inizia anche a collaborare con alcuni allievi del musicista Scriabin, di cui è un gran-de ammiratore.
Anche la decisione di cambiare nome e di chiamarsi Rudhyar viene presa pro-prio in questo anno; e come giustamente afferma Candy Hillenbrand nel suo arti-colo, il simbolismo di questo nome, la cui radice sanscrita richiama il dio Rudra del-le scritture vediche, indica un grande dinamismo e un bisogno di trasformazione. Aggiungerei, che ricorda anche il colore rosso (red in inglese) e si lega al fatto che il nostro Rudhyar era nato sotto il segno dell’Ariete, governato appunto dal pianeta rosso, Marte.
Invece, il primo nome, Dane, verrà aggiunto solo più tardi nel 1926, quando Rudhyar diverrà legalmente e a tutti gli effetti, cittadino americano.
Come si vede, il 1917 è un anno “chiave” per Rudhyar, in quanto pone i “semi” di molti dei temi della vita di questo poliedrico personaggio. Egli giunge in America come semplice compositore e scrittore di saggi sulla musica per iniziare un’avven-tura, che lo porterà a diventare uno dei più grandi astrologi del secolo passato e a dare vita a quella che sarà chiamata l’astrologia umanistica.
Come giustamente molti l’hanno definito, Rudhyar incarna la figura del “Mo-derno Uomo del Rinascimento”, per via della sua capacità di esprimersi in vari cam-pi, dalla musica alla pittura, dal teatro al mondo cinematografico, dalla poesia alla
FIGURA 1 - Il giovane Dane Rudhyar all'età di 12 anni a Parigi nel 1907.
filosofia. Questa creatività comincia a manifestarsi fin dalla giovinezza: a sette anni Daniel inizia a suonare il piano, a diciassette già compone e nel 1913, a soli diciotto anni, pubblica il suo primo libro “Claude Debussy et son oevre”, un saggio su questo musicista, tuttora disponibile nelle librerie francesi. Il volume, in origine, aveva un altro titolo, “Claude Debussy et le cycle de la civilisation musicale”, in quanto con-teneva anche importanti riflessioni filosofiche sullo sviluppo della musica, sul tem-po e soprattutto sui cicli, che rappresentavano “in nuce” il futuro pensiero astrolo-gico del nostro autore. Purtroppo, tutte queste parti furono soppresse dall’editore, Durand, nonostante il manoscritto gli fosse stato donato da Rudhyar, provocando una grande delusione in Daniel, che cominciò a comprendere come l’individuo ve-nisse utilizzato in funzione dei bisogni materiali della società.
L’articolo dell’australiana Candy Hillenbrand analizza soprattutto il messaggio esoterico e filosofico di questo personaggio; pertanto, non mi soffermerò su questi punti, limitandomi a trattare alcune tappe, forse poco note, della sua vita personale e del suo percorso astrologico.
La vita privata e i quattro matrimoni
La vita privata di Dane Rudhyar è sicuramente molto interessante, marcata com’è da ben quattro matrimoni. Il tutto in relazione con una carta natale che presenta una potente Venere in Ariete, in sestile con Luna in Acquario e con Giove in Gemel-li, ed una casa settima, che contiene proprio quattro pianeti: Plutone, Marte, Nettu-no e Giove. Ogni compagna segna, infatti, un momento specifico nell’evoluzione di questo grande personaggio, sia per la crescita personale sia per lo sviluppo della sua opera.
Malya Contento: allieva di Marc Edmund Jones
Il primo matrimonio con Malya Contento è del giugno 1930; coincide con l’apertu-ra di Rudhyar verso il mondo astrologico, in quanto gli permette di venire in con-tatto con l’astrologo ed occultista Marc Edmund Jones, di cui Malya frequenta i corsi.
E’ vero che il primo incontro di Rudhyar con l’astrologia era avvenuto nel lon-tano 1920 presso la società teosofica di Los Angeles, dove un’amica, la tedesca Van Vliet, lo aveva spinto a frequentare i corsi gratuiti, che si tenevano presso la stessa società teosofica, ma a quel tempo egli non pensava che questa materia potesse essere realmente interessante, in quanto era tutto concentrato sulla sua attività di musicista, compositore e poeta. Nello stesso periodo Dane aveva incontrato anche la famosa Alice Bailey, che in seguito avrebbe fondato la Lucis Publishing Company, la casa editrice per la quale avrebbe pubblicato il suo primo libro, “l’astrologia della personalità”.
E’ poco dopo il matrimonio con Malya, verso il 1932, che Rudhyar, venuto in contatto con le opere di Jung, comincia ad interessarsi veramente di astrologia e si rende conto come questa disciplina possa essere utilizzata in stretta connessione con la psicologia del profondo. Il destino lo aiuta, sia per l’incontro con Jones, sia perché Paul Clancy gli propone di scrivere per la rivista American Astrology, collabo-razione che gli apre le porte del successo in campo astrologico.
L’unione con Malya dura per circa 15 anni, concludendosi con un travagliato e sfibrante divorzio nell’aprile del 1945. Servirà a Dane anche per fargli comprendere le difficoltà esistenti nel rapporto “maestro-discepolo”, in quanto Malya appartiene fra l’altro al gruppo esoterico dell’Assemblea Sabiana.
La danzatrice Eya Fechin
Il secondo matrimonio con Eya Fechin, figlia di un pittore russo, sarà molto più feli-ce del prefeli-cedente, portando Rudhyar a trasferirsi nel Nuovo Messico e a sviluppare la sua creatività pittorica e letteraria. E’ questo il periodo più fecondo anche per la sua produzione astrologica, fatto di viaggi, conferenze, scritti. Eya conosce bene lo
FIGURA 2 - Rudhyar e la sua prima moglie Malya Contento.
psicodramma, essendo stata danzatrice ed utilizzando la danza nella psicoterapia. Questa sua attività la spingerà ad accettare l’offerta di creare un reparto di psico-dramma nell’ospedale psichiatrico di Independence nello sperduto stato del Iowa. Dane l’accompagnerà, ma questo trasferimento segnerà la fine del loro rapporto, perché Eya si innamorerà di un suo assistente e chiederà il divorzio.
Nel 1954, ritornato in California Rudhyar si ritrova solo e con scarsi mezzi eco-nomici. E’ questo un periodo molto difficile della sua vita, proprio perché deve su-perare la perdita di Eya. In questo momento Plutone è perfettamente opposto alla sua Luna in Acquario, Urano è in quadrato con Venere, mentre Saturno, dopo aver terminato l’opposizione con Venere natale in Ariete, sta chiudendo il suo secondo ciclo, avvicinandosi di nuovo al Saturno natale.
Nel lavoro troverà l’aiuto di Virginia Seith, amica devota ed efficiente segreta-ria, ma dovremo aspettare alcuni anni prima che trovi un’altra compagna e si sposi nuovamente.
La canadese Tania
Tuttavia, Rudhyar ha ormai maturato una grandissima esperienza interiore, che po-trà esprimere concretamente nelle sue opere della maturità; è pronto a ritornare al-le sue “radici”, rimettendo piede in Europa, e a raccogliere i frutti del suo lavoro astrologico.
Il destino gliene da l’opportunità alla fine degli anni ‘50, quando viene invitato per una serie di conferenze da una sua ammiratrice e corrispondente epistolare svizzera, la Signora Honegger. Dal 1958 al 1963 effettua ben tre viaggi nel vecchio continente, di questi soprattutto il secondo, negli anni 1961 e 1962, gli porta nu-merosi contatti, anche editoriali, oltre ad esperienze molto stimolanti. In Olanda in-contra l’editore Verhulst, con il quale inizia una fruttuosa collaborazione, che per-metterà la pubblicazione di ben nove titoli, alcuni addirittura mai pubblicati negli Stati Uniti, opere che lo faranno conoscere alle nuove generazioni europee.
Le sue conferenze in Francia, Svizzera, Olanda, Inghilterra hanno un grande successo e lo spingono a scrivere un libro in francese “Existence, Rythme et
Symbo-le”, che in seguito diverrà il nucleo centrale di un importante lavoro: “The Planetari-zation of Consciousness”. Quest’opera, pubblicata nel 1970, avrà un fortissimo
im-patto su migliaia di giovani in tutto il mondo di lingua inglese, che rimarranno af-fascinati dal suo messaggio. Durante il terzo di questi viaggi, nell’agosto 1963, si fermerà anche per un po’ di giorni lungo la costa italiana, cominciando a scrivere un’autobiografia, che però non verrà mai pubblicata, perché integrata in quella più ampia del 1983.
