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Dottoranda in Tecnologie dell’Architettura e dell’Ambiente

XXIII ciclo

suale, attraverso quelle “chiavi di lettura della moder- nità industriale che”, come afferma Eduardo Vittoria, “aiutano a comprendere come la cultura del fare sia parte integrante (e non aggiuntiva) della identità del progetto di architettura, inteso, appunto, quale insieme delle tecniche di trasformazione del mondo fisico” . Nell’intervento sull’edilizia scolastica esistente, inol- tre, si è inteso sperimentare il metaprogetto come strumento metodologico flessibile per il raggiungi- mento di una qualità durevole, attraverso l’approccio sistemico al processo di progettazione, costruzione e uso dell’edificio. In questa prospettiva sono ripropo- sti come paradigmi dell’innovazione i caratteri di fles- sibilità e leggerezza, riletti attraverso le esplorazioni offerte dalle ibridazioni tra sistemi vecchi e nuovi, leggeri e pesanti, rigidi e flessibili, che si presentano nell’intervento sul costruito.

Condizioni di necessità come motori dell’innovazione Una profonda trasformazione investe il settore del- le costruzioni. Il principio della sostenibilità, diventa- to uno dei paradigmi della contemporaneità, è sta- to ampiamente recepito dall’industria delle costru- zioni, che ha immesso su un mercato attento nuovi prodotti con forti potenzialità innovative sull’intero processo edilizio. Si sono affermate anche nuove esigenze di sicurezza, sia nelle fasi di costruzione che nelle fasi di gestione degli edifici. L’Europa e i suoi Stati hanno a loro volta programmato e nor- Introduzione

Il presente contributo è frutto di una riflessione sul- le trasformazioni che si rendono necessarie nell’edi- lizia scolastica, condotta in riferimento al bando EQF (Educational Quality Facilities) della Regione Campania per il miglioramento della qualità degli edi- fici scolastici. Il bando, emanato alla fine del 2009, ri- chiedeva progettazioni di interventi di miglioramen- to dei livelli qualitativi degli edifici relativi a cinque aspetti: spazi impianti e attrezzature connesse, quali- tà dell’architettura anche con funzioni simboliche, contenimento dei costi di gestione, salubrità e sicu- rezza, sostenibilità ambientale. L’adeguamento richie- deva di trasformare i manufatti esistenti per rispon- dere alle nuove esigenze determinate dalle innova- zioni della didattica, dal rispetto delle nuove norme sul contenimento energetico e sulla sicurezza, dalla diffusione di una nuova etica verso la sostenibilità ambientale che rendesse l’edificio stesso “manifesto” di una visione ecologica. Si è andato così a configu- rare un particolare caso di intervento di retrofit, che richiedeva tanto l’aggiornamento tecnico-funzionale quanto un intervento fortemente innovativo, esibito e leggibile, con valenza educativa e comunicativa. La riflessione condotta intende proporre un approc- cio metodologico al progetto di intervento sul co- struito che si fonda sull’innovazione esplorata come un processo culturale in cui si integrano i molteplici aspetti tecnologico-costruttivo, configurativo e proces-

1. Studi di metaprogetto per addizioni volumetriche prefabbricate su edi- ficio esistente

formatici e multimediali diffusi e interattivi. Tutti gli spazi dovranno essere flessibili perché le attività sa- ranno mutevoli, e la scuola dovrà essere in grado di espandersi e contrarsi in funzione delle condizioni di frequenza degli allievi. Gli edifici scolastici non sono più limitati ad un uso antimeridiano, ma in essi si svol- gono attività lungo tutta la giornata, destinate all’inte- grazione formativa per gli allievi e per la comunità esterna, che vi trova un punto di riferimento come incubatore sociale.

Da questo rinnovato quadro di esigenze d’uso di- scende la necessità di una ridefinizione dei requisiti del sistema ambientale dell’edificio scolastico. Nell’ambito del progetto EQF della Regione Campania i requisiti richiesti sono: flessibilità e adat- tabilità degli ambienti alle variazioni d’uso e dimen- sionali, dotazione di nuove tecnologie anche con va- lore di input educativi (Building automation, rispar- mio energetico e fonti alternative), sicurezza attiva e passiva, eliminazione delle barriere architettoniche, progettazione integrata di arredi ed attrezzature, qualità ambientale (materiali sani, uso dei colori e della luce, qualità degli spazi), risparmio e riduzione dei costi, impianti ecosostenibili. L’edificio, inoltre, de- ve diventare esso stesso un “educatore alla sosteni- bilità” attraverso la qualità delle soluzioni progettuali e costruttive che esibisce.

La riqualificazione degli edifici scolastici

L’obsolescenza degli edifici scolastici esistenti è riferi- ta non solo a condizioni strettamente costruttive (si- curezza e comportamento energetico) ma anche a qualità prestazionali legate all’uso e alla funzione. La loro riqualificazione passa quindi attraverso una serie di interventi tesi a trasformare i “contenitori scolasti- ci” in organismi in grado di adattarsi alle nuove e mu- tevoli prestazioni ad essi richieste.

L’intervento di riqualificazione tende a implementare le qualità dell’esistente senza distruggerne delle par- ti. Ciò sia per una scelta di massimizzazione di riuso dell’esistente, sia perché in un gran numero di scuo- le esiste un reale fabbisogno di nuovi spazi per allo- care nuove funzioni. La soluzione più idonea appare quella che procede per addizioni da realizzare con si- stemi leggeri a secco.

Le addizioni possono essere sovrapposte o accosta- te, interne o esterne, appoggiate o indipendenti. La scelta delle tipologie da adottare, le soluzioni pro- mato gli interventi per la sostenibilità e la sicurezza,

riferiti alle nuove costruzioni e alla riqualificazione dell’esistente.

A fronte, quindi, del mutare delle concezioni costrut- tive della nuova edilizia, le costruzioni esistenti pre- sentano livelli di qualità non più adeguati e hanno bi- sogno di trasformazioni che consentano il ripristino delle condizioni minime richieste. In particolare il pa- trimonio scolastico necessita di interventi di adegua- mento normativo e prestazionale, per quanto riguar- da i comportamenti energetici e la sicurezza struttu- rale e d’uso, ma anche, come dirò in seguito, per ri- spondere alle esigenze funzionali rese necessarie dal- le nuove prospettive della didattica.

La concomitanza tra la necessità di interventi di ri- qualificazione dell’edilizia, la nuova qualità richiesta dalle pubbliche amministrazioni, l’introduzione sul mercato di prodotti innovativi2, l’aggiornamento del-

le capacità operative delle imprese edili3, determina

una rinnovata spinta verso l’innovazione del proces- so e del prodotto edilizio. Occorre quindi “pensare l’innovazione”4per sperimentare un processo meto-

dologico in grado di determinare la qualità delle tra- sformazioni.

Nuove qualità dell’edificio scolastico

L’edificio scolastico, in quanto luogo di formazione, deve rispondere ai requisiti funzionali e distributivi richiesti dalle modalità di conduzione dell’attività di- dattica. Il sistema formativo in relazione al quale so- no state emanate nel 1975 le norme italiane per l’e- dilizia scolastica è diventato obsoleto parallelamente all’evoluzione e alla diffusione degli strumenti tecno- logici di comunicazione. Il computer, il web, i sistemi digitali multimediali si sono progressivamente diffusi nei contesti lavorativi e nella vita quotidiana, e la scuola si è trovata ad essere più arretrata della so- cietà per la quale formava i giovani.

L’introduzione delle nuove tecnologie nella didattica5

e le innovazioni introdotte dalla circolabilità dei titoli di studio in ambito europeo, che prevede una strut- turazione della didattica “per competenze”, richiedo- no una ridefinizione degli “ambienti di apprendimen- to”, e a ciò deve corrispondere una riorganizzazione degli spazi nei quali si svolgono le attività scolastiche. Le aule tradizionali coi banchi dovranno trasformarsi in laboratori, consentire la didattica per gruppi di di- mensione variabile, essere attrezzate con sistemi in-

2. Ipotesi di nuova addizione esterna addossata, con copertura verde praticabile

per la costruibilità e per la definizione e il controllo delle prestazioni dell’edificio.

