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L A NECESSITÀ DI TARGET ED INDICATORI AMBIENTALI UNIFORMI COME BASE PER I MODELLI DI RENDICONTAZIONE DELLA

IL PROBLEMA DELLA MISURAZIONE DEI RISULTATI DI RESPONSABILITÀ AMBIENTALE E LA VINCOLATIVITÀ

1. L’ANALISI COSTI/BENEFICI DELLA RESPONSABILITÀ AMBIENTALE D’IMPRESA

2.3. L A NECESSITÀ DI TARGET ED INDICATORI AMBIENTALI UNIFORMI COME BASE PER I MODELLI DI RENDICONTAZIONE DELLA

RESPONSABILITÀ AMBIENTALE D'IMPRESA

Possiamo con sufficiente certezza affermare che lo sviluppo di indicatori ambientali risponda, da un lato, alla necessità di semplificazione ed ottimizzazione dei processi produttivi e, dall’altro, ad una istanza di trasparenza sull’attività dell’impresa ed al bisogno emergente dei consumatori di orientare le proprie scelte in maniera consapevole ed informata.

Comunemente, con il termine indicatore si identifica uno strumento in grado di fornire informazioni in forma sintetica su un fenomeno più complesso e con significato più ampio. L’indicatore, pertanto, è un indice in grado di rendere visibile ed intellegibile un andamento o un fenomeno che non è immediatamente percepibile dai “non addetti ai lavori”.

Obiettivo di tali indicatori è la rappresentazione delle informazioni ambientali - quali ad esempio la Co2 emessa o l’energia e le materie prime utilizzate per la produzione - il consolidamento e lo sviluppo dei sistemi di gestione del rischio ed il miglioramento della comunicazione con il mondo esterno231.

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A. CICERCHIA, Pianificazione, strategia e ambiente – Teorie, metodi, strumenti ed esperienze internazionali, Franco Angeli, 2000, pag. 219, “Alcuni autori ritengono che gli indicatori ambientali, soprattutto quando hanno per oggetto le politiche, debbano essere considerati come una categoria a se stante. Si osserva che essi fanno parte di un processo politico che non può essere valutato in modo completamente privo di ambiguità e sulla base di regole universalmente

Gli indicatori ambientali facilitano la descrizione delle prestazioni ambientali, traducendo dati grezzi in informazioni di facile comprensione per il pubblico destinatario. Questi rispondono al duplice scopo di coadiuvare la gestione dell’organizzazione e di fornire informazioni ai soggetti interessati. Attraverso tali strumenti le imprese possono facilmente quantificare e riportare dati sulle proprie prestazioni ambientali e gestire in tal modo i loro impatti ambientali232. Al contempo, i consumatori hanno la possibilità di comprendere i risultati presentati dalle diverse imprese in modo più semplice ed intuitivo, operando un confronto fra le stesse e scegliendo in tal modo conseguentemente la propria azienda cui fidelizzarsi. Gli indicatori ambientali rappresentano quindi uno strumento di tutto rilievo per valutare l’impatto ambientale delle aziende operanti in un determinato settore e stabilire, quindi, le iniziative da prendere per limitare il predetto impatto.

La Commissione Europea ha rilevato che “la scelta e l’uso di indicatori di prestazioni ambientali possono anche aiutare le organizzazioni a capire meglio e migliorare la loro gestione ambientale e le loro prestazioni” e che tale scelta debba basarsi “su di

accettate. Eppure, nei casi in cui il nostro intento è comunque quello di raggiungere una valutazione, verrà prodotto un modello empirico sotto forma di indicatore, fondato sull’assunzione che questa sia la rappresentazione più realistica della realtà alla quale possiamo accedere. Ciò comporta che gli indicatori delle politiche debbano essere considerati come modelli empirici di una determinata realtà e non essere identificati con la realtà vera e propria”.

