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I MECCANISMI SANZIONATORI GIURIDICI PREVISTI DALLA RESPONSABILITÀ AMBIENTALE I CODICI DI CONDOTTA E LE PRATICHE

IL PROBLEMA DELLA MISURAZIONE DEI RISULTATI DI RESPONSABILITÀ AMBIENTALE E LA VINCOLATIVITÀ

2. G LI STRUMENTI GIURIDICI PER GARANTIRE IL RISPETTO DEGLI OBBLIGHI DI RESPONSABILITÀ AMBIENTALE ASSUNT

2.2 I MECCANISMI SANZIONATORI GIURIDICI PREVISTI DALLA RESPONSABILITÀ AMBIENTALE I CODICI DI CONDOTTA E LE PRATICHE

COMMERCIALI SLEALI

Resta ancora da chiedersi quali siano gli strumenti giuridici e le modalità in grado di assicurare l’effettivo adempimento degli obblighi ambientali volontariamente assunti dall’impresa. È questo, forse, il più problematico interrogativo in tema di responsabilità ambientale d’impresa, il passaggio dalla volontarietà della scelta alla vincolatività dell’impegno assunto.

Si è esaminato che quando un’impresa riconosce formalmente la propria responsabilità ambientale esalta la dimensione etica, la sottomissione ad un comando che accoglie come regola generale. Non basta invero che l’imprenditore come individuo o l’impresa come organizzazione decida di seguire un determinato comportamento.

L’etica della responsabilità intesa come contratto sociale, impone di valutare la congruenza dei comportamenti assunti e dei risultati ottenuti ai principi che l’impresa ha enunciato e, nel caso di mancata corrispondenza, di sanzionare l’inadempimento.

Accanto a meccanismi sanzionatori di tipo reputazionale – e dunque meramente sociali – si pongono vincoli di carattere giuridico, frutto dell'imposizione statuale all’autoregolamentazione privata247.

In tale contesto si collocano i codici di condotta. Tali codici sono gli strumenti volontari con cui l’impresa enuncia i valori su cui si fonda la propria attività produttiva, dichiarando le responsabilità che essa intende assumere verso ciascuna categoria di stakeholder, le modalità con cui si relaziona a queste e specificando le direttive aziendali in materia di condotta dell’etica degli affari, imposte ai propri membri attraverso un sistema di norme di comportamento248. Tale codice

247

F. CAFAGGI, P. IAMICELI, Le reti per la regolazione della responsabilità sociale, in L. SACCONI (a cura di), Guida critica alla responsabilità sociale d’impresa, Bancaria Editrice, 2005, pag. 454-459.

248

In questo senso, l'art. 18 del codice del Consumo, definisce alla lett. f) il codice di condotta come “un accordo o una normativa che non e' imposta dalle disposizioni legislative, regolamentari o amministrative di uno Stato membro e che definisce il comportamento dei professionisti che si impegnano a rispettare tale codice in relazione a una o più pratiche commerciali o ad uno o più settori imprenditoriali specifici”. Sul tema si v. anche A. PERULLI, Brevi note sulla certificazione di conformità sociale dei prodotti, in Relaz. Industriali, 2000, 01, pag. 27, “Il ricorso all'adozione di codici privati di buona condotta nell'ambito di una autoregolazione liberamente espressa dalle imprese evidenzia un fenomeno di interiorizzazione di regole minime di comportamento che gli operatori economici - incalzati dal controllo mediatico, dall'espansione del consumo etico, nonché da forme di vero e proprio boicottaggio - trasfondono nei modelli di comportamento autoprescritti. Le ragioni che sollecitano le aziende ad imporsi obblighi di comportamento socialmente responsabili sono molteplici. La letteratura aziendalistica dimostra, anzitutto, la necessità di instaurare un clima di fiducia nei rapporti con gli interlocutori dell'impresa, al fine di ottenere risultati

