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Le percezioni degli alunni

Nel documento e allora....CLILpdf (pagine 133-137)

2. RISULTATI COMPLESSIVI DELLE SPERIMENTAZIONI NELLE VALUTAZIONI DEGLI ATTORI

2.1 Le percezioni degli alunni

Per quanto riguarda il successo dell’iniziativa presso gli alunni, a Predazzo l’inse-gnante di matematica in inglese, rammaricata del fatto di non essere nemmeno riu-scita a somministrare loro le schede di valutazione del percorso, sottolinea comunque come “l’interesse suscitato dall’iniziativa [sia] rimasto sempre alto” (cfr. p. 281).

A Telve le docenti hanno messo in luce i risultati di alcuni momenti di metacognizione e di un questionario di valutazione somministrato agli alunni all’inizio e verso la fi ne di uno dei moduli (le stesse modalità di rilevazione sono state utilizzate anche nelle altre classi). Alcune osservazioni degli alunni sono particolarmente signifi cative perché rivela-no, con lessico diretto di adolescenti, il ruolo e il valore della lingua straniera nel processo di apprendimento di una materia non linguistica:

“Preferisco fare geografi a in inglese perché sono più attento ad ogni singola paro-la” e “A me piace molto di più fare geografi a in inglese che in modo tradizionale perché facendola in inglese imparo nuovi vocaboli, ma soprattutto mi ricordo meglio i procedimenti” (cfr. p. 178).

Per quanto riguarda le percezioni degli alunni rispetto al proprio apprendimento, e quindi indirettamente il loro grado di soddisfazione, praticamente tutti dichiarano di es-sere migliorati nella comprensione della lingua, tutti dicono di sapere abbastanza o

mol-to dell’argomenmol-to trattamol-to. Complessivamente, la maggior parte degli alunni si dichiara soddisfatta delle modalità di lavoro e del loro livello di partecipazione, e alla fi ne 18 su 19 aff ermano di essere migliorati: chi nell’apprendimento di conoscenze, chi nell’inglese, chi nelle modalità di operare in coppia o in gruppo. Uno soltanto aff erma di non essere migliorato in nessuna abilità.

Alla fi ne di ciascun anno scolastico, a Telve la consulente ha anche eff ettuato un’in-tervista di gruppo per classe. I risultati complessivi hanno confermato appieno quanto già emerso dai questionari: gli alunni hanno sempre espresso soddisfazione per i mo-duli CLIL, e hanno dichiarato che avrebbero visto con favore il proseguimento dell’ini-ziativa anche negli anni a venire. Questo è valso anche per gli alunni delle due classi III della sperimentazione del primo anno, che stavano per lasciare la scuola media per frequentare il Polo scolastico dell’Istituto di istruzione superiore a Borgo Valsugana.

Nella sperimentazione di geografi a in inglese a Predazzo, gli alunni hanno risposto ad un questionario fi nale di valutazione del modulo. Le risposte della classe II (21 questiona-ri consegnati) sono state per le docenti “un’ultequestiona-riore prova della validità del progetto”:

sull’utilità del modulo CLIL in generale (dom. n. 2) 10 alunni si sono espressi con “molto”, 10 alunni con “moltissimo”;

sull’effi cacia del modulo per imparare l’inglese (dom. n. 4), 10 hanno risposto

“molto”, 7 “moltissimo”;

sull’effi cacia del modulo per imparare la geografi a (dom. n. 5), le risposte sono state più diversifi cate: 3 alunni hanno risposto “poco”, 6 “abbastanza”, 9

“molto” e 3 “moltissimo”;

alla domanda chiave (n. 6) se avrebbero voluto ripetere l’esperienza l’anno dopo e imparare altre materie in lingua straniera, 17 alunni hanno risposto

“sì”, 4 “no”;

all’ultima domanda “Dai un voto al progetto CLIL”, nessuno ha dato un giudizio negativo, 4 alunni hanno optato per “ok”, 3 per “good” e 14 per “very good”.