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Raccomandazione della Commissione del 10 luglio 2003, “Orientamenti per l'applicazione del regolamento (CE) n. 761/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio sull'adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS) concernente la scelta e l'uso di indicatori di prestazioni ambientali” (2003/532/CE), Allegato I, par. 1.

un equilibrato rapporto tra economicità ed efficacia e sull’adattabilità alle dimensioni, al tipo di organizzazione e alle sue esigenze e priorità233”. Difatti, veicolare l’informazione ambientale risulta essere complesso e costoso per l’impresa. Per questo gli indicatori di prestazioni ambientali devono essere nel contempo economici, efficaci, sintetici ed adeguati alle dimensioni, al tipo, alle esigenze e alle priorità dell’organizzazione.

La stessa Commissione ha individuato le seguenti caratteristiche proprie degli indicatori ambientali234:

- comparabilità: gli indicatori devono consentire di effettuare una comparazione fra i vari indici e mostrare i cambiamenti avvenuti nel tempo nelle prestazioni ambientali dell’impresa;

- equilibrio: devono bilanciare i settori problematici, negativi con i settori promettenti (positivi), in modo da fornire un quadro completo e veritiero delle prestazioni;

- continuità: gli indicatori devono basarsi sugli stessi criteri e riferirsi a periodi o unità di tempo comparabili;

- tempestività: gli indicatori devono essere aggiornati con una frequenza sufficiente per consentire interventi in tempo utile, e

- chiarezza: gli indicatori devono essere chiari e comprensibili sia per l’impresa che per i consumatori.

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Raccomandazione della Commissione del 10 luglio 2003, cit., considerando nn. 5 e n. 7.

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In relazione alle ricadute dell’attività dell’impresa sull’ambiente, si possono distinguere poi due tipi di indicatori ambientali: gli indicatori di impatto ambientale e gli indicatori di performance ambientale. I primi analizzano le ricadute dell’attività produttiva sull’ambiente attraverso la determinazione delle grandezze fisiche che si riferiscono alla produzione (per esempio, effetto serra, livello di tossicità per la salute umana, per la fauna o per la flora). Gli indicatori di performance ambientale, invece, permettono di valutare l’efficacia e l’efficienza ambientale dell’impresa (indicatori di processo, indicatori di gestione, indicatori eco-finanziari). Caratteristiche degli indicatori di performance sono l’obiettività scientifica, la dimostrabilità documentale, la significatività ecologica e la comparabilità tra diversi periodi e stabilimenti235.

Generalmente, gli indicatori sono considerati gli strumenti più adeguati a supportare un’attività di reporting ambientale. Essi sono lo strumento diagnostico sulla base del quale il processo identifica obiettivi e target quantitativi e verifica progressivamente l’efficacia delle strategie e delle linee d’azione attivate per conseguire gli obiettivi. Attraverso il processo di rendicontazione l’impresa è in grado di misurare e valutare le proprie performance, il grado di conseguimento dei risultati, e di comunicarli agli stakeholders in modo chiaro ed inequivoco.

Considerato che la valutazione del contributo fornito dalle imprese allo sviluppo sostenibile è una delle istanze fondamentali promossa

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G. QUERINI, La tutela dell’ambiente nell’Unione Europea: un’analisi critica, Franco Angeli, 2007, pag. 113.

dagli stakeholders (in particolare dal cliente finale), negli ultimi anni tale preoccupazione ha dato luogo ad una forte richiesta di maggiore trasparenza delle attività d’impresa. Le società, di conseguenza, utilizzando proprio gli indicatori ambientali sintetici, hanno predisposto nuovi strumenti di contabilità e comunicazione integrata d’impresa, tra i quali il bilancio di sostenibilità236.

Rispetto al bilancio d’esercizio, che rappresenta il rendiconto della gestione economica e finanziaria, il bilancio di sostenibilità descrive l’impatto complessivo delle attività di un’impresa rispetto alle politiche di responsabilità sociale ed ambientale che si sono volute perseguire. Si tratta pertanto di uno strumento di rendicontazione sulle quantità e qualità di relazione tra l’impresa ed i gruppi di riferimento rappresentativi dell’intera collettività.

