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IL CINEMA PER L’ASTROLOGIA

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 135-140)

1) La visione integrale della pellicola ed il successivo commento, in forma di di-battito, con il pubblico;

2) La visione commentata del film, in cui durante la proiezione ci si sofferma sui temi principali, offrendo e condividendo spunti di riflessione.

Per l’esperienza fino ad oggi maturata, la modalità che preferisco è la seconda. Si può impostare la trattazione anche per un pubblico che non conosca bene l’a-strologia, con preciso intento divulgativo. Fino ad ora ho analizzato i seguenti film: “L’attimo fuggente” per le tematiche d’Urano e Acquario, “Soldi sporchi” per le te-matiche di Scorpione e casa VIII, “Il Gusto degli Altri” per le tete-matiche di Bilancia e Casa VII, “Shine” per il rapporto Saturno/Plutone.

Il primo studio che ho fatto è stato sul film “L’Attimo Fuggente”, l’avvincente e commovente vicenda di un professore di lettere che insegna ai propri allievi a “co-gliere l’attimo” ed a formarsi le proprie opinioni sui fatti talvolta dolorosi della vita.

Quando vidi il film per la prima volta nel 1989 sull’onda del gran successo di pubblico e di critica, allora privo d’interessi astrologici, ne fui fortemente colpito, ma solo ad Agosto 2001, a seguito di una conversazione con un’amica astrologa ar-gentina che mi citò il mitico professor Keating quale esempio di “fare con il cuore”, ebbi lo spunto che mi portò a rivedere il film con l’intento di prestare attenzione al-le tematiche al-legate ad Urano ed al segno dell’Acquario, di grand’attualità anche og-gi e maog-gistralmente espresse nel film.

Voglio pertanto offrire alcuni spunti, per invitare tutti a rivedere questo bellis-simo ed istruttivo film.

Siamo in un periodo in cui l’energia dell’Acquario ha un ruolo di spicco, ma sappiamo che, se è importante l’Acquario, sicuramente lo è anche l’energia comple-mentare del Leone. Quindi non solo il tema della globalizzazione, ma anche la pas-sione, il fuoco ed il cuore che mettiamo in ciò che facciamo, dato che coloro che compiono attività nelle quali non mettono il cuore, incontrano sempre maggiori difficoltà. La situazione e le attività nelle quali siamo impegnati per convenienza, per ottenere qualcosa in cambio, per la mera sicurezza, per mandato, possono pro-vocarci la sensazione di un’impostura esistenziale, di non essere fedeli a ciò che sentiamo nella nostra natura più autentica.

Il professor Keating, il protagonista del film, rappresenta un valido esempio di questo fare con il cuore ma ho trovato che ci permette anche una formidabile “os-servazione energetica” di ciò che realmente accade di fronte ad un’irruzione d’ener-gia uraniana.

Ciò che possiamo analizzare con il film “L’attimo fuggente” è il fatto che, di fronte ad un’irruzione d’energia uraniana, ciò che realmente accade è l’attivazione di una dinamica che potremo riassumere in:

DIFFERENZIAZIONE contro APPARTENENZA

meravi-glia del mondo, ma il ritrovarsi a scoprire quali sono i nostri limiti. Quando si mani-festa l’energia uraniana, ciò che scopro sono sempre i miei limiti, quelli reali.

Grazie al film possiamo osservare i momenti in cui il nuovo penetra in noi. Per “nuovo” intendiamo ciò che inaspettatamente apre il nostro orizzonte di pensiero e d’esperienza, lo investe d’energia ed offre alla coscienza la possibilità di guardare al mondo con occhi purificati. Ma possiamo beneficiare di questo solo se abbiamo avuto il coraggio di operare un salto, o se abbiamo accolto, accettando il tempo stabilito per esserne pronti, ciò che ha richiesto ascolto in noi.

