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Cenni introduttivi sulla condizione giovanile

2. Importanza dei giovani e del loro ruolo in società

3.2. Definizione in Italia e cenni storic

A differenza della maggior parte degli altri Paesi europei, l‟Italia non gode di un quadro normativo nazionale sulle politiche che riguardano i giovani, non esiste una legislazione specifica. Anche gli organismi di loro rappresentanza – Forum Nazionale Giovani e il Ministero alla Gioventù, meglio noto come Dipartimento della gioventù – sono stati istituiti in tempi non troppo lontani, e cioè rispettivamente nel 2005 e nel 2006.

A livello giuridico, il fondamento delle politiche giovanili in Italia è affermato nell‟articolo 31 della Costituzione italiana, il quale recita che “la

Repubblica protegge la maternità, l‟infanzia, la gioventù”, obbligando, così, lo

Stato a tutelare i giovani, considerati una delle parti deboli della popolazione.

75 È la Risoluzione 2014/C 183/01, consultabile attraverso il seguente link: http://politichegiovanili.it/system/article_file_files/78/original/Ris._20_mag_2014_Dialogo_strut turato_C_183-01.pdf?1409003356

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L‟intervento pubblico in Italia, seguendo tale profilo, si è manifestato mediante esperienze e sperimentazioni rivolte innanzitutto ad affrontare fenomeni legati al disagio dei giovani, riconoscendo successivamente un‟autonomia alle politiche a loro connesse come un mezzo per rispondere ai bisogni specifici.

I primi esempi di servizi pubblici e progetti legati ai giovani sono nati per iniziativa dei Comuni e delle Regioni a partire dalla fine degli anni ‟70, con interventi dal basso, definendo quella che ancora oggi è una linea guida di tali politiche in Italia.

Dal 1996 al 2001, le competenze in materia di politiche giovanili sono state affidate al Dipartimento Affari Sociali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e, dal 2001 al 2006 a un dipartimento del Ministero del Welfare, presso cui è attiva l‟Agenzia Nazionale, responsabile dell‟attuazione del programma europeo Gioventù.

Nonostante l‟assenza finora di una legislazione specifica in materia di giovani, tra la fine degli anni „90 e il 2005, sono state presentate diverse proposte di legge, mai portate a compimento. I giovani risultano così presenti nella legislazione nazionale soltanto in qualità di studenti, lavoratori, disoccupati, criminali, soggetti a rischio, nei settori di riforma riguardanti la scuola, l‟università, il mercato del lavoro, etc.

Dalla letteratura italiana in materia di gioventù si evince che le politiche giovanili abbiano un duplice approccio, orientato allo sviluppo e alla promozione dei due seguenti tipi di misure differenti:

- Quelle rivolte ai giovani in quanto destinatari diretti e quindi rivolte soprattutto ai giovani in ambiti quali l‟apprendimento non formale, la mobilità, l‟informazione, la partecipazione, il volontariato;

- Quelle legate all‟integrazione, che si basano su un approccio trasversale e, per questo, riguardano tutti gli ambiti e i settori che coinvolgono i giovani e la loro vita quotidiana: lavoro, istruzione, formazione, casa, diritto allo studio, trasporti, diversità

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culturale, accesso al credito, occupazione e imprenditorialità, sport, turismo giovanile, associazionismo, giovani coppie, inclusione sociale, volontariato, arte e cultura, etc.

Questa trasversalità consente di considerare la specificità della condizione di giovane nelle fasi di progettazione, attuazione e valutazione nei settori appena citati con la differenza che nel caso delle azioni specifiche sui giovani la fascia d‟età in considerazione è compresa tra i 13/15 e i 25 anni. Risulta, quindi, più ristretta rispetto a quella dell‟altra categoria, la cui fascia d‟età comprende anche “giovani” fino ai 40 anni, come nel caso delle giovani coppie, per esempio.

L‟Unione Europea si concentra in maniera particolare sui giovani e sulla loro importanza nella società, ma è lo Stato che ha competenza in materia, organizzandosi secondo la propria legislazione. In Italia, questo avviene secondo il principio della competenza concorrente delle Regioni (nell‟ambito della Conferenza Stato Regioni e autonomie locali) e della sussidiarietà orizzontale, coinvolgendo attivamente il Terzo settore, organizzazioni giovanili e giovani stessi, secondo l‟art. 118 della Costituzione. Gli Enti Locali progettano a favore dei giovani procedendo per Piani Locali, secondo una metodologia proposta dalla Rete Nazionale Iter.77

I giovani sono, così, al centro di numerose ricerche e osservazioni in Italia, in cui vengono periodicamente anche messi in atto progetti per capire meglio quali siano le loro condizioni attuali e, di conseguenza, per proporre soluzioni alternative al fine di migliorarle. Non è necessario fare riferimento esclusivamente all‟aspetto economico e/o a quello culturale per capire quali siano le difficoltà delle nuove generazioni nei loro percorsi di vita; bisogna piuttosto assumere lo sguardo dei giovani stessi, cercando di immedesimarsi in loro e vedere la realtà secondo la loro prospettiva. In questo modo risulta più facile sia capire le sfide che si trovano a dover affrontare sia fornirli degli strumenti necessari per poterle

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Iter è un’associazione di enti locali e associazioni no profit che rappresentano politiche pubbliche, che hanno come scopo finale lo sviluppo qualitativo e quantitativo del Welfare, la riqualificazione della spesa pubblica, l’ampliamento della partecipazione e la promozione dei diritti dei giovani, condotte in partnership effettive.

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affrontare. Questo è ciò che emerge nel “Rapporto Giovani”, progetto promosso dall‟Istituto Giuseppe Toniolo nel 2012, in collaborazione con l‟Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo. Costituisce una fonte piuttosto ampia di informazioni sulle nuove generazioni italiane e sulle trasformazioni in atto nella società in cui vivono, facendo particolare riferimento ai giovani e al loro passaggio alla vita adulta. L‟intento è quello di raccogliere le opportune informazioni sui rischi e sulle opportunità rivolte ai giovani nei loro percorsi formativi e di accesso al mercato del lavoro e, allo stesso tempo, come rispondono ai cambiamenti, mettendo in relazione desideri, aspirazioni, aspettative e intenzioni con i loro progetti di vita e le opportunità concrete. Vengono, così, affrontati nella ricerca temi come il lavoro, le istituzioni, la comunicazione, la scuola, l‟orientamento politico, la famiglia. Ed emerge che, in riferimento al primo tema78, per esempio, le condizioni dei giovani italiani dal punto di vista occupazionale siano notevolmente peggiorate a causa della crisi economica che ha coinvolto il Paese e che ha fatto di questo il Paese con il più basso tasso di occupazione giovanile e più elevata quota di Neet (di cui sopra). Nonostante questo, è importante l‟atteggiamento propositivo dei giovani, i quale fanno di tutto per non demordere, cercando piuttosto di resistere e adattarsi mettendo in campo strategie per fronteggiare la crisi in attesa di tempi migliori: o accontentandosi anche di un lavoro non proprio affine alle proprie competenze e alla propria formazione oppure, come spesso acade, con una fuga all‟estero. Tra i giovani italiani, inoltre, la famiglia79 assume un ruolo fondamentale: risulta, infatti che più della metà di loro non rinuncia a pensare di poter crearne una propria con una media di due figli. Tali buone intenzioni non si riscontrano, invece, dal punto di vista politico80: la politica e i giovani italiani non hanno instaurato un buon rapporto. Quest‟ultimi hanno perso fiducia nei suoi confronti, a causa delle numerose promesse mancate e le inadempienze nel fornire risposte credibili e solide per un miglioramento del presente e delle condizioni future delle nuove generazioni. Questa fiducia che manca nei confronti della politica si riversa,

78 Vedi: http://www.rapportogiovani.it/giovani-e-lavoro/ 79 Vedi: http://www.rapportogiovani.it/la-famiglia/ 80 Vedi: http://www.rapportogiovani.it/l-orientamento-politico/

