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Una volta che l’entusiasmo abbia colto il posseduto, Porfirio passa dall’ebbrezza prodotta dalla presenza del dio a considerare un’estasi che degrada il pensiero verso il

basso, facendo della pazzia una malattia che provoca la divinazione. In questo modo

egli paragona l’entusiasmo agli eccessi dell’atrabile, alle intemperanze della pazzia e

alla rabbia prodotta dai cani. Giamblico rettifica quest’opinione iniziando col

distinguere due tipi di estasi: l’una ha luogo verso le realtà inferiori, materiali e

sensibili, l’altra eleva ai doni della sapienza divina, verso gli esseri immateriali e tutto

ciò che trascende la natura umana. L’entusiasmo non ha nulla a che vedere con

melanconia, ebbrezza, turbamenti corporei, così l’estasi migliore non concerne alcun

genere di malattia. Le attività di ciascun dio sono differenti le une dalle altre, ma

nessuna può essere confusa con le aberrazioni umane (immaginazione ed estasi

inferiore). La contemplazione degli dèi non ha nulla a che vedere con le immaginazioni

prodotte dalla stregoneria.

158.3-10

Tau=ta me\n ouÅn ouÀtwj h(miÍn e)xe/tw! to\ d' e)piì tou/toij a)po\ th=j e)nqe/ou parafora=j e)piì th\n eÃkstasin th=j dianoi¿aj th\n e)piì to\ xeiÍron a)popi¿ptei,558 th/n te e)n toiÍj nosh/masi sumpi¿ptousan mani¿an paralo/gwj ai¹ti¿an eiånai¿ fhsi th=j mantikh=j.559 Xolh=j ga\r pleonasmoiÍj w¨j eÃstin ei¹ka/sai th=j melai¿nhj kaiì me/qhj paratropaiÍj

558 158.3-5:

Tau=ta me\n … a)popi¿ptei, dall’ebbrezza prodotta dalla presenza del dio Porfirio degrada verso l’argomento dell’estasi inferiore. Il soggetto sottinteso del verbo a)popi¿ptei sarebbe, dunque, il filosofo di Tiro, o il suo pensiero in merito al tema affrontato. La cosa non ha mancato di suscitare qualche fraintendimento. Secondo Moreschini, infatti, a cadere non sarebbe Porfirio, o eventualmente il suo ragionamento, bensì l’epopta originariamente posseduto dall’entusiasmo (cfr. Moreschini, I misteri

degli Egiziani, cit., p. 265). Secondo Clark, Dillon, Hershbell, On the mysteries, cit., p. 179, il discorso

sarebbe stato condotto in terza persona, e avrebbe come soggetto Porfirio. Dello stesso parere è anche Saffrey: «D’une manière imagée et indirecte (par l’usage de la troisième personne), Jamblique accuse Porphyre de tomber dans une explication pire que la précédente, puisuqe du délire mantique inspiré par le dieux, Porphyre passerait à la folie pour expliquer la divination, qu’il comparerait à la rage, à l’ivresse et à la mélancolie» (Saffrey, Lettre à Anébon l’égyptien, cit., p. 34). Sodano, I misteri egiziani, cit., p. 147, invece, offre alla traduzione una sfumatura differente, e individua il soggetto di a)popi¿ptei nell’espressione to\ d'e)piì tou/toi".

559 158.5-7:

th/n te … mantikh=j, causa della mantica è la follia che si produce nelle malattie (cfr. DM 116.4-11).

129

kaiì tv= lu/ssv tv= a)po\ tw½n lussw¯ntwn kunw½n sumbainou/sv to\n e)nqousiasmo\n a)peika/zei.560

158.10-159.6

DeiÍ toi¿nun e)c a)rxh=j diele/sqai dixv= ta\ eiãdh th=j e)ksta/sewj, w¨j ta\ me\n e)piì to\ xeiÍron paratre/petai ...!561 kaiì ta\ me\n a)noi¿aj plhroiÍ kaiì parafrosu/nhj, ta\ de\ th=j par' a)nqrw¯poij swfrosu/nhj562 timiw¯tera a)gaqa\ pare/xei! kaiì ta\ me\n e)piì th\n aÃtakton kaiì plhmmelh= kaiì u(likh\n a)popi¿ptei ki¿nhsin, ta\ d' e)pidi¿dwsin e(auta\ pro\j th\n e)ca/rxousan ai¹ti¿an kaiì au)th=j th=j e)n t%½ ko/sm% diata/cewj! kaiì ta\ me\n w¨j e)sterhme/na th=j gnw¯sewj parafe/retai a)po\ tou= froneiÍn, ta\ d' w¨j sunapto/mena toiÍj u(pere/xousi pa/shj th=j e)n h(miÍn fronh/sewj! kaiì ta\ me/n e)stin e)n tropv=, ta\ d' aÃtrepta: kaiì ta\ me\n para\ fu/sin, ta\ d' u(pe\r th\n fu/sin! kaiì ta\ me\n katagwga\ yuxh=j, ta\ d' a)nagwga/! kaiì ta\ me\n dii¿sthsin eÃcw panta/pasi th=j qei¿aj moi¿raj, ta\ de\ pro\j au)th\n suna/ptei.563

560 158.7-10:

Xolh=j … a)peika/zei, Porfirio paragona l’entusiasmo agli eccessi di bile nera, alle pazzie dell’ebbrezza, alla rabbia prodotta dai cani.

561 158.10-12:

DeiÍ toi¿nun … paratre/petai, come è già stato accennato i tipi di estasi individuati da Giamblico sono due, uno dei quali degrada verso le realtà inferiori. Tale dualismo coinvolge non soltanto il principio, ma anche gli effetti dell’uscita fuori di sé. L’estasi si configura al contempo come perdita di senno e mancanza di controllo, come una forza che inclina l’uomo verso il basso, ma allo stesso tempo sottintende l’essere posseduti da un entusiasmo che ispira ed eleva l’anima.

562 158.13:

par' a)nqrw¯poij swfrosu/nhj, un richiamo al Fedro platonico (244a), ove si fa riferimento al fatto che gli uomini in preda alla pazzia ottengono benefici di natura spirituale, come ad esempio la capacità di poetare e di preannunciare il futuro; benefici dai quali sono esclusi coloro che rimangono sani.

563

Commento 158.12-159.6: rigido dualismo in virtù del quale i due tipi di estasi producono effetti diametralmente opposti: pazzia e demenza opposti ai beni più preziosi della sapienza umana; movimento disordinato, confuso, materiale opposto all’abbandono alla causa somma che regge l’universo; allontanamento dai sensi in assenza di conoscenza, opposto all’unione con gli esseri che oltrepassano ogni nostra intelligenza; caduta verso le realtà instabili, opposta all’ascesa verso le realtà immutabili; andare contro natura ovvero oltrepassarne il limite; degradare l’anima ovvero permetterle di elevarsi; staccarsi totalmente dalla partecipazione al divino oppure unirsi agli dèi. Tale dicotomia deve potersi riconnettere alla relazione corpo-estasi: il corpo non può essere supposto quale causa dell’estasi, né quest’ultima può essere scambiata per una delle sue passioni (cfr. DM 116.9-11). L’ascesi e il trasferirsi verso la realtà superiore (DM 114.9-11) sono effetti dell’ispirazione, non semplicemente dell’estasi (114.9, oujdÈe[kstasi" aJplw'"). Fino a questo punto, infatti, l’estasi ha rivestito esclusivamente

un ruolo negativo (cfr. DM 114.11-12), ma il fatto è che la posizione di Giamblico riguardo questa forma di possessione entusiastica è di natura empirica più che di derivazione teorica, poiché si basa sull’osservazione dei fatti, che l’A. peraltro approva: «Ancora, colui (scil. Porfirio) che dichiara che questo è lo stato dell’entusiasmo dice, sì, qualcosa di quello che succede a coloro che ne sono preda» (114.12-15, trad. Moreschini). Ciò vuol dire, essenzialmente, che la manifestazione della condizione estatica, dunque l’entusiasmo, ha carattere d’ambiguità: essa può essere indifferentemente ascritta ad

130

159.7-20

Dia\ ti¿ dh\ ouÅn tosou=ton a)pesfa/lh o( lo/goj th=j prokeime/nhj u(poqe/sewj, w¨j e)piì ta\ eÃsxata parenexqh=nai th=j mani¿aj kaka\ a)po\ tw½n prwtei¿wn kaiì a)gaqw½n; ti¿ ga\r dh\ taiÍj melagxoli¿aij hÄ me/qaij hÄ taiÍj aÃllaij taiÍj a)po\ tou= sw¯matoj e)geirome/naij parakopaiÍj prose/oiken o( e)nqousiasmo/j; Ti¿j d' aÄn mantei¿a pote\ e)gge/noito a)po\ tw½n shma/twn tou= sw¯matoj; ou)x h( me\n toiau/th paragwgh\ diafqora\ pantelh/j e)stin, h( de\ qeofori¿a teleio/thj kaiì swthri¿a th=j yuxh=j; ou) kat' a)sqe/neian me\n h( fau/lh sumpi¿ptei, kata\ plh/rwsin de\ duna/mewj h( belti¿wn;564 w¨j d' a(plw½j ei¹peiÍn h( me\n h(suxa/zousa kata\ th\n oi¹kei¿an zwh\n kaiì su/nesin e(te/r% paradi¿dwsi th\n e(auth=j xrh=sin, h( de\ ta\j oi¹kei¿aj e)nergei¿aj e)nergou=sa ka/kista kaiì qorubwdw½j tau/taj a)podi¿dwsi.565

160.1-6

Ka)kei¿nh toi¿nun h( diafora\ pa/ntwn e)stiìn e)nargesta/th, w¨j aÃra e)piì tw½n qei¿wn pa/nta ta\ eÃrga e)ch/llaktai.566 àWsper ga\r e)cv/rhtai ta\ krei¿ttona ge/nh para\

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