Proprio perché ambientato in una scuola superiore, il film ci permette di ana-lizzare Urano che attiva il tema della Differenziazione contro Appartenenza, polariz-zandosi con Saturno e la Luna, con le figure genitoriali, creando un costante nucleo adolescenziale molto attivo, che i ragazzi del film hanno rappresentato perfetta-mente. Quest’intensità energetica adolescenziale (che non si esaurisce affatto dopo i 21 anni d’età), fatta d’entusiasmo e vitalità creativa, deve però confrontarsi con la psicologia che arriva da Saturno, con il limite e la conclusione, con ciò che chiude la scoperta.

Il professor Keating rappresenta il portatore dell’Acquario, è l’artefice di un’ir-ruzione uraniana in una struttura, il Collegio, in cui troviamo un forte Saturno ed una possente Luna, che si manifestano nella forte sensazione d’appartenenza, nei precetti, nello stendardo e nella tradizione.

Il tema uraniano è sempre questo: l’irruzione di un’energia in una struttura ed il tipo di tolleranza che la stessa ha verso l’energia. Per questo il film è un esempio magistrale: il personaggio principale non è impegnato a cambiare la struttura ma arriva sino a dove può. Arriva sino ad un certo punto e poi esce dalla scena. Raffi-gura un’esplorazione del limite, propriamente uraniana. Arriva solo fino ad un certo punto, senza il desiderio di trasformare, poiché in questo caso parleremo di Plutone. Se il protagonista avesse avuto un piano per il quale avrebbe desiderato che gli alunni avessero fatto determinate cose ci saremmo trovati di fronte a Plutone od eventualmente ad un Urano rivoluzionario e quindi fortemente polarizzato.

In questo senso la purezza del personaggio Keating è rara. Non deve dimostra-re nulla a nessuno e questa è la chiave dell’uraniano: non dover dimostradimostra-re nulla a nessuno, seriamente, non dicendolo. Non siamo nel caso in cui si dice “non devo di-mostrare nulla a nessuno”, però poi inizia lo show che riguarda proprio questo “non devo dimostrare”. Questo perché l’energia uraniana - questa è la parte più impor-tante - è puramente innovatrice, non s’interessa di ciò che succede, non le interessa il risultato, non ha una meta precisa: arriva un’energia e va fino a dove può. Si pro-duce ciò che possibile, punto e basta, nella consapevolezza che nessuno è Urano, ma tutti sono interessati dall’energia.

Quindi, il prof. Keating non ha nessun piano di trasformazione: arriva fino a dove può arrivare, tocca il limite dell’elasticità e se ne va, senza pentimento.

In realtà il ruolo del professor Keating è una figura che non esaurisce la sua espressione con Urano, ma è piuttosto un’ottima combinazione fra Giove e Urano, e

questo è ben visibile per la modalità con cui invita i ragazzi a “succhiare il midollo della vita”. La parte di Giove è quella mostrata esplicitamente nella relazione Mae-stro/Discepolo, che non ci limita all’apprendimento solamente teorico o intellettua-le ma ci porta all’approfondimento della relazione con la vita: come mi muovo nella struttura che possiedo, come sfrutto le mie possibilità. Questo significa la possibilità di darsi delle varianti, di sperimentare, di collegare elementi distinti e dispersi, con-fidando che questo movimento genera sintesi e ulteriori aperture, tra uno stretto rapporto fra l’esplorazione e l’espansione.

Gli alunni del professor Keating mostrano, invece, le varie modalità d’espres-sione dell’irruzione dell’energia Uraniana; i diversi ragazzi davanti allo stesso Urano reagiscono in modo differente. Ciò che si rende evidente sono i limiti di ognuno. Se mi aggrego ad Urano questo mi porta ai miei limiti, dovendone essere ben consape-vole. Alla luce di questo possiamo quindi delineare i contorni psicologici dei princi-pali protagonisti.

Neil, il caso più drammatico che sfocia nel suicidio, è l’esempio d’Urano che si polarizza prontamente, alimentando il Sole; questa è una caratteristica psicologica molto particolare e specifica, che rappresenta una direzione primaria dell’energia uraniana qualora non si accetti il tempo stabilito per accogliere il nuovo.

