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ta espresse o sottese. Contestualizzando l’osser- vazione al mercato edilizio nazionale, segnato forse da una maggiore flessibilità dell’offerta in- novativa di prodotto e di servizio rispetto ad una più netta rigidità della domanda, andrebbero maggiormente focalizzate quali cose o stato di co-

se che ancora non esistono sembrano oggi per un qualche verso desiderabili e perché. Una disamina

delle dinamiche di mercato risulta funzionale a chiarire i dubbi sui destinatari dei vantaggi attiva- ti dalle dinamiche innovative e sulla loro natura motivazionale.

Motivazioni e vantaggi dell’innovazione

L’innovazione in edilizia può essere intesa come il ri- sultato di un volontario processo di sperimentazio- ne che, attraverso azioni e retroazioni interrelate da parte di soggetti anche molto distanti per natu- ra e finalità, produce un vantaggio che attiene tra- sversalmente alla sfera tecnico-scientifica ed alla sfera sociale di uno o più contesti. Si ritiene che questa duplicità nel risultato, laddove ottenuta, identifichi il più elevato livello di maturazione rag- giunto dall’innovazione introdotta.

Ne è un esempio il percorso sperimentale che ha caratterizzato la diffusione dell’uso delle superfici trasparenti in vetro per attuare mirate strategie di controllo climatico, di riduzione delle dispersioni termiche e di risparmio energetico, riflessi di un’e- sigenza di comfort espressa da un’utenza ampia e variegata. L’industria del vetro, stimolata da una ri- chiesta sociale sempre più diversificata, ha progres- sivamente orientato le attività di Ricerca&Sviluppo su più fronti: sulle potenzialità espressive, geome- triche e formali; sulle proprietà fisiche del materia- le; sulla qualità della composizione delle lastre; sul- la gestione degli involucri durante il periodo estivo. Processi ad effetto visivo di incisione chimica per satinatura, serigrafia, sabbiatura e stampa, hanno affiancato la ricerca della massima duttilità per ga- rantire una flessibilità d’uso anche in piegatura, nonché del controllo dell’apporto di luce e di go- verno dell’immissione del calore negli ambienti. Un’innovazione a tutto tondo che, dalle superfici bassoemissive ai vetri selettivi, ha sino ad ora pro- dotto risultati maturi in termini di vantaggio sia nel- la sfera tecnico-scientifica che nella sfera sociale e dal quale possiamo trarre un bilancio positivo. Introduzione

Una delle costanti che, con molte sfumature, emer- ge dal pensiero scientifico di Eduardo Vittoria, è il richiamo all’azione.

La tecnologia, letta in chiave di “impegno tecnolo- gico”1, si configura come “insieme di azioni”2 tese

ad individuare, con un “atto di immaginazione, una cosa o uno stato di cose che ancora non esistono e che sembrano per un qualche verso desiderabi- li”3.

L’innovazione è il frutto di una “operatività speri- mentale” sostanziata da azioni ed attività condivi- se -di ricerca critica, inventive - secondo una logica di fluida e permeante processualità e non di episo- dica volontà esplorativa.

Questa personale teoria dell’agire delinea, in Eduardo Vittoria, un orientamento culturale con- notato da spunti di auspicabile attualità. In primo luogo perché riconosce alla Cultura tecnologica della progettazione un ruolo di indirizzo operati- vo in ambito di progetto di valenza non soltanto disciplinare. In secondo luogo perché, preso atto dell’“interdipendenza esistente tra patrimonio strumentale dell’operosità umana e contesto cul- turale”4, stimola a mettere a sistema i numerosi

fattori di discontinuità tra la ragione dell’utile, la creatività e le più implicite (o nascoste) motiva- zioni economiche e socio-culturali di volta in vol-

1. Biblioteca universitaria di Utrecht (Wiel Arets, 2004) Particolari del motivo decorativo in facciata

2. Il Greenwech Millennium Village a Londra (1997)

Se è sensato sostenere che “in ogni possibile sce- nario di processo vengano prese in considerazione le motivazioni di tutti i partecipanti come parte dell’attività di innovazione”5, è altrettanto sensato

ritenere prioritaria sulle altre la motivazione so- ciale che interessa l’utenza e la collettività.

