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L E DETERMINANTI DELLE OPERAZIONI DI M&A: LE SINERGIE E LE QUOTE DI MERCATO

CAPITOLO II – L E CONCENTRAZIONI TRA BANCHE

FINANZIARIO : LA SPINTA ALLA CRESCITA DIMENSIONALE

2.2.3 L E DETERMINANTI DELLE OPERAZIONI DI M&A: LE SINERGIE E LE QUOTE DI MERCATO

Tra le determinanti che spingono le imprese bancarie verso le operazioni di crescita esterna rientrano –come precedentemente affermato– anche elementi di natura economico-aziendale che riguardano l’obiettivo di realizzare ricchezza agendo sulle principali leve gestionali (volumi, prezzi, costi e rischio).

Le concentrazioni tra banche sono in grado di generare un miglior livello di efficienza, efficacia e stabilità132. I primi due effetti comportano un contenimento e una razionalizzazione dei costi operativi accompagnati da ampliamenti e diversificazioni dell’offerta di servizi finanziari alla clientela servita. La stabilità, che in prima battuta può sembrare una finalità di natura macroeconomica –giacché la concentrazione del sistema dovrebbe rendere più agevole l’attività di monitoraggio degli intermediari

mercati finanziari. Nello specifico, quando è il medesimo cliente ad acquistare un numero elevato di prodotti e servizi finanziari presso lo stesso intermediario, di riduce, per quest’ultimo, il costo complessivo dell’informazione necessaria alla gestione del rischio creditizio e aumenta l’effetto di reputazione positiva nell’acquisto di nuovi prodotti.

131 Il tema delle economie di produzione congiunta si collega alla presenza di economie di “acquisto

congiunto” dal lato della domanda di servizi finanziari. Il consumatore sarebbe infatti avvantaggiato dalla possibilità di acquistare un pacchetto completo di prodotti/servizi presso un unico “venditore” per ragioni di convenienza di natura economica e non. Il tentativo di misurare gli effetti dal lato della domanda ha portato a identificare nei costi di transazione sostenuti dal consumatore finale la variabile dipendente, da collegare all’espansione della gamma di offerta.

132 Per ulteriori approfondimenti sulle performance della crescita esterna nelle banche si veda, fra gli altri,

svolta dalle Autorità competenti– interessa comunque il processo di creazione del valore poiché un sistema più stabile e concentrato è quello in cui operano intermediari di elevate dimensioni, che adottano sistemi di controllo dei rischi interni piuttosto avanzati. Di conseguenza, da un tale assetto organizzativo dovrebbero scaturire i presupposti affinché si minimizzino le probabilità –e i relativi costi– di fallimento da parte di enti creditizi,con possibilità di contenimento non solo del rischio sistemico, ma anche della distruzione complessiva di ricchezza.

In tal senso la motivazione principale da cui le operazioni di M&A traggono un importante stimolo è l’accrescimento del valore economico dell’impresa bancaria che si manifesta attraverso un progressivo miglioramento nelle performance economico- finanziarie, nonché attraverso un innalzamento del valore dei titoli bancari quando trattasi di intermediari quotati.

Strategie di crescita value oriented possono dispiegare i propri effetti solo se sussistono determinati prerequisiti all’interno dell’impresa bancaria in presenza dei quali gli intermediari coinvolti nel processo possono beneficiare di un incremento dei ricavi –agendo sui volumi e i prezzi negoziati– di un contenimento dei costi – avvantaggiandosi dell’esistenza delle economie di scala e di scopo– o, infine, di una generalizzata contrazione della rischiosità derivante da una diversa riorganizzazione dell’attività.

Pertanto, così come in generale è riscontrabile anche negli atri settori economici, anche per l’impresa bancaria le motivazioni di ordine operativo che spingono verso le operazioni di crescita esterna sono rinvenibili nella ricerca di una maggiore dimensione per accrescere la propria quota di mercato, nell’opportunità di avvantaggiarsi di economie di scala o di diversificazione produttiva, di beneficiare di sinergie operative che scaturiscono dalla combinazione di intermediari e che comportano una maggiore solidità patrimoniale e finanziaria della nuova entità scaturita dalla concentrazione133.

Un benefici immediato e diretto in tal senso deriva dall’accrescimento della quota di mercato per l’incorporante o acquirente, nonché da una migliore e più ampia copertura territoriale della rete distributiva. Non solo. Il raggiungimento di dimensioni rilevanti può aprire la strada all’espansione internazionale dell’attività bancaria soprattutto se l’operazione coinvolge istituti aventi sfere di influenza differenti: ne consegue la

133 Per ulteriori approfondimenti sulle determinanti che inducono le banche alla crescita per vie esterne e

che comportano una maggiore concentrazione del settore bancario si consultino, fra gli altri, Venuti, 1997; Gobbi, 1996.

possibilità di realizzare delle politiche multispecialist nell’offerta dei servizi finanziari e la possibilità di penetrare segmenti di mercato innovativi e a elevato valore aggiunto. L’ampliamento della sfera di influenza genera un duplice effetto. Da un lato consente una diversificazione sia della clientela servita che dei proventi delle imprese bancarie interessate dall’operazione; dall’altro permette di realizzare un miglior frazionamento dei rischi e di contenere la patrimonilazzazione a presidio delle differenti alee.

Ulteriori guadagni di efficienza, perseguiti mediante la ricerca di diversificazione produttiva, risiedono nello sviluppo di relazioni tra il mondo bancario e quello assicurativo. I prodotti finanziario-assicurativi presentano una particolare caratteristica, quella cioè di beneficiare di una domanda che risulta inversamente correlata con le variazioni di reddito del risparmiatore e direttamente con il grado di avversione al rischio dello stesso (Del Prete, 2002, pp. 101-119).

Le principali motivazioni da cui scaturiscono le operazioni di M&A nel settore bancario sono riepilogate nella tavola successiva (tav. 2.1).

Tavola 2.1 – I principali obiettivi a sostegno di quattro possibili tipologie di M&A All’interno di un Paese Tra diversi Paesi

Tra b

a

nc

he

Domestic bank M&A

- Economie di scala connesse ai costi; - Riduzione dei canali distributivi e

delle funzioni amministrative; - Razionalizzazione dei costi nelle aree

dell’IT e del risk management.

International bank M&A

- Ragioni prevalentemente dimensionali;

- Possibilità di servire clientela di dimensioni elevate;

- Possibilità di maggiori interrelazioni tra funzioni di tipo amministrativo.

T ra oper at ori di di versi settori Domestic conglomeration

- Economie di scopo attraverso politiche di cross selling; - Diversificazione dei rischi e dei

ricavi;

- Complementarietà delle reti di sportelli;

- Possibilità di risparmio dei costi connessi alla razionalizzazione delle funzioni amministrative.

International conglomeration*

- Economie di scopo connesse a politiche di cross selling su dimensioni operative elevate; - Diversificazione dei rischi e dei

ricavi.

*Questa tipologia di M&A offre poche possibilità di razionalizzazione della struttura dei costi in quanto le istituzioni finanziarie operano in Paesi molto diversi e sono soggette a legislazioni e pratiche contabili altrettanto differenziate.

Fonte: ECB, 2000, p. 20

Dalla tavola 2.1 emergono alcuni tratti peculiari che differenziano le operazioni nazionali da quelle cross-border soprattutto in relazione al settore bancario in senso stretto, meno nel consolidamento cross-industry. Nelle operazioni nazionali interne la

riduzione dei costi in seguito a economie di scala e la razionalizzazione sono le principali motivazioni che spingono verso la realizzazione delle operazioni in questione.

Nell’attività cross-border la causa prevalente è invece da imputare alla dimensione finalizzata, non tanto allo sfruttamento di economie di scala, ma soprattutto all’incremento delle quote e del potere di mercato al di fuori di quello interno. Pertanto, si possono delineare le linee guida di una pratica piuttosto comune nel settore finanziario: il taglio dei costi (cost cutting) inizia sul mercato domestico per poi svilupparsi all’estero per l’accrescimento dei redditi futuri, quando è stato raggiunto l limite sul mercato interno (Cesarini, 200x, p. 183).