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Giamblico espone, in maniera più articolata e diffusa, le tre modalità dell’arte mantica introdotte nel capitolo precedente: aruspicina, auspicio ed astroscopia Gli dèi s

servono di molti intermediari per manifestare la loro volontà: inviano i loro segni agli

uomini mediante i demoni, le anime, la natura, i fenomeni del mondo; però rimangono

separati dalla materia e da quello che è sottoposto al divenire. Questa spiegazione

della divinazione coincide, a detta di Giamblico, con quella della creazione e della

provvidenza divina, la quale conduce all’Intelletto degli esseri superiori i segni e tutta la

divinazione che da questo discendono.

136.11-19

Tautiì me\n ouÅn koinw½j h(miÍn periì th=j oÀlhj a)nqrwpi¿nhj toiau/thj te/xnhj diwri¿sqw! kat' i¹di¿an de\ ta\ me\n spla/gxna hÀ te yuxh\ tw½n z%¯wn kaiì o( e)festhkwÜj au)toiÍj dai¿mwn kaiì o( a)h\r hÀ te ki¿nhsij tou= a)e/roj kaiì h( tou= perie/xontoj perifora\ metaba/llei poiki¿lwj oÀpvper aÄn a)re/skv toiÍj qeoiÍj.421 ShmeiÍon de\ to\ polla/kij eu(ri¿skesqai au)ta\ a)ka/rdia422 hÄ aÃllwj aÃmoira tw½n kuriwta/twn merw½n wÒn a)pesterhme/na ou)x oiâa/ te hÅn oÀlwj toiÍj z%¯oij pare/xein to\ zh=n.423

421 136.11-16:

Tautiì … qeoiÍj, le viscere animali possono subire mutamenti, secondo il volere degli dèi causa di molteplici fattori. Tra i più importanti sono annoverati l’anima degli animali e il demone ad essi preposto. A seguire troviamo l’aria e il suo movimento, nonché il movimento circolare della volta celeste.

422 136.17:

a)ka/rdia, gli animali vengono trovati spesso senza il cuore e Sodano, I misteri egiziani, cit., p. 308, osserva che «la materia trattata è la stessa di Posidonio: cfr. Cicerone, Div. I 118, ove, come nel De

mysteriis, l’argomento specifico segue la dottrina e comune ai due testi è anche il particolare delle

vittime trovate prive di cuore, che Cicerone probabilmente amplia di suo, con gli episodi della vita di Cesare. In Posidonio agisce un potere divino, dotato di intelligenza, il quale può guidare nella scelta della vittima e la natura può intervenire e produrre qualche cambiamento nelle viscere dell’animale […] L’azione divina, cioè, coincide con l’azione fisica e la mantica acquista così i connotati di un fenomeno divino che deriva dalla simpatia cosmica».

423 136.16-19:

ShmeiÍon … zh=n, segno del fatto che le viscere siano modificate dal volere divino è, come detto sopra, la mancanza in esse del cuore o di altre parti vitali, senza le quali è assolutamente impossibile procurare la vita agli animali.

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136.19-137.10

Tou\j d' oÃrniqaj kineiÍ me\n kaiì h( th=j i¹di¿aj yuxh=j o(rmh/, kineiÍ de\ kaiì o( tw½n z%¯wn eÃforoj dai¿mwn,424 hÃdh de\ kaiì h( tou= a)e/roj troph\ kaiì h( kaqh/kousa a)po\ tou= ou)ranou= du/namij ei¹j to\n a)e/ra!425 pa/nta sumfwnou=nta toiÍj boulh/masi tw½n qew½n aÃgei au)ta\j o(mologoume/nwj oiâj oi¸ qeoiì kat' a)rxa\j e)pita/ttousin.426 ShmeiÍon de\ kaiì tou/tou me/giston! ou) ga\r tw½n kata\ fu/sin tiniì prose/oike pra/gmati to\ a)porrh/ssein tou\j oÃrniqaj au)tou\j e(autou\j kaiì a)naireiÍn polla/kij! a)ll' u(perfue\j dh/ ti to\ eÃrgon e)stiì tou=to, w¨j e(te/rou tino\j oÃntoj tou= dia\ tw½n o)rni¿qwn tau=ta a)pergazome/nou.427

137.11-20

¹

Alla\ mh\n aià ge tw½n aÃstrwn foraiì plhsia/zousi me\n taiÍj kat' ou)rano\n a)idi¿oij periforaiÍj, ou) to/p% mo/non a)lla\ kaiì taiÍj duna/mesi kaiì taiÍj tou= fwto\j diadromaiÍj! kinou=ntai de\ oÀpvper aÄn oi¸ kat' ou)rano\n qeoiì keleu/wsin.428 To\ ga\r eu)age/staton kaiì aÃkron tou= a)e/roj, e)pithdei¿wj eÃxon e)ca/ptesqai ei¹j pu=r, aÀma te e)pineu/ousin oi¸ qeoiì kaiì eu)qu\j a)nakai¿etai.429 ¹Ea\n de/ tij kaiