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Italia: dal POGAS al Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale

Il diritto dei giovani: dal piano internazionale a quello nazionale, passando per quello europeo.

5. Italia: dal POGAS al Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale

Come è già stato affermato durante il corso del lavoro, in Italia non esiste una legislazione nazionale riguardante solo ed esclusivamente i giovani. Nel tempo si sono succeduti diversi disegni di legge, senza arrivare mai all‟approvazione definitiva di uno di essi.

In realtà, non risulta neanche corretto parlare di una sola legge e/o politica sui giovani; è quindi più appropriato parlare di politiche giovani, data la vasta molteplicità dei settori di intervento come già è stato detto più volte.

In Italia, altresì, non è esistito per lunghissimo tempo un Ministero dedicato soltanto ai giovani; se n‟è occupato il Dipartimento per gli Affari Sociali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 1996 al 2001 e successivamente, dal 2001 al 2006, un dipartimento del Ministero del Welfare presso cui è attiva l‟Agenzia Nazionale137

che è responsabile dell‟attuazione del

 Miglioramento dell’informazione sulle questioni europee;

 Promozione del volontariato;

 Miglioramento della conoscenza delle questioni riguardanti i giovani.

- Integrazione della dimensione “gioventù” nelle politiche settoriali.

“Il Libro Bianco invita a tener conto maggiormente dei bisogni dei giovani nelle politiche comunitarie e nazionali. Le politiche particolarmente interessate sono l’occupazione, l’integrazione sociale, la lotta contro il razzismo, la xenofobia, l’istruzione, la formazione durante l’intero arco della vita e la mobilità. La questione complessa dell’autonomia dei giovani fa anch’essa parte del futuro programma di lavoro”.

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Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. C 292 del 24/11/2005 pag. 0005 -0006(2005/C 292/03). 137

L ‘Agenzia Nazionale per i Giovani (ANG) è un organismo pubblico, che gode di autonomia organizzativa e finanziaria, sottoposta alla vigilanza nazionale del Governo italiano ed europea

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programma europeo sulla gioventù. Non esisteva neppure alcun organismo nazionale di rappresentanza, e tutto è stato delegato ad altri soggetti pubblici come , per esempio, le Regioni, le Province, i Comuni, le ASL e le Scuole, ma anche soggetti privati. Questo ha favorito la convergenza di aspetti e argomenti molto distinti tra loro, ma senza giungere a delle politiche giovanili comuni, almeno fino agli inizi degli anni Novanta.

In un Paese come l‟Italia, dove non sono mai mancate iniziative rivolte ai giovani, sembrerebbe assurdo quanto appena detto finora, ma la realtà è questa. Sono stati i Comuni i primi a muoversi in tal senso negli anni ‟70 quando non vi erano né punti di riferimento, né finanziamenti a livello nazionale.

Nonostante ciò, alcune esperienze si sono succedute, sviluppate e diffuse

della Commissione. È stata creata dal Parlamento italiano in attuazione della Decisione 1719/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio che ha istituito il programma comunitario Gioventù in Azione per il periodo 2007-2013.

Il lavoro dell’Agenzia, previsto all’interno del suo statuto, la classifica come:

- Un interlocutore aperto, serio e credibile nei confronti dei giovani e del mondo associativo impegnato nel settore della gioventù;

- La principale interfaccia istituzionale , nelle materie di propria competenza, nelle relazioni con l’Unione Europea, le analoghe istituzioni degli altri Stati membri, le altre organizzazioni internazionali quali ad esempio le Agenzie delle Nazioni Unite;

- Un attore che promuove, stimola, facilita il dialogo tra il mondo giovanile, quello istituzionale e quello delle rappresentanze sociali;

- Un motore di integrazione che opera per mettere in relazione soggetti istituzionali, sociali e d’impresa per aumentare l’offerta di opportunità ai giovani e l’efficacia delle azioni adottate singolarmente da ciascun soggetto.

L’Agenzia amministra in Italia il programma Gioventù in Azione (di cui si parlerà nel prossimo capitolo) e:

- Promuove la cittadinanza attiva dei giovani, e in particolare la loro cittadinanza europea; - Sviluppa la solidarietà e promuove la tolleranza fra i giovani per rafforzare la coesione

sociale;

- Favorisce la conoscenza, la comprensione e l’integrazione culturale tra i giovani di Paesi diversi;

- Contribuisce allo sviluppo della qualità dei sistemi di sostegno alle attività dei giovani e allo sviluppo della capacità delle organizzazioni della società civile nel settore della gioventù;

- Favorisce la cooperazione nel settore della gioventù a livello locale, nazionale ed europeo.

Attualmente, a partire dal 1° gennaio del 2014, è l’ente che si occupa di attuare in Italia il capitolo YOUTH den nuovo programma Erasmus + per il periodo 2014-2020. Opera cooperando con altre istituzioni, associazioni e imprese.

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nel nostro territorio e si fa riferimento principalmente alle seguenti138:

- il “Centro di incontro per i Giovani”: si tratta di un luogo al cui interno si lascia spazio alla promozione di aggregazione ed esperienze per trascorrere il tempo libero in modo diverso, creando e sviluppando nuovi stimoli utili alla crescita personale dell‟individuo;

- la Consulta o Forum Giovanile, primo punto di riferimento dell‟Amministrazione per quanto riguarda il rapporto con la realtà giovanile organizzata. Si tratta di uno spazio organizzato di partecipazione tra il mondo dei giovani e le varie istituzioni139;

- l‟informagiovani, cioè un servizio di raccolta ed erogazione di informazioni utili per la vita giovani in merito quindi alla ricerca di lavoro, alla formazione, alla cultura, al volontariato, al servizio militare e civile e molto altro.

Come affermato precedentemente, erano scarsi anche gli interventi a livello finanziario per favorire ai giovani il passaggio alla vita adulta, rallentandone notevolmente i tempi. Infatti, nonostante l‟adozione del Testo Unico 309/90 e la legge 216/91 che si occupano di investimenti reali da destinare all‟infanzia e all‟adolescenza, non si può parlare di vere e proprie leggi di politiche giovanili, in quanto si rivolgono solo ed esclusivamente a settori cosiddetti di “disagio”. Il primo prevedeva un finanziamento per combattere la marginalità delle tossicodipendenze; la seconda si occupava, invece, della devianza minorile. Questa legge confluì nella 285/91 – “Disposizioni per la

promozione di diritti e di opportunità per l‟infanzia e l‟adolescenza” – e costituì

un significativo passo avanti, in quanto istituiva il Fondo Nazionale per l‟infanzia e l‟adolescenza che si proponeva tra gli obiettivi la realizzazione di interventi sia a

138

Per la ricostruzione: A. D’ELIA, Le politiche giovanili: origini, evoluzioni, stato dell’arte, rapporto provvisorio sulle politiche giovanili, Bari, 2006.

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Deve essere aperta a tutte le realtà giovanili organizzate su territorio che esprimano il desiderio di farne parte. Il momento del confronto diventa importante in un momento in cui una determinata realtà – in questo caso si fa riferimento a quella giovanile – si ritrova in continuo movimento e caratterizzata da un insieme di problematiche anche complesse. Tale realtà necessita, così, di un luogo istituzionalizzato dove i giovani possono prendere parola, assicurando una formazione verso la vita democratica e la gestione della vita cittadina.

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livello nazionale che regionale e locale. Tutto ciò era chiaramente volto a favorire la promozione e il rispetto dei diritti, la qualità della vita, lo sviluppo, la realizzazione individuale, la socializzazione dell‟infanzia e dell‟adolescenza, utilizzando nuove metodologie di lavoro e cioè la progettazione comune concentrata sulle relazioni e i rapporti tra gli attori.

Le politiche giovanili in Italia, come già affermato, non sono mai state oggetto di una specifica legislazione nazionale di indirizzo o riordino del settore. Nonostante ciò, sono state diverse le proposte di legge che sono state presentate soprattutto tra la fine degli anni Novanta fino al 2005, che però non sono mai arrivate a compimento. Un primo e significativo esempio è la proposta di legge n. 6220/2000 di Turco D‟Alema: “Disposizioni in favore delle giovani generazioni”, risultato di una vasta consultazione da parte dei giovani, ma anche dell‟amministrazione, di esperti e tecnici che hanno agito e operato in tal senso per diversi anni. L‟obiettivo era quello di favorire lo sviluppo e la diffusione delle politiche giovanili in Italia grazie a una strategia che permettesse un legame tra gli attori pubblici e il privato sociale.

Altri esempi di proposte di legge mai divenute tali sono:

- la Proposta n. 4837 dell‟aprile 1998 a favore dell‟ “istituzione del Coordinamento nazionale informagiovani presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed estensione della rete degli informagiovani sul territorio nazionale”;

- la Proposta n. 2450 del febbraio 2002, “Legge quadro sulle politiche giovanili”;

- la Proposta n. 5682 del marzo 2005, “Disposizioni in materia di accesso al futuro per le giovani generazioni”.

Emerge, così, che i giovani compaiono nella legislazione dello Stato centrale, ma non in senso stretto. Compaiono in qualità di lavoratori, studenti, tossicodipendenti, disoccupati, etc.

Fino al 2006, anno in cui nasce in Italia il Ministero dedicato esclusivamente ai giovani, il nostro era uno dei pochi Paesi dell‟Unione Europea a non avere una legislazione nazionale giovanile a livello centrale, nonché

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un‟istituzione centrale di coordinamento delle politiche giovanili, nonché una rappresentanza giovanile nazionale ed europea. Nonostante ciò, diverse furono le spinte a livello nazionale da parte soprattutto dell‟ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e del Forum Nazionale Giovani140; entrambi insistevano affinché nella futura legislatura venisse attuata una politica coerente e organica con interventi mirati alle nuove generazioni141. È importante sottolineare questo aspetto perché evidenzia la volontà di allontanare la tematica delle politiche giovanili dall‟area locale e comunitaria, almeno fino al 2006.

Le politiche giovanili, i progetti per i giovani e le iniziative rivolte alle nuove generazioni non erano altro che il risultato di consultazioni proposte,

140 Esso è stato riconosciuto dal Parlamento italiano con la Legge 30 dicembre 2004 e costituisce l’unica piattaforma Nazionale delle organizzazioni italiane rivolte ai giovani. A rappresentarla sono oggi circa 4 milioni di giovani che fanno parte di circa 75 organizzazioni. Queste operano a tutto tondo, in tutti i settori che riguardano i giovani. Il punto di forza del Forum consiste proprio nell’essere costituito, appunto, da associazioni eterogenee che si occupano, per esempio, di: studio e formazione, politica, lavoro, educazione non formale, religione, sport e molto altro. I principali obiettivi del Forum, il quale fa anche parte dello European Youth Forum (v. sopra), possono essere sintetizzati nei tre seguenti punti:

- Creare uno spazio per il dibattito e la condivisione di esperienze tra le associazioni

giovanili di diversa formazione e natura e le istituzioni italiane ed Europee, presso le quali svolge un ruolo consultivo e propositivo in tema di Politiche Giovanili;

- Impegnarsi per il coinvolgimento dei giovani alla vita sociale del Paese, coinvolgendoli nei processi decisionali del Paese;

- Favorire la costituzione di Forum, Consigli e Consulte regionali, provinciali, territoriali e comunali dei giovani.

La sua missione, così, diventa quella di porre al centro del dibattito politico e dell’iniziativa sociale

il valore dei giovani: la crescita personale e l’integrazione delle nuove generazioni rappresentano nei fatti le sfide decisive per garantire la qualità sociale e la democrazia nel nostro Paese.

Vedi sito ufficiale del Forum: http://www.forumnazionalegiovani.it/ 141 Gli obiettivi che si ponevano erano i seguenti:

- Riaffermare la centralità dei Comuni nei processi di integrazione dei giovani all’interno della loro vita civile, economica e politica;

- Investine nelle politiche rivolte ai giovani attraverso:

 L’istituzione di un Dipartimento presso la Presidenza del Consiglio, dedito al coordinamento delle politiche nazionali rivolte ai giovani con le rappresentanze degli Enti Locali, delle Regioni, del Forum Nazionale Giovani e altre rappresentanze giovanili;

 L’adozione di una legge nazionale che prevedesse risorse e strumenti efficaci per i giovani.

- Attivare politiche a favore del ricambio generazionale nella classe dirigente sia a livello nazionale che locale;

- Supportare la partecipazione dei giovani, soprattutto dando un maggiore peso al Forum Nazionale Giovani e agli altri Forum a essi dedicati (anche a livello regionale e locale);

- Dare la giusta importanza all’educazione non formale, riconoscendo il valore dei suoi strumenti per il raggiungimento degli obiettivi di competitività e sviluppo sia dell’Italia ma anche dell’Europa, come previsto dalla strategia di Lisbona e dallo “Youth Pact” dell’Unione Europea.

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elaborate e realizzate in piccole realtà locali. Le Comunità locali, in questo modo, diventavano il punto di riferimento per i giovani, sia per la loro crescita e maturazione che per il loro processo di inclusione sociale.

Così, dal 2005, o forse ancor meglio dal 2006 in poi sono state adottate logiche e misure sicuramente molto più innovative e promozionali relative al lavoro con i giovani.

Nel 2005, infatti, è stata istituita una Commissione per le Politiche Giovanili all‟interno di ANCI, con lo scopo di discutere sulle politiche elaborate e perseguite dai Comuni nei confronti delle nuove generazioni.

È stato il 2006, come già detto, l‟anno decisivo in questo senso perché ha previsto la nascita del Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive , definito con l‟acronimo POGAS, in concomitanza con la formazione del Governo Prodi. Fin da subito è stato collocato al pari degli altri ministeri per i giovani e per lo sport presenti nella maggior parte dei Paesi Europei.

Il Decreto Legge n.181 del 18 maggio 2006142 ha attribuito al POGAS143: - le funzioni di competenza statale in materia di sport;

- le funzioni di indirizzo e di coordinamento in materia di

politiche giovanili144.

142 Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 114 del 18 maggio 2006 e convertito nella legge n. 233 del 17 luglio 2006.

143

Si fa riferimento all’art. 1, comma 19 del suddetto Decreto, consultabile tramite il seguente link: http://www.miur.it/0006Menu_C/0012Docume/0098Normat/6211Dispos.htm

144 Il Decreto del Presidente del Consiglio del 15 giugno 2006 ha delegato al Ministro senza portafoglio per le politiche giovanili e le attività sportive “le funzioni di indirizzo e di

coordinamento di tutte le iniziative, anche normative nelle materie concernenti le politiche giovanili e le attività sportive”. Nel caso delle politiche giovanili, le competenze delegate al

Ministro, oltre alla sua partecipazione alle attività del Forum Nazionale Giovani, sono le seguenti:

- Coordinare le azioni di Governo volte ad assicurare l’attuazione delle politiche in favore dei giovani in ogni ambito, ivi compresi gli ambiti economico, fiscale, del lavoro, dell’istruzione e della cultura, anche mediante il coordinamento dei programmi finanziati dall’Unione Europea;

- Coordinare le azioni di Governo in materia di scambi internazionali giovanili;

- Esercitare, congiuntamente con il Ministro della solidarietà sociale, le funzioni di indirizzo e vigilanza dell’Agenzia nazionale italiana del programma comunitario gioventù.

Si fa riferimento all’art. 1 comma a), b) e c).

È stata anche prevista, tramite la legge n. 248 del 4 agosto 2006 – “Disposizioni urgenti per il

rilancio economico” – l’istituzione di un Fondo Nazionale per le Politiche Giovanili, con 130

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La disponibilità delle risorse di cui sopra, ha permesso la realizzazione di un vero e proprio Piano Nazionale Giovani145, che si articola in delle linee d‟azione specifiche. Lo testimonia, infatti, il Documento di programmazione

economica e finanziaria per il periodo compreso tra il 2007 e il 2011, secondo

cui146:

“Il Governo si impegna ad avviare un vero e proprio Piano nazionale per i giovani, che risponda agli obiettivi dell‟accesso alla cassa al lavoro, all‟impresa, al credito e alla cultura”.

Bisogna vedere i giovani come una grande risorsa per lo sviluppo del Paese che, in questo modo, tenderà a ringiovanire. Per far ciò si deve dare “il

giusto spazio al talento, al merito, alle capacità e alla forza delle giovani generazioni per fare dei giovani il principale elemento di trasformazione del Paese. Ringiovanire l‟Italia significa poggiare su basi più solide ed eque il suo futuro, sbloccare le sue potenzialità e renderlo più dinamico e competitivo”147

.

Il Piano deve essere inteso in un‟ottica generale e allo stesso tempo particolare, con l‟obiettivo di promuovere le potenzialità dei giovani italiani a 360°. Viene considerato come un mezzo per rilanciare e dare spazio ai giovani, nonché apportare delle modifiche alle strutture stesse, inserendole in un processo più ampio di riforma che comprendesse anche le aree economico-sociali del Paese. È visto, così, come uno strumento per poter realizzare un intervento

trasversale, organico e coerente in materia di politiche giovanili.

Gli obiettivi principali fissati nel Documento stesso sono i seguenti148: - agevolare l‟accesso dei giovani al mondo del lavoro;

- sviluppare e valorizzare le competenze e la formazione dei

giovani;

- favorire l‟accesso alla casa per i giovani;

145 “IL PIANO NAZIONALE GIOVANI: OBIETTIVI E LINEE DI LAVORO”, documento a cura del Ministero Politiche Giovanili e Attività Sportive, 2007.

146

Pagine 88- 89 del suddetto documento, consultabile attraverso il seguente link:

http://www.mef.gov.it/doc-finanza-pubblica/dpef/2007-2011/documenti/4705_dpef-2007- 2011.pdf

147

“IL PIANO NAZIONALE GIOVANI: OBIETTIVI E LINEE DI LAVORO”, pp. 3-4. 148

105

- contrastare la disuguaglianza digitale;

- promuovere la creatività e favorire i consumi culturali

“meritori”;

- favorire e ampliare la partecipazione alla vita pubblica e la

rappresentanza;

- stimolare il dialogo interreligioso e interculturale; - combattere il disagio giovanile;

- stilare il Rapporto annuale sui giovani.

Il Piano si propone di riaffermare la posizione dei giovani nelle politiche di sviluppo e di crescita del Paese. Sono molteplici le misure per poter attuare i progetti contenuti al suo interno, ma il modo per renderle più efficienti prevede sicuramente la collaborazione con altri dicasteri e altri protagonisti istituzionali ai diversi livelli territoriali. Tutto ciò, sempre in stretta coerenza con i macro obiettivi e le priorità del Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013149.

È nota l‟importanza del porre un forte accento sulle politiche giovanili per riuscire a perseguire al meglio gli obiettivi della Strategia di Lisbona150, e in particolar modo in merito alle politiche di sviluppo economico anche per l‟adozione di misure a favore dell‟imprenditorialità giovanile e più in generale dell‟inserimento dei giovani nel mondo sociale e del produttivo.

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È il documento presentato dall’Italia all’Unione Europea, con l’obiettivo di indirizzare le risorse destinate dalla politica di coesione al nostro Paese, sia alle aree del Mezzogiorno che alle aree del Centro-Nord. Contiene le linee principali d’azione; prevede che molte delle linee strategiche individuate mettano in una condizione di rilievo le nuove generazioni, considerandole come un settore prioritario di intervento all’interno delle politiche settoriali e territoriali.

La versione definitiva del Quadro è stata approvata dalla Commissione europea con decisione del 13 luglio 2007.

150

Si tratta di un programma di riforme economiche approvato a Lisbona dai Capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea nel 2000. L’obiettivo principale di allora di tale strategia era quello di far diventare l’Unione europea, entro il 2010, “l’economia basata sulla conoscenza più

competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale, nel rispetto dell’ambiente”. L’

obiettivo di fondo – migliorare il ritmo e la qualità delle riforme a livello nazionale ed europeo - però, non è stato raggiunto, nonostante comunque la Strategia di Lisbona abbia avuto un’influenza positiva sull’Unione Europea.

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Uno dei principi-guida delle politiche adottate dal POGAS riguardava la collaborazione a livello istituzionale con le Regioni151, essenziale per il raggiungimento degli obiettivi: sia per valorizzare le esperienze e le misure già esistenti, sia per poter poter dare alle politiche giovanili un carattere di organicità complessiva, in modo tale da risultare un punto di riferimento per le Regioni, le istituzioni locali e le diverse amministrazioni centrali coinvolte.

Inoltre, in Conferenza unificata Stato-Regioni in data 14 giugno 2007, è stata anche siglata l‟Intesa sulla ripartizione del Fondo Nazionale per le Politiche Giovanili. L‟obiettivo di tale azione era quello di definire il massimo livello di cooperazione tra il Governo e gli enti territoriali in relazione alle politiche giovanili. Così, POGAS, Regioni, Province autonome e non e Comuni (considerati dal Ministro di allora, Giovanna Melandri, il principale interlocutore per la realtà giovanile), hanno definito gli obiettivi, le misure e i criteri per far operare direttamente sul territorio le risorse nazionali destinate alle politiche giovanili.

Il Ministero ha posto l‟accento anche sull‟importanza dell‟informazione, riconoscendo il peso del sistema informativo rivolto ai giovani per il raggiungimento di determinati obiettivi. L‟informazione gioca, così, un ruolo fondamentale per mettere per esempio i giovani a conoscenza delle reali opportunità messe a loro disposizione152. È pur vero che l‟Italia si trova piuttosto indietro in questo senso rispetto agli altri Paesi dell‟Unione Europea che si mobilitano maggiormente per migliorare e intensificare le opportunità legate al mondo giovanile, giocando un ruolo rappresentativo unitario e attivo, con cui l‟Italia non può competere a causa della sua realtà frammentata. Un‟integrazione a livello nazionale migliorerebbe, senza dubbio, e favorirebbe, un‟integrazione anche a livello europeo, con una conseguente ottimizzazione dell‟uso risorse.

Nonostante la breve vita, il POGAS è riuscito a ottenere importanti risultati in materia di politiche giovanili. Per esempio, il ministro Melandri, da