confronto con le parti interessate.
In un mondo in cui la tecnologia sta prendendo sempre più il sopravvento e dove i processi aziendali si stanno sempre più digitalizzando, arrivando a mettere in dubbio il rapporto uo- mo-macchina, si sollevano questioni etiche che soltanto pochi anni fa erano inimmaginabili, la cui soluzione, se possibile, può derivare solamente da una visione olistica e interdisciplinare, in grado di comprendere tali aspetti grazie ad una loro interpre- tazione in chiave etica e sociale. Tutto ciò al fine di poter svi- luppare sistemi affidabili che includano garanzie di trasparenza, mitigazione dei pregiudizi, tracciabilità, in quanto strumenti fon- damentali per accelerare l’adozione e l’accettazione dell’Intelli- genza Artificiale.
La normazione, in questo senso, fornisce gli strumenti per rendere interoperabile, sicura ed affidabile l’azione dei proget- tisti, delle imprese, degli attori, soprattutto istituzionali, dell’e- cosistema nel nuovo contesto digitale. E questo può avvenire attraverso un metodo di progettazione della normazione che non si limita a “standardizzare” staticamente ma abbia lo scopo di valorizzare i risultati innovativi, incentivandone la sperimenta- zione, per diventare opportunità in una logica di responsabilità sociale condivisa, adattiva, dinamica e flessibile. Lo standard diventa dunque uno strumento abilitante della progettazione nel contesto digitale, inserendosi come elemento di congiunzione tra uomo e tecnologia.
«A vision in which human beings and nature are at the heart of how digital innovation is developed, supported rather than gradually replaced by technologies that behave like rational ac- tors but are in no way human»1. È la vision che guida la dichia-
razione siglata lo scorso febbraio dalla Pontificia Accademia per la Vita, Microsoft, IBM e FAO.
«Human agency and oversight, technical robustness and safety, privacy and data governance, transparency, diversity, non-dis- crimination and fairness, environmental and societal well-being, accountability», sono i requisiti europei per implementare siste- mi di Intelligenza Artificiale e decision making affidabili2.
I principi alla base della nuova strategia digitale UE3 sono le
persone, la sostenibilità, la fiducia, la sicurezza e l’etica.
La tecnologia, la natura e le persone interagiscono in una nuova dimensione di responsabilità sociale all’interno di questi nuovi contesti ad alto impatto, per un nuovo approccio eco-siste- mico alla progettazione. Prospettive future in cui la normazione tecnica è la conditio sine qua non per codificare, comprendere, interpretare e dare una direzione responsabile alla realtà digitale del futuro: un ruolo abilitante riconosciuto ampiamente nelle fu- ture politiche europee e nazionali4.
La normazione trasla da una dimensione meccanicistica e chiusa in orizzonti prescrittivi verso una dimensione generativa, innovativa, coinvolgendo in modo trasversale le dimensioni e i soggetti della filiera, in processo co-creativo che amplifica il valore dello standard stesso.
In questo contesto, come evidenziato nel paragrafo succes- sivo, l’attività di pre-normazione risulta uno strumento attivo (e proattivo) di supporto concreto all’implementazione di questo approccio per un ecosistema della progettazione digitale con- sapevole, particolarmente, in termini di qualità e sistemi di ge- 1 Rome call for AI, febbraio 2020.
2 Ethics Guidelines for Trustworthy AI, High-Level Expert Group on Artificial Intelligence. 3 https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/europe-fit-digital-age_en. 4 COM (2020) 67 final “Shaping Europe digital future”.
5 Murray, R, Caulier-Grice, J and Mulgan, G. (2010), The Open Book of Social Innovation: Ways to Design, Develop and Grow Social Innovations, The Young Foundation & NESTA.
stione, filiera della progettazione responsabile, rapporto uomo/ ambiente.
Il Progetto della normazione di base per il progetto di archi- tettura
Tecnologia, natura, persone: la pre-normazione, ovvero l’in- novazione della e nella normazione tecnica, svolge un ruolo at- tivo, di spinta “gentile” volta anche a valorizzare le eccellenze in essere di nuovi contesti tecnologici, ma non solo. L’innova- zione può essere anche sociale, perché è in grado di generare nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che soddisfano dei biso- gni sociali che allo stesso tempo creano nuove relazioni e nuove collaborazioni: innovazioni che sono buone per la società e che accrescono le possibilità di azione per la società stessa5.
«We can never guarantee user trust, but with standardization we can analyse all the aspects of trustworthiness, such as trans- parency, robustness, resilience, privacy, security and so on, and recommend best practices that make AI systems behave in the intended and beneficial way» (Filip, 2019).
