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Giamblico chiude la trattazione inerente la mantica divina durante il sonno per iniziare a parlare di un’altra forma di divinazione: la prescienza del futuro attraverso

l’entusiasmo e la teoforia. Il capitolo si divide in tre parti principali: nella prima, come

vuole la consolidata prassi metodologica del “De mysteriis”, Giamblico riproduce

l’obiezione di Porfirio sul tema in questione. Il filosofo di Tiro sostiene che molti

raggiungono il futuro mediante l’entusiasmo e l’invasamento, privi però del loro

naturale stato di coscienza. Nella seconda si fa cenno ai cambiamenti psico-somatici

subìti dagli invasati. Infine, nella terza ed ultima parte, Giamblico dà testimonianza di

come i mutamenti psico-somatici precedentemente descritti permettano agli invasati di

compiere e superare indenni una serie di prove che attestano, in maniera

inequivocabile, il loro trovarsi nello stato di entusiasmo. Essi non vivono più una vita

umana ma divina e completamente ispirata.

109.4-10

Tau=ta me\n ouÅn e)carkeiÍ ei¹rh=sqai periì th=j kaq' uÀpnon qei¿aj mantikh=j, ti¿j te/ e)sti kaiì pw½j gi¿gnetai kaiì oÀson pare/xetai toiÍj a)nqrw¯poij to\ oÃfeloj:181 fv\j de\ dh\ w¨j e)piba/llousi kaiì di' e)nqousiasmou= kaiì qeofori¿aj182 polloiì t%½ me/llonti, e)grhgoro/tej me/n, w¨j e)nergeiÍn kaiì kat'aiãsqhsin, au(toiÍj de\ pa/lin ou) parakolouqou=ntej hÄ ouÃti ge w¨j pro/teron parakolouqou=ntej e(autoiÍj.183

181 109.4-5

: Tau=ta … oÃfeloj, Giamblico archivia la trattazione inerente la divinazione durante il sonno, dopo aver spiegato quale essa sia, come avvenga e quale beneficio procuri agli uomini.

182 109.7:

di' e)nqousiasmou= kaiì qeofori¿aj, sono i due termini chiave che definiscono gli stati di coscienza provocati dalla divinità: l’entusiasmo è lo stato di chi è ispirato e posseduto dal dio, mentre la teoforia si riferisce all’attività del dio che viene portato dal medium e agisce attraverso di esso. Per una diversa lettura dello stato di entusiasmo cfr. Giamblico, De anima ap. Stob. 371.19-25, dove si precisa che l’anima non si trova sempre nel corpo, e dunque produce delle forme di vita secondo la sua essenza. Tra queste forme vi è, appunto, l’entusiasmo.

183 109.8-10:

polloiì … e(autoiÍj, l’obiezione di Porfirio è speculare, sia al livello semantico che al livello teorico, a quella formulata in occasione della divinazione durante il sonno. Ancora una volta, egli è convinto che gli entuasiasti e gli invasati agiscano secondo i sensi, ma non siano coscienti di ciò che fanno come lo erano prima di entrare in questo particolare stato di grazia. Il termine chiave è, ancora

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109.10-110.4

Bou/lomai dh\ kaiì e)n tou/toij ta\ tekmh/ria tw½n o)rqw½j184 katexome/nwn185 u(po\ tw½n qew½n paradeiÍcai: ei¹ ga\r th\n e(autw½n zwh\n u(poteqei¿kasin oÀlhn w¨j oÃxhma186 oÃrganon toiÍj e)pipne/ousi187 qeoiÍj, hÄ metalla/ttousin188 a)ntiì th=j a)nqrwpi¿nhj zwh=j th\n qei¿an, hÄ kaiì e)nergou=si189 th\n oi¹kei¿an zwh\n pro\j to\n qeo/n, ouÃte kat' aiãsqhsin e)nergou=sin ouÃte e)grhgo/rasin ouÀtwj w¨j oi¸ dieghgerme/naj eÃxontej ta\j ai¹sqh/seij, ouÃt' e)piba/llousin au)toiì t%½ me/llonti,190 ouÃte kinou=ntai w¨j oi¸ kaq' o(rmh\n e)nergou=ntej!191 a)ll' ou)de\ parakolouqou=sin e(autoiÍj ouÃte w¨j pro/teron

una volta, parakolouqou=ntej. Per Porfirio l’attività della sensazione privata della partecipazione razionale agli eventi della coscienza rientra ancora in uno stato naturale, laddove Giamblico avverserà recisamente tale impostazione fornendo una diversa esposizione teologica della questione. (cfr. Saffrey,

Porphyre, Lettre à Anébon, cit., p. 21). 184 109.10:

o)rqw½j, è usato in chiave polemica contro l’errata concezione porfiriana dell’entusiasmo.

