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T ECNOLOGIE D IGITALI E STRATEGIE I NNOVATIVE PER L ’A PPROCCIO E CO S ISTEMICO AL P ROGETTO Anita Bianco

Abstract

Il paper esamina la relazione tra uomo e natura al contemporaneo affermarsi delle tecnologie digitali analizzando le risposte che perven- gono dall'architettura attraverso un approccio eco-sistemico. Alle contraddizioni contemporanee, impatti ambientali e sviluppo delle tecnologie, si guarda con fede al sistema del verde (Green Infrastructure) che può contribuire attraverso i servizi eco-sistemici e all’Internet of Nature alla gestione della città contemporanea, a nuove interazioni e portare benefici puntando alla resilienza urbana.

Keywords: Progettazione Ambientale, Climate Change, Green Infrastructure, Approccio Eco-sistemico, NBS, Internet of Nature

1 DiARC - Dipartimento di Architettura, Università Federico II di Napoli, anita.bianco@unina.it

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Technology and Evolution of the Eco-Systemic Approach to the Design

Introduzione

Il rapporto controverso tra l’uomo e la natura ha subito al- terni andamenti dovuti all’incidenza del progresso tecnologico. Come racconta Banham (Banham, 1970), con l’avvento della fase matura dell’industrializzazione, l’uomo ha guardato con fi- ducia al progresso tecnologico sentendosi capace di superare i suoi limiti e ottenere un benessere diffuso basandosi su fattori di correzione di condizioni di comfort attraverso le componenti edilizie e impiantistiche. La questione di fondo si sposta sulla interazione fra tecnologia e ambiente, senza tuttavia tener con- to degli impatti che i cicli tecnologici possano indurre sui cicli biologici.

Evidenziando una forte consapevolezza ambientale, Fuller nel 1968 propone di immaginare la Terra come un’astronave che viaggia nello spazio, ma le cui provviste stivate sottocoperta non sono infinite, e di conseguenza richiama alla necessità di farne buon uso (Fuller, 1968). Egli infatti ritiene ogni creatura vivente ha un impatto sull’ ambiente. Fuller trae la sua osservazione dal concetto di evoluzione, essenzialmente proponendo un sistema dinamico, una catena di reazioni consecutive in cui l’uomo non è l’unico ad aver alterato il suo ambiente e conseguentemente anche l’ambiente stesso trasforma i comportamenti e l’esistenza degli uomini e animali.

Negli stessi anni anche Maldonado si interessa della “que- stione ambientale”. Egli si sofferma sul concetto di “ambiente umano”, «il mondo che ci circonda nel quale viviamo, della no- stra inclusione e della nostra azione», che si differenzia per il valore culturale, «perché è nel compito di dare struttura e senso al suo intorno che l’uomo realizza e consolida il mondo culturale che gli è proprio e inalienabile», e perciò richiama la necessità per coloro che vi lavorano di contribuire alla qualità (Maldo- nado, 1966, p.202). Maldonado si riferisce all’ “ambiente uma- no”, definito dalla relazione ambiente-artefatti per differenziarlo dall’ambiente delle specie viventi, suggerendo di abbandonare la visione biblica del mondo secondo cui esso è stato passivamente ereditato dall’umanità. L’“ambiente umano”, rappresenta quella realtà che per secoli ha rappresentato «il mondo concreto ove abbiamo profuso i nostri sforzi affannosi per vivere convivere e sopravvivere» (Maldonado, 1970, p.16). Maldonado, Fuller e Banham sviluppano il loro pensiero e la loro attività progettuale parallelamente all’emergere dei movimenti ambientalisti e della coscienza ecologica che pervade una parte rilevante del mondo della ricerca progettuale con un nuovo senso di consapevolez- za per i preoccupanti impatti ambientali dell’antropizzazione. I movimenti ecologisti ritengono l’ambiente umano come uno dei tanti sottosistemi che compongono il vasto sistema ecologico della natura, denunciando l’uomo come l’agente provocateur, la coscienza operante sul suo intorno fisico e socioculturale. Mal- donado denuncia tuttavia la fugacità nell’affrontare il problema dell’inquinamento da parte dei movimenti ambientalisti, quasi attraverso una “moda ecologica”, riconoscendo però al tempo stesso di avere contribuito allo sviluppo di una nuova coscienza. Acquisita questa consapevolezza, una risposta può avveni- re solo attraverso una “speranza progettuale” con un importan- te ruolo svolto dalla Progettazione Ambientale, una disciplina che negli anni si è arricchita di nuovi contenuti, incorporando le tematiche e le problematiche contemporanee sull’ambiente e capace di rispondere efficacemente alle sfide ambientali nei

1 Le infrastrutture verdi (Green Infrastructure o GI) sono generalmente definite come “una rete interconnessa di aree naturali e altri spazi che preserva i valori e le funzioni degli ecosistemi naturali, sostiene l’aria e le acque pulite e offre una vasta gamma di benefici per le persone e la fauna selvatica” (Benedict e McMahon, 2006).

