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PRIMO INCONTRO CON L’ASTRONOMIA

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 144-149)

Per le misurazioni sull’equatore celeste come già detto si usa come punto di partenza il punto gamma che è il punto in cui incrocia la famosa eclittica (che ve-dremo più avanti) proprio nel punto zero di Ariete. Si misura in gradi, oppure in ore/minuti, tenendo conto che 15 gradi corrispondono a 1 ora. L’astrologia antica usava le misurazioni e i calcoli prevalentemente sull’equatore celeste proprio per la regolarità del suo movimento e la sua agevole localizzazione nel cielo. Gli sposta-menti temporali dell’equatore venivano trasformati in anni di eventi.

Ora siderale, tempo siderale

Si puo considerare il cielo come un immenso quadrante di orologio. La sua lancetta è il punto gamma (che è sovrapposto a zero Ariete) e le 24 ore sono disposte lungo l’equatore celeste.

Quando il punto gamma passa “sul punto sud” di un luogo qualsiasi della ter-ra, che corrisponde al MC, il tempo siderale è zero. Quindi chi nasce con 15 Ariete al MC avrà un tempo siderale di 15 gradi o di 1 ora.

3 ore e 5’ di ora siderale significano semplicemente che il primo grado dell’A-riete era passato a quel MC da 3 ore e 5 minuti. Siccome grosso modo ogni due ore il MC cambia di segno, in quel momento ci possiamo aspettare sul MC il Toro (e al-l’ascendente Leone) Da notare che il MC è lo stesso per i paesi posti lungo lo stesso meridiano terrestre, ad es. Istanbul e Johannesburg in Sudafrica.

Se una stella, es. Antares ha una Ascensione retta di 16 ore noi dobbiamo aspettarcela sul MC 16 ore dopo che è passato O° di Ariete.

Il Meridiano del luogo è il cerchio verticale che passa per il luogo di osserva-zione in direosserva-zione nord sud. Quindi nella parte sud taglia lo Zodiaco nel punto chia-mato Medio o Mezzo cielo.

Nella parte opposta (verso Nord) taglia lo Zodiaco al Fondo Cielo (o IV casa). Utilità di usare l’Equatore

E’ importante notare che col moto apparente diurno qualsiasi pianeta sembra de-scrivere sempre nel cielo un arco parallelo all’equatore (avrete visto le foto delle stelle con obiettivo aperto a lungo). Si chiamano pertanto paralleli di declinazione due pianeti posti in punti diversi del cielo ma ad egual distanza dall’equatore, in quanto visti da un punto della terra percorrono giornalmente lo stesso sentiero nel cielo, seppure in momenti diversi. Già dall’antichità si attribuiva a questo fattore un importante significato di unione, una specie di congiunzione mistica, come per pel-legrini che seguissero uno stesso itinerario.

Un punto qualsiasi posto esattamente sull’equatore celeste (ad esempio lo stesso punto gamma, quindi con declinazione zero) impiega esattamente 12 ore per il suo percorso nel cielo visibile (e rispettivamente invisibile). E’ il caso del sole all’e-quinozio (nella fascia tropicale).

Ovviamente se aumenta la distanza dall’equatore il pianeta percorre archi sempre più ampi e impiegherà più di 12 ore: è il caso limite del Sole o di qualsiasi pianeta situato a 1 grado del Cancro, che ha ca ben 23 gradi di declinazione.

Supponiamo per semplicità che quest’arco sia di 15 ore. Si dirà allora che l’ar-co diurno è di 15 ore e il semiarl’ar-co diurno (tempo impiegato per passare dall’ascen-dente al medio Cielo) sarà di 7 ore e 30’ (mentre con declinazione zero sono 6 ore).

Quell’eccesso di 1 ora e mezza, è tecnicamente definita come differenza ascensionale, che quindi stranamente è riferita solo a metà del percorso (forse per-ché dopo il culmine anziper-ché ascendere, discende…).

Viceversa se nello stesso giorno un altro pianeta si trovasse a -23 gradi di de-clinazione, avrà un arco diurno di 12-3=9 ore e una differenza ascensionale negati-va. Ma nell’arco notturno si recupererà lo svantaggio.

Il Sole a +23 e quel pianeta a -23 saranno in tal caso antiparalleli di declina-zione, simbolicamente opposti.

Gli antichi dicevano poeticamente che i pianeti in parallelo, visto che percorro-no la stessa strada “si vedopercorro-no”, o vedopercorro-no lo stesso cammipercorro-no (videntes, bléponta) mentre quelli in antiparallelo “si sentono” (audientes, akoùonta) in analogia con le corde tese di una lira: nel primo caso sono eguali, nel secondo líarco diurno del pri-mo pianeta risuona a distanza con la eguale lunghezza del notturno dell’altro. Si riferivano in particolare alle coppie di singoli gradi zodiacali

Quante cose belle ci siamo perse!