E proprio nell’estate del 1963 inizia a corrispondere con una giovane canadese, di nome Tana, che pochi mesi più tardi, nel marzo 1964, diviene la sua terza moglie. Tana darà un nuovo impulso all’attività astrologica di Rudhyar, imparando, fra l’al-tro, una delle prime versioni IBM di desktop publishing, per ribattere numerosi
vec-chi manoscritti. Con il suo aiuto egli pubblicherà vari libri per la casa editrice Sham-bala di Berkeley, conoscerà personaggi come Jose Arguelles e Michael R. Meyer, sarà spinto a fondare l’International Committee for a Humanistic Astrology, proprio per diffondere un differente approccio verso l’astrologia in generale ed in particola-re per modificaparticola-re l’utilizzo pratico della carta natale. Per Rudhyar il tema personale viene ad assumere il significato di un mandala, che deve aiutarci ad entrare in ar-monia con la totalità. La sua popolarità crescerà a dismisura, soprattutto fra le gio-vani generazioni, che mostreranno di comprendere appieno questo messaggio, mentre in quegli anni assistiamo, nel mondo astrologico, ad un allargamento sem-pre maggiore del solco esistente fra i due approcci base alla nostra disciplina: “orientata sugli eventi” o “centrata sulla persona”.
Leyla Rael: l’ultima compagna
Infine, due potenti e lunghi transiti di Nettuno sull’Ascendente in Sagittario e di Plutone sul Medio-Cielo in Bilancia, preceduti qualche anno prima da un anello di sosta di Giove sulla Venere natale, fanno entrare Rudhyar nel periodo finale della
FIGURA 3 - Rudhyar e la sua seconda moglie, Eya Fechin, nella loro casa in Nuovo Messico.
sua vita, caratterizzato dall’ultimo importante incontro affettivo, quello con Leyla Rael.
Il quarto matrimonio avverrà solo il 31 marzo 1977, dopo il divorzio con Tana dell’anno precedente, ma Dane e Leyla si erano incontrati per la prima volta già nel-l’estate del 1974. Leyla gli sarà compagna devota fino alla morte, e in seguito sarà testimone nel mondo della sua opera. Fonderà fra l’altro il R.I.T.A. (Rudhyar Insti-tute for Transpersonal Activity), centro destinato a raccogliere articoli, mano-scritti, pitture, composizioni musicali, oltre a diffondere l’opera e le idee filosofiche del marito. Sarà inoltre in questo ultimo periodo, durante i primi anni ottanta, che, sempre con l’aiuto di Leyla, Rudhyar scriverà fra gli altri “The Rhythm of Whole-ness”, che può essere considerato il suo testamento filosofico e spirituale.
Guida bibliografica
Tuttavia, come afferma giustamente Candy Hillenbrand, questo messaggio filosofi-co ed astrologifilosofi-co non sempre è stato ben filosofi-compreso e diffuso; per lo meno in Italia, alcune delle opere più significative di questo grande personaggio scontano il difet-to di una traduzione sommaria e criptica, che in alcuni passi ne ha perfino stravoldifet-to il significato. Mi riferisco in modo particolare a due volumi: lo “Studio astrologico
dei complessi psicologici”, che è il primo libro pubblicato in Italia nel lontano 1983,
ricco di preziose intuizioni su Mercurio e Venere retrogradi e il conosciutissimo
“Ci-clo di Lunazione”. Per fortuna, i volumi successivi, tradotti dalla bravissima Anna Pia
Vallecchi, non presentano queste difficoltà nella lettura. Anche se, come vedremo più avanti, lo splendido “An Astrological Mandala” ha avuto il titolo parzialmente modificato nel “Ciclo delle Trasformazioni”. Consiglio, pertanto, quei soci, che cono-scono l’inglese, di acquistare alcune delle opere di questo autore in lingua originale; anche perché si possono facilmente trovare a basso prezzo nelle collane economi-che, paperback, americane.
Infine credo che sia doveroso riportare una bibliografia dei testi di Rudhyar, che sono stati tradotti e pubblicati in lingua italiana, ripercorrendone un poco la storia, che poi non è altro che la storia dell’Astrologia Umanistica, a beneficio so-prattutto dei nuovi soci o di chi si è avvicinato da poco alla nostra disciplina.
Rispetto alla produzione astrologica di Rudhyar non molto è stato tradotto in italiano, in quanto i titoli reperibili in inglese sono oltre una cinquantina (!); manca-no, ad esempio, volumi come The Planetarization of Consciousness, che ricevette anche gli apprezzamenti di Roberto Assagioli, ed il bellissimo The Astrology of America’s Destiny, che riporta, fra l’altro, uno studio sulla carta natale degli Stati Uniti d’America. Tuttavia, rispetto alle dimensioni del mercato italiano, non bisogna dimenticare che si tratta certamente dell’autore di cui sono a disposizione degli studiosi il maggior numero di lavori.
