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Capitolo 2. Una panoramica sulla partecipazione culturale in Europa e in Italia

2.3. La partecipazione culturale in Italia: un resoconto dei dati Istat

A livello nazionale i dati sulla partecipazione culturale sono raccolti dall'Istat, che rileva tali informazioni sia in maniera diretta attraverso il sistema delle indagini Multiscopo sugli aspetti della vita quotidiana e con l'ausilio di speciali moduli di approfondimento che riguardano le attività del tempo libero e il rapporto con le tecnologie digitali, sia in maniera indiretta tramite la rilevazione annuale della spesa delle famiglie per consumi in ricreazione e cultura (Cicerchia, 2014). In questa sede, al fine di fornire una visione d'insieme della partecipazione culturale in Italia, si presenta un prospetto dei principali risultati derivanti dall'indagine Multiscopo Aspetti della vita quotidiana22, diffusi dall'Istat attraverso l'edizione

2018 dell'Annuario Statistico Italiano.

Se si prendono in considerazione gli intrattenimenti e gli spettacoli fuori casa, i dati Istat (2018) indicano che, nel 2017, il 64,1% della popolazione di 6 anni e più, nel corso degli ultimi dodici mesi, ha svolto nel tempo libero almeno una delle seguenti attività: visitare musei, mostre, siti archeologici o monumenti, assistere a concerti di musica classica o di altro genere, partecipare a spettacoli teatrali, a proiezioni cinematografiche, ad eventi sportivi o frequentare luoghi di ballo. Scendendo più nel dettaglio, il 30,6% degli italiani ha visitato un museo o si è recato a una mostra, mentre il 25% circa ha visitato un sito archeologico o un monumento. I ragazzi di 11-14 anni e quelli di 18-19 anni sono le persone più inclini a frequentare questi luoghi almeno una volta all'anno. Le differenze di genere sono presenti e si articolano per classi di età: mentre tra i giovani di 18-24 anni, le donne sono più propense degli uomini a visitare musei o mostre e siti archeologici, oltre i 60 anni il rapporto si inverte: tra i 65-74enni, ad esempio, gli uomini fruiscono di tali attività culturali più delle donne. In linea con i dati elaborati dall'Eurostat (2019), anche a livello nazionale emerge la scarsa propensione a ripetere l'esperienza di visita più volte all'anno: oltre i tre quarti di chi si reca presso un museo/mostra o sito archeologico/monumento lo fa al massimo per tre volte nell'arco di dodici mesi. A questo proposito, i giovani manifestano un diverso comportamento a seconda dell'attività considerata. Infatti, se da un lato tendono a frequentare in maniera discontinua musei o mostre, dall'altro sono coloro che più degli altri mostrano un'elevata frequenza nelle visite ai siti archeologici. A livello territoriale, i residenti nel Centro-nord presentano una

22 L'indagine campionaria “Aspetti della vita quotidiana” fa parte di un sistema integrato di indagini sociali – le Indagini Multiscopo sulle famiglie e rileva informazioni fondamentali relative alla vita quotidiana degli individui e delle famiglie. A partire dal 1993, l'indagine viene svolta ogni anno ed è eseguita su un campione di circa 25.000 famiglie distribuite in circa 800 comuni italiani di diversa ampiezza demografica (Fonte: Istat.it).

maggiore propensione a visitare musei o siti archeologici rispetto a coloro che abitano nelle regioni del Sud (35,7% vs 18,6%).

Tra gli spettacoli dal vivo, i concerti di musica classica rappresentano una nicchia molto ristretta a cui partecipa circa il 9% dei rispondenti, percentuale che raddoppia se si prendono in considerazione altri tipi di concerti, la cui platea è costituita soprattutto da giovani con un'età compresa tra i 18 e i 24 anni. Come mette in evidenza l'Istat (2018), è interessante notare che nonostante siano molto meno numerosi, gli spettatori dei concerti di musica classica si distinguono per essere assidui frequentatori: il 10% ci va sette volte e più, contro quasi il 7% degli spettatori degli altri tipi di concerti, con una maggiore presenza di anziani tra i frequentatori “forti”. Rispetto a questa categoria di attività, i dati evidenziano una leggerissima differenza geografica a favore dei residenti delle regioni del Nord e di coloro che abitano nei comuni delle aree metropolitane.