L’approccio al progetto per “sistemi aperti” definisce un impianto metodologico che consente l’elabora- zione di soluzioni nella prospettiva della flessibilità. della adattabilità e della reversibilità. Un riferimento strutturato si trova nella normativa tecnica di setto- re, declinata nelle norme che l’UNI ha emanato sin dal 1978 in relazione all’organismo edilizio e al pro- cesso edilizio intesi come “sistemi”. La normativa tec- nica, assunta e condivisa dai tecnologi, costituisce un sistema di base intorno al quale si è struttura la ri- cerca e la riflessione e costituisce un fondamento or- ganizzato per il progetto. Il riferimento alla normati- va è stato quindi utilizzato per affrontare il tema del- la gestione della progettazione nella prospettiva del- l’innovazione, al fine di inserire la riflessione in un quadro organico nel settore della Tecnologia dell’Architettura.

La concezione sistemica è stata presa a riferimento per la strutturazione del percorso metodologico. Come afferma G. Nardi6, essa riconduce ad un uni-

co processo ideativo l’approfondimento di tutti gli ambiti specialistici, in maniera non differente dalla

techné della civiltà preindustriale, anche se con un

gettuali e le tecnologie impiegate sono elaborate at- traverso una fase di metaprogettazione che mette a sistema tutte le esigenze (funzionali, estetiche, confi- gurative, distributive, costruttive, economiche, di co- involgimento dell’utenza).

Il processo della progettazione

Una nuova attenzione è rivolta al processo di defini- zione del progetto di architettura. Sulla scorta del pensiero di Eduardo Vittoria, che definisce il proget- to come un “percorso non ascrivibile nelle griglie di astratte logiche accademiche, ma volto ad acquisire nuovi valori conoscitivi sui quali fondare un lavoro progettuale colto e pensante” si sperimenta un per- corso inclusivo, scientificamente strutturato, teso a consolidare “l’idea del sapere come costruzione”. La complessità suggerisce un approccio sistemico sia al- la progettazione del manufatto edilizio, sia alla ge- stione delle fasi del progetto. Valore strategico assu- mono la metaprogettazione in fase preliminare, per definire ed elaborare i requisiti richiesti dalle nuove istanze della sostenibilità e della socialità, e la proget- tazione esecutiva, che in un contesto produttivo orientato verso i sistemi costruttivi a secco e l’im- piantistica intelligente diviene strumento essenziale

3. Ipotesi di nuovo volume all’interno di un atrio esistente

4. Ipotesi di nuovo volume nella corte che deriva dallo svuotamento di un atrio esistente

Nomadismo culturale e approccio sistemico

Il fattore di innovazione nell’approccio al processo edilizio per “sistemi aperti” è costituito dalle poten- zialità di risposta che esso offre al nomadismo cul- turale contemporaneo, che richiede soluzioni trans- itorie e trasformabili in luogo di sistemi rigidamen- te configurati. La velocità dei cambiamenti degli sce- nari sociali, le evoluzioni delle tecniche e le ragioni dell’economia di mercato determinano le condizio- ni per la rapidissima obsolescenza dei prodotti ma- teriali, e tra questi anche dei prodotti edilizi. La fles- sibilità d’uso, l’integrabilità e la trasformabilità assu- mono quindi una rilevanza forte nel quadro delle esigenze, e richiedono di essere equilibrate da solu- zioni configurative e costruttive che mettano al centro la sostenibilità ambientale, con particolare riferimento alla riduzione del consumo di risorse, riuso e riciclo dei materiali, risparmio energetico in fase di produzione e in fase d’uso. Nel caso dell’e- dilizia scolastica a queste si aggiunge l’esigenza di definire spazi ad elevato valore simbolico, in grado di trasferire conoscenza.