Consiglio di leggere queste opere secondo l’ordine con il quale Rudhyar le ha scritte e non secondo quello, un poco bislacco, con cui sono state pubblicate in
Ita-lia, tutte dalla casa editrice Astrolabio. In questo elenco, ordinato temporalmente, ho tenuto conto di quando il volume è stato iniziato, in relazione allo sviluppo del pensiero del nostro autore e non delle numerose e successive ristampe e riedizioni. Ho, inoltre, aggiunto anche il titolo originale inglese, a volte differente da quello italiano. Tutto ciò proprio per favorire un approccio chiaro e sistematico, a chi desi-derasse affrontarne lo studio.
– L’Astrologia della personalità ovvero Astrology of Personality - Lucis
Publi-shing Company, New York, 1936.
Il primo libro di Rudhyar è anche il più famoso e il più completo, quello a cui bisogna fare riferimento per conoscere al meglio il suo pensiero. Nasce da una serie di articoli scritti per conto di Paul Clancy sulla rivista American Astrology, che intor-no agli anni ‘30 ebbe un grande successo negli Stati Uniti. Contiene anche una bre-ve sintesi dei simboli sabiani dei gradi dello zodiaco, ripresa dall’opera di Marc Ed-mund Jones, argomento che, come vedremo in seguito, è stato ampliato da Rudhyar in un apposito volume.
Nasce con questo libro l’astrologia umanistica, che Rudhyar chiama con que-sto nome, da una parte per collegarla al movimento di psicologia umanistica, fon-dato da Abraham Maslow e Anthony Sutich, e dall’altra per distinguerla dall’astro-logia predittiva della Tradizione, nonché da quella statistica, tesa a conquistare una rispettabilità scientifica.
– I Segni Astrologici ovvero The pulse of life - David McKay, Philadelphia, 1943. Si tratta di uno studio sullo zodiaco come processo dinamico. Pubblicato per la prima volta nel 1943 a Filadelfia e ristampato nel 1970 e nel 1978, è la naturale in-troduzione, che permette di comprendere al meglio il famoso “Ciclo di Lunazione”. Si tratta di un volume di appena 116 pagine, che ci spiega il simbolismo dei dodici segni in relazione all’azione delle due forze di base: la forza del Giorno e la forza della Notte. Gli antichi concetti di Luce e Buio dell’astrologia classica vengono inte-grati con i concetti di flusso e riflusso della Vita universale (inspirazione ed espira-zione di Brahma) e con il crescere e calare ciclico delle opposte polarità, Yang e Yin; il tutto rivisitato alla luce della moderna psicologia. L’energia della forza-Giorno personifica ed individualizza, mentre la Forza-Notte mette-insieme e permette l’in-tegrazione a tutti i livelli, non ultimo quello sociale.
– Il Ciclo di Lunazione ovvero The Moon: the Cycles and Fortunes of Life -
Da-vid McKay, Philadelphia, 1946 (in seguito rieditato come The Lunation Cycle).
L’opera ha avuto una gestazione un po’ travagliata. Iniziata durante l’inverno 1944-45, aveva come titolo la “Lunazione di Nascita” e voleva essere il seguito del volume precedente “The pulse of Life”, relativo al ciclo stagionale dell’anno. Riguar-dava uno studio del ciclo mensile, prodotto dalle congiunzioni e dalle opposizioni della Luna e del Sole. Venne pubblicato, ad insaputa di Rudhyar, con un titolo
diffe-rente (the Moon: the cycles and fortunes of life) per iniziativa autonoma dell’edito-re McKay di Filadelfia, che desiderava dell’edito-renderlo più commerciale e per questo vi ave-va introdotto la frase ”fortunes of life”. In pochi mesi ne furono vendute un migliaio di copie ed andò esaurito, ma, nonostante ciò, nel 1951 l’editore, avendo deciso di sospendere la pubblicazione di tutti i libri di astrologia, non lo ristampò. Negli anni successivi fu integrato ed ampliato con la descrizione degli otto tipi di personalità soli-lunari e le altre tecniche lunari, come la “Luna Nuova Pre-natale” e la “Luna Nuova Progressa”. Il volume completo fu pubblicato per la prima volta nel 1967. – La pratica dell’astrologia ovvero The Practice of Astrology - Servire B.V., The
Netherlands, 1968.