All’atto pratico le attività di pre-normazione sono quindi uno strumento fondamentale per attivare una cultura della progetta- zione responsabile, sostenibile ed inclusiva nel nuovo contesto digitale. A livello nazionale l’UNI ha realizzato, con il suppor- to e la collaborazione di diverse organizzazioni, varie Prassi di Riferimento (UNI/PdR) per stimolare, diffondere e supportare operativamente questo innovativo approccio culturale affinché possano essere strumento di innovazione e di raccordo tra tecno- logia, uomo e natura.
Un esempio di come lo standard fornisca un framework per attivare un approccio sostenibile e circolare alla progettazione, da implementare con le opportunità delle nuove tecnologie digi- tali, anche progettando il costruito in una prospettiva di univer- sal design, ridando nuova vita e senso ad opere che altrimenti sarebbero risorse perse.
Conclusioni
Alla luce dell’inquadramento sopra esposto, si conclude affermando il ruolo centrale del progetto di architettura, della normazione tecnica e della norma, ovvero dello standard, quale mezzo di condivisione e sviluppo, nella consapevolezza che i rapidi e spesso non governati cambiamenti recenti possano rele- gare entrambi a meri spettatori dell’innovazione anziché esserne promotori e facilitatori. Per evitare ciò, il processo relazionale che caratterizza l’era digitale deve pertanto prevedere regole che permettano non solo una interoperabilità tecnica, ma soprattutto quella culturale del progetto, affinché anche le operazioni più tecniche non diventino asettiche frammentate azioni meccanici- stiche. Comprendere, interpretare e dare una direzione alla realtà complessa del progetto richiede l’uso di strumenti comunicativi e di supporto alla decisione condivisi e flessibili. La norma va quindi intesa come strumento di comprensione e indirizzo per affrontare la complessità e disvelare l’intenzione progettuale. In questa ottica, il progetto può diventare definizione normativa, in un rapporto stretto e sinergico per una garanzia di qualità in- trinseca dell’atteggiamento progettuale, ma anche di un contesto
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progettuale che si possa definire come sistema aperto. In altri ter- mini, l’esposizione è il tentativo di formalizzare una questione importante più ampia rappresentata dalla sostenibilità istituzio- nale, cioè una reale e pertinente intenzione politica, quale quarta dimensione imprescindibile della sostenibilità per il raggiungi- mento di un equilibrio tra cultura, natura, tecnologia, al fine di permettere alla digitalizzazione di essere «[…] bien plus qu’une simple opportunité, elle est un pas en avant, sans doute décisif, à même de faire évoluer la pratique de l’architecture» (Stanislas Chaillou, 2020). La collaborazione tra Università ed UNI va in questa direzione: il contributo è la sintesi della posizione della ricerca universitaria e della rinnovata prassi normativa dall’altra. References
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Tab. 1 - UNI/PdR. Esempi di pre-normazione.
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UNI/PdR 74:2019
Sistema di Gestione BIM – Requisiti definisce i requisiti che una organizzazione deve attuare per migliorare l’efficienza del processo di programmazione, progettazio- ne, produzione, esercizio ed eventuale di- smissione dell’opera
promuove un approccio consapevole alla gestione della qualità nella progettazione in contesti digitale: i contenuti sono coerenti con la norma UNI EN ISO 9001:2015 in modo che le Organizzazioni possano fa- cilmente integrare il sistema di gestione BIM nella logica internazionale della ge- stione qualità
UNI/PdR 18:2016
Responsabilità sociale delle organizza- zioni - Indirizzi applicativi alla UNI ISO 26000
UNI/PdR 27:2017
Linee guida per la gestione e lo sviluppo di processi per l'innovazione responsabile
supportano i progettisti ad integrare le di- mensioni della responsabilità sociale e in- novazione responsabile nella fase di pre- progettazione affinché i principi etici e i valori umani siano driver trasversali in tut- to il life cycle digitale del progetto
UNI/PdR 49:2018
Responsabilità sociale nel settore delle costruzioni – Linee guida all'applicazione del modello di responsabilità sociale (UNI ISO 26000:2010 Guida alla respon- sabilità sociale)
fornisce un focus applicativo nella filiera edilizia
UNI/PdR 13:2019 (parte 0, 1 e 2)
Sostenibilità ambientale nelle costruzioni - Strumenti operativi per la valutazione della sostenibilità - Edifici non residen- ziali
promuovono metodologie per una proget- tazione con al centro uomo, natura e tecno- logia in termini di sostenibilità ed econo- mia circolare
UNI/PdR 24:2016
Abbattimento barriere architettoniche - Linee guida per la riprogettazione del co- struito in ottica universal-design
fornisce una metodologia fondato sul con- cetto di accessibilità per tutti, basato sull’analisi del contesto, sulla metodica per il rilevamento delle criticità (compresi i cri- teri per l’individuazione delle barriere ar- chitettoniche e sensoriali) e sull’analisi del- le scelte progettuali per interventi di abbat- timento delle barriere architettoniche
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