185 109.10-12:

Bou/lomai … paradeiÍcai, nella tradizione caldaica il medium è chiamato doxeuv", ma il De

mysteriis sostituisce questo termine con i participi di katevxw (passivo) e katadevxomai (cfr. Sodano, I

misteri egiziani, cit., p. 291). 186 109.13:

oÃxhma, Giamblico non sta qui riferendosi alla nota dottrina dell’oÃxhma-pneu'ma dell’anima, bensì alla missione sacerdotale dei teurghi. Si potrebbe eventualmente parlare della teoria dell’ oÃxhma- oÃrganon, in virtù della quale il teurgo costituisce l’anello di congiunzione tra gli dèi ed il culto sacro. Cfr. anche DM 41.4-11.

187

109.14: e)pipne/ousi, Giamblico non aveva finora impiegato il termine e)pivpnoia, ispirazione. Lo fa

solamente a partire da questo capitolo del De mysteriis. Nel caso della dvinazione durante il sonno, infatti, non si tratta di ispirazioni, ma di autentiche apparizioni divine, le quali avvengono per mezzo della voce, della luce e del pneu'ma divino.

188

109.14: metalla/ttousin, Giamblico lo impiega solamente in questa circostanza, riferendosi al fatto che i teurghi sostituiscono la loro vita umana con una vita divina, ma l’idea è centrale in tutto il De

mysteriis. Si veda, in modo particolare, il richiamo alla teurgia sacerdotale (cfr. DM 268.8, iJeratikhv qeourgiva) ed al fatto che l’ascesa dell’anima implica sempre uno scambiare (cfr. DM 270.18, ajllavttetai) la propria vita per un’altra, una volta che essa si sia distaccata dalle realtà mondane.

189

109.15 e 16: e)nergou=si, il verbo indica, nelle rispettive accezioni, una duplice modalità d’azione: la prima occorrenza va riferita allo sforzo umano, virtuoso, affinché il teurgo uniformi la propria vita (in questo caso l’atteggiamento interiore) alla vita del dio; la seconda, invece, non riguarda più il libero agire umano, descrive piuttosto un’azione sovrumana e sovraindividuale il cui agente non è più il sacerdote ma il dio che agisce per mezzo di lui.

190 109.18:

e)piba/llousin au)toiì t%½ me/llonti, l’idea era già stata espressa, in maniera analoga, a 102.16-17, a proposito della divinazione naturale durante il sonno.

191 109.16-19:

ouÃte … e)nergou=ntej, occorre seguire passo per passo l’argomentazione di Giamblico. Prenderemo in considerazione le prime tre fasi: 1) i posseduti non operano secondo la sensazione; 2) non sono svegli come coloro che hanno i sensi svegli; 2) non raggiungono il futuro né si muovono come quelli che operano in conseguenza di un impulso. Per quanto concerne la prima fase il teurgo diviene insensibile relativamente al corpo ed all’agire che da esso dipende. La seconda, invece, differenzia lo stato della veglia divina (e)grhgo/rasin) da quello della veglia biologica, in virtù del quale disponiamo, per natura, delle sensazioni corporee. La terza fase precisa, infine, che raggiungere il futuro non significa né operare un movimento fisico, né agire secondo un impulso esterno (kaq' o(rmh\n). Ponendo fuori gioco la sensibilità corporea Giamblico mira ad estromettere dallo stato entusiastico il principio stesso del

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ouÃte aÃllwj o(pwsou=n, ou)d' oÀlwj e)pistre/fousin ei¹j e(autou\j th\n oi¹kei¿an su/nesin, ou)d' eÃstin hÀntina i¹di¿an gnw½sin proba/llousin.192

110.5-12

Tekmh/rion193 de\ me/giston!194 polloiì ga\r kaiì puro\j prosferome/nou ou) kai¿ontai, ou)x a(ptome/nou tou= puro\j au)tw½n dia\ th\n qei¿an e)pi¿pnoian!195 polloiì de\ kaio/menoi ou)k a)ntilamba/nontai, dio/ti ou) th\n tou= z%¯ou zwh\n zw½si thnikau=ta. Kaiì oi¸ me\n diapei¿rantej o)belou\j ou)k e)paisqa/nontai, oi¸ de\ pele/keij prosara/santej toiÍj

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