Come il volume precedente, anche questo fu scritto quando Rudhyar risiedeva in Nuovo Messico con Eya Fechin, e pubblicato prima sotto forma di singoli articoli per le riviste Horoscope ed American Astrology intorno agli anni 1945-1948. Non a caso consta di tredici capitoli abbastanza autonomi, che rappresentano vere e pro-prie lezioni. In seguito, fu rivisto e ripubblicato come opera singola nel 1968 da un editore olandese, conosciuto da Rudhyar nel corso del suo secondo viaggio in Euro-pa, ed ebbe anche la fortuna di essere inserito, nel 1971, nella collana americana a grande diffusione della Penguin books.
– Studio astrologico dei complessi psicologici ovvero An Astrological Study of Psychological Complexes - Self-published, San Jacinto, 1966.
Stampato in proprio nel 1966, rappresenta il tentativo di unire l’astrologia ad un moderno genere di psicologia. Come afferma Rudhyar: ”l’astrologia fornisce la struttura, la psicologia i contenuti”. Di grande fascino è la trattazione delle polarità planetarie Saturno-Luna, Giove-Mercurio, Venere-Marte. A questa si accompagna un’interessante analisi delle congiunzioni inferiori e superiori dei pianeti rapidi, che richiama in alcuni passi le basi strutturali dell’epiciclo, concetto proprio dell’astrolo-gia classica. Il volume fu prima editato in Olanda nel 1973 per iniziativa di Carolus Verhulst e solo nel 1976 arrivò al grande pubblico degli Stati Uniti.
– L’Astrologia centrata sulla persona ovvero Person-Centered Astrology -
Au-rora Press, New York, 1971.
L’opera nasce da un’iniziativa presa durante la sera del 26 febbraio 1969, quando Rudhyar decise di dar vita al Comitato Internazionale di Astrologia Umani-stica. E’ composta da sei piccoli saggi, che furono prima pubblicati in forma di opu-scoli dal 1969 al 1971 con il titolo “Humanistic Astrology Series” e poi raccolti in-sieme. Vengono illustrati i due approcci base all’astrologia: “Event-oriented” (che abbiamo già visto in Alan Leo) e “Person-centered”. La nostra disciplina viene pre-sentata come una sorta di yoga occidentale o meglio di psicosintesi, mentre la carta natale diventa, come abbiamo visto in precedenza, una sorta di “Mandala”, una for-mula di integrazione, che permette di comprendere la relazione con il tutto.
Il volume è rivolto alle nuove generazioni, che cercano nell’astrologia “a way of life”, cioè una maniera cosmica, universale di vivere, in cui al rapporto con l’univer-so può essere dato un significato costruttivo per comprendere i “perché” della pro-pria esistenza.
– Le case astrologiche ovvero The astrological houses - Doubleday, New York,
1972.
Rudhyar termina questo volume nel 1971, quasi in contemporanea all’uscita del precedente. Ormai l’astrologia umanistica, centrata sulla persona, è ben definita. Le case vengono analizzate come categorie archetipiche dell’esperienza. Le case an-golari hanno come carattere fondamentale l’essere, le succedenti l’usare e le caden-ti il comprendere o trasformare. Ad ogni casa viene dedicato uno specifico capitolo, mentre il volume si conclude con un’analisi dei singoli pianeti nei vari campi. – Il Ciclo delle trasformazioni ovvero An Astrological Mandala - Random
Hou-se, New York, 1973.
Sempre nel 1971, Rudhyar inizia uno dei suoi lavori astrologici più significativi, che ha per titolo “An Astrological Mandala”; qui vengono discussi e riformulati i Simboli Sabiani psichicamente prodotti dalla medium Elsie Wheeler e pazientemen-te registrati e inpazientemen-terpretati da Marc Edmund Jones nel 1925.
Rudhyar incontra Jones nel 1930, ricevendo regolarmente da lui copia dei suoi corsi ciclostilati sull’astrologia, che Marc Edmund mandava ai membri dell’Assem-blea Sabiana, dove vengono trattati anche i singoli gradi zodiacali. L’anno seguente, 1931, Jones pubblica il libro “Astrologia simbolica”. Nel volume vengono elencati e interpretati i simboli di ciascun grado dello zodiaco. Questi simboli destano un profondo interesse nel nostro autore, che comincia ad utilizzarli fino a pubblicarne una breve sintesi nel suo primo libro; in seguito, li riformulerà, dandone una nuova e completa interpretazione nel volume in questione. Si tratta di un’opera molto complessa, che non va letta affrettatamente:
“Il materiale qui descritto deve essere usato, deve servire da catalizzatore per