Nella sua rappresentazione, Neil ci mostra il momento nel quale siamo chia-mati alla prova nell’essere fedeli alla propria essenza, dichiarando che non è la legge del padre quella da seguire, ma la propria, la legge del proprio fuoco. Se lo compa-riamo con un altro dei ragazzi, Anderson, il rosso di capelli con cui condivide la stanza, la domanda potrebbe essere: perché uno muore mentre l’altro da una rispo-sta più creativa? Vi ricordo che Anderson è colui che affronta l’autorità con la crea-tività: è quello che per primo sale in piedi sul banco quando il professore è in pro-cinto di abbandonare la scuola.

La risposta sta nel fatto che Neil cerca riconoscimento costantemente, quello del padre e degl’altri. Per questo è Attore: Neil, profondamente è una persona Sola-re. Ossia, la creatività lo trasforma in leonino. Questa è la sfida uraniana; la ricerca costante di riconoscimento. C’è un dialogo molto importante tra i due compagni di stanza, quando Neil vuole portare Anderson alla grotta ed egli gli risponde: “io sono diverso, io non sono come te che tutti ti cercano e ti seguono, io non interesso a nessuno”. Questo è un passaggio importante: l’energia di Neil è completamente esteriorizzata, è un Urano che rinforza il Sole e per questo genera l’estremizzazione; quanto più solare è una personalità più esso è pericoloso, perché uso la libertà e la creatività per darmi identità.

Nel caso di Anderson le cose sono proprio diverse: questo è il ragazzo cui Kea-ting sottrae la poesia. Non aveva mai desiderato scrivere grandi poesie ma connet-tendosi con Urano dall’interiorità, senza voler essere un gran poeta o volere qualcu-no che lo applaudisse, ha prodotto qualcosa di scoqualcu-nosciuto con sua gran sorpresa. Questo è l’Urano creativo. Sicuramente il professore gli sferra un colpo basso che però è in grado di contenere, non essendo dipendente dalla situazione esterna.

An-che se in Anderson è presente una svalutazione, in quanto ritiene impossibile rice-vere una tale ispirazione, troviamo che in questo caso l’uraniano non è pericoloso.

Possiamo vedere altri casi. C’e il caso del ragazzo traditore, quello odiato da tutta la platea, che in realtà non si è mai aggregato con Urano. Fece solo un cambio di Saturno/Luna, una sostituzione di struttura: al posto del Rettore e del Collegio ha messo Keating e la Società dei Poeti Estinti ed appena la cosa sfumò ritornò ai Sa-turno/Luna precedenti. In lui non vi è stata alcun’alterazione, non vi è stato nessun processo creativo.

C’è poi Nuanda, l’adolescente uraniano con forti influenze marziane. E’ colui che si ribella davanti a tutto, colui che porta le ragazze alla grotta. E’ colui che ha la minore capacità di contenimento: trasgredisce lo stesso patto con la Società dei Poeti Estinti. Rompe la sua Luna, proprio perché l’energia è tanta e non la può con-tenere: è alla ricerca costante della sfida al limite con la quale scarica appunto l’e-nergia uraniana, fino ad arrivare alle punizioni corporali per aver preso in giro il Preside del collegio.

Per concludere, nel caso di Overstreet siamo di fronte ad una positiva aggre-gazione con Urano che si sviluppa attraverso Venere, poiché nella conquista della fidanzata mostra una risposta sana, poiché si confronta con un suo pari. Non si sta confrontando con qualcosa fuori del comune.

L’Astrologia c’insegna a vedere, in tutto ciò che succede, la costante relazione tra la Terra ed il Cielo, invitandoci però a non cercare rifugio in uno o l’altro di que-sti poli. Anche i film contribuiscono a comprendere questa relazione, per evitare il ricorso al rifugio.

MARCO GAMBASSI

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 135-140)