Che differenza c’è fra ascensione retta e tempo siderale?

L’ascensione retta è una misura celeste, assoluta: la posizione di un corpo celeste ri-spetto al punto gamma, analoga alla longitudine terrestre.

Il tempo siderale è una variabile terrestre: è il punto dell’equatore che passa al MC in quel momento.

Eclittica, longitudine

Tutti i sistemi per localizzare un corpo celeste si basano sulla perpendicolare dal corpo celeste ad un cerchio di riferimento. E si prendono due misure: una verticale e una orizzontale (lungo il cerchio di riferimento).

Dei vari cerchi di riferimento rammentiamo i tre più utilizzati.

Il primo, si è già visto, è l’equatore celeste, e le due misure sono declinazione e ascensione retta

Un secondo cerchio può essere l’orizzonte del luogo di osservazione. Si misura in verticale l’altezza dell’astro, e in orizzontale l’angolo dal punto cardinale nord, in senso orario (azimuth). E’ il famoso spazio locale in cui si segna sul circolo dell’oriz-zonte solo la proiezione, l’ombra verticale dei pianeti sul cerchio dell’orizdell’oriz-zonte. Ma le distanze fra i punti proiettati non corrispondono alle distanze originarie zodiacali,

specie se la zona zodiacale è inclinata, per cui due pianeti in trigono possono dare due “ombre” fra di loro a 90°!

Il terzo cerchio di riferimento, quello che oggi si usa correntemente, è l’eclitti-ca: la misura verticale si chiama latitudine e quella orizzontale longitudine. (Pur-troppo come già detto ciò può creare confusione in quanto a livello terrestre la lati-tudine e la longilati-tudine sono riferite all’equatore!).

Comunque la massima latitudine non supera i 7 gradi (salvo per Plutone). Quali sono le relazioni fra equatore ed eclittica?

L’eclittica interseca l’equatore in due punti, per cui c’è una parte di eclittica più “sporgente” dell’equatore (e comprende i segni dall’Ariete alla Vergine) – e quindi con semiarchi diurni superiori a 6 ore – e una più rientrante (da Bilancia a Pesci).

E’ come se l’eclittica fosse inchiodata all’Equatore in due punti (O° Ariete e O° Bilancia), per cui quando l’Equatore gira in modo circolare uniforme l’eclittica sban-da su e giù (come l’hoola-hop). Ne consegue che i punti sull’eclittica, pianeti ivi compresi, presentano grande varietà di archi diurni.

Naturalmente ogni punto dell’eclittica, come qualsiasi punto celeste, avrà una sua ascensione retta e una sua declinazione di base. Ad esempio come già detto il primo grado dell’Ariete avrà ascensione retta =0 e declinazione =0. Il primo grado del Cancro ha ascensione retta di 6 ore (oppure 90°) e declinazione ca 23°.

Se la Luna si trova a 1° Cancro e ha una latitudine di 4 gradi, vuol dire che ol-tre a sporgere di 23 gradi sopra l’equatore per la posizione eclittica, sporgerà di altri 4 aggiuntivi per la latitudine eclittica. Sporgendo così tanto, vivrà ancor più a lungo nell’arco del cielo.

Quindi, di regola, sono pochi i pianeti che hanno lo stesso arco diurno esatto: non basta che siano in congiunzione eclittica: devono anche avere la stessa latitu-dine.

Differenza fra MC e Ascendente

Due pianeti si dicono in congiunzione quando passano al MC uno sopra l’altro in contemporanea. Ma possono essere distanti, in verticale, ad es. di 10 gradi! e spun-tare all’Ascendente in momenti diversi!

Ad esempio un pianeta posto 5 gradi sopra l’equatore, e quindi con un arco diurno superiore alle 12 ore, ovviamente spunterà (ascenderà) prima di un pianeta con egual longitudine ma situato sotto l’equatore. Il pianeta sarà spuntato in XII casa quando quello “da spuntare” è ancora in prima, sotto l’orizzonte. Anche se hanno la stessa ascensione retta.

Viceversa, due pianeti che spuntano insieme all’orizzonte (paran, par-anatel-lonta, = che ascendono accoppiati) se hanno diverso arco diurno passeranno in mo-menti diversi al MC!

In generale l’uso della sola longitudine non dà luogo ad errori apprezzabili in prossimità del MC, a differenza del punto Ascendente.