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invece, sulla scuola81, considerata tra le istituzioni che incontrano il maggior grado di fiducia tra i giovani, soprattutto tra coloro che si riferiscono a strutture migliori e maggiori livelli di preparazione. Interessante notare anche come sia elevata la percentuale di coloro che riescono ad associare studio e lavoro, probabilmente anche per far fronte alla crisi economica. C‟è chi invece si trova in qualche modo in disaccordo con quanto emerge da questa ricerca, affermando che i giovani italiani “si caratterizzano per essere sfiduciati, incerti ed entrati in stato

di precarietà esistenziale. (…). L‟identità si forma attraverso le risposte che riescono a dare all‟incertezza. Risposte che si caratterizzano sia individualmente sia socialmente. In Italia – più che altrove – quest‟incertezza si è estesa a livelli „patologici‟. La gerontocrazia li ha rilegati in un angolo, in attesa. (…). Per alcuni questa fase prolungata di incertezza si traduce in un laboratorio di sperimentazione esistenziale. ”82 Da queste parole si evince una piena sfiducia dei giovani nei confronti del futuro ma soprattutto nei confronti di se stessi. E questo atteggiamento non aiuta di certo a migliorare le condizioni generali della società.

Un modo per cercare di scuotere i giovani, per cercare di farli reagire e offrire loro risposte al momento in cui si ritrovano a dover fare i conti con l‟accesso al mercato del lavoro – soprattutto nel contesto italiano in cui è teso a elaborare appunto misure rivolte ai giovani scoraggiati e disoccupati che abbiano necessità di ricevere un‟adeguata attenzione da parte di strutture preposte alle politiche attive del lavoro – è stato messo in pratica attraverso il cosiddetto Piano Garanzia Giovani83. Attraverso la Raccomandazione del Consiglio dell‟Unione Europea del 22 aprile 201384 sull‟istituzione del suddetto piano, si manifesta l‟invito agli Stati a “garantire ai giovani con meno di 25 anni un‟offerta

qualitativamente valida di lavoro, di proseguimento degli studi, di apprendistato

81 Vedi: http://www.rapportogiovani.it/la-scuola/ 82

È ciò che sostiene Yuri Kazepov, professore di politiche sociali presso l’Università di Urbino, in un’intervista consultabile attraverso il seguente link: http://www.ciessevi.org/approfondimenti/giovani-oggi-molteplici-identita-di-yuri-kazepov 83 Vedi: http://www.lavoro.gov.it/Notizie/Documents/01_08_2014%20%20Piano%20di%20attuazione%2 0italiano%20della%20Garanzia%20per%20i%20Giovani.pdf 84

Consultabile attraverso il seguente link: http://www.garanziagiovani.gov.it/ScopriComeFunziona/Documents/Raccomandazione_22_april e_2013.pdf

75 o tirocinio o altra misura di formazione entro quattro mesi dall‟inizio della disoccupazione o dall‟uscita del sistema di istruzione formale.”85

4. Conclusioni

Dopo aver fatto un‟introduzione sulle politiche pubbliche nel precedente capitolo, questo ha fissato la lente di ingrandimento sui giovani, protagonisti indiscussi non solo di questo lavoro, ma soprattutto della società contemporanea in generale.

Si è cercato di trovare una definizione ristretta in merito ai giovani che in relazione alle politiche giovanili ma, in entrambi i casi, è risultato difficile pervenire a una sintesi data la molteplicità dei fattori e dei contesti a cui è necessario far riferimento.

Quando si parla di giovani si utilizza spesso come fattore identificativo l‟età anche se pure su questo ci sono pareri discordanti. La definizione maggiormente accreditata sembra quella fornita dal Programme on Youth delle Nazioni Unite che include tra i giovani coloro che abbiano un‟età compresa tra i 15 e i 24 anni d‟età.

Discorso analogo può essere fatto sulle politiche giovanili, la cui trasversalità e settorialità ostacolano il raggiungimento di una sintesi perfetta anche se, per linee generali, è possibile affermare che le politiche giovanili sono quegli interventi orientati a dare risposte ai bisogni dei giovani. Si tratta di interventi trasversali, su più ambiti di interesse: dalla salute al lavoro, dalla cultura all‟istruzione, dalla formazione professionale all‟informazione, dalla politica alla cittadinanza attiva. A tal proposito si è visto come la legislazione europea risulti più ricca rispetto a quella italiana, entrambe comunque propositive nel miglioramento e nello sviluppo delle politiche rivolte ai giovani come si vedrà più avanti nel dettaglio.

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76 Capitolo III

Il diritto dei giovani: dal piano internazionale a quello nazionale,