qualitativi dell’operare aziendale e, in tale contesto, l’impresa è indotta a prestare una maggiore attenzione agli impatti causati dalla propria condotta.

La presa di coscienza collettiva sull’importanza della tutela dell’ambiente si è riflessa, da un lato, in una richiesta crescente di prodotti che comprovino un più elevato grado di compatibilità con l’ambiente e, dall’altro, con l’approvazione di norme maggiormente restrittive e l’utilizzo degli strumenti economici di mercato per una tutela preventiva e proattiva dell’ambiente improntata ai canoni dello sviluppo sostenibile.

Fino ad oggi, però, parlando di responsabilità sociale di impresa, la direttrice ambientale è stata sempre considerata un sottoinsieme della più generale categoria sociale.

Occorre però distinguere e scomporre queste due categorie, ricostruendo le stesse sulla base di profili teorici-concettuali propri. Le ragioni di questa necessaria ripartizione sono individuabili sulla base di diversi fattori.

In primo luogo, sul presupposto che le due categorie sostanziali sono regolate da un background normativo assai diverso e da principi cardine assolutamente propri. Appare chiaro, difatti, come le norme a tutela dei diritti dei lavoratori o contro lo sfruttamento del lavoro

umano, lo si voglia o no, ha infatti ricadute nei confronti di altri e implica, dunque, una responsabilità”.

minorile, siano ben diverse anche sotto il profilo dei principi generali, da quelle che regolano gli scarichi industriali o le emissioni in atmosfera di gas inquinanti. In particolare, la normativa ambientale – come si è avuto modo di osservare precedentemente – si è oramai costituita in un corpus organico e cogente, caratterizzato dalla compresenza di normativa nazionale, comunitaria ed internazionale. In secondo luogo tale distinzione è necessaria per dare maggiore dignità e visibilità ad una categoria, quale quella ambientale, oggigiorno in forte sviluppo, ma che ancora necessità di una sua piena individualità. Se è vero che gli ultimi rilevamenti indicano che per le imprese l’attenzione verso le istanze ambientali stia divenendo una direttrice primaria, occorre sostenere tale sforzo conferendo dignità di categoria propria alla responsabilità ambientale d’impresa.

Inoltre, occorre rammentare che la RSI e la RAI si basano su strumenti giuridici propri, caratterizzati da indicatori e target assai dissimili. Basti pensare al bilancio di sostenibilità o alle certificazioni ambientali che vengono redatti sulla base di modelli oramai consolidati e chiaramente differenti da quelli propri della rendicontazione sociale o del codice etico. Ne discende pertanto che bisogna prendere atto del fatto che gli strumenti sviluppati dalla RSI siano oramai inadeguati a descrivere la categoria della RAI, e viceversa.

Su tali basi, nonostante la difficoltà di esemplificare e cristallizzare in una definizione concetti in continua evoluzione, possiamo definire “responsabilità ambientale d’impresa” come il complesso dei comportamenti e delle politiche produttive poste in essere

volontariamente da un’impresa in virtù della propria etica ecologica, per la mitigazione del proprio impatto sull’ecosistema o, più in generale, per il rispetto dell’ambiente.

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