Di fronte all’irregolarità dei punti dell’eclittica, la regolarità dell’Equatore, me-rita un riconoscimento. Ecco il motivo per cui la sua ascensione è detta in latino “recta”, ossia “diritta” o regolare. I francesi e gli inglesi l’hanno tradotto meglio con “droite” e “right”! In Italiano retta ha un significato… morale, che non c’entra! Le antiscie

Come già detto, ogni punto dell’eclittica ha un diverso arco diurno, quindi nel suo ruotare giornaliero “sbilenco” l’eclittica spunta all’orizzonte verso est in punto di-verso, che sarà perfettamente a Est quando spuntano O° Ariete o O° Bilancia (ecco il secondo punto in comune con l’equatore) e si sposterà verso Nord nella zona Ariete-Vergine e verso Sud nella zona Bilancia-Pesci.

In particolare lo spostamento verso nord cresce da Ariete a Cancro, poi scende fino alla Bilancia. Per cui ci sono sempre due punti con lo stesso arco diurno, e sono i gradi equidistanti da 0 Cancro (uno nella fase crescente e uno in quella discen-dente) ad esempio 10 Cancro e 20 Gemelli, detti gradi in antiscia, che come già det-to, si vedono, avendo lo stesso arco diurno. E ciò spiega perché gli antichi attribui-vano loro tanta importanza. Analogamente le controantiscie si “sentono”. Antiscia significa ombra opposta.

Ore temporali

Se l’arco diurno di un astro è di 15 ore, dividendo 15 in dodici parti avremo 12 ore “lunghe”, dette ore temporali (ciascuna di 1h e 15’).

In effetti in questo modo si contavano le ore del giorno fino al 1700 e anche oltre.

Domificazioni principali

Tranne l’aequalis tutte le domificazioni conservano lo stesso ASC e MC, che sono punti astronomici inoppugnabili. Si diversificano nella trisezione dei 4 settori.

Placido: si calcolano le ore temporali del grado ascendente. Ogni ora diventa una cuspide. In pratica fra una cuspide e la successiva c’è uguale distanza oraria.

Koch: il principio è quello di Placido, ma usa il semiarco del MC anziché dell’A-SC, ed è più usato nei paesi nordici, in cui l’Ascendente varia troppo con la latitudi-ne.

Mentre Placido e Koch dividono il tempo successivo alla nascita (arco diurno), Campano: divide lo spazio celeste in dodici spicchi eguali, a mo’ di arancia, in di-rezione nord-sud, che intersecano il cerchio zodiacale in dodici punti. E’ forse la più corretta, ma ha lo svantaggio di dare spesso delle case troppo irregolari in ampiezza. Regiomontano: Divide in parti uguali l’equatore e la parte di Zodiaco ivi com-presa. Case irregolari.

L.A. 130-636

Si conclude con questo numero l’analisi dei transiti di Lilith nelle case, estratto dal volume “Lilith in Transit” della nostra corrispondente per la Germania, pubblicato da Chiron Verlag in lingua tedesca. Gli articoli precedenti sono stati pubblicati sui numeri 126, 127 e 129 di Linguaggio Astrale.

Lilith in transito in decima casa

Con Lilith in transito in decima casa é il momento giusto per fare dei bilanci e chie-dersi se ciò che abbiamo raggiunto socialmente fino a adesso rispecchia veramente le ambizioni che avevamo nutrito e se questo ci soddisfa realmente.

Soprattutto é il momento di valutare se nella scalata al successo degli ultimi anni non abbiamo sacrificato valori e sogni più autentici ed importanti del successo fine a se stesso. È possibile che scopriamo con rammarico che in passato abbiamo rinunciato a rapporti con persone a noi care a quel tempo, solo perché esse non ci sarebbero servite al raggiungimento degli obiettivi prefissi. Se abbiamo agito in quel periodo contro i nostri sentimenti ci accorgiamo con il passaggio di Lilith in decima casa che la loro mancanza si fa sentire. Se per arrivare al successo e ad essere quel-lo che siamo adesso, abbiamo in passato rinunciato a formarci una famiglia (la casa opposta alla decima é la quarta), risentiamo adesso la decisione presa circa quattro anni e mezzo prima. Potremmo ora costatare che al punto di come stanno le cose adesso non possiamo più fare marcia indietro. L’età raggiunta non é più quella adatta per formare una famiglia e ricominciare da capo. Se non é l’età sono forse i tanti impegni pubblici, lavorativi e sociali che non ci permettono di prenderci il tempo da dedicare alla vita domestica. E il constatare tutto ciò potrebbe rammari-carci e non farci più apprezzare il nostro status. Il successo raggiunto potrebbe ave-re un sapoave-re amaro e la ave-realizzazione appariave-re come una sconfitta.

Le tante responsabilità che ci siamo caricati sulle spalle in tutti questi anni di lavoro potrebbero ora essere diventate un pesante fardello. I compiti e gli obblighi che abbiamo non colmano il vuoto interiore che avvertiamo in questo periodo, solo adesso comprendiamo che lavoro, successo ed il prestigio, se vissuti come unici sco-pi nella vita, non appagano e non scaldano il cuore.

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 144-149)