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I L PROFILO GEOGRAFICO : I PROCESSI AGGREGATIVI CROSS BORDER

Grafico 1.10 – Operazioni di fusione e acquisizione fra imprese per classi di valore delle operazioni (2004-2005)

1.2.3 I L PROFILO GEOGRAFICO : I PROCESSI AGGREGATIVI CROSS BORDER

Il mercato italiano è costituto in prevalenza da operazioni di tipo domestico, ovvero da acquisizioni realizzate da imprese italiane, a cui si aggiungono le acquisizioni cross-

border, a loro volta distinguibili in operazioni realizzate da imprese italiane all’estero e

in operazioni realizzate da imprese estere in Italia.

La tabella successiva (tab. 1.10) illustra la dimensione geografica del fenomeno e la composizione dei flussi di investimento in relazione alla componente domestica e internazionale.

Tabella 1.10 – Le operazioni di M&A realizzate in Italia (valori percentuali) 1994-1998 1999 2000 2001 2002 2003 Italia su Italia 60,1% 60,3% 64,5% 66,8% 65,3% 72,8% Italia su estero 14,4% 19,7% 20,3% 15,3% 14,0% 9,5% Estero su Italia 25,5% 20,0% 15,2% 17,9% 20,7% 17,7% Totale 100% 100% 100% 100% 100% 100% Totale operazioni 3.508 841 1.145 998 765 740 Fonte: Conca, 2005, p. 311

In ciascuno degli anni oltre due terzi delle operazioni coinvolgono imprese italiane in qualità sia di acquirente che di acquisita e si attestano mediamente attorno alle 500-600 operazioni l’anno.

Nell’ottica delle acquisizioni cross-border, il 2000 ha segnato un punto di svolta nel mercato italiano; la tendenza aveva iniziato a delinearsi già dal 1999 a seguito di una sostanziale coincidenza nel numero delle operazioni cross-border italiane all’estero e viceversa. Nel 2000 si segnalano 232 operazioni italiane all’estero (+40%), contro 174 acquisizioni straniere in Italia. L’attività di consolidamento a livello internazionale ha spinto, infatti, la media imprenditoria italiana ad anticipare la necessità di adeguare la propria struttura competitiva su scala europea.

Come si può osservare dai dati riportati, dopo il 2000 la situazione si modifica con una graduale, ma al contempo significativa ripresa degli investimenti esteri in Italia. L’inversione di tendenza offre due possibili e opposte prospettive di analisi:

- la minore attrattività del nostro paese nei confronti del processo di allocazione dinamica degli investimenti internazionali delle grandi imprese. Si può considerare un evento congiunturale dimostrabile dalla continuità del flusso degli investimenti esteri in Italia che riprende a crescere già nel 2001;

- una chiara dimostrazione dell’intraprendenza e dell’aggressività delle imprese italiane all’estero. Le stesse dimostrano una maggior consapevolezza del fatto che il proprio mercato di riferimento è quello europeo e di conseguenza manifestano l’esigenza di integrarsi, a pieno titolo, nel contesto competitivo internazionale.

La situazione non si è, però, replicata negli anni successivi con una conseguente diminuzione delle acquisizioni italiane all’estero. Tuttavia, si segnalano dei casi contraddistinti dall’elemento della multinazionalizzazione delle imprese italiane (Luxottica, Saipem, Barilla, ENI, Finmeccanica ne sono degli esempi) che sottolineano la capacità del management italiano di insediarsi sul mercato globale.

Il 2001 è stato un anno difficile per il mercato del M&A a livello internazionale dove i forti segnali di contrazione risultano ancor più evidenti se messi a confronto con il triennio 1998-2000 caratterizzato invece da un eccezionale dinamismo.

Il brusco calo è comunque da attribuire quasi esclusivamente alle operazioni legate al settore new economy oggetto di un vero e proprio boom nel biennio 1999-2000 per poi decrementarsi fino al 43% nel 2001 a causa della diminuzione di investimenti promossi da parte di investitori istituzionali (alle prese con pesanti perdite legate al mancato raggiungimento dei piani di crescita e redditività sperati) in start-up di settore a favore di settori più maturi e meno ciclici. Specificamente, il settore “internet”, che nella fase di sviluppo presentava valori positivi al di sopra della media, ha registrato la performance peggiore con una contrazione del numero delle operazioni pari a -43%.

Nello stesso 2001 si registra una contrazione delle operazioni di M&A anche nel settore bancario dove si è rilevato un calo pari a circa il 54% rispetto all’anno precedente

Le operazioni cross-border hanno privilegiato, in particolare, alcuni paesi e specifici segmenti di mercato consentendo di individuare la direzione geografica e merceologica delle acquisizioni. I maggiori mercati di sbocco per gli investimenti italiani all’estero sono risultati:

- il Nord America per il 12,1%; - l’Europa extra-UE per il 12,1%.

I principali paesi target sono stati il Regno Unito con 25 acquisizioni; la Francia con 12; la Spagna con 11; la Germania con 9 e gli Stati Uniti con 8.

Al contrario i paesi che hanno maggiormente investito in Italia sono stati, come di consuetudine, gli Stati Uniti con 15 acquisizioni, seguiti dalla Germania con 14, dal Regno Unito con 13, dalla Francia con 12.

Ulteriore aspetto rilevante che caratterizza le operazioni in questione concerne la natura delle acquisizioni: oltre la metà è stata di tipo orizzontale ha cioè coinvolto partner appartenenti al medesimo settore (Conca, 2005, pp. 311-313).

In Italia malgrado il 2001 abbia fatto registrare una flessione, il mercato del M&A è comunque stato caratterizzato da un favorevole tasso di crescita paragonabile ai tassi caratterizzanti anche i più consolidati mercati, questo in virtù del fatto che le operazioni di M&A sono diventate quasi una tappa obbligata nel processo di sviluppo di quelle imprese che vogliono mantenere la propria posizione in un contesto caratterizzato da competizione e dalla globalizzazione come quello attuale.

Il mercato italiano delle operazioni di M&A ha mostrato, nonostante il ridimensionamento sia in termini di numero di operazioni che di valore registrato nel 2001, profonda vivacità divenendo il primo mercato europeo come valore complessivo rispetto allo stesso che si è invece assestato su valori medi più contenuti e che ha risentito, nel medesimo periodo, di una forte contrazione.

Tale diminuzione è in linea con quanto registrato sia a livello europeo che globale e in larga parte attribuibile al rallentamento della crescita economica a livello internazionale.

La debolezza del mercato M&A è stata generata da una serie di fattori tra loro dipendenti:

- il trend negativo ancora una volta registrato nel settore Internet e Telecomunicazioni dove la contrazione è stata del 70% in termini di numero di operazioni;

- la pesante contrazione dei mercati finanziari che ha distolto l’attenzione delle imprese verso le attività di collocamento sul mercato azionario;

- la maggior attenzione da parte delle imprese verso aspetti interni, volti alla ricerca di efficacia ed efficienza gestionale rinviando le opportunità offerte dalla finanza straordinaria (Kpmg, 2002).

Il graf. 1.12 evidenzia l’incidenza del numero e del valore delle operazioni di M&A realizzate in Italia nel 2004 e nel 2003.

Grafico 1.12 – Le operazioni di fusione e acquisizione che hanno coinvolto imprese