• Non ci sono risultati.

Capitolo 2. Una panoramica sulla partecipazione culturale in Europa e in Italia

2.2. La partecipazione culturale nel contesto europeo 1 I dati Eurostat sulla partecipazione culturale

2.2.2. I dati dell'Eurobarometro sulla rilevanza del patrimonio culturale

In vista delle celebrazioni che hanno avuto luogo durante il 2018 in occasione dell'Anno Europeo del Patrimonio Culturale, la Direzione Generale per l'Educazione, i Giovani, lo Sport e la Cultura della Commissione Europea ha richiesto all'Eurobarometro la realizzazione di una specifica indagine21 volta a sondare l'attitudine e le opinioni dei cittadini europei nei confronti del patrimonio culturale, indagando in particolare i seguenti aspetti: grado di interesse e coinvolgimento personale; barriere all'accesso a siti ed eventi culturali; auto- percezione dell'importanza del patrimonio culturale sia dal punto di vista personale sia rispetto al contesto di riferimento (locale, regionale, nazionale ed europeo); valori insiti nel patrimonio culturale europeo e percezione della cultura europea; impatto del patrimonio culturale sul turismo e il mondo del lavoro; attribuzione di responsabilità per la tutela del patrimonio culturale europeo (European Union, 2017).

Concentrando l'attenzione sui risultati più direttamente connessi con la partecipazione culturale, la rilevazione condotta dall'Eurobarometro (ibidem) evidenzia che il 73% dei rispondenti dichiara di vivere vicino a una qualche forma di patrimonio culturale, sia essa rappresentata da un monumento storico, un sito archeologico, un evento tradizionale, un festival oppure un'opera d'arte conservata in un museo o in una galleria. A livello territoriale, tale percentuale risulta essere compresa tra l'87% della Svezia e il 66% della Bulgaria (e il 67% di Italia e Regno Unito). Rispetto al coinvolgimento personale, i dati indicano che la forma più

21 L'indagine è stata condotta dal TNS opinion & Social network tra i ventotto Stati membri dell'Unione Europea, dal 23 settembre al 02 ottobre 2017. Complessivamente, sono state intervistate 27.881 persone di 15 anni e oltre.

comune di interessamento verso il patrimonio culturale sono le visite regolari a siti, monumenti storici e musei o la frequentazione di festival, concerti e così via (31%). Inoltre, quasi un rispondente su cinque dichiara di vivere in un'area, una città o un edificio caratterizzati da una valenza storica e quindi considerati rilevanti dal punto di vista culturale (17%). D'altro canto, meno di uno su dieci (8%) fa parte di un gruppo di balli o canti popolari, suona musica tradizionale, prepara piatti tipici della cucina locale o afferma di padroneggiare delle abilità o delle conoscenze connesse a uno o più mestieri caratteristici della zona in cui vive. Il 7% dona denaro o altre risorse a organizzazioni attive nel campo del patrimonio culturale quali musei, associazioni e fondazioni, mentre solo il 5% è impegnato in attività di volontariato presso lo stesso tipo di istituzioni. Complessivamente, il 51% è coinvolto in almeno una di queste attività, mentre il 48% non le pratica.

Più nel dettaglio, in venti Paesi europei almeno la metà dei rispondenti svolge quantomeno un'attività connessa al patrimonio culturale, con punte massime in Svezia (81%), Olanda (78%) e Danimarca (71%) e minime in Portogallo (29%), Bulgaria (38%), Grecia e Italia (44% in entrambi i casi). Olanda (59%), Svezia (56%) e Danimarca (49%) sono anche gli Stati in cui gli intervistati sono più propensi a visitare un sito culturale o a prendere parte a un evento culturale, rispetto a quanto accade in Portogallo (17%), Romania (18%) e Italia (19%). Inoltre, il nostro Paese risulta essere quello con la percentuale più bassa di rispondenti (8%) che dichiara di vivere in un contesto storico e significativo dal punto di vista culturale. Se confrontati con le principali variabili sociodemografiche, i dati sul coinvolgimento mettono in luce che le persone più interessate risultano essere quelle con un'età compresa tra 25 e 54 anni (53%), i giovani dai 15 ai 24 anni (51%), gli individui con un titolo di studio più alto (65%) e chi occupa una posizione lavorativa dirigenziale (67%). Al contempo, coloro che dichiarano di vivere in prossimità di un bene o luogo culturalmente significativi hanno una maggiore probabilità di mostrarsi interessati al patrimonio culturale.

L'indagine ha rilevato anche l'uso di Internet da parte dei cittadini europei per svolgere attività connesse al patrimonio culturale, che possono avere luogo prima, durante e dopo un'esperienza culturale, quali ad esempio la ricerca di informazioni di carattere generale su uno specifico sito o museo, l'acquisto o la prenotazione di biglietti e servizi, la creazione di contenuti culturali e così via. Nel complesso, l'Eurobarometro (ibidem) riporta che poco più della metà dei rispondenti (55%) ha praticato almeno una delle attività appena richiamate nei dodici mesi precedenti la rilevazione. Osservando più da vicino le risposte fornite dagli intervistati, la pratica più comune è la ricerca di informazioni come l'orario di apertura o le caratteristiche principali di un museo, un monumento oppure un evento culturale

in vista di una visita o di una vacanza futura (31%); seguono l'acquisto online di biglietti o la prenotazione di servizi come le visite guidate (23%); la consultazione di contenuti specifici come la descrizione di un monumento durante una visita oppure di informazioni di carattere storico relative a una manifestazione tradizionale a cui si sta partecipando (21%); eventuali approfondimenti successivi alla visita di un museo, una mostra o un monumento storico oppure alla partecipazione a un evento (19%); la creazione o la condivisione di contenuti digitali come video e foto inerenti specifici oggetti o luoghi del patrimonio culturale (11%). Davvero raro è, invece, l'uso di Internet per commentare oppure valutare un'esperienza culturale in cui si è stati coinvolti (6%). La partecipazione online è più diffusa tra i giovani, tra chi ha un più alto livello di istruzione e tra coloro che sono personalmente coinvolti in qualche modo in un'attività connessa al patrimonio culturale.

I dati sulla partecipazione culturale raccolti dall'Eurobarometro (ibidem), con particolare riferimento a una serie di attività strettamente legate al patrimonio culturale, evidenziano che la maggioranza dei rispondenti, nei dodici mesi precedenti la rilevazione, ha visitato un sito o un monumento storico, ha assistito a un evento tradizionale (come ad esempio il Carnevale di Venezia) oppure si è recato in un museo o in una galleria d'arte. Il 43% degli intervistati ha visto uno spettacolo dal vivo, mentre il 30% ha visitato un laboratorio di artigianato artistico oppure ha consultato manoscritti, mappe o documenti antichi presso una biblioteca o un archivio. Infine, poco più di un quarto del campione è andato al cinema o a un festival per vedere un film prodotto almeno dieci anni prima. Anche in questo caso il confronto con le principali variabili sociodemografiche restituisce uno schema abbastanza simile al precedente: i più attivi sono infatti coloro che hanno meno di 55 anni, chi ha un elevato capitale scolastico, coloro che possono contare su solide condizioni materiali di vita, i rispondenti che vivono in un contesto culturalmente rilevante così come coloro che risultano essere personalmente coinvolti. Infine, e forse non a caso, gli intervistati interessati a saperne di più sul patrimonio culturale europeo hanno maggiori probabilità di aver svolto ciascuna di queste attività negli ultimi dodici mesi. Ad esempio, il 72% di coloro che sono interessati al patrimonio culturale ha visitato un monumento o un sito storico, rispetto al 37% di coloro che non sono interessati.

Al fine di sondare le principali motivazioni della mancata partecipazione, l'indagine dell'Eurobarometro (ibidem) ha chiesto agli intervistati di indicare i motivi più importanti per i quali alle volte può essere difficoltoso accedere al patrimonio culturale. I rispondenti ritengono che i tre motivi prioritari siano la mancanza di tempo (37%), il costo (34%) e l'assenza di interesse (31%). Seguono,

in ordine decrescente di rilevanza, la difficoltà nel reperire informazioni (25%), la scarsità oppure la non prossimità dell'offerta (12%), la bassa qualità dei siti culturali o delle attività presenti a livello locale (6%). Nel caso specifico dell'Italia, gli intervistati hanno indicato come principali motivazioni la mancanza di interesse e il costo (34% in entrambi i casi), ma anche la scarsità di tempo e di informazioni (32% nei due casi). Dando uno sguardo alle variabili sociodemografiche emerge che le donne risentono maggiormente della barriera economica rispetto agli uomini, per i quali a prevalere è invece il disinteresse. Se per i giovani è più comune citare la scarsa attrattiva del patrimonio culturale quale ostacolo alla partecipazione, per gli adulti con un'età compresa tra i 25 e i 39 anni è più frequente indicare l'assenza di informazioni. Come prevedibile, chi occupa posizioni dirigenziali tende a scegliere la mancanza di tempo, mentre per le persone disoccupate è il costo a rappresentare la principale criticità (cfr. Cap. 6).

Sintetizzando quanto emerso dall'indagine dell'Eurobarometro sul rapporto che lega gli europei al proprio patrimonio culturale, è possibile affermare che la maggioranza dei rispondenti non solo vive a stretto contatto con esso, ma lo considera importante sia dal punto di vista personale sia in una prospettiva territoriale più ampia. Ciò trova conferma nel fatto che circa i tre quarti degli intervistati pensano che le autorità pubbliche dovrebbe stanziare un maggior ammontare di risorse a favore del patrimonio culturale europeo e più dei due terzi vorrebbe ampliare le proprie conoscenze in questo ambito.

Il patrimonio culturale è considerato una risorsa capace di generare effetti positivi: vivere vicino al patrimonio culturale può contribuire alla costruzione di un senso di appartenenza all'Europa e può migliorare la qualità della vita. Gli intervistati pensano che il patrimonio culturale crei posti di lavoro e generi un sentimento di orgoglio, a livello nazionale e internazionale. La maggioranza concorda anche sul fatto che la cultura e gli scambi culturali siano importanti per promuovere l'apprendimento e accrescere la sensazione di far parte di una stessa comunità, oltre a sviluppare una maggiore comprensione e tolleranza verso diversi punti di vista e culture di origine. In generale, i risultati dell'Eurobarometro (ibidem) appaiono ragionevolmente coerenti tra gli Stati Membri. Una notevole eccezione è la partecipazione alle attività culturali negli ultimi dodici mesi. Sebbene in tutta l'Unione Europea la maggior parte degli intervistati abbia visitato un monumento o un sito storico, partecipato a un evento tradizionale o frequentato un museo o una galleria, ciò maschera grandi differenze tra i singoli Paesi. I risultati più costanti, tuttavia, riguardano l'esperienza quotidiana: gli intervistati che affermano di vivere vicino al patrimonio culturale o che sono personalmente coinvolti riconosco un alto valore al patrimonio culturale europeo.

Documenti correlati