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i segni cangianti del mondo e del tempo”11.

L’architettura, nella esperienza vissuta di Vittoria, ar- chitetto, designer, urbanista, e nello sguardo al futu- ro che ancora lo animava, sulla soglia della conclu- sione della sua vita, quando nel 2008 gli fu conferi- to dalla SITdA il titolo di Socio onorario e tenne una mirabile lectio magistralis12, si sottrae così ad

una solitaria presenza, supera la tentazione di una volontà unificante che le era stata propria negli an- ni Cinquanta del secolo scorso, per approdare ad un pensiero concreto che investe l’ambiente antro- pico, l’insieme degli oggetti, dei manufatti, delle col- ture, “parti integranti di una nuova struttura ecolo- gica”13.

L’attualità del pensiero di un protagonista della sto- ria dell’architettura, come è stato Vittoria, si misura dalla sua opera, ma la sua opera è stata in gran par- te anche il suo appassionato impegno universitario. Per questo motivo è pregevole l’iniziativa degli “Incontri dell’Annunziata” di chiedere oggi a giova- ni studiosi di riflettere sul pensiero di Vittoria a par- tire dal loro stesso impegno di ricercatori in forma- zione. Questa richiesta ha portato a conoscere i suoi scritti e le sue opere anche a chi forse non ne aveva una conoscenza approfondita, pur apparte- nendo alla comunità dei tecnologi dell’architettura. Sono stati proposti tre temi illustrati da frasi tratte dagli scritti di Vittoria:

1. la tecnologia come strumento intellettuale; 2. l’operatività sperimentale come forma del pro- getto;

3. la ricerca tecnologica tra creatività e ragioni del- l’utile.

I paper presentati sono stati sottoposti ad una ri- gorosa revisione da parte del Comitato Scientifico. Nell’introdurre i paper che sono stati accettati e pubblicati è da evidenziare che i temi proposti so- no stati sviluppati dagli autori senza identificare pre- cisi confini fra l’uno e l’altro, piuttosto si può rileva- re che alcuni hanno tenuto maggiormente a svilup- pare il discorso sul piano teorico concettuale, altri a documentare risultati di ricerca che avvalorano le tesi proposte dai topics.

Sul piano teorico-concettuale sono stati da alcuni autori colti spunti significativi per confrontare il pensiero di Vittoria con prospettive di sviluppo del- la disciplina e di ampliamento dei suoi ambiti cono- scitivi e propositivi. Sul piano della identificazione di

campi di ricerca, strumenti, metodi di lavoro, il ri- chiamo all’esperienza e alle opere di Vittoria è ri- sultato, nella maggior parte degli scritti, un po’ più superficiale, pur evidenziando l’interesse dei giovani ricercatori nel trovare importanti convergenze fra i campi indagati oggi e le direzioni di ricerca seguite e promosse da Vittoria. Quest’ultima considerazio- ne invita ad approfondire maggiormente i suggeri- menti che il pensiero tecnico del Maestro può da- re oggi su tematiche prioritarie e su azioni di ricer- ca nel nostro campo.

Il fil rouge nelle ricerche dei giovani ricercatori L’immaginazione come strumento intellettuale per l’innovazione, secondo il pensiero di Vittoria e in rapporto ai contesti attuali della ricerca e del pro- getto, è al centro di molti dei paper presentati. Barucco muove dal concetto di Vittoria di “tecnolo- gie devianti” per inquadrare la visione anticipatrice del progetto, in particolare nel perseguire la eco- compatibilità del costruito. In questa ottica la pro- gettazione tecnologica, fondata su scenari e parte- cipata, si fa strumento di conoscenza delle prospet- tive di cambiamento. Emerge il tema della comuni- cazione fra gli attori del progetto, una comunicazio- ne innovativa “impegnata a fondere riflessione e im- maginazione”. Emerge il tema della progettazione “aperta” che opera per livelli, verifiche sperimentali e innovazione, un’architettura “duttile”, come pro- pone Tessarolo citando Eduardo Benvenuto, un’ar- chitettura con “capacità di previsione” citando Vittoria. E ancora: l’immaginazione come confluenza di saperi in una capacità di tessere relazioni e spin- gersi oltre i confini disciplinari, ma anche oltre le re- lazioni consolidate fra discipline, nel progettare gli spazi intesi come luoghi della vita dei cittadini, come argomenta Setola presentando una ricerca che, del- la tradizionale attenzione nel nostro settore alla re- lazione fra spazi ed esigenze sociali, coglie un aspet- to innovativo e attuale nella società complessa di oggi: lo spazio dei diritti sociali. Sempre Setola ri- corda, come fondamento della multidisciplinarietà del progetto, l’importanza che Vittoria dà alla “cu- riosità”: “l’architetto..è curioso” (mon ame se prend

a tout citando Montesquieu). La curiosità rappre-

senta la disponibilità del progetto a farsi coinvolge- re, a operare senza preclusioni, cercando di inter- pretare la realtà “in vista di una struttura architet-

tonica articolata e aperta a qualsiasi modificazione” come ricordano Frettoloso e Tortorelli, citando Vittoria. Questa accezione di architettura articolata e aperta travalica il riferimento agli aspetti tradizio- nalmente tecnologici (di cui ad esempio nella ricer- ca presentata da Rocco) per investire la scala del paesaggio (si veda sempre Frettoloso e Tortorelli e De Martino e Foglia) e la infrastrutturazione del territorio. Sibilla ritrova nel pensiero di Vittoria sul- la progettazione per una società complessa, nell’ap- proccio olistico, che emerge a superamento di vi- sioni unificanti, nella riflessione più matura sulle tec- nologie della contemporaneità, un’anticipazione ri- spetto ai temi attuali della ricerca sulle tecnologie innovative delle smart city e delle smart grid, secon- do un approccio sostenibile, che integra innovazio- ne tecnologica e innovazione sociale.

L’aspetto tuttavia più stimolante per i giovani ricer- catori nel confronto fra le proprie ricerche e il pensiero di Vittoria sembra essere stato colto in quel presupposto del suo pensiero che risiede nel- la conoscenza dei termini pratici dei temi di cui parla, in quell’essere stato direttamente implicato nell’oggetto delle sue riflessioni, in quella integra- zione fra il fare e il riflettere che è alla base del suo ruolo di docente e del suo impegno nell’Università. Con il suo contributo, importante ancora oggi, sul ruolo della ricerca sperimentale in collaborazione con l’industria, come ha ricordato Guazzo, per una sintesi che muove dalla precisa distinzione dei ruo- li, delle finalità e delle competenze. Questa integra- zione di ruoli distinti ci propone oggi un’interes- sante accezione del progetto nel quadro delle fi- nalità di formazione, ricerca e trasferimento tecno- logico dell’Università, testimoniata dalle ricerche dei giovani autori dei paper: il progetto come tra- smissione di conoscenze e cultura per una innova- zione capace di rispondere alla emergente doman- da di qualità e sostenibilità nella società contem- poranea.

La progettualità rivolta alla operatività sperimentale nel progettare con l’industria è l’argomento dei contributi presentati da Amantia, Beccarelli, Caltabiano, Colabella, D’Angelo, Innocenti, Oliveri, Parenti. Tali contributi forniscono elementi per in- quadrare e orientare la ricerca con l’industria in se- di universitarie di area tecnologica, nella prospettiva sopra indicata. In alcuni casi si tratta di ricerche a

supporto della progettazione innovativa di prodot- ti: strumenti di valutazione e campagne di prove; in altri di azioni progettuali a diverse fasi del progetto di prodotto; in altre ancora di azioni volte a studia- re o realizzare le condizioni di trasferimento delle conoscenze nella innovazione tecnologica. In tal senso ad esempio è proposto il ruolo della tecno- logia dell’architettura nel contributo di Beccarelli sulla creazione di Hub di Ricerca per l’innovazione in settori industriali caratterizzati da forte dinamica evolutiva, snellezza e qualificazione.

L’interesse questo esperimento

Il lavoro svolto dagli Autori e dal Comitato scienti- fico di questa giornata ha evidenziato l’interesse del metodo proposto, che sarebbe utile portare avanti anche in relazione al pensiero e alle opere di altri Maestri della Tecnologia dell’Architettura. Il pensie- ro di Vittoria rappresenta una sintesi vitale, che muove dalla sua personalità, fra cultura umanistica, tecnica-scientifica e progettuale, condotta ora sul fi- lo dell’immaginazione, ora sul fronte della responsa- bilità sociale, ora sul piano della concretezza opera- tiva. L’invito ai giovani ricercatori a presentare le proprie ricerche nel confronto con il pensiero di Vittoria è stato raccolto in modo diverso e con dif- ferenti disponibilità e capacità di riflessione critica, ma propone nel suo insieme un banco di prova de- gli statuti fondativi delle discipline del progetto tec- nologico, proiettati nella dimensione complessa e interdisciplinare propria della “curiosità” del ricerca- tore e del progettista.

A conclusione della introduzione ai lavori di questo incontro, mi preme ricordare una proposta specifi- ca e concreta che ci fece Vittoria al Convengo del- la SITdA “L’invenzione del futuro”, tenutosi a Napoli nel 2008: “Mi sembra opportuno suggerire la costi- tuzione di un centro studi indirizzato all’ Art de bâ-

tir (arte di costruire). Vera e propria officina speri-

mentale produttrice di idee e oggetti, aperta al la- voro individuale e collettivo di studenti e docenti animati da un sapere critico e dubbioso, nonché guidati da una intelligenza pluridisciplinare sulla for- ma più appropriata a designare la molteplicità im- manente della natura naturans, principio e ragione, di memoria spinoziana, che può ben assicurare an- che la forma del futuro paesaggio umanizzato e abi- tato del ventunesimo secolo.”

Note

1. cit. in Giovanni Guazzo (a cura di), Eduardo Vittoria: l'utopia come labo-

ratorio sperimentale, Gangemi, Roma, 1995, p.142, con riferimento ad un

intervento di Vittoria allo IUAV di Venezia nel 1990, pubblicato a cura di Nicola Sinopoli in Design italiano, quale scuola?, Angeli Milano 1990. 2. Si pensi al dibattito negli anni sessanta del XX secolo sulla industrializ- zazione e la innovazione in edilizia e alle sistematizzazioni concettuali a partire dalle teorie proposte da Gérard Blachére ( Savoir bâtir, 1966) e da Giuseppe Ciribini (Architettura e Industria , 1958; I componenti nel per-

formance design 1970).

3. “La conoscenza può sorgere tanto nel territorio del logos come in quello della poiesis. A quest’ultimo appartiene il progetto di architettura: si tratta di un campo specifico del sapere umano che rivendica il valore conoscitivo dell’azione e che, mediante la ragione del fare, raggiunge ri- sultati diversi da quelli della ragione speculativa” Carlos Martì Arìs, La cen-

tina e l’arco. Pensiero, teoria, progetto in architettura, Marinotti Edizioni,

Milano 2007 p.29

4. Eduardo Vittoria, “Tecnologia e progetto di architettura”, in M.C. Torricelli, A. Lauria (a cura di), Innovazione tecnologica per l’architettura. Un

diario a più voci, ed. ETS Pisa, 2004, p.189.

5. Fuller, R. Buckminster and McHale, J. , World Design Science Decade,

1965-1975, Southern Illinois University, 1963.

6. DESRIST International Conference on Design Science Research in

Information Systems and Technology :Global Perspectives on Design Science Research, 2010

7. Van Aken, J.E. and A.G.L. Romme (2009). "Reinventing the future: adding design science to the repertoire of organization and management studies". Organization Management Journal, 6, pp.5-12.

8. http://designsciencelab.org/what_is_the_design_science_lab/what_is_ design_science 2011

9. Si veda Manfredo Tafuri, Storia dell’architettura italiana 1944-1985, Einaudi, Torino 1982, pp. 47-54.

10. Eduardo Vittoria, “Il design della scena urbana”, in E. Mucci (a cura di),

Design 2000, F. Angeli, Milano 1994, pp. 49-54

11. Eduardo Vittoria, “L’invenzione del futuro: un’arte del costruire”, in SITdA L’invenzione del futuro, Napoli 7-8.03.2008, Atti a cura di M.De Santis, M. Losasso, M.R. Pinto, Alinea, Firenze 2008, p.157

12. La lectio magistralis di Eduardo Vittoria, al convegno della SITdA a Napoli L’invenzione del futuro 7-8 marzo 2008, è pubblicata negli atti di cui alla nota 8 e accessibile all’indirizzo web http://www.tecnologi.net/wp/?p=37

13. Dal discorso di Eduardo al suo insediamento come assessore al Centro storico e ai Beni culturali del comune di Napoli, 1975, http://www.progettinetwork.it ; roma 09.

I sessione