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Disabilità, lavoro e autonomia familiare

L’istruzione delle persone con disabilità: l’influenza del contesto familiare

3. LE PERSONE CON DISABILITÀ E IL LAVORO 1

3.3 Disabilità, lavoro e autonomia familiare

La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità sottolinea, nell’articolo 19, l’importanza per le persone con disabilità di poter scegliere, al pari degli altri “il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e [che] non siano obbligate a 6 L’esiguità del numero di occupati con limitazioni gravi nella classe di età 15-24 anni rende il calcolo degli indicatori di

soddisfazione non attendibile per questa classe di età.

Fonte: Indagine Aspetti della vita quotidiana

(a) Per gli occupati di 15-24 anni con limitazioni gravi, l’esiguità del fenomeno rende i valori calcolati non significativi.

Grafico 3.1 - Occupati che si dichiarano molto o abbastanza soddisfatti del lavoro per presenza di limitazioni, sesso, classe di età, ripartizione territoriale e posizione nella professione. Media 2016-2017 (valori percentuali)

66,0 64,5 74,9 59,3 66,4 62,3 66,7 60,0 70,7 70,4 48,3 77,2 79,0 72,9 78,4 78,0 79,8 78,1 74,2 81,5 82,9 73,3 73,5 65,4 75,9 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Maschi Femmine 15-24 (a) 25-44 45-64 Nord Centro Mezzogiorno Dirig., Impr., Lib. prof.

Direttivi, Quadri, Imp. Operai, Appren. Lav. in proprio, coad.

vivere in una particolare sistemazione abitativa”. È nei fatti riconosciuto cioè che l’inclu-sione sociale passa anche attraverso la possibilità di affrancarsi dalla famiglia di origine, di rompere la dipendenza dai genitori, ampliare la propria rete di relazioni e costituire una propria famiglia.

Il dibattito sull’indipendenza e l’autonomia abitativa si è concentrato fino ad ora soprat-tutto sulla necessità di assicurare un futuro alle persone con limitazioni gravi dopo la morte dei genitori, nel momento in cui non ci sono più parenti in grado di occuparsi di loro. Ma l’indipendenza non può essere legata alle condizioni familiari né rimandata al “dopo di noi”7, al momento in cui cioè vivere senza genitori è una condizione obbligata, in quanto la realizza-zione di una vita familiare autonoma è un’esigenza legittima oltre che una tappa fondamenta-le verso la costruzione di un’identità adulta, indipendentemente dalla presenza di limitazioni.

L’indipendenza dalla famiglia di origine può assumere diverse forme a seconda del tipo di limitazione e della soluzione abitativa adottata. In questo contributo si considerano indipen-denti le persone che hanno lasciato la famiglia di origine e creato un proprio nucleo familiare8.

Il mancato raggiungimento di un’autonomia familiare, o comunque il ritardo con cui si esce dalla famiglia di origine, non è una caratteristica esclusiva delle persone con limi-tazioni9: oltre un terzo delle persone di 18-4910 anni vive ancora con la famiglia di origine. 7 Dopo di Noi è la forma con cui è stato identificato il dibattito promosso dalle famiglie di persone con disabilità su chi si sarebbe preso cura dei propri cari nel momento della propria morte ed ha dato impulso alla approvazione della legge 112/2016 “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare”, che dispone delle misure di assistenza e protezione in favore delle persone con disabilità gravi che, con la morte di entrambi i genitori, hanno perso qualsiasi sostegno familiare e che non sono in grado di sostenere se stesse autonomamente.

8 Il nucleo è formato da persone legate da una relazione di coppia o di tipo genitore-figlio. 9 Istat 2019, Rapporto annuale sulla situazione del Paese.

10 Si è ritenuto opportuno concentrare l’analisi su questa fascia di età nell’ipotesi che si tratti di una fase della vita in cui

Fonte: Indagine Aspetti della vita quotidiana

(a) L’esiguità del fenomeno rende i valori calcolati non significativi.

Grafico 3.2 - Persone di 18-49 anni uscite dalla famiglia di origine per principali caratteristiche socio-anagrafiche e presenza di limitazioni. Media 2016-2017 (valori percentuali).

39,9 60,1 13,4 85,3 49,5 22,4 7,2 21,0 55,8 0 20 40 60 80 100 Maschi Femmine 18-24 (a) 25-34 35-49 Occupato In cerca di occupazione Inabile al lavoro Altra condizione Limitazioni gravi 47,3 52,7 2,4 23,2 74,4 71,8 14,2 14,0 66,6 0 20 40 60 80 18-24 (a) 25-34 35-49 Occupato In cerca di occupazione Inabile al lavoro Altra condizione Nessuna limitazione Maschi Femmine

La presenza di limitazioni riduce ulteriormente la possibilità di una autonomia familiare, configurando un’ulteriore forma di esclusione sociale.

Ha lasciato la famiglia di origine poco più della metà delle persone con limitazioni gravi (il 55,8%); si tratta soprattutto di donne (il 60,1%) e di persone di età compresa tra i 35 e i 49 anni (85,3%) mentre tra i maschi è molto più bassa la quota di quanti hanno sperimen-tato questa emancipazione (39,9%). Tra le persone senza limitazioni della stessa fascia di età, invece, i due terzi sono usciti dalla famiglia e sono meno nette le differenze di genere (è uscito il 47,3% dei maschi contro il 52,7% delle femmine) e per fasce di età (Grafico 3.2).

Il lavoro, in quanto fonte primaria di reddito ed elemento centrale per il riconoscimento di una identità adulta11, condiziona fortemente la possibilità di raggiungere la propria auto-nomia familiare.

Tra le persone con limitazioni che hanno costituito un proprio nucleo familiare è infatti alta l’incidenza degli occupati (il 49,5%), mentre sono di poco superiori al 20% le quote di disoccupati (22,4%) e di persone che non partecipano al mercato del lavoro12 (21,0%). Avere un’occupazione facilita il processo di emancipazione, ma non è una condizione sufficiente al superamento degli ostacoli che può incontrare una persona con disabilità nella realizzazione del proprio progetto di vita. Tra le persone senza limitazioni la relazione tra autonomia familiare e condizione occupazionale appare più netta: oltre il 70% di quanti vivono al di fuori della fa-miglia di origine è occupato (71,8%) mentre la mancanza di lavoro si traduce, per la maggior parte, nell’impossibilità di lasciare la famiglia di origine.

Al fine di valutare l’impatto della condizione occupazionale sulla possibilità di raggiunge-re l’autonomia familiaraggiunge-re sono stati utilizzati due modelli di raggiunge-regraggiunge-ressione logistica, per la popo-lazione di 18-49 anni con limitazioni gravi e per quella senza limitazioni della stessa fascia di età, in cui sono state considerate le principali variabili socio-demografiche e territoriali che si ritiene concorrano al raggiungimento della condizione di emancipazione dalle famiglie13.

I due modelli logistici, che utilizzano le stesse variabili in relazione al rischio relativo di essere autonomi, producono risultati in parte diversi. Per entrambe le popolazioni il sesso e l’età sono risultate determinanti nella possibilità di uscita dalla famiglia di origine: le donne tra i 35 e i 49 anni hanno una propensione maggiore rispetto agli altri di emanciparsi dalla famiglia. Per le persone senza limitazioni però anche il titolo di studio, il territorio di resi-denza e la condizione occupazionale hanno un effetto sul raggiungimento di un’autonomia. Bassi titoli di studio, occupazione e residenza nella ripartizione Nord incidono positivamen-te sull’uscita dalla famiglia di origine, ma per questa popolazione è il reddito, subito dopo l’età, la variabile che ha un impatto maggiore.

Tra le persone con limitazioni gravi, invece, l’occupazione è l’unica determinante signi-ficativa, oltre al sesso e all’età, dell’autonomia familiare e il suo effetto positivo è decisa-mente più forte in questa popolazione rispetto a quella senza limitazioni.

vivere senza genitori può essere legittimamente attribuito ad una scelta di autonomia e indipendenza, piuttosto che ad una conseguenza dell’essere rimasti orfani.

11 Rosina, De Rose 2014.

12 Casalinghe, pensionati, studenti, in altra condizione.

13 L’analisi proposta è realizzata attraverso modelli di regressione logistica, utilizzando gli effetti marginali medi per confrontare le due popolazioni. La variabile dipendente è pari a 1 se l’individuo è uscito dalla famiglia di origine; le variabili incluse nel modello sono sesso, età in classi (18-34; 35-49), titolo di studio (fino alla licenza media; diploma di scuola secondaria superiore; laurea o più), condizione occupazionale (occupato; in cerca di occupazione; inabile al lavoro; in altra condizione); fonte principale di reddito (reddito proprio; mantenimento da parte dei familiari); ripartizione territoriale (Nord, Centro, Mezzogiorno).

L’inserimento lavorativo delle persone con limitazioni ha dunque il duplice effetto di favorire l’inclusione e offrire l’opportunità di realizzare una propria autonomia. Vita indipen-dente non significa però che le persone con disabilità non abbiano bisogno di supporto e possano fare tutto da sole, ma anzi il pericolo è che le responsabilità di cura e assistenza si trasferiscano dai genitori ai partner, soprattutto quando la disabilità è una condizione so-pravvenuta in età adulta. Per un’effettiva autonomia è fondamentale quindi poter accedere ad una serie di servizi di sostegno e disporre di strumenti che siano in grado di favorire lo svolgimento delle attività quotidiane, offrendo concretamente la possibilità di condurre una vita indipendente (Tavola 3.3).