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I servizi di assistenza sociale, residenziale e non residenziale

Soddisfazione e qualità della vita: determinanti a confronto tra le persone con limitazioni gravi e quelle senza limitazioni

6. IL SISTEMA DI WELFARE : POLITICHE, STRUMENTI E SOGGETTI 1

6.6 I servizi di assistenza sociale, residenziale e non residenziale

La disponibilità dei dati dei censimenti permanenti sulle unità economiche (istituzioni pubbliche, imprese e istituzioni non profit)20 consente di svolgere un’analisi dei servizi so-cio-assistenziali erogati dal settore pubblico e da quello privato, profit e non profit, a favore dei disabili e delle categorie più fragili della popolazione e di conoscere la distribuzione della loro offerta sul territorio21.

I servizi socio assistenziali possono rappresentare infatti un supporto fondamentale per le persone disabili e le loro famiglie fornendo loro aiuto concreto, anche a domicilio, per affrontare i problemi economici, psicologici e sociali legati al vivere la disabilità riducendo il rischio di isolamento e di sfiducia che ne consegue.

I servizi di assistenza sociale oggetto della presente analisi sono individuati in base alla Classificazione delle attività economica Ateco 200722 che distingue le seguenti tipologie:

- servizi residenziali23 che comprendono strutture residenziali per anziani e disabili, con e senza assistenza infermieristica, le strutture per persone affette da problemi mentali e altre strutture di assistenza continua a favore di minori e di persone non autosufficienti; - servizi di assistenza sociale non residenziale24 che offrono assistenza diurna e supporto

alle attività quotidiane ad anziani, disabili e minori presso il loro domicilio o in altro luogo.

Nel periodo 2015-2016, le strutture che erogano direttamente servizi di assistenza so-ciale, residenziale e non residenziale (Tavola 6.4) sono state quasi 70.000, di cui il 64% af-20 I censimenti permanenti sulle unità economiche, che hanno preso avvio nel af-2016 con il Censimento delle istituzioni

pubbliche, sono accomunati da una medesima strategia e si basano su due elementi cardine. Il primo è l’uso di un registro statistico, realizzato dall’Istat attraverso l’integrazione di diverse fonti amministrative e statistiche e aggiornato annualmente. Il secondo è costituito da una rilevazione diretta a forte valenza tematica, necessaria a completare, a cadenza periodica (biennale per le istituzioni pubbliche e triennale per imprese e istituzioni non profit) il quadro informativo e consentire l’analisi in serie storica del profilo di istituzioni pubbliche, imprese e istituzioni non profit. La strategia censuaria prevede, a regime, che negli anni non coperti da rilevazione diretta il rilascio dei dati sia di fonte registro. Il registro delle imprese e delle unità locali ad essi afferenti è un registro consolidato. Il registro delle istituzioni non profit, che rilascia dati fino a livello provinciale ma non dispone di dati a livello di unità locali, è stato pubblicato per la prima volta nel 2016.

21 Per le istituzioni pubbliche e per le imprese i dati sono riferiti alle unità locali, ovvero i luoghi di lavoro in cui si svolge l’attività e dove sono effettivamente occupate le risorse. Per le istituzioni non profit invece si considerano le unità istituzionali nel loro complesso in assenza di dati sulle unità locali. Dalle analisi effettuate sui passati censimenti generali, le istituzioni non profit risultano prevalentemente unilocalizzate, ovvero esplicano la propria attività in un’unica sede con autonomia fiscale. Pertanto si può ipotizzare che a livello territoriale l’informazione rimanga coerente. 22 La classificazione Ateco2007 costituisce la versione nazionale della nomenclatura europea Nace Rev. 2. La

classificazione delle attività economiche svolte dalle unità di produzione di beni e servizi è adottata dalla statistica ufficiale ed è principalmente utilizzata per consentire omogeneità tassonomica nelle analisi economiche.

23 Le strutture che offrono servizi residenziali sono individuate dalle categorie di attività economica appartenenti alla divisione 87 “Servizi di assistenza sociale residenziale”.

