• Non ci sono risultati.

Documenti uffi ciali relativi al CLIL

Nel documento e allora....CLILpdf (pagine 41-44)

Per tutti gli studiosi, il documento che inizia nei sistemi scolastici europei l’era del CLIL, anche se l’acronimo non vi viene ancora utilizzato, è il già menzionato Libro Bianco Cresson del 1995. Ma è dopo l’elaborazione della Strategia di Lisbona (2000) che prevede un “piano d’attacco” concertato tra i Paesi dell’Unione per diventare entro il 2010 la società più competitiva al mondo, che si moltiplicano i documenti uffi ciali che includono il CLIL come strategia europea per lo sviluppo del plurilinguismo. Qui se ne presentano soltanto alcuni tra i più citati e signifi cativi per le politiche linguisti-che dell’Unione Europea, concludendo con un documento recentissimo, pubblicato a fi ne settembre 2007.

Promuovere l’apprendimento delle lingue e la diversità linguistica: Piano d’azione 2004-2006, Commissione delle Comunità Europee, Bruxelles, 24 luglio 2003.

Nel Piano si aff erma che: “L’Apprendimento Integrato di Lingua e Contenuto (Con-tent and Language Integrated Learning, CLIL), in cui gli allievi imparano una ma-teria in una lingua straniera, può svolgere un ruolo decisivo nella realizzazione degli

Tank, Jyväskylä, Continuing Education Centre, University of Jyväskylä, 1999. Per una disamina più det-tagliata dei temi ivi contenuti, cfr. il capitolo successivo, CLIL: sfi de e problemi aperti.

38 www.euroclic.net

obiettivi dell’Unione europea in termini di apprendimento delle lingue. Tale metodo può infatti off rire agli allievi concrete opportunità di mettere subito in pratica le nuo-ve competenze linguistiche acquisite, anziché dedicarsi prima all’apprendimento e poi passare alla pratica. Il metodo off re la possibilità di studiare le lingue ad una più vasta gamma di allievi, stimolando la fi ducia in se stessi dei giovani studenti e di chi non ha ottenuto buoni risultati nell’apprendimento linguistico formale organizzato nell’ambito del sistema generale. L’integrazione di contenuto e lingua mette i giovani in contatto con le lingue senza richiedere più ore di lezione, la qual cosa può risultare particolarmente interessante nel quadro della formazione professionale. La presenza di insegnanti quali-fi cati la cui lingua materna è la lingua veicolare può facilitare l’introduzione dei metodi CLIL in un istituto d’insegnamento.” (p. 8)

Conclusioni della Presidenza Lussemburghese a seguito del Simposio Th e Changing European Classroom - Th e potential of plurilingual education (Lussemburgo, 10 e 11 Marzo 2005). Comunicato Stampa dell’incontro del Consiglio Educazione, Gioventù e Cultura, Brussels, 23 e 24 maggio 2005.

Le conclusioni rappresentano una forte spinta in avanti a livello politico rispetto all’importanza del CLIL, e le conclusioni vengono da allora citate in molti contesti:

C’è bisogno di maggiore consapevolezza da parte del pubblico rispetto ai benefi -ci dell’approc-cio CLIL e del contributo che esso potrebbe dare al miglioramento sia della prosperità individuale che sociale, e della coesione sociale.

La promozione del CLIL potrebbe portare ad una maggiore mobilità degli stu-denti e dei lavoratori, ed in questo modo raff orzare la cittadinanza europea.

Agenzie di promozione a livello nazionale ed europeo sarebbero di aiuto nel contribuire all’introduzione, allo sviluppo, al coordinamento e all’espansione del CLIL in tutta l’Unione Europea.

Andrebbero incoraggiate azioni di formazione specifi che per il CLIL rivolte agli insegnanti e agli amministratori del mondo dell’istruzione, includendo un pe-riodo di lavoro o studio in un Paese in cui si parla la lingua target.

È necessario esplorare modalità di riconoscimento della partecipazione al CLIL per apprendenti di livelli di istruzione e formazione diversi.

Si dovrebbe promuovere un’ampia varietà di lingue utilizzate come mezzo per iniziative CLIL.

Andrebbero incoraggiati a livello Europeo lo scambio di informazioni e di prove scientifi che sulle buone prassi CLIL. (p. 19)

1.

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato eco-nomico e sociale e al Comitato delle Regioni: “Un Nuovo Quadro strategico per il multilin-guismo”, Bruxelles, 22 novembre 2005.

La comunicazione è particolarmente importante perché presenta la strategia della Commissione volta a promuovere il plurilinguismo nella società, nell’attività econo-mica e all’interno della Commissione. L’obiettivo è quello di migliorare le competenze linguistiche dei cittadini, affi nché ognuno acquisisca competenze pragmatiche in al-meno due altre lingue diverse dalla propria lingua materna. Si riportano in partico-lare due paragrafi :

“In una recente conferenza organizzata dalla Presidenza lussemburghese dell’Unione europea si sono discussi gli sviluppi dell’apprendimento integrato di lingua e contenuto (CLIL) nel cui ambito gli allievi imparano una materia in una lingua straniera. Questo tipo di approccio è adottato sempre più frequentemente in tutta Europa e fornisce note-voli opportunità di esporre gli studenti alle lingue straniere nell’ambito del programma scolastico”. (p. 6)

“Gli stati membri sono invitati a porre in atto la conclusione della presidenza lussemburghese concernente l’apprendimento integrato di lingua e contenuto, inclusa una maggiore sensibilizzazione sui vantaggi di tale approccio, e lo scambio di infor-mazioni e documentazione scientifi ca sulle buone pratiche del CLIL e sulla formazione CLIL specifi ca per gli insegnanti”. (p. 9)

Documento di Lavoro della Commissione: Rapporto sull’implementazione del Piano d’Azione “Promuovere l’apprendimento delle lingue e la diversità linguistica”, Brussels, 25 settembre 2007.

L’importanza del CLIL è ormai riconosciuta da tutti, tanto che l’acronimo CLIL ricor-re nel documento ben 24 volte, su un totale di 21 pagine. Anche qui, si riportano alcuni paragrafi signifi cativi, che da un lato rilevano la diff usione del CLIL, dall’altro mettono in evidenza la necessità di sostenere i docenti ed eff ettuarne una valutazione rigorosa:

“Il CLIL viene usato sempre più spesso in Europa poiché è considerato come un modo effi cace per raff orzare le abilità comunicative e per motivare gli alunni. […] Il Lifelong Learning Programme39 continua a dare priorità ai partenariati tra scuole che promuovono l’apprendimento precoce delle lingue, la comprensione multilingue e il CLIL. Un Simposio Europeo, “Th e Changing European Classroom - the Potential of Plurilingual Education”, si è tenuto a Lussemburgo nel marzo del 2005 in collabora-zione con la Presidenza lussemburghese, che ha riportato le sue conclusioni al Consiglio

39 Programma quadro che ha sostituito dal 2007, inglobandoli, i Programmi comunitari precedenti, tra cui Socrates e Leonardo.

dei Ministri dell’Istruzione del maggio 2005. Il Simposio ha ricordato il bisogno di assi-curare che gli alunni e gli studenti ricevano istruzione in CLIL in diversi gradi del loro percorso scolastico. Si è anche sottolineato che gli insegnanti dovrebbero ricevere una formazione ad hoc per il CLIL. Nel 2006 Eurydice ha pubblicato lo studio “Content and Language Integrated Learning (CLIL) in schools in Europe”, che descrive le caratte-ristiche principali dell’insegnamento CLIL in Europa. Mentre l’interesse verso il CLIL aumenta, soltanto una minoranza di alunni e studenti ne sono coinvolti, e la situazione varia grandemente da Paese a Paese. Lo studio ha mostrato che se si vuole generalizzare l’istruzione in CLIL, essa deve essere supportata nella maggior parte dei Paesi da uno sforzo signifi cativo per quanto riguarda la formazione dei docenti. Un’altra area che ha bisogno di ulteriore approfondimento è la valutazione: poiché il CLIL è ancora nella fase iniziale nella maggior parte dei Paesi, la valutazione delle pratiche didattiche in CLIL non è ancora diff usa”. (p. 11)

Sembra importante sottolineare come, se da un lato l’importanza del CLIL non viene messa in dubbio, dall’altro sia forte il bisogno di raccogliere delle prove scien-tifi che a sostanziare la sua effi cacia, per non incorrere nel rischio di una tautologia (“CLIL è bello perché è bello”) che andrebbe a detrimento di tutte le speranze in esso riposte da politici, ricercatori e insegnanti. La necessità della ricerca, e in particolare della valutazione delle esperienze e dei modelli, viene messa in evidenza anche da uno studio, pubblicato sempre nel 2007 dalla Commissione Europea, del High Level Group on Multilingualism, una Task Force nominata dalla Commissione per dare un parere sulle sfi de del multilinguismo in Europa (cfr. infra).

Nel documento e allora....CLILpdf (pagine 41-44)