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sitivi secondo gli obiettivi delineati nella strategia "UE 2020" che rappresenta la prosecuzione del ci- clo della strategia di Lisbona che si concluderà nel 2010.

La mia esperienza al CUN, come uno dei rappre- sentanti dell’Area 08, Ingegneria civile ed Architettura, dove sono rappresentate tutte le aree disciplinari del Sistema Universitario Nazionale, mi ha permesso di capire quale fosse la distanza e la differenza della nostra area, nel campo della produ- zione e della valutazione dell’attività di ricerca, da quella scientifica, umanistica ed economica-giuridica. Per la nostra area disciplinare (ICAR) il progetto, nella sua più ampia accezione di attività complessa di sintesi finale, rappresenta il prodotto per eccel- lenza della nostra produzione scientifica. La sua de- finizione in termini di risultato di prodotto scientifi- co non sempre è facilmente individuabile o classifi- cabile e sopratutto non è in grado di restituire tut- te quella capacità di elaborazione di ragionamento, approfondimento ed analisi che invece, per molti al- tri SSD (Settori Scientifico Disciplinari) del sistema universitario, rappresentano invece le condizioni es- senziali per la condivisione scientifica della propria ricerca, con le rispettive comunità scientifiche di ri- ferimento, al fine di esplorare nuovi orizzonti di ri- cerca a partire dai risultati ottenuti.

Uno degli strumenti di diffusione di questa pratica scientifica, per le altre aree disciplinari, è l’articolo su rivista scientifica, frutto quasi sempre, al di là di de- generazioni accademiche, della collaborazione di un cospicuo numero di ricercatori riuniti in gruppi di ricerca, accreditata di un impact factor dovuto al suo grado di autorevolezza in relazione alla composi- zione del comitato scientifico ed alle modalità di se- lezione degli articoli da pubblicare.

Il tentativo, in questa edizione, è stato quello di esplorare, al di là delle tradizionali pubblicazioni dei progetti di architettura, nuove strade di comunica- zione e diffusione dell'attività di ricerca, specialmen- te per i giovani ricercatori dell'area tecnologica. L'obiettivo è stato duplice, da una parte offrire ai giovani ricercatori una opportunità ed una occasio- ne qualificata dalla condivisione della propria ricer- ca da parte della comunità scientifica che si racco- glie intorno all’area della tecnologia dell’architettura e dall’altra di far emergere al di fuori dei circuiti chiusi dei singoli dottorati di ricerca le riflessioni ed Il progetto che sta alla base degli Incontri

dell’Annunziata, arrivati alla VIII edizione, è stato molto chiaro fin dalle sue origini. L'idea è stata quel- la di prevedere una serie di “Giornate di studio sul- l’innovazione tecnologica” dedicate alla riflessione sul ruolo dell’innovazione e della sperimentazione tecnologica, intesi come paradigmi culturali e scien- tifici, all’interno del progetto di architettura. Nelle prime edizioni la riflessione si articolava principal- mente sui contributi scientifici dei fondatori e della prima generazione di docenti che hanno contribu- to alla nascita ed allo sviluppo dell’area tecnologica nelle Facoltà di Architettura. Dalle ultime edizioni il Comitato scientifico ha voluto iniziare a guardare al futuro ed iniziare a restituire un panorama sulle nuove generazioni che si interessano di tecnologia dell’architettura.

Nelle due ultime edizioni (2007 e 2008) sono stati presentati, rispettivamente, i contributi e le riflessio- ni di otto tesi di Dottorato in Tecnologia dell’Architettura sulla progettazione ambientale e progetti di architettura sostenibile di “Social Housing” realizzati da giovani architetti.

In questi tentativi, ancora se non perfettamente co- scienti dello “tsunami” che avrebbe travolto l’Università, e che prevediamo, visto l'attuale dibat- tito sulla riforma universitaria, durerà ancora per molto tempo, avevamo intuito che per uscir fuori dalle secche di dibattiti sterili, occorreva rispondere con atti concreti al mito della "eccellenza" e del "merito", parole vuote di significato se sganciante da qualsiasi riferimento culturale e scientifico, e punta- re, per preparare il futuro prossimo, sul terzo livel- lo della formazione che dovrà rappresentare non solo l’eccellenza nel campo della formazione, ma anche e soprattutto la capacità da parte dei singoli Dottorati di Ricerca, come luoghi di incubazione di nuovi filoni di ricerca, di essere protagonisti propo-

stracts inviati , i papers presentati e le presentazio- ni multimediali esposte nel Convegno. Tre differenti gradi di maturazione che, per chi ha una minima esperienza in questo tipo di attività, non è sempre facile riscontrare. Ciò denota la preparazione e la solidità intellettuale dell'attività di ricerca, anche se ancora in nuce, maturata all’interno del percorso di formazione che è stato intrapreso all’interno delle strutture dei dipartimenti e della rete di Osdotta che si sta consolidando anno dopo anno. Tutto ciò non può che rappresentare un sintomo positivo della vitalità della formazione superiore, che in un momento di grande difficoltà per il suo finanzia- mento, continua ancora a caratterizzare l’impegno di molti ricercatori.