Obiettivamente, quando prevalgono le motivazioni economiche di un singolo operatore (la commit- tenza, l’azienda, l’impresa), può risultarne con- dizionata la traduzione dei presupposti inventivi e sperimentali alla base del processo innovativo in termini di vantaggio raggiunto, nonché esserne in- fluenzata l’identità, l’entità e la qualità delle risorse materiali ed intellettuali coinvolte. Non a caso, nel- l’ambito della teoria economica d’impresa, l’inno- vazione è un processo economico, che si identifica con uno dei fattori più efficaci di concorrenza tra le imprese, e che trova la ragione d’essere nel prin- cipio di convenienza e la finalizzazione nel profitto. Ma se, come ci suggerisce Eduardo Vittoria, lo scopo dell’innovazione è quello di sviluppare e

portare a compimento quelle operazioni di ricerca critiche e inventive che consentono di conciliare la

3. Il Greenwech Millennium Village a Londra (1997)

complesso del Greenwich Millennium Village ai Docks di Londra. A seguito di un ampio program- ma di monitoraggio e di analisi effettuate dalla Richard Hodkinson Consultancy sul raggiungimen- to degli obiettivi di carattere ambientale e sociale, si è potuto rilevare -rispetto ad un edificio di civile abitazione dotato di riscaldamento elettrico e costruito tradizionalmente- la riduzione dei con- sumi di energia primaria del 65%, la riduzione del- l’energia utilizzata per la realizzazione dei materiali da costruzione del 37%, la riduzione del consumo di acqua del 33%, la riduzione dei rifiuti del 65%, con la programmazione di successive pratiche di

demolizione selettiva, nonché il conseguimento del-

lo standard di certificazione ambientale massimo secondo la procedura di valutazione Ecohomes. E si è al contempo delineato un importante ruolo per l’impresa, che a fronte di una sensibile riduzione dei costi di costruzione del 37%, ha po- tuto garantire la riduzione dei tempi di realiz- zazione del 18% e si è sottoposta a processi di controllo della qualità per l’annullamento dei difet- ti di costruzione.

qualità dello spazio architettonico con la model- lazione del paesaggio, del territorio e del prodotto in- dustriale, è corretto attribuire all’ottenimento del

profitto il ruolo di una variabile di processo e non di una finalità. A supportare e sostanziare questa riflessione, interviene la diffusa circostanza che, laddove in sede progettuale vengono salvaguar- date le finalità collettive di benessere, affidabilità del sistema edilizio e salute, possono contestual- mente trovare accoglienza le legittime motivazioni economiche dell’azienda all’origine del prodotto e dell’impresa in sede di cantierizzazione.

Il successo di una iniziativa progettuale e costrut- tiva in termini di risultato tecnologico e sociale ot- tenuto può affiancarsi, senza motivo di conflitto, al successo di un’iniziativa produttiva e costruttiva che abbia impegnato risorse economiche sulla base di una preventiva valutazione dei vantaggi e dei rischi. E può stimolare l’impresa ad essere parte attiva e responsabile dell’intero processo. A titolo esemplificativo, si ricorda l’esperienza del- la seconda metà degli anni ’90 condotta per la ri- qualificazione ed il risanamento ambientale del

4. Il chain-linked model proposto da Kline e Rosenberg (1986)

4. Modello a quadranti della Ricerca di base ispirata all’uso - Il quadran- te rimasto vuoto rappresenta la possibilità che la ricerca sia motivata da pura curiosità

5. Modello dinamico di Stokes (1997) della Ricerca applicata guidata da metodi scientifici

imprese, che collaborano tra loro mettendo a sistema le proprie specifiche competenze; nel progettista, in collaborazione con l’impresa ai fini della realizzazione delle singole parti del progetto, o con l’Università od altro Ente di ricerca con proprie finalità; nell’Università od altro Ente in collaborazione con l’impresa.

