STRATEGIA IPM AZIONI DA INTRAPRENDERE Evitare gli organismi pest
Sviluppare procedure per il contenimento del loro ingresso. Eliminare le zone con habitat favorevoli alla vita e alla riproduzione degli organismi infestanti.
1) Mantenere gli organismi fuori dagli edifici tramite: - griglie alle feritoie di ventilatori e aperture; - zanzariere alle finestre;
- strisce di gomma a porte e finestre; - sigilli a porte e finestre.
2) Negare rifugi sicuri agli organismi:
- evitare possibili fonti di nutrimento e materiali utili per nidificare; - garantire un regime di igiene sia dentro sia fuori l’edificio; - predisporre valori termoigrometrici idonei;
- ispezionare le aree dell’edificio e dei locali poco frequentati; - predisporre una stanza di quarantena.
Identificare gli organismi pest
Effettuare monitoraggi periodici per evidenziare i segni dell’eventuale presenza di spe- cie dannose.
Nel momento in cui venga predisposto un monitoraggio entomologico è importante: 1) creare per ciascuna unità (locale, corridoio, alloggiamento ecc.) una mappatura che evidenzi i punti “deboli” (archivi strutture, porte, finestre, sbocchi di impianti idrici, di riscaldamento, di condizionamento ecc.), ovvero le possibili “porte di accesso” di un organismo infestante agli ambienti conservativi;
2) sistemare i diversi tipi di trappola per il monitoraggio nelle aree prefissate, mar- cando e registrando accuratamente la loro posizione (in modo da poterle individuare facilmente e controllare velocemente);
3) ispezionare le trappole ad intervalli periodici (generalmente ogni 15/30 giorni, più frequentemente per i volatori nel periodo primavera-estate), riportando accurata- mente le catture per ogni trappola sulla Scheda di Monitoraggio predisposta; 4) identificare e registrare gli organismi catturati (al livello tassonomico di famiglia) e il loro stadio di sviluppo;
5) mantenere le trappole nella stessa posizione per un anno. Nell’eventualità è possi- bile aggiungere durante il periodo di monitoraggio ulteriori trappole, evitando di spo- stare questi dispositivi da una posizione ad un’altra o di rimuoverli da luoghi in cui non vengono registrate catture;
6) identificare le specie più importanti (sia dal punto di vista demografico sia come impatto sulla collezione) nell’area monitorata.
Valutare le problematiche
Individuare i materiali ad alto rischio di deterioramento nelle collezioni fotografiche (ad esempio le fotografie con supporto cartaceo sono maggiormente esposte rispetto a quelle con supporto in materiale plastico - pellicole di vario tipo).
Individuare le zone ad alto rischio negli edifici e nelle aree adibite a conservazione. Conoscere le caratteristiche morfo-biologiche degli infestanti (in particolar modo de- gli insetti) e il loro comportamento.
Pianificare gli opportuni trattamenti di lotta
Scelta dei trattamenti più adeguati:
- disinfestazione con atmosfere controllate/modificate o, qualora si sia in presenza anche di microrganismi, utilizzo di ossido di etilene o di raggi gamma a seconda dei materiali conservati;
- disinfestazione con insetticidi applicati secondo un disciplinare IPM (bait station); - derattizzazione secondo un disciplinare IPM (bait station);
- interventi di deumidificazione;
- interventi di depolveratura e igiene ambientale;
- predisposizione di monitoraggi con trappole e dispositivi idonei.
Rivedere le procedure IPM adottate
Valutare periodicamente l’efficacia della strategia intrapresa ed eventualmente modi- ficarla. Tali attività possono comportare frequenti aggiornamenti nella formazione del personale e raccolta di finanziamenti.
SULLE FOTOGRAFIE DANNEGGIATE
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L’applicazione di un tale approccio deve comunque essere valutata attentamente, in modo da considerare tutti gli aspetti (Pinniger, 2012). I possibili vantaggi e svantaggi sono di seguito riassunti (Parker, 1988).
Vantaggi della strategia di IPM:
- l’uso dei trattamenti chimici, nel momento in cui viene ridotto, porta conseguente- mente ad una diminuzione del rischio di danno alla salute del personale;
- l’utilizzo dei trattamenti chimici, nel momento in cui viene ridotto, determina di conseguenza un abbassamento del rischio di deterioramento o danno estetico dei beni;
- l’impiego dei trattamenti chimici se ridotto, porta ad un calo dei costi di gestione per la salvaguardia dei beni;
- il miglioramento delle condizioni ambientali all’interno del locale conservativo, per realizzare il programma di IPM, porterà ad un miglioramento della struttura per un controllo a lungo termine degli infestanti;
- l’approccio IPM potrebbe rappresentare in alcune condizioni l’unica soluzione per risolvere in modo duraturo il problema degli organismi infestanti allorquando l’approccio chimico non riesce a contenere il problema;
- la strategia IPM permette di avere un dato preciso delle caratteristiche qualitative e quantitative della popolazione, nonché di conoscere le aree più suscettibili all’attacco;
- l’IPM è la strategia di pest management più adottata dalle istituzioni (musei, archivi e biblioteche).
Svantaggi della strategia di IPM:
- richiede un maggior costo in termini di tempo e personale rispetto ad una strategia di tipo tradizionale;
- richiede un maggior coordinamento e riorganizzazione tra tutto il personale per poter essere gestita in modo sostenibile ed efficace;
- può avere dei costi inizialmente maggiori di una strategia di tipo tradizionale.
3.3.1 Check-list - modulo/questionario
Dal punto di vista pratico l’approccio IPM richiede di organizzare e pianificare oltre i monitoraggi ambientali anche quelli strutturali, sia per quanto riguarda la struttura esterna dell’edificio sia per quella interna (UCSF, 2011). È utile, dunque, predisporre e compilare delle liste - Check-List, che prevedano una serie di controlli e di azioni suc- cessive da intraprendere. Una Check-List dovrebbe essere organizzata considerando la sequenza delle azioni da svolgere e, pur non pretendendo di risultare esaustiva per ogni realtà (in quanto ambienti e spazi particolarmente ampi, complessi ed articolati, possono presentare problematiche non rilevabili sempre in modo agevole), può comun- que aiutare nell’individuazione delle criticità a cui contrapporre concrete soluzioni tec- niche. Per una dettagliata compilazione dunque di una lista di controllo, sarebbe oppor- tuno il coinvolgimento delle varie figure professionali che, lavorando a diverso titolo nell’ambito della conservazione ciascuno per la sua competenza, faciliterebbero in tal modo il conseguimento di un obiettivo completo e multidisciplinare. Le analisi dei dati ricavati da questi moduli, unitamente a quelli della Scheda Fase Ispettiva e della Scheda Monitoraggio/Campionamento Entomologico, possono dare indicazioni sulle cri- ticità relative ai beni custoditi, contribuendo a delineare gli interventi necessari per eliminare o ridurre al minimo i possibili danni.
Aspetti di conservazione preventiva
Di seguito viene riportato un esempio di alcune considerazioni, riferite esclusivamente al problema delle infestazioni, che in una Check-List dovrebbero essere valutate da chi è preposto alla salvaguardia dei beni.