Proprio in questa sessione, dedicata al Dottorato di Ricerca, è chiara la differenza tra la formazione quinquennale al progetto di architettura come una attività complessa per la formazione professionale e la necessità di perfezionare, attraverso la ricerca, la propria specializzazione non come attività singola e separata da ogni contesto di riferimento, ma conta- minata da altre conoscenze ed esperienze che pro- vengono da altri settori scientifico disciplinari. I con- tributi offerti non si sono fermati ad un puro ap- profondimento di questioni specifiche ma hanno trovato, nella ricerca, una sintesi della capacità di la- vorare in una rete di rapporti complessi. E’ eviden- te la ricchezza della contaminazione delle varie ri- cerche; molte di esse probabilmente non avrebbe- ro mai potuto essere ispirate, concepite e determi- nate se non attraverso l’intercettamento di contri- buti specifici di storie, esperienze, competenze ed incubazioni effettuate in altri ambiti disciplinari. La possibilità di creare queste opportunità è stata anche l’occasione di iniziare quel percorso di eser- citazione al confronto ed alla valutazione della pro- pria attività, affinché le parole qualità, merito, pre- mio non siano solo pura ed inutile retorica. Per questo è essenziale che le ricerche non si dimostri- no luoghi chiusi dove costruire delle trincee, scava- re solchi profondi con la paura che altri possano ru- bare la propria identità ed impossessarsi delle co- noscenze rivelate. La ricerca deve configurarsi co- me una competizione libera ed aperta e non c’è niente che possa ostacolare chi è forte del proprio lavoro e delle proprie idee. E’ vero che l’attuale ge- nerazione è stata identificata come precaria, ma i contributi dell’area tecnologica su specifiche que-

stioni attraverso il metodo dei “Call for Papers", usato nell'accademia ed in altri contesti scientifici, per raccogliere in una pubblicazione i più recenti ri- sultati di ricerca scientifica su specifiche questioni. Tale metodo si basa sulla pubblicazione di un ban- do che indica le procedure, le modalità e le regole per l'invio delle proprie attività di ricerca attraverso l'invio di abstracts, di solito anonimi, la loro valuta- zione e selezione attraverso revisori, anch'essi ano- nimi, l'invito a produrre il “Paper” e la presentazio- ne da esporre nel Convegno.

Una attività che finora nelle Facoltà di Architettura è stata piuttosto rara, dove ormai i convegni ed i se- minari sono svolti soltanto da coloro i quali pensa- no allo stesso modo e si autogratificano a vicenda. Quale migliore occasione si è presentata allora, al Comitato Scientifico degli “Incontri dell’Annunziata”, se non quella di chiamare a raccolta i dottorandi ed i dottori della rete Osdotta, a produrre i loro con- tributi intorno al pensiero di Eduardo Vittoria, men- tore, ante litteram, della nostra formazione accade- mica?

La sfida proposta ai nuovi ricercatori in erba non era delle più facili, cioè quella di confrontarsi con il pensiero di Eduardo Vittoria, ma essi, attraverso la loro attività speculativa di ricerca teorica, hanno sa- puto dare una risposta nel suo carattere o di rifles- sione critica del pensiero di Eduardo Vittoria oppu- re di riflessione concettuale sullo statuto e sulla teoria fondativa del suo pensiero.

Per questo, rispetto ai tre Topics riguardanti la tec- nologia ed il progetto come conoscenza, come ri- cerca sperimentale e come luogo della sintesi tra ragione creativa e ragione dell’utilità, i ricercatori si sono interrogati sul proprio fare ricerca, sul proprio fare sperimentazione, sulla propria capacità di esse- re creativi e essere costruttivi.

La valutazione da parte dei revisori ha tenuto con- to di cinque criteri: la coerenza al Topic ed ai riferi- menti vittoriani, l’originalità del contributo, il posi- zionamento della ricerca rispetto allo stato dell’ar- te ed ai riferimenti culturali e scientifici proposti, il livello di curiosità ed interesse prodotto ed infine la chiarezza metodologica ed espositiva della ricerca. L’esperimento, in generale, visto i risultati è risulta- to positivo non solo per la qualità dei contributi of- ferti, quanto per una perfetta coerenza tra gli ab-

grazie alla capacità di “saper fare” ricerca, ha gli stru- menti adatti per superare questa condizione, ma bi- sogna avere la forza di credere fortemente in quel- lo che si fa’. In un mondo globale, sempre più com- plesso, dove la competitività si esercita ai massimi li- velli di innovazione, la strada da percorrere è irta di ostacoli da superare sopratutto in relazione alle po- che risorse ed investimenti che il nostro paese sta dedicando alla ricerca. L’unica strada è quella di da- re, con forza e coraggio, continuità a questa attività di ricerca in gruppi di ricerca sempre più articolati, aprendosi a tutti i contributi interdisciplinari con l’o- biettivo di coltivare sempre l’esercizio dell’innova- zione e della sperimentazione come l’unico meto- do per raggiungere risultati originali sulla base di un rigore metodologico e di un carattere innovativo della propria produzione scientifica.

II giornata | 27 maggio 2010