24 I servizi di assistenza sociale non residenziale sono individuati dalle categorie di attività economica appartenenti alla divisione 88 “Assistenza sociale non residenziale”.

ferenti a istituzioni non profit, il 28,7% a imprese e il 7,3% a istituzioni pubbliche. La quota di strutture pubbliche è maggiore nel Nord est (11,7%) e nel Nord ovest (8,3%) mentre nel Sud e nelle Isole i valori (pari rispettivamente al 3,2 e al 4,6%) sono molto al di sotto della media nazionale; nel Mezzogiorno si registra, invece, la maggiore incidenza delle imprese private. In tutte le ripartizioni territoriali prevalgono le istituzioni non profit che, peraltro, assorbono la quota maggiore dei dipendenti di tutte le strutture.

Quasi la metà dei circa 730.000 dipendenti dell’intero comparto dell’assistenza sociale è impiegata nel settore non profit (49,2%); il 39,6% è in servizio presso le imprese e il restante 11,2% presso le istituzioni pubbliche. Le istituzioni non profit sono prevalenti anche nei diversi settori di attività (assistenza di tipo residenziale e non residenziale) e nella maggior parte delle realtà provinciali.

Analizzando l’indice di assistenza sociale territoriale, dato dal rapporto del numero dei dipendenti complessivamente impiegati nei servizi di assistenza residenziale e non residen-ziale sia sulla popolazione residente sia sul bacino dei beneficiari di pensioni per le persone con disabilità (Tavola 6.5), emergono marcate differenze territoriali che ripropongono gli squilibri già evidenziati nell’analisi della spesa socio-assistenziale25. Nel Nord-est, l’inciden-za del personale occupato nelle strutture di assistenl’inciden-za sociale ogni 100 abitanti (pari a 1,8) è tre volte superiore rispetto al Sud (0,6). Tale divario si accresce ulteriormente prendendo in analisi l’indice calcolato ogni 100 beneficiari di pensioni erogate a persone con disabilità. In

25 Cfr paragrafo 6.4.

Tavola 6.4 - Strutture che erogano servizi di assistenza sociale residenziale e non residenziale e relativi dipendenti per tipo di istituzione e per ripartizione geografica. Anno 2015 e 2016 (valori assoluti e valori percentuali)

Istituzioni pubbliche

(anno 2015) (anno 2015 )Imprese Istituzioni non profit (anno 2016) Totale Unità

locali % Dipen-denti % Unità locali % Dipendenti % Istitu-zioni % Dipen-denti % Unità locali e istituzioni % Dipen-denti % Nord-ovest 1.623 8,3 23.150 9,7 5.532 28,4 95.763 40,2 12.334 63,3 119.573 50,1 19.489 100,0 238.486 100,0 Nord-est 1.587 11,7 36.236 17,6 3.511 25,8 72.886 35,5 8.502 62,5 96.534 46,9 13.600 100,0 205.656 100,0 Centro 1.073 7,6 11.472 8,2 3.860 27,4 57.773 41,3 9.158 65,0 70.571 50,5 14.091 100,0 139.816 100,0 Sud 428 3,2 4.759 5,9 4.078 30,8 34.794 43,1 8.761 66,0 41.162 51,0 13.267 100,0 80.715 100,0 Isole 434 4,6 5.845 9,0 3.054 32,3 28.020 43,1 5.968 63,1 31.127 47,9 9.456 100,0 64.992 100,0 ITALIA 5.145 7,3 81.462 11,2 20.035 28,7 289.237 39,6 44.723 64 358.967 49,2 69.903 100,0 729.666 100,0

Fonte: Istat, Censimento permanente istituzioni pubbliche 2015; Registro statistico delle istituzioni non profit 2016, Registro statistico delle unità locali delle imprese 2015

Tavola 6.5 - Personale dipendente impiegato nelle strutture che erogano servizi di assistenza sociale residenziale e non residenziale per tipo di istituzione e per ripartizione geografica. Anno 2015 e 2016 (valori assoluti e rapporti sulla popolazione di riferimento)

