Le verifi che sono state sempre caratterizzate da esiti molto positivi anche, a diff e-renza di quanto si potrebbe pensare, per gli alunni in diffi coltà. Nei confronti di que-sti ultimi noi insegnanti abbiamo avuto la percezione di riuscire ad agire sulle loro
conoscenze e abilità e, partendo da queste, costruire nuove conoscenze e nuove abili-tà. A titolo esemplifi cativo possiamo portare i risultati della verifi ca svolta al termine dell’unità Il viaggio del fi ume (vedi allegato 21 sul sito IPRASE), in una classe di prima media di 18 alunni (punteggio massimo realizzabile pari a 21). Su 17 verifi che:
10 alunni non hanno commesso alcun errore (21 punti);
3 alunni hanno commesso un solo errore (20 punti);
1 alunno ha raggiunto 18 punti;
1 alunno 17 punti;
1 alunno 12 punti;
1 alunno 8 punti.
Un solo alunno si è quindi posto al di sotto della soglia della suffi cienza ed un secondo ha dato risultati poco soddisfacenti. Tale andamento è stato riscontrato in tutte le verifi che, e gli alunni che in una verifi ca non hanno raggiunto la soglia ri-chiesta sono stati spronati, forse anche dai risultati dei compagni, ad un maggiore impegno, recuperando nelle verifi che successive quanto non avevano interiorizzato precedentemente.
L’attività di metacognizione ha, nel corso di questi anni, confermato noi insegnanti sulla positività del lavoro in coppia e in gruppo e sull’effi cacia di una metodologia che vede gli alunni protagonisti del loro apprendimento attraverso un coinvolgimento attivo. Pur consapevoli di non riuscire, attraverso questa metodologia, a toccare un numero così vasto di argomenti come avviene impostando le lezioni in modo tradi-zionale, siamo altresì rassicurate dal fatto che gli alunni si appropriano in modo più signifi cativo dei contenuti. Le seguenti rifl essioni confermano in parte queste nostre convinzioni.
“Nessun argomento mi è sembrato diffi cile perché facendo i lavori a coppie e in gruppi di tre lo rende facile e, nello stesso tempo divertente”. (Marina)
“Preferisco fare geografi a in inglese perché ci si mette in coppia o a gruppi e capisco meglio”. (Silvana)
“Preferisco fare geografi a in inglese perché sono più attento ad ogni singola pa-rola”. (Emilio)
“Fra i vari argomenti aff rontati in CLIL quello che più mi è piaciuto è stato i fi umi d’Europa perché così li ho imparati anche in italiano che non me li ricor-davo”. (Gianna)
“A me piace molto di più fare geografi a in inglese che in modo tradizionale perché facendola in inglese imparo nuovi vocaboli, ma soprattutto mi ricordo meglio i procedimenti”. (Giovanna).
Riportiamo anche un esempio di rifl essione proposta due volte (all’inizio e a tre quarti del percorso) ad una classe terza di 19 alunni che stava seguendo il modulo CLIL sull’Africa.
Rifl etto su alcuni
aspetti del mio lavoro All’inizio del percorso CLIL Attualmente Le mie diffi coltà
Le mie preoccupazioni La mia partecipazione Ho lavorato in gruppo Ho lavorato in coppia Sapevo e so
Sono diventato bravo e quindi sono migliorato
Alla prima domanda “Le mie diffi coltà”, all’inizio del percorso 16 su 19 aff ermano di avere diffi coltà nella comprensione delle consegne dei testi. Alla fi ne del percorso, 18 su 19 scrivono di essere migliorati nella comprensione.
Alla seconda domanda “Le mie preoccupazioni”, all’inizio tutti esprimono l’ansia relativa allo svolgimento della geografi a in inglese. Alla fi ne dell’attività, 15 su 19 af-fermano di non avere diffi coltà, mentre 4 evidenziano ancora incertezze nello studio e nello svolgimento dei compiti.
La terza domanda riguardava “La partecipazione”. All’inizio solo 5 rispondevano di partecipare attivamente. Tutti gli altri scrivevano di partecipare raramente o mai.
Alla fi ne la situazione si è rovesciata: 15 scrivono di partecipare di più e spesso con entusiasmo.
La quarta domanda riguardava “Il lavoro in gruppo”. All’inizio 16 su 19 hanno già un’esperienza positiva con il lavoro di gruppo. Alla fi ne tutti aff ermano di aver lavorato bene in gruppo.
Per la quinta domanda “Il lavoro in coppia” all’inizio 9 parlano di diffi coltà. Alla fi ne tutti scrivono di aver lavorato bene in coppia.
La sesta domanda chiedeva risposte su “Sapevo e so”. All’inizio tutti scrivono di non sapere niente o quasi dell’argomento svolto in modalità CLIL. Alla fi ne tutti di-cono di sapere abbastanza o molto dell’argomento trattato.
Alla richiesta di rifl ettere su “Sono diventato bravo e sono migliorato”, 18 aff erma-no di essere migliorati: chi nell’apprendimento di coerma-noscenze, chi nell’inglese, chi nelle modalità di operare in coppia o in gruppo. Uno aff erma di non essere migliorato in nessuna abilità.
Il questionario rivolto ai genitori ha fatto registrare indici di soddisfazione nella quasi totalità delle risposte. Qui di seguito è riportato il questionario presentato ai genitori al termine dell’attività svolta nell’anno scolastico 2004/2005.
Se prendiamo in considerazione la domanda relativa alla motivazione e alla soddi-sfazione dei loro fi gli nell’aff rontare l’attività CLIL, su 19 risposte ottenute,:
12 hanno messo in evidenza che i loro fi gli erano molto motivati e molto soddisfatti,
•
6 abbastanza soddisfatti e motivati, 1 poco soddisfatto e motivato.
Alla domanda “Ritenete che sia stata un’esperienza signifi cativa”, 15 hanno risposto molto, 3 abbastanza, 1 non so.
Uguali le risposte date alla domanda successiva “Vi piacerebbe che i vostri fi gli aves-sero una possibilità simile (apprendere una materia in inglese ) anche alle superiori? ”