L’acquisizione di dati e di informazioni, organizzati in un sistema organico di contabilità che preveda un set di indicatori appositamente definiti, costituisce un passo importante per la valutazione del comportamento dell’impresa da parte non solo del management, ma anche di tutti gli stakeholders 237. Il sistema degli

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F. DI CROSTA, Indicatori di performance aziendali – Come definire gli obiettivi e misurare i risultati, Franco Angeli, 2005, pag. 18, “Il controllo della bontà della gestione non può prescindere dal monitoraggio di indicatori che – in modo omogeneo nel tempo – sono in grado di valutare le prestazioni e di confrontare quelle di oggi con quelle di ieri, valutare gli scostamenti fra risultati ottenuti e risultati pianificati e, se possibile, paragonare i nostri risultati con quelli dei nostri concorrenti”.

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F, CESARINI, R. LOCATELLI, Le imprese sociali – Modelli di governance e problemi gestionali, Franco Angeli, pag. 226, “Gli indicatori possono certamente contribuire a qualificare le condizioni di managerialità e di efficienza delle organizzazioni, ponendo enfasi sulla corretta amministrazione e la governance dell’impresa; al contempo, ci possiamo attendere che siano di utilità anche per

indicatori, difatti, aiuta a valutare e misurare il livello concreto di coerenza dell’impresa rispetto ai principi espressi dalla stessa quale fondamento dell’agire imprenditoriale.

La misurazione contenuta nel bilancio di sostenibilità è basata su indicatori di tipo quantitativo, sia strettamente interni all’impresa (ad esempio, valore aggiunto generato dall’attività d’impresa), sia confrontati con l’esterno (benchmarking), e qualitativo (ad esempio, il grado di soddisfazione degli stakeholders).

Deve rilevarsi che il bilancio di sostenibilità non ha ancora trovato una struttura comunemente definita e codificata così come invece avviene in ambito economico e finanziario. Esistono difatti vari modelli di riferimento per tale bilancio, ognuno con indicatori sintetici difformi. Questo probabilmente costituisce il limite maggiore allo sviluppo ed alla reale utilità di tale strumento, in quanto i modelli difformi non permettono quel benchmarking che è alla base di ogni rilevamento. Misurare con strumenti difformi rende quasi inutile la misurazione.

In questi ultimi anni, invero, si è assistito all’affermazione di un nuovo standard internazionale di rendicontazione, realizzato dal Global Reporting Initiative, a cui le imprese possono far riferimento nella redazione del bilancio di sostenibilità238. In pochi anni, tale modello si è affermato sul mercato ed oggigiorno la maggior parte

eventuali finanziatori e/o donatori esterni, chiamati a contribuire – con risorse finanziarie e a vario titolo – alla realizzazione dei progetti e al raggiungimento di condizioni di sostenibilità nel tempo dell’organizzazione”.

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Le Linee Guida del Global Reporting Initiative (GRI), sono adottate ormai a livello mondiale e ritenute universalmente il modello più completo e capace di coniugare le tre dimensioni (economica, sociale e ambientale) nella redazione di rapporti di Sostenibilità.

delle imprese contenute nel Fortune 500 utilizzano la terza versione delle Guidelines del GRI (GRI-G3).

Ancora una volta è il mercato, bisognoso di uniformità, a selezionare gli strumenti più coerenti, efficaci e adottabili dalle imprese ed a presentarli al Legislatore come modelli da recepire ed eventualmente trasformarli in strumenti vincolanti. L'affermazione del modello offerto dalla terza versione delle guidelines del Global Reporting Iniziative è oggigiorno testimoniata dal richiamo sempre più assiduo che gli organismi comunitari ed internazionali fanno di tali linee guida nei propri atti. Solo attraverso l'uniformità degli indicatori, difatti, sarà possibile permettere quel benchmarking necessario per garantire il successo pieno e duraturo della responsabilità ambientale d'impresa.

2. GLI STRUMENTI GIURIDICI PER GARANTIRE IL RISPETTO DEGLI

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