2 Le NBS sono soluzioni tecniche ispirate dalla natura per rispondere a un’esigenza di carattere prettamente funzionale sia utilizzando e valorizzando le soluzioni esistenti sia esplorandone di nuove. Esse si caratterizzano per la possibilità di essere aggregate in sistemi multifunzionali in grado di generare significativi valori aggiunti.

contesti territoriali e urbani con azioni concrete attraverso il pro- getto. Con la qualificazione ambientale, l’approccio al proget- to diviene non-autoreferenziale e considera un “nuovo” intor- no, una concezione dell’habitat che non si limita ai soli aspetti fisico-formali, ma che si focalizza anche sulle determinazioni immateriali del progetto, con un’idea orientata di sostenibilità ambientale e socioeconomica correlata agli approcci della go- vernance ambientale urbana (Schiaffonati et al., 2011).

Strategie per lo sviluppo di green infrastructure nella città contemporanea

Gli effetti del cambiamento di prospettiva determinato dal progresso tecnologico si riflettono chiaramente anche sulla for- ma e sui contenuti degli insediamenti urbani. Le città sono state costruite velocemente, con uno spirito moderno e speculativo, vedono allo stesso tempo la progressiva messa in crisi del con- cetto del verde urbano da questione urbana (come occasione del- le relazioni dirette fra parti costruite e società, espressione della cultura materiale) a un problema ambientale di ordine superiore (come esigenza per contrastare gli impatti climatici che rappre- sentano un grave rischio non solo urbano ma socio-economico). Le città possono considerarsi come parte di un ecosistema urba- no, in cui gli organismi interagiscono tra loro e con l’ambiente, formando reti e flussi di energia, presentando un carattere diver- so di quello rurale per la presenza dell’uomo che determina per- dita di biodiversità autoctona e riduzione dell’integrità ecologica (Galle et al., 2019). Questo non è causato solo dalle condizioni estreme degli ambienti urbani, ma anche dalla complessità della gestione ecologica e alla capacità di governare la natura.

Per far fronte a queste problematiche si guarda con fiducia alla “rinaturalizzazione” degli ambiti urbani attraverso le in- frastrutture verdi1 (GI) e le Nature-based Solution2 (NBS) che,

attraverso un approccio multiscalare, forniscono dai pattern ur- bani di cui essi si compongono e dai loro processi di interazione servizi ecosistemici conferendo i benefici ambientali e funzio- nali (Ahern, 2007). Questo concetto mira più in generale ad un approccio nature based come un’occasione di rigenerazione dei tessuti urbani con logiche che ne migliorino le performance nel ciclo di vita, anche attraverso l’uso di tecniche che si fondano sull’uso consapevole di elementi naturali. Se gestite all’interno di una visione progettuale consapevole, non solo permettono di intervenire sugli spazi pubblici urbani e sugli edifici in un’ottica rigenerativa, ma mirano anche a comportare miglioramenti di carattere gestionale e risparmi economici diretti e indiretti (Mus- sinelli et al., 2018).

I servizi ecosistemici si occupano del mantenimento dell’e- quilibrio dell’ecosistema e del benessere dell’ambiente, risul- tando importanti per la resilienza dell’intero sistema urbano. I servizi riguardano l’apporto di regolazione (come la regolamen- tazione locale del clima), di supporto (come la salvaguardia di habitat per determinate specie viventi, per ciò che riguarda il mantenimento della biodiversità), di approvvigionamento (nel caso dei sistemi urbani per quanto riguarda cibo o acqua dol- ce), e di servizi culturali (quali il valore socio-culturale, il valore dei luoghi, il senso di comunità e identità, nonché il benessere come salute mentale e fisica, l’equità sociale e il valore educa- tivo). Utilizzare un approccio di tipo eco-sistemico nel progetto ambientale può dunque prendere in considerazione molteplici

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