• Non ci sono risultati.

Trattamenti disinfestanti contro gli artropodi Marianna Adamo, Massimo Cristofaro

T RAPPOLE E NTOMOLOGICHE A DESIVE

5.1.2. d Metodi di lotta

Normalmente i trattamenti disinfestanti devono essere eseguiti sia sul materiale inte- ressato dal danno sia sull’ambiente di conservazione e devono essere scelti in base non solo al tipo di infestante da debellare, in quanto gruppi diversi di insetti o in certi casi anche specie diverse necessitano di interventi differenti, ma anche in base alle varie ti- pologie di materiale (Montanari et al., 2008).

Per quanto riguarda gli insetti più comunemente dannosi al materiale fotografico, in particolare per i Tisanuri e gli Psocotteri che vivono in ambienti umidi, è fondamentale procedere a interventi di deumidificazione, accompagnati dalla spolveratura dei mate- riali infestati e dalla pulizia dei locali; tali interventi possono essere risolutivi in caso di infestazioni di modesta entità. Infestazioni massicce richiedono ulteriori interventi come il ricorso alle atmosfere controllate/modificate sui beni infestati e trattamenti con opportuni insetticidi, generalmente in forma polverulenta nei locali di conservazione.

SULLE FOTOGRAFIE DANNEGGIATE

122

Ad esempio, in generale, buoni risultati offrono contro insetti striscianti e volatori gli insetticidi a base di deltametrina e di piretrine naturali sinergizzate con piperonil bu- tossido; si tratta di prodotti concentrati, inodori, che diluiti possono essere nebulizzati sui materiali non sensibili agli stessi. Svolgono un’azione abbattente e snidante con lunga residualità. Riferendosi alle trappole per i vari tipi di monitoraggi, nei confronti degli Psocotteri si possono utilizzare quelle adesive prive di attrattivi, di solito impie- gate sia per insetti striscianti sia per insetti volatori. Psocotteri di specie attere o mi- crottere possono comunque rimanere adese su trappole per volatori (a pannello ver- ticale) perché trasportati in sospensione dalle correnti d’aria. Anche per i Tisanuri sono di solito impiegate le trappole adesive per insetti striscianti prive di attrattivi.

In presenza di infestazioni da Blattoidei validi trattamenti sono ad esempio quelli a base di fipronil distribuito in gel alimentare molto appetibile che si applica in minime dosi lasciate nell’ambiente in punti frequentati dalle blatte. Il fipronil è, infatti, letale per tali insetti a dosi molto basse e non uccide immediatamente gli individui che lo hanno ingerito. Tale prodotto può essere trasferito da una blatta all’altra con una sorta di effetto a catena che lo diffonde attraverso tutta la popolazione infestante, eliminan- dola (si sfrutta l’abitudine che hanno questi infestanti nel nutrirsi di feci e di carcasse di esemplari della stessa specie). Anche valido sembrerebbe (in particolare per inter- venti di profilassi in luoghi soggetti a reinfestazione o per combattere infestazioni nello stadio iniziale) il gel a base di imidacloprid che svolge una spiccata azione insetticida in particolare verso gli stadi giovanili. La sopravvivenza di questi stadi costituisce, infatti, una delle più comuni fonti di reinfestazione ambientale. Anche le trappole specifiche per i Blattoidei (in particolare quelle addizionate di feromoni) risultano essere utili nell’abbassarne il numero; tuttavia utilizzate da sole non sono considerate in grado di eliminare un’infestazione provocata da questi insetti. Inoltre i trattamenti disinfestanti devono essere eseguiti parallelamente ad un risanamento ambientale che comporta la chiusura di tutti i possibili accessi e l’eliminazione del maggior numero possibile di luo- ghi adatti al rifugio delle blatte. Per combattere i Blattoidei è, poi, fondamentale man- tenere una buona pulizia e un grado di umidità non elevato nei locali.

Tali trattamenti sono fondamentali anche per evitare nuove infestazioni nei locali di conservazione e in quelli limitrofi (se presenti); come di regola per controllarne l’efficacia, oltre che per scoprire nuove infestazioni, sono utili monitoraggi periodici (ispezioni dirette e disposizione di trappole). In particolare durante le ispezioni po- tranno essere, ad esempio, notati indizi della presenza di Blattoidei come i caratteri- stici imbrattamenti ed erosioni sui materiali conservati (Adamo et al., 2009a) o la pre- senza di ooteche. Fondamentali sono i monitoraggi realizzati con trappole entomologi- che adesive per insetti striscianti. Si possono utilizzare sia trappole prive di attrattivi sia trappole con attrattivi specifici (esche alimentari e/o feromoni di aggregazione). Tuttavia per monitoraggi a carattere generico e di controllo vengono utilizzate trappole prive di attrattivi in quanto meno costose e ad ampio spettro (possono catturare tutti i tipi di insetti presenti), mentre quelle con attrattivi vengono utilizzate quando si rende necessario un monitoraggio specifico e particolarmente approfondito.

Per quanto riguarda gli Isotteri i trattamenti sono differenti a seconda della termite da combattere sebbene tutti mirino all’eliminazione del “nido” e quindi della colonia. Le specie più pericolose appartenenti al genere Reticulitermes (R. lucifugus, R. urbis, R.

flavipes) che formano grandi colonie con nidi sotterranei anche al di fuori degli edifici,

vengono controllate utilizzando esche alimentari associate a insetticidi contenenti prin- cipi attivi in grado di bloccare la sintesi della chitina (ad es. esaflumuron) impedendo quindi il regolare sviluppo di questi insetti. Gli inibitori della chitina vengono diffusi, attraverso il comportamento di trofallassi alla colonia la quale, seppur in tempi lunghi, può essere del tutto eliminata.

Gestione integrata degli infestanti

Come è noto il fenomeno di trofallassi è tipico negli insetti sociali come le termiti e le formiche e consiste nello scambio di sostanze nutritive che, procurate da alcuni individui, vengono poi condivise con altri appartenenti alla stesso nido. Per la lotta a

Kalotermes flavicollis si procede con trattamenti disinfestanti, generalmente

impiegando insetticidi liquidi a base di permetrine o carbammati, diretti ai nidi presenti nell’ambiente di conservazione. La disinfestazione contro Criptotermes brevis viene generalmente eseguita direttamente con interventi a base di atmosfere control- late/modificate sul materiale infestato in quanto questa specie forma piccole colonie e nidi nel materiale stesso. Devono essere tuttavia eliminati gli eventuali focolai presenti su altri materiali appetibili presenti nell’ambiente di conservazione (con particolare at- tenzione per i manufatti lignei).

Il metodo più idoneo per affrontare le infestazioni da Coleotteri Anobidi e Dermestidi su beni archivistici e librari è il trattamento con atmosfere controllate/modificate. Per quanto riguarda i Dermestidi, considerando che le larve di questi coleotteri (a diffe- renza di quelle degli Anobidi) si muovono nell’ambiente e, poiché il loro ciclo vitale è più lungo di quello degli individui adulti, è necessario affiancare all’intervento sul ma- teriale infestato anche un’accurata pulizia dei locali. Parallelamente all’opera di disin- festazione, andranno adottati accorgimenti di esclusione in modo da impedire eventuali reinfestazioni (come ad esempio l’utilizzo di reti zanzariere). Inoltre particolarmente importante per evitare nuove infestazioni da coleotteri dannosi (e non solo) è il con- trollo e la quarantena dei nuovi materiali acquisiti prima del loro alloggiamento nei lo- cali di conservazione.

L’applicazione di insetticidi liquidi sulla superficie dei materiali infestati di solito non penetra sufficientemente tanto da uccidere le larve attive e inattive presenti all’interno del bene. Tali sostanze possono essere invece usate a scopo preventivo contro le larve che si avviano alla superficie per creare il foro di sfarfallamento dell’adulto come pure per eliminare l’adulto stesso che si muove sulla parte trattata. Nella gran parte dei casi l’uso di insetticidi liquidi dovrebbe essere praticato tra giugno e luglio in coincidenza dello sfarfallamento degli insetti adulti.

La valutazione di efficacia di qualsiasi trattamento disinfestante può essere effettuata anche tramite radiografie a raggi X che consentono di visualizzare gli individui nelle gallerie scavate nei manufatti.

Per prevenire la presenza di Scleroderma, responsabile di fastidiose punture all’uomo (questi imenotteri possono infestare un locale solo se all’interno vi trovano ospiti da pa- rassitare) è necessario evitare le infestazioni dei loro ospiti (soprattutto Coleotteri Ano- bidi). Come appena riportato, contro i tarli si ottengono buoni risultati mediante trat- tamenti basati sull’impiego di atmosfere controllate/modificate. Inoltre, dato che anche gli imenotteri si muovono liberamente nell’ambiente alla ricerca di ospiti, un’accurata pulizia dei locali risulta essenziale per la loro eliminazione.

Analogamente, per evitare la presenza di Acari del genere Pyemotes, anch’essi capaci di pungere le persone, è necessario eliminare le infestazioni da tarli e mantenere bassa l’umidità ambientale. Alquanto problematico è il controllo delle zecche della famiglia Argasidae come Argas reflexus (Fabricius) frequente in locali infestati da piccioni. Al riguardo, oltre l’allontanamento dei piccioni dalle aree limitrofe ai locali di conserva- zione, è indispensabile disinfestare con prodotti chimici gli ambienti (si consiglia di spostare i beni per prevenire eventuali danni) e risanarli eliminando, ad esempio, le crepe e le fessure nei muri possibili rifugi per le zecche. Si ricorda anche che, in caso di infestazioni da piccioni, al fine di evitare problemi sanitari è necessario sottoporre a di- sinfezione i materiali conservati, eventualmente danneggiati dalle deiezioni, e sanifi- care i locali.

SULLE FOTOGRAFIE DANNEGGIATE

124