consente alle imprese di rendere pubblici i valori che guidano le prassi aziendali ed i modelli comportamentali ai quali si atterrà l'impresa. Tale codice è adottato da un lato, per prevenire condotte irresponsabili da parte dei dipendenti e dei dirigenti dell’impresa, dall’altro per promuovere la reputazione dell’azienda presso clienti, fornitori ed investitori, rafforzando la fiducia nei confronti della stessa ed accreditando così il proprio brand presso la comunità di riferimento. Tale strumento pertanto, consente all’azienda di creare e sviluppare nel tempo un solido rapporto di fiducia con gli interlocutori esterni, fondato sulla lealtà e la trasparenza dei comportamenti implicanti aspetti economici, sociali ed ambientali, proprio in quanto la costruzione di un’immagine pubblica positiva è un obiettivo fondamentale di lungo termine per le imprese che puntano ad incrementare i propri profitti in mercati altamente concorrenziali249. I codici di condotta, dunque, sono nella sostanza utilizzati per prevenire comportamenti irresponsabili o illeciti da parte di chi opera in nome o

reciprocamente vantaggiosi. Un'impresa priva di dipendenti preparati, di fornitori affidabili, slegata dal consenso dell'ambiente socio-economico, subisce ripercussioni sfavorevoli sul suo equilibrio economico-finanziario. Non meno decisivo è il fattore legato alla creazione dell'immagine di soggetto responsabile, e perciò degno di fiducia, che l'impresa vuole dare di sé ai clienti, ai fornitori e agli

investitori”.

249

G. LEPORE, M. V. D’ALESIO, La certificazione etica d’impresa. La norma SA 8000 ed il quadro legislativo, Franco Angeli, 2004, pag. 146, “Il codice di condotta nasce negli Stati Uniti nei primi anni ’90, quando a seguito di una serie di incidenti e di azioni scorrette da parte delle aziende, su pressione del governo da un lato e dei consumatori dall’altro, le aziende iniziano ad implementare dei codici di regolamentazione interna. Molti di questi erano in realtà funzionali ad ottenere sconti in caso di sanzioni erogate a causa di comportamenti illeciti, scorretti o lesivi di diritti. Nel 1991, infatti, il governo americano aveva varato una serie di norme in materia di illeciti aziendali, prevedendo anche che se l’azienda si fosse dotata di un codice di condotta avrebbe avuto diritto a degli sconti sulle sanzioni erogate”.

per conto dell’azienda, favorire la migliore reputazione interna ed esterna all’azienda ma anche, e soprattutto, permettere una gestione delle relazioni umane più proficua, improntata a correttezza e trasparenza.

I codici di condotta pertanto, rappresentano una sorta di “contratto sociale” tra l’impresa e i suoi stakeholder, per mezzo del quale l’impresa, consapevole dei propri obblighi etici oltre che meramente giuridici, annuncia pubblicamente di aver sviluppato politiche aziendali coerenti con tali obblighi, che verranno attuati attraverso strutture organizzative ben individuate e specifiche sanzioni250. Tali norme manifestano così una natura quasi “costituzionale” per l’impresa, rappresentando gli obiettivi, i principi etici e le modalità comportamentali che guidano l'agire dell’organizzazione251.

Attraverso il codice di condotta l’impresa impone il rispetto di norme comportamentali ai propri dipendenti, autoregolamentando l’attività interna, a tutti i livelli252. È evidente, però, che nei codici di

250

A. CASOTTI, La responsabilità sociale delle imprese, cit., pag. 18.

251

L. SACCONI, Il vincolo etico e l’economia: l’impresa, in L. TUNDO (a cura di), Etica e società di giustizia, Edizioni Dedalo, 2001, pag. 143.

252

Simili, ma parzialmente difformi dai codici di condotta, i codici etici affermano invece in modo esplicito e formalizzato le regole etiche dell’azienda, vincolandone al rispetto dipendenti e fornitori. Il codice etico è oramai da ritenere una formula di ampio successo, attraverso cui l’impresa dichiara formalmente i valori che devono essere condivisi dal management e dai dipendenti. Tale codice, nella definizione del Libro verde della Commissione Europea sulla responsabilità sociale d'impresa, rappresenta la “dichiarazione ufficiale dei valori e delle prassi commerciali di un’impresa e, a volte, dei suoi fornitori. Un codice enuncia norme minime e attesta l’impegno preso dall’impresa di osservarle e di farle osservare dai suoi appaltatori, subappaltatori, fornitori e concessionari. Può trattarsi di un documento complesso che richiede il rispetto di norme precise e prevede un complesso meccanismo coercitivo”. La peculiarità dei codici etici rispetto agli altri tipi di regolamenti, risiede nella loro forte caratterizzazione etico-morale, il cui

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