(cfr. p. 220)

L’anno dopo, la classe III, già II (20 questionari consegnati) ha risposto ad un que-stionario leggermente modifi cato rispetto a quello dell’anno precedente (cfr. p. 235).

Anche questi risultati sono stati molto confortanti per le docenti. Ecco le risposte più signifi cative:

sull’utilità del modulo CLIL in generale (dom. n. 2) 10 alunni si sono espressi con “molto”, 7 con “moltissimo”;

sull’effi cacia del modulo per imparare l’inglese (dom. n. 4) le risposte sono risultate più diversifi cate rispetto all’anno prima: 1 alunno ha risposto “poco”,

4 “abbastanza”, 6 “molto” (4 in meno dell’anno precedente), 9 “moltissimo” (2 in più dell’anno precedente);

sull’effi cacia del modulo per imparare la geografi a (dom. n. 5), 2 alunni hanno risposto “poco”, 3 “abbastanza”, 9 “molto” (stesso numero dell’anno preceden-te) e 6 “moltissimo” (3 in più dell’anno precedenpreceden-te);

alla domanda n. 6, se avrebbero voluto ripetere l’esperienza l’anno dopo e imparare altre materie in lingua straniera, 19 alunni (2 in più dell’anno prece-dente) hanno risposto “sì”, 1 soltanto “no” (3 in meno dell’anno preceprece-dente);

all’ultima domanda “Dai un voto al progetto CLIL”, di nuovo nessun giudizio negativo, 4 alunni (stesso numero dell’anno precedente) hanno optato per

“ok”, 10 (7 in più dell’anno precedente) per “good” e 6 (8 in meno dell’anno precedente) per “very good”.

Le motivazioni rispetto alle diff erenze di percezione tra i due anni scolastici per quanto riguarda la domanda 6 verranno messe in luce nel seguito.

Sempre a Predazzo, nel modulo di geografi a in tedesco, le docenti hanno som-ministrato in una classe un questionario fi nale di valutazione (cfr. p. 263), e hanno invece fatto esprimere liberamente gli alunni nell’altra (cfr. p. 272). Nella classe che ha risposto al questionario le docenti riportano soltanto alcuni dati aggregati, e cioè che quasi all’unanimità gli alunni hanno trovato “facili le lezioni”, “diffi cili le verifi che”, e hanno avuto “l’impressione di aver studiato più tedesco che geografi a” (cfr. p. 263).

Nell’altra classe, che era stata sdoppiata per permettere ad un gruppo di alunni di non frequentare il modulo CLIL e di continuare a fare geografi a in italiano con la docente di lettere, due alunni non si sono espressi. Tra quelli che hanno seguito il modulo CLIL, la percezione di aver fatto più tedesco che geografi a è stata condivisa con l’altra classe (cfr. p. 263). Per il resto, la maggior parte delle risposte (cfr. p. 272) esprimono soddisfazione sia per gli apprendimenti (tanto in tedesco come in geografi a) che per la scelta degli argomenti, che per la metodologia usata dall’insegnante. Una risposta riporta lo “spiazzamento” dell’alunno/a rispetto al cambiamento nel programma in-tervenuto in corso d’opera nel modulo (messo in evidenza anche dalla docente CLIL nel suo documento). Due alunni invece non hanno gradito l’esperienza: uno lo motiva con un “forse perché non ho preso voti alti”, il secondo si limita a dire “non mi ispira la geografi a in tedesco” senza fornire altre spiegazioni. Infi ne, un’alunna che non ha parte-cipato al modulo CLIL motiva così la sua scelta: “Non ho parteparte-cipato al gruppo di CLIL perché non sono brava in tedesco e non volevo abbassare il mio voto di geografi a”. Come si vede, la preoccupazione rispetto al voto sembra giocare una parte importante nella caduta di motivazione rispetto all’esperienza, anche in alunni di soli 13-14 anni. Da

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servazioni dirette in classe, la docente di lettere del team aff erma infi ne che “in almeno due casi, il loro atteggiamento e la loro disponibilità verso i contenuti proposti sono stati nettamente superiori rispetto alle ore di lezione di geografi a canoniche” (cfr. p. 254).