RIPARTIZIONE TERRITORIALE

Assistenza sociale residenziale Assistenza sociale non residenziale Totale Dipendenti dei servizi di assistenza sociale Popolazione al 1.1.2016 Numero dei beneficiari di pensioni per le persone con disabilità 2016 Indice su popolazione residente Indice su beneficiari di pensioni Dipendenti delle Unità locali delle istituzioni pubbliche (anno 2015) Dipendenti delle unità locali delle imprese (anno 2015 media annua) Dipendenti delle istituzioni non profit (anno 2016) Dipendenti delle unità locali delle istituzioni pubbliche (anno 2015) Dipendenti delle unità locali delle imprese (anno 2015 media annua) Dipendenti delle istituzioni non profit (anno 2016) Nord-ovest 9.841 53.553 68.883 13.309 42.210 50.690 238.486 16.110.977 879.767 1,5 27,1 Nord-est 26.479 35.114 47.433 9.757 37.772 49.101 205.656 11.643.601 671.046 1,8 30,6 Centro 3.515 26.864 28.758 7.957 30.909 41.813 139.816 12.067.803 919.126 1,2 15,2 Sud 1.684 16.030 15.507 3.075 18.764 25.655 80.715 14.110.771 1.282.251 0,6 6,3 Isole 1.974 13.961 14.286 3.871 14.059 16.841 64.992 6.732.399 607.627 1,0 10,7 Totale 43.493 145.522 174.867 37.969 143.715 184.100 729.666 60.665.551 4.359.817 1,2 16,7

questo caso, l’offerta di servizi assistenziali (in termini di dipendenti del settore) rispetto alla domanda (in termini di beneficiari di pensioni di disabilità) al Nord-est (30,6) è quasi cinque volte superiore rispetto al Sud (6,3) e poco meno del doppio rispetto al dato medio nazio-nale (16,7). Dati superiori alla media nazionazio-nale si registrano anche nel Nord ovest (27,1).

Considerando la composizione dell’indice, pari nel complesso a 16,7, per settore isti-tuzionale di appartenenza del personale dipendente (Tavola 6.6), la quota riconducibile ai dipendenti pubblici (pari a 1,9 a livello nazionale) è residuale rispetto a quella dei dipendenti di istituzioni non profit (8,2) e di imprese private (6,6). Il valore più basso del settore pub-blico si registra al Sud (0,4).

Siamo, quindi, di fronte a un modello socio assistenziale nel quale le istituzioni pub-bliche erogano direttamente solo una parte (minoritaria) dei servizi di assistenza sociale e affidano a soggetti privati, profit e non profit, attraverso convenzioni e appalti, l’offerta della restante parte di servizi.

Anche a livello provinciale (Grafico 6.16) si conferma la spaccatura tra Nord e Centro-Sud, in particolare è Biella a presentare il rapporto più elevato con 73 dipendenti dei servizi di assistenza sociale ogni 100 beneficiari di pensioni per la disabilità, seguita da Trento (62,4) e con valori già molto più contenuti da Vercelli (45,5), Parma (45,3) e Novara (45,1). Tavola 6.6 - Composizione dell’indice di assistenza territoriale per settore istituzionale di appartenenza del personale

dipendente

RIPARTIZIONE TERRITORIALE

Indice dei soli dipendenti pubblici sui benefi ciari di pensioni di disabilità

Indice dei soli dipendenti privati su benefi ciari di pensioni di disabilità

Indice dei soli dipendenti non profi t su benefi ciari di pensioni di disabilità

Indice complessivo di assistenza territoriale su benefi ciari di pensioni di disabilità Nord-ovest 2,6 10,9 13,6 27,1 Nord-est 5,4 10,9 14,4 30,6 Centro 1,2 6,3 7,7 15,2 Sud 0,4 2,7 3,2 6,3 Isole 1,0 4,6 5,1 10,7 Totale 1,9 6,6 8,2 16,7 Fonte: Istat Fonte: Istat

Grafico 6.16 - Dipendenti delle istituzioni pubbliche, delle imprese e delle istituzioni non profit (per 100 beneficiari di pensioni per le persone con disabilità)

Al di sopra del dato medio nazionale troviamo ancora altre 45 province, nella maggior parte dei casi appartenenti al Nord, tra cui Bolzano (38,2), unica provincia in cui la maggior parte dei dipendenti appartiene ad una istituzioni pubblica (58,0% Grafico 6.17). Le province del Centro a presentare valori superiori alla media nazionale invece sono Firenze (30,2), Ancona (27,6), Prato (21,9), Massa Carrara (21,8), Arezzo (17,9) e Roma (16,8). Interessante os-servare come più della metà dei dipendenti in servizio nelle strutture di assistenza sociale localizzate nella provincia di Roma appartenga alle istituzioni non profit (55,8%). Le province del Sud registrano valori significativamente più ridotti, uniche eccezioni le province della Sardegna, quelle della Basilicata e del Molise e alcune della Sicilia (Catania, Siracusa e Ragu-sa). In Calabria e in alcune province campane, tra cui Napoli, si registrano i valori più bassi.