L’edificio deve diventare il “terzo educatore”, dopo la famiglia e la scuola, ed anche un manifesto dell’”uto- pia del cambiamento”. Innovazione e transitorietà di- ventano quindi paradigmi strutturali attraverso i qua- li rileggere il processo edilizio.

L’approccio proposto individua nella fase di meta- progettazione un aspetto strategico del progetto che, sulla base di dati quantitativi e qualitativi acquisi- ti e organizzati, è finalizzato alla assunzione di deci- sioni che costituiranno gli elementi fondanti del pro- getto, sia dal punto di vista tecnologico-funzionale che dal punto di vista lessicale-spaziale. Ad essa sono affidati la gestione e l'indirizzo strategico del proces- numero di variabili di gran lunga più elevato. Il pro-

gettista deve farsi carico della capacità di sintetizzare le molteplici questioni che riguardano il progetto di architettura, fino alla conoscenza delle possibilità e dei vincoli produttivi e costruttivi, assumendo anche il compito di delineare le modalità e i procedimenti per guidare il processo esecutivo.

L’opera edilizia, considerata sotto forma di “sistema”, come insieme strutturato di un sub-sistema ambien- tale e di un sub-sistema tecnologico, consente di de- scrivere, e quindi comunicare e interpretare, l’ogget- to edilizio nella sua complessità, codificando così la visione sistemica in un quadro definito e controllabi- le sia nelle fasi del progetto che nelle fasi della rea- lizzazione. L’articolazione normativa costituisce uno strumento per analizzare e decodificare la comples- sità del progetto di architettura e governarne lo svi- luppo attraverso l’approfondimento delle numerose variabili (fisiche, tecniche, percettive, spaziali, sociali, funzionali, costruttive, economiche, procedurali) che in esso concorrono e attraverso l’individuazione del- le parti del sistema edilizio e lo studio delle relazioni che tra quelle parti si instaurano.

5. Ampliamento di edificio scolastico con sistema prefabbricato volumetrico

6. Nuovo sistema di schermatura solare su edificio scolastico esistente

esigenze della società”8. L’intervento sull’edilizia sco-

lastica esistente si presenta così come occasione di praticare ibridazioni sul costruito, nelle quali l’intro- duzione delle tecnologie industrializzate sperimenta l’efficacia del rapporto tra sistemi differenti, massi- mizzando le qualità di ciascuno di essi. E’ una speri- mentazione tanto più significativa in relazione ai nuovi requisiti che le rinnovate esigenze della didat- tica e della qualità eco-ambientale presentano ai progettisti.

Conclusioni

“Nell’evoluzione storica delle tecniche, si è andata af- fermando un’idea di tempo non riferita solamente al- la vita dell’edificio, ma piuttosto all’uso che ne fa l’u- tente: quest’idea si basa sul confronto e sulla colla- borazione, e non sul dominio, tra uomo e natura, gra- zie alle nuove tecniche che favoriscono la leggerezza e la reversibilità del costruire”. Questa frase di Eduardo Vittoria ben sintetizza i presupposti che so- so di transizione tra la fase di istruttoria del proget-

to (raccolta dei dati e analisi) e la fase di formalizza- zione e sintesi dello stesso.

Costruzione a secco, flessibilità e ibridazione

L’approfondimento sui caratteri specifici dei processi costruttivi dell’assemblaggio a secco di prodotti edi- lizi innovativi, in particolar modo se posti in relazione coi sistemi tradizionali, apre una prospettiva di lettu- ra del processo edilizio ancora da esplorare nelle po- tenzialità offerte dalla complessità delle variabili in gioco.

L’innovazione di prodotto costituita dai sistemi co- struttivi prefabbricati a secco, è sostenuta da una so- stanziale innovazione di processo che affida al pro- getto e alla organizzazione delle fasi previsionali e programmatorie dell’intervento un ruolo centrale. In particolare il progetto architettonico e costruttivo si basa su un approccio per “sistemi aperti” intesi come un insieme di regole che il progettista può conside- rare per utilizzare componenti già presenti sul mer- cato. La compatibilità tra componenti diversi si affi- da, in tal modo, a una serie di “regole del gioco” che stabiliscono i requisiti necessari affinché un prodotto o un componente possa entrare a far parte del si- stema. Assume quindi grande rilevanza la fase di me- taprogettazione della soluzione costruttiva caratte- rizzata dall’ individuazione del quadro dei requisiti, cui segue il confronto e la selezione di sistemi e tecno- logie disponibili sul mercato.

L’intervento di riqualificazione dell’edilizia scolastica ben si presta all’utilizzo di tecnologie leggere a secco, sia per i requisiti di flessibilità e adattabilità che ad es- se sono connaturati, sia per la possibilità che esse of- frono di integrarsi con le strutture esistenti.

Le tecnologie “a secco” hanno raggiunto uno stadio maturo di definizione e stanno progressivamente entrando nell’uso edilizio corrente. L’evoluzione della ricerca si indirizza verso riflessioni sulle possi- bili ibridazioni di tali sistemi con tecnologie più tra- dizionali “in opera”, così da ottimizzare le prestazio- ni complessive, in particolare energetiche e d eco- nomiche7.

Già nel 2000, d’altronde, Eduardo Vittoria ricordava che “la serialità del prodotto, con tutto ciò che essa ha comportato, è un principio di progettazione da- tato al quale oggi si sostituisce una “ars combinato- ria” flessibile, aderente alle mutevoli e contrastanti

Riferimenti bibliografici Sinopoli N., Tatano V. (2002)

Sulle tracce dell’innovazione tra tecniche e architettura,

ed. F. Angeli, Milano Rinaldi S., (2003)

Tecniche e materiali per la costruzione dell’architettura,

in Amirante I., Muzzillo F. (a cura di) Progetto e

Costruzione, ed. Graffiti, Napoli, pp. 61- 67

Di Battista V, Giallocosta G, Minati G., (a cura di), (2006)

Architettura e approccio sistemico, ed. Polimetrica,

Milano

Note

1. Vittoria E., Prefazione, in AA.VV., Argomenti per il costruire contempora-

neo, F. Angeli, Milano, 1995.

2. Il settore edilizio sta progressivamente acquistando un ruolo econo- mico di rilievo, e di conseguenza anche l’industria sta specializzando i prodotti destinati all’edilizia, dai quali riesce a trarre un consistente valo- re aggiunto.

3. Il valore assunto dal mercato immobiliare fa nascere una concorren- za nell’offerta fondata sulla qualità del prodotto edilizio.

4. Si fa riferimento alla riflessione proposta da M. Perriccioli in “Innovazione e tecnologia dell’architettura” negli Atti delle “Giornate di studio sull’Innovazione Tecnologica – Incontri dell’Annunziata IV edizio- ne, 2002, pagg. 11-12.

5. Si veda il Progetto Cl@ssi 2.0 avviato nel 2006 dall’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica per sperimentare modelli di innovazione che possano generare buone pratiche d’utilizzo delle tec- nologie nelle scuole.

6. cfr. G. Nardi, Sull’innovazione e sull’architettura per sistemi, in I linguaggi della riabilitazione a cura di R. Giuffrè, C. Trombetta, G. Foti, ed. Rubettino, 2003.

7. cfr. M. Imperadori, Ibridazione tra sistemi isolati e inerziali, in www.theoptimizer.it/innovazione/ evoluzione-dellinvolucro

8. E. Vittoria, Il design della scena urbana, in “Design 2000”, a cura di E. Mucci, F. Angeli, Milano, 1994.

no stai assunti alla base della ricerca condotta. L’edificio scolastico, per la sua funzione di raccordo tra cultura e società e per la sua presenza necessaria nei tessuti urbani, può proporsi come facilitatore di un cambiamento culturale, tanto per l’uso quanto per il progetto. Considerare flessibilità e ibridazione come paradigmi del progetto e del processo del progettare può consentire il trasferimento di nuove qualità nel patrimonio costruito.

L’esercizio della valutazione