Per quanto riguarda infi ne il modulo di stampa in inglese all’Istituto “Artigianelli”

di Trento, anche in questo caso i docenti riportano (cfr. fi le excel presente sul sito IPRASE) i risultati di un questionario di valutazione a risposta aperta, in cui era possibile talvolta anche dare più di una risposta per domanda. Alcuni dati sono pre-sentati aggregati per risposte simili:

Alla domanda “Ti è piaciuta l’attività/ progetto CLIL?” 14 risposte sono state aggregate in “è un modo divertente e utile per apprendere sia stampa che inglese insieme con i compagni”, 10 in “sì, perché è un’attività nuova e interessante e si impara di più”.

Alla domanda “Che cosa ti è piaciuto di più?”, le risposte più numerose sono state “Lavorare in gruppo con i compagni per individuare le parti della macchi-na” (13 risposte), “Dare le defi nizioni delle varie parti in inglese” (12 risposte),

“Il brainstorming sui termini della grafi ca” (8 risposte), e “Classifi care i termi-ni secondo la loro appartenenza a pre-stampa e stampa” (7 risposte).

Per quanto riguarda le diffi coltà incontrate, 14 alunni hanno segnato “De-scrivere in inglese le funzioni delle varie parti della macchina e delle operazioni dello stampatore” [focus sulla lingua], 11 alunni “Capire le parole che non co-noscevo” [focus sulla lingua], 8 alunni “Trovare le parole per dire le varie cose”

[focus sulla lingua], mentre “Capire il senso delle attività” [focus sul contenu-to] ha avuto una sola risposta.

Alla richiesta di esprimere come si erano sentiti durante il modulo, gli alunni hanno risposto principalmente: “Curioso e stimolato” (11 risposte), “Coinvol-to e interessa“Coinvol-to” (8 risposte). 5 risposte ciascuna hanno avu“Coinvol-to “Disorienta“Coinvol-to ma curioso” e “Motivato a scoprire quello che sapevo fare in inglese”, mentre soltanto due risposte sono state negative: “Disorientato” :1 risposta, “Scorag-giato perché c‘erano troppe parole che non capivo”: 1 risposta.

Alla domanda “Che cosa cambieresti?” gli alunni hanno risposto in modo molto positivo, ma anche fornendo opinioni interessanti, senz’altro utili spunti per il proseguimento della sperimentazione CLIL nella scuola: “nien-te, va bene così” (14 risposte), “ci dovrebbero essere più lezioni, almeno un’ora [in più] alla settimana” (2 risposte), “farei più lavoro di gruppo” (2 risposte),

“cambierei le presentazioni in powerpoint, andrei a lavorare direttamente sulle macchine” (2 risposte).

Alla domanda “Scrivi due o tre cose che ti ricordi meglio” la quasi totalità degli alunni (19 risposte su 21) ha risposto “mi ricordo meglio le parti della macchina”.

Infi ne, all’ultima domanda: “Scrivi cosa hai imparato a fare”, 15 alunni hanno risposto “ho imparato a riconoscere le parti della macchina in inglese [focus sulla lingua], e dire a cosa servono [focus sul contenuto]”, 7 “ho imparato a dialogare meglio e a formare nuove frasi più complesse” [focus sulla lingua].

Infi ne, un’ulteriore prova dell’impatto positivo della sperimentazione sugli alunni è riportato dai docenti del modulo, che scrivono:

“Quando, poi, è stato necessario sospendere le sessioni CLIL per il viaggio di istruzione o per modifi che di orario impreviste, gli allievi chiedevano con insi-stenza che fossero riprese al più presto”. (cfr. p. 309)

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