Andare a teatro è un'attività praticata dal 19,2% dei rispondenti, tra cui spiccano i bambini e i ragazzi fino ai 19 anni, le donne, chi abita nelle regioni del Centro Italia (in particolare nel Lazio) e chi vive nelle grandi metropoli. Il cinema è, invece, il tipo di intrattenimento capace di attrarre un maggior numero di persone: infatti il 49,6% della popolazione di 6 anni e più ha visto un film al cinema negli ultimi dodici mesi, con una spiccata presenza di pubblici giovani (73% circa dei bambini tra i 6 e 10 anni e oltre l'85% dei ragazzi di 18 e 19 anni), che tendono a tornarci per più volte all'anno, soprattutto nella fascia d'età 18-24 anni. I giovani sono anche coloro che, insieme alle donne, mostrano un più alto interesse per la lettura di libri, attività praticata in media dal 41% dei rispondenti e che presenta un divario considerevole tra gli abitanti delle regioni del Nord e del Sud.

Rivolgendo l'attenzione all'uso di Internet e del computer, oltre la metà degli italiani dichiara di utilizzare questi strumenti, che risultano essere più diffusi tra gli uomini e le persone molto giovani (adolescenti e neomaggiorenni, in particolare). Emerge nuovamente una evidente divisione a livello territoriale: usa il computer il 46% della popolazione residente nel Sud e il 46,5% nelle Isole, mentre si rileva una quota che va oltre il 58% nel Nord ed è pari al 57% nel Centro. In maniera analoga, anche l'uso di Internet è meno comune nell'Italia meridionale e insulare: viene utilizzato da circa il 59% dei residenti nel Mezzogiorno, contro il 68% degli abitanti del Nord-est, il 69,1% del Nord-ovest e il 67,8% dei residenti nel Centro. A livello generale, l'Istat (2018) evidenzia che l'uso dei media digitali è cresciuto nel tempo e nel caso della Rete coinvolge sempre più persone di anno in anno, con un aumento concomitante degli utilizzatori “forti” (sia tra le donne sia tra gli uomini).

A valle di questo resoconto dei dati più recenti a nostra disposizione sulla partecipazione culturale in Italia, emerge un quadro fatto di luci e ombre. Da una

parte, spicca la grande disaffezione degli italiani nei confronti di pratiche molto convenzionali come assistere a concerti di musica classica, andare a teatro oppure visitare mostre e musei. A ciò si aggiunge la divisione territoriale tra un Nord più propenso a partecipare e un Sud meno incline a essere coinvolto in questo tipo di pratiche, che rispecchia anche in ambito culturale un divario strutturale di lunga data, mai pienamente risolto. Dall'altra, le giovani generazioni fanno registrare un interesse non trascurabile – seppure altamente volatile – verso l'arte e la cultura, che come messo in evidenza a proposito dell'analoga situazione riscontrata a livello europeo, sembra risentire in maniera positiva del ruolo sempre più pervasivo giocato dalle tecnologie digitali, che ampliano e diversificano le forme della partecipazione culturale nei contesti contemporanei. Nonostante il nostro Paese presenti – con la sola eccezione del cinema – livelli di partecipazione culturale più bassi rispetto alla media europea, manifesta tuttavia un'alta percezione del valore del patrimonio culturale (European Union, 2017). Facendo un confronto con i dati dell'Eurobarometro (ibidem), anche per gli italiani il patrimonio culturale è importante sia come individui (84%) sia per il proprio Paese (91%). In linea con la media delle risposte dei cittadini europei, la gran parte degli italiani intervistati ritiene che vivere a contatto con il patrimonio culturale migliori la qualità della vita e contribuisca alla costruzione di un senso di appartenenza all'Europa (ibidem).

2.4. Ripensare la partecipazione culturale: una questione aperta e collettiva

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