A
STRUTTURA
ESTERNA
1 Si riscontra un’evidenza di danno, di detriti o di nidi indicatori di una potenziale presenza di organismi animali? 2 Si riscontrano fessure, crepe e/o fori nella struttura esterna dell’edificio? 3 Si riscontrano dall’esterno difetti nella chiusura e/o apertura di porte e/o finestre? 4 Si evidenziano tracce di umidità sui muri esterni dell’edificio?
5 Sono presenti risorse idriche naturali o artificiali vicino all’edificio?
6 Sono posizionati raccoglitori di rifiuti (cassonetti) nei pressi dell’edificio o aree con rifiuti organici? 7
Sono presenti nelle strette vicinanze dell’edificio piante oppure la struttura pos- siede superfici esterne a diretto contatto con piante rampicanti (ad es. edera, gli- cine, vite americana ecc.)?
B
STRUTTURA
INTERNA
1
Si riscontra un’evidenza di danno, di detriti o di nidi all’interno dell’edificio, nei locali di conservazioni o ambienti annessi, sugli alloggiamenti (scaffalature, ar- madi, contenitori) o tra i materiali stessi che indichino una possibile presenza di organismi animali?
2 Si riscontrano fessure o aperture nelle pareti interne, nelle porte e/o finestre? 3 Porte e finestre sono chiuse ermeticamente?
4 Sono presenti tracce di umidità o di acqua in particolar modo nelle vicinanze di tubazioni, finestre o aperture, impianti di aria condizionata o di riscaldamento? 5 Quali sono i valori di temperatura e umidità relativa nei locali di conservazione, di esposizione o in quelli adibiti a “quarantena”? 6
Si riscontra la presenza di rifiuti organici in aree interne all’edificio non preposte allo scopo? Si evidenzia uno stato igienico non adeguato? Come viene organizzata la raccolta differenziata della carta?
7
Sono presenti nelle strette vicinanze dell’ambiente conservativo piante, oppure la struttura possiede superfici esterne a diretto contatto con piante rampicanti (ad es. edera, glicine, vite americana ecc.) ?
Una volta raccolte tali informazioni, è possibile organizzare interventi mirati come ad esempio per quanto riguarda la struttura esterna:
1. Rimuovere tutti quei materiali indicatori di una presenza di organismi indesiderati.
2. Chiudere fessure,crepe e/o fori nelle pareti esterne dell’edificio.
3. Controllare la chiusura ermetica di porte e/o finestre ed eventualmente provvedere al fine di evitare l’ingresso di inquinanti atmosferici e di possibili organismi infestanti. Sistemare griglie di protezione.
4. Provvedere ad un risanamento ambientale.
5. Creare una pavimentazione drenante e isolata intorno all’edificio.
6. Eliminare aree di rifiuti organici nei dintorni dell’edificio. Garantire un regime di pulizia evitando materiali utili alla nidificazione.
7. Rimuovere la vegetazione e le fonti di umidità vicino all’edificio (erbe cresciute nelle vicinanze dei muri dell’edificio o piante alloggiate negli spazi interni possono ospitare insetti di vario tipo e attirarne altri).
Per quanto riguarda invece la struttura interna:
1. Rimuovere tutti quei materiali indicatori di una presenza di organismi indesiderati.
SULLE FOTOGRAFIE DANNEGGIATE
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3. Controllare la chiusura ermetica di porte e/o finestre. Installare sistemi di sicurezza per evitare l’accidentale apertura di porte di emergenza dall’esterno. 4. Predisporre un risanamento dei locali conservativi.
5. Provvedere ad un condizionamento passivo o attivo a temperature e umidità relative a valori idonei (con sistemi di monitoraggio in tempo reale) e stabili nel tempo dei vari locali in cui alloggia anche temporaneamente il materiale. Adibire una “stanza di quarantena” per il materiale “in ingresso” o che è stato anche accidentalmente esposto all’ambiente esterno (e quindi potenzialmente contaminato).
6. Provvedere frequentemente ad una accurata igiene dei locali e ad una depolveratura (soprattutto togliere la carta dai cestini in quanto polvere e carta possono attirare insetti). Rimuovere qualsiasi materiale all’interno dei locali in grado di assorbire umidità, di trattenere la polvere e i detriti organici (creando un habitat ideale per l’instaurarsi di una specie infestante).
7. Rimuovere tutte le piante, specialmente se in fiore (polline e nettare sono attrattivi per molti insetti).
La Check-List - lista di controllo, che può fa parte del processo di IPM, è da considerare il metodo più semplice e sicuro per portare a termine in modo corretto attività con ti- pologie di lavoro ripetute frequentemente nel tempo che richiedono particolare atten- zione e precisione. Si tratta quindi di uno strumento per la corretta “verifica procedu- rale” del processo stesso. Ai fini della prevenzione sarebbe utile effettuare una previ- sione della probabilità e della gravità dei possibili danni che si potrebbero verificare in un contesto di pericolosità. In termini generali è possibile associare il pericolo con gli organismi pest presenti, mentre tutti gli altri fattori, correlabili alle caratteristiche dell’ambiente di conservazione (includendo anche gli aspetti organizzativi, gestionali ed economici), contribuiscono alla individuazione e alla valutazione delle criticità eventualmente riscontrate. Di conseguenza, un’attenta analisi degli elementi considerati potrebbe fornire indicazioni circa la concreta possibilità di espletamento del danno ed eventualmente anche il livello della sua gravità. È facilmente intuibile la connessione diretta tra problematiche rilevate e probabilità che il danno avvenga; in assenza di controlli è ovvio dunque presupporre un livello altissimo di accadimento. Purtroppo non è stato ancora sviluppato un modello multihazard che possa fissare un valore minimo di criticità. La difficoltà consiste nel fatto che nella realtà non esiste mai un’unica fonte di minaccia ma in generale più fattori concomitanti possono essere in grado di determinare condizioni correlabili a potenziali danni. Ad esempio per le tipolo- gie di materiali fotografici, il loro stato di conservazione, gli organismi pest, i fattori ambientali, i monitoraggi, le condizioni igieniche dei locali ecc., sono tutti elementi che contribuiscono in maniera diversa alla determinazione del danno e alla sua gravità. La valutazione di questi elementi può consentire la elaborazione, per ciascun tipo di bene, delle idonee misure di prevenzione e protezione.
Infine per una corretta ottimizzazione di una gestione IPM, è importante decidere quante risorse economiche e quanto tempo possa esservi dedicato, se è possibile utilizzare personale interno (adeguatamente preparato per la realizzazione di tale programma) e attuare le eventuali modifiche strutturali considerando l’età e la modularità dell’edificio. Per quanto riguarda poi la preparazione degli addetti al settore, essi dovrebbero essere formati a riconoscere la pericolosità o meno degli infestanti in relazione alle varie tipologie dei beni conservati, individuando anche quali possano essere i difetti strutturali dell’edificio, e dove si trovino, per poter predisporre le azioni correttive necessarie in base alle priorità evidenziate.
Trattamenti disinfestanti contro gli artropodi