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Nell’ambito della ricerca è stato effettuato uno studio su al- cuni dei quartieri che hanno costruito la periferia di Napoli, si- gnificativi in quanto concepiti e realizzati come complessi inse- diativi autonomi. Su di essi sono state fatte considerazioni attra- verso un complesso raffronto con le politiche abitative alla base della nascita di tali quartieri, con i principi insediativi, con le tecniche costruttive e con le caratteristiche del processo edilizio. Sono emerse inoltre valutazioni riguardanti i rapporti dimensio- nali e morfologici tra costruito e spazi non edificati, mostrando come alcuni progetti fossero stati concepiti considerando la cul- tura della componente ambientale della progettazione come un importante elemento qualificante.

Sulla base di tali considerazioni, la ricerca ha individuato uno specifico focus sui quartieri Loggetta, Soccavo-Canzanella, Rione Traiano, le Vele di Scampia e sulla parte di nuova edifi- cazione del Comparto 9 del P.S.E.R.2 a Napoli per il post sisma

del 1980, realizzato a Ponticelli. Tali quartieri, rappresentano degli “habitat urbani” che all’origine declinano, pur nelle varie specificità, il rapporto con l’ambiente sia in relazione alle ca- ratteristiche fisiche e geomorfologiche del luogo che agli spazi verdi di pertinenza o ai parchi pubblici realizzati come rilevanti attrezzature urbane associate all’insediamento.

Lo studio muove dall’esperienza della Loggetta, che valo- rizza le condizioni orografiche del sito conferendo all’insedia- mento una dimensione di quartiere-borgo, al quartiere Socca- vo-Canzanella, dove il rapporto tra gli edifici e l’orografia viene affrontato attraverso la costruzione di terrazze-basamento, fino al caso di Rione Traiano nel quale viene sviluppato il tema del rapporto tra città e natura. Tali esempi esprimono differenti mo- dalità di declinazione del rapporto con l’ambiente in cui si valo- rizzano gli spazi aperti nel loro ruolo ambientale e di luoghi per la condivisione e la socialità.

Con la comparsa del tema della grande dimensione, i com- plessi edilizi come le Vele di Scampia e il Comparto 9 del P.S.E.R. a Ponticelli a Napoli compiono un passaggio di sca- la relazionandosi con importanti parchi urbani che, da un certo punto di vista, ne costituiscono il complemento.

Il progetto delle Vele di Franz Di Salvo prevede infatti che i servizi a scala cittadina siano tutti concentrati in un’unica parte all’interno del quartiere, organizzati a parco pubblico, che serve linearmente tutte le unità residenziali. Sia la dimensione sia la distribuzione che caratterizzano l’insediamento residenziale e quello naturale del parco, sono così messi in stretta relazione.

Nella transizione dagli anni Settanta agli anni Ottanta, il re- 2 Programma Straordinario di Edilizia Residenziale

cupero delle periferie in Italia, fortemente interessate da un cre- scente disagio abitativo, è stato significativamente rappresentato dal P.S.E.R. – in quanto esperienza singolare per l’estensione dell’intervento alla scala territoriale e per la rapidità della messa in atto del programma con la quale si è cercato di far fronte alla carenza di alloggi e all’emergenza post terremoto. La nuova edi- ficazione del Comparto 9 a Ponticelli del P.S.E.R., realizzato tra il 1981 e il 1986, rappresenta tra quelli selezionati un caso esem- plificativo della periferia pubblica napoletana e delle maggiori criticità ad essa connesse (Fig. 2).

L’intervento ha avuto l’intento di risponde al fabbisogno di abitazioni e servizi coniugando due differenti linee di azione: la realizzazione ex novo che ha caratterizzato la nuova espansione urbana e il recupero delle tracce storiche preesistenti del paesag- gio agrario e degli antichi casali. Il Comparto 9 costituisce una sintesi di questi aspetti e si confronta sia con gli edifici storici del vecchio casale di Ponticelli, sia con il complesso edilizio di nuova costruzione sull’asse di via Franciosa. A determinare una connessione tra queste due parti di città è collocato il Parco De Simone, realizzato come quota parte di attrezzature, individua- to come il principale potenziale ambientale di questo contesto urbano.

Il comparto, emblematico dell’edilizia industrializzata de- gli anni ‘80 con particolare riferimento ai “sistemi chiusi” della prefabbricazione pesante, mostra un’attenzione al ruolo degli spazi aperti, rappresentati nel progetto da corti inverdite e dalla presenza del Parco De Simone. Quest’ultimo ripropone il tema del ridisegno in senso ambientale degli spazi un tempo agricoli, configurandosi come elemento di misura e di relazione tra l’ex novo e le preesistenze storiche. La presenza del parco e dell’area a verde a nord-ovest della nuova edificazione esprimono l’atten- zione per le tematiche ambientali e la volontà di riconoscere agli spazi aperti il loro essere necessario complemento al progetto.

Il ruolo delle scelte di carattere ambientale nelle progettazio- ni dei quartieri di edilizia residenziale fa riferimento a un’idea di città che considera consapevolmente l’interazione architettura/ ambiente e che si è a più riprese affermata nella concezione di periferie più adeguate alla complessità del sistema urbano. Uno degli elementi sperimentali della ricerca è individuato nella let- tura del parco e degli spazi di relazione del comparto P.S.E.R., attraverso simulazioni con il software ENVI-met. Queste per- mettono di connettere la risposta ai fenomeni climatici del tes- suto edificato del quartiere, valutando le potenzialità degli spazi aperti in termini di efficacia nel contrasto al rischio climatico, operando una lettura critica del sistema edifici-spazi aperti fina- lizzata all’individuazione dei valori ambientali insiti nel proget- to a partire dai quali fornire apporti qualificati alla proposta di strategie di rigenerazione delle periferie.

Il comparto 9 del P.S.E.R. a Ponticelli. Strumenti simula- tivi e analisi ambientali

La lettura morfologica del parco De Simone e della corti- na edilizia che insiste su di esso è in grado di poter individuare gli spazi aperti potenzialmente suscettibili di interventi di adat- tamento climatico. A questa è possibile sovrapporre un’analisi ambientale effettuata con l’ausilio del software che restituisce in maniera quantitativa una mappatura delle condizioni di critici- tà climatica registrate nel periodo estivo in relazione agli effetti prodotti dall’ondata di calore.

Le simulazioni della temperatura al suolo effettuate sull’area in esame, nel mese di luglio e in regime di UHW (Urban Heat Fig. 2

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Technology and Evolution of the Eco-Systemic Approach to the Design

Wave) (Fig. 3), evidenziano uno scenario critico in termini di vivibilità degli spazi aperti e di relativo comfort outdoor oltre che, indirettamente, per gli edifici circostanti.

Con riferimento alla Fig. 3, le aree caratterizzate da un valore di temperatura a suolo compresa tra 60°C e 64°C corrispondenti alle strade principali di collegamento del quartiere, risultano le più critiche sul piano del comfort outdoor. Nelle aree delle cor- ti degli edifici storici, oggetto degli interventi di recupero del Programma Straordinario, e delle corti del Comparto 9 di nuova edificazione del P.S.E.R., le temperature si mantengono elevate in un range tra 52°C e 60°C. L’impatto dell’ondata di calore è percepibile anche nelle zone a verde del parco De Simone in cui si registrano temperature tra 36°C e 40°C. In particolare, si nota nelle sole zone caratterizzate dalla presenza di gruppi densi di al- berature dalla chioma ampia, un beneficio in termini di riduzione delle temperature legato all’ombreggiamento, che le alberature presenti nel parco in posizione sparsa o isolata non offrono.

Con l’ausilio di immagini satellitari è possibile, inoltre, inda- gare lo stato dei luoghi attraverso un’osservazione speditiva. Os- servando le immagini satellitari dell’area dal 2002 al 2019 (Fig. 4) è infatti visibile che nel periodo estivo lo strato vegetale di tipo prativo e arbustivo del parco subisce variazioni cromatiche dovute principalmente al maggiore irraggiamento solare, alla ri- duzione delle concentrazioni di umidità nell’aria e all’aumento dell’aridità del suolo. Ciò comporta una variazione del valore di riflessività (albedo) della superficie vegetale ed un conseguen- te decadimento delle prestazioni termiche ed evapotraspirative, con relativa riduzione dell’azione di mitigazione microclimatica ascritta alle aree verdi e il peggioramento delle condizioni di benessere ambientale.

Conclusioni

L’analisi mette in evidenza la componente ambientale di progetti consapevolmente concepiti secondo una interazione architettura – ambiente attraverso il contributo dello strumento

simulativo.

Dall’analisi ENVI-met della temperatura al suolo emerge che le corti necessitano di interventi di tipo climate-proof all’ondata di calore. Il livello di criticità, elevato (52°C-60°C) ma non mas- simo (60°C-64°C), è un parametro di individuazione di quegli spazi strategici suscettibili di interventi di miglioramento delle prestazioni di adattamento climatico ed eventualmente capaci di estendere il proprio beneficio sugli spazi contigui.

Il parco De Simone presenta prestazioni mitigazione micro- climatica legate alla presenza di vegetazione, ma limitate al solo perimetro e comunque ridotte dalla presenza di alberature spar- se. Inoltre, presenta nelle zone di confine con la cortina edilizia valori di temperatura critici. La sua posizione strategica, inter- media tra porzioni di tessuto urbano come emerso dalle conside- razioni di tipo morfologico, induce a formulare proposte proget- tuali di greening delle corti che siano messe in rete con il parco, in grado di concorrere con l’efficacia ambientale circoscritta ad esso. Gli spazi verdi forniscono infatti «servizi di bilanciamento climatico» (Herberg and Kube, 2013, p. 258) e possono attenua- re significativamente gli effetti dei fenomeni da climate change nei contesti urbani in base all’estensione, distribuzione, posizio- ne e collegamento reciproco. A tal scopo un sistema o una rete di spazi verdi densamente strutturata può sortire effetti climatici positivi, apprezzabili a livello locale.

Lo strumento digitale simulativo permette così di operare scelte progettuali di greening in maniera critica, formulate sulla base di analisi quantitative e sovrapponibili alle indagini morfo- logiche, individuando le aree di intervento strategiche e suscetti- bili di messa in rete degli interventi.

References

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Di Biagi, P. (2001), La grande ricostruzione. Il piano Ina-Casa e l’Italia degli

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Dierna, S. (1994), “Innovazione tecnologica e cultura ambientale”, in La Creta

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