Tra questi soggetti, è altresì da riconoscere all’Università un ruolo in una “fase più ‘a valle’ attraverso l’insegna- mento e la formazione”6.

In terzo luogo, stimola l’innovatore a brevettare l’Invenzione industriale (in accordo, per l’impresa, con un Marchio di fabbrica) con la finalità di essere il first

mover, malgrado la scarsa garanzia di piena difendibil-

ità del brevetto.

A titolo esemplificativo, l’attuale complessità di prati- cabili e diversificati processi innovativi e sperimentali nel settore delle costruzioni è ben rappresentata dal- l’edizione 2006 del Jec composites innovation award di Parigi.

Per la categoria dell’edilizia, furono premiati tre siste- mi finalisti, frutto di diverse esperienze di collabo- razione.

Il primo sistema, denominato Cr frames (Composite reinforcement), può dirsi l’antesignano delle arma- ture composte da tondini in fibre continue di car- Il ruolo della ricerca brevettuale

Sulla bse delle riflessioni sinora proposte, si ritiene che la Cultura tecnologica possa contribuire ad iden- tificare e a valorizzare sempre più i nessi tra le attiv- ità di ricerca, sviluppo e prototipazione praticata dalle possibili fonti di innovazione, le attività di brevettazione e marketing poste in essere dalle aziende, le attività di progettazione e realizzazione del bene edilizio, con il principale obiettivo di rendere espliciti i vantaggi, le fi- nalità e le motivazioni dei processi innovativi.

A tale scopo e nella direzione, auspicata da Eduardo Vittoria, di una prospettiva di ricerca rivolta alla acqui-

sizione di studi analitici, critici e tecnologici, potrà essere

indagata l’attualità dei modelli delle dinamiche inno- vative di tipo interattivo, che si radicano nel principio del mix tra technology push e demand pull.

Come teorizzato dal modello sistemico chain-linked

model, nel quale il processo innovativo coinvolge

scienza, tecnologia e mercato in un ordine non se- quenziale e non lineare.

E’ una visione di processo regolata da numerosi cicli di feedback tra ricerca, sviluppo, progettazione, pro- duzione e vendita, che sembra corrispondere alla complessità del nostro tempo, segnata dall’inter- azione tra la dimensione tecnica, sociale, economica, istituzionale, culturale.

L’approccio trasversale tra offerta tecnica e domanda, ha però alcune dirette conseguenze.

In primo luogo, implica il parziale superamento dei presupposti della Ricerca di base ispirata all’uso e della

Ricerca applicata guidata da metodi scientifici.

In secondo luogo, amplia il panorama delle possibili fig- ure dell’innovatore, che può identificarsi nell’impresa, nelle diverse articolazioni professionali; in un gruppo di

6. Struttura di copertura del Yitzak Rabin center a Tel Aviv (Moshe Safdie, 2005)

Note

1. Vittoria E., Tecnologia Progettazione Architettura, in «Casabella», 1973, numero 375.

2.Vittoria E., op.cit, 1973.

3.Vittoria E., Premessa comune al programma coordinato dei corsi bien- nali di Tecnologia dell’Architettura, in «Guida dello studente», Facoltà di Architettura, Università di Napoli, a.a.1976-1977, pp.169-170. 4.Vittoria E., in Tavola rotonda su: Innovazione tecnologica e progetto di architettura. Lo stato dell’arte della ricerca, Ascoli Piceno, 1998. 5. Davidson C.H., Tra ricerca e pratica: il trasferimento di tecnologia, l’os-

servatorio tecnologico e l’innovazione, in Sinopoli N., Tatano V., Sulle tracce dell’innovazione. Tra tecnica e architettura, Franco Angeli, Milano, 2002,

p.159.

6. Orsenigo L., Cancogni E., Le relazioni università-industria in Italia, in Antonelli C. (a cura di), Conoscenza tecnologica: nuovi paradigmi dell’inno-

vazione e specificità italiana, Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli,

Torino, 1999, p.185.

7. Vittoria E., Premessa comune al programma coordinato dei corsi bien- nali di Tecnologia dell’Architettura, in «Guida dello studente», Facoltà di Architettura, Università di Napoli, a.a.1976-1977, pp.169-170.

La constatazione che può essere fatta, è che la giuria preposta all’assegnazione del premio, ha ritenuto di poter valutare alla stessa stregua rispettivamente un sistema di armatura, un sistema di struttura reticolare ed una vera e propria struttura di copertura, a for- ma complessa. La giuria ha in definitiva analizzato di- versi concetti di prodotto rappresentativi di tipologie praticabili di innovazioni per il progetto di architet- tura, i quali prodotti erano comunque il risultato di un processo ideativo attuato da una o più fonti del-

l’innovazione e di un processo realizzativo attuato

tramite prototipazione. Conclusioni

L’invenzione del futuro prospettata da Eduardo Vittoria come “modo di individuare, con un atto di immaginazione, una cosa o uno stato di cose che an- cora non esistono e che sembrano per un qualche verso desiderabili”7 trova forse una possibile finaliz-

zazione nella lettura dei processi innovativi, contes- tualizzati per soggetti coinvolti e per finalità, nonché per il diverso e variegato substrato motivazionale. La complessità del sistema di relazioni, l’interazione non lineare tra le cause e gli effetti, la presenza di retroazione o feedback, il verificarsi di effetti ritardati nel medio e lungo termine -anche imprevedibili- sono certamente elementi di complessità del processo sperimentale, ma rappresentano al con- tempo una opportunità per la qualità degli esiti. bonio e di basalto impregnate con resina termoin-

durente atte a rinforzare il getto di calcestruzzo. Realizzato dall’azienda norvegese Bba e dai suoi partner internazionali, era il frutto di una forma di collaborazione tra più imprese.

Il secondo finalista, il prototipo del sistema 2d-3d

Bendable bea, è una struttura reticolare in composi-

to per la realizzazione di travi per copertura. Prodotto dall’Azienda francese Woold e realizzato con i partner Simpson strong e Ensam (Scuola nazionale superiore di arti e mestieri di Cluny), rap- presenta una forma di collaborazione tra più imprese ed una Scuola superiore.

Il terzo finalista, il prototipo della struttura di coper- tura progettata dall’architetto Moshe Safdie per il Yitzak Rabin centre a Tel Aviv, è una struttura a cinque vele composte da sottoelementi prodotti in Olanda, inviati per nave in Israele, assemblati in cantiere e posizionati in opera per mezzo di autogrù. Realizzata dalla Holland composites con i partner Solico e Octatube, è una struttura frutto di co- progettazione tra progettista ed imprese.

Riferimenti bibliografici Vittoria E., (1973)

Tecnologia Progettazione Architettura, in «Casabella»,

1973, numero 375

Kline S.J., Rosenberg N., (1986)

An overview of innovation, in Landau R., Rosenberg N.

(a cura di), The positive sum strategy: arnessing tech-

nology for economic growth, National Academy Press,

Washington D.C. Von Hippel E., (1990)

Le fonti dell’innovazione, McGraw-Hill Italia srl, Milano

Stokes D.E., (1997)

Pasteur’s quadrant basic science and technological Innovation, Brooking Press, Washington D.C.

Claudi de Saint Mihiel C. (a cura di), (1998)

Le forme dell’innovazione, Edizioni Pinelli, Milano

Antonelli C. (a cura di), (1999)

Conoscenza tecnologica: nuovi paradigmi dell’inno- vazione e specificità italiana, Edizioni della Fondazione

Giovanni Agnelli, Torino Sinopoli N., Tatano V., (2002)

Sulle tracce dell’innovazione. Tra tecnica e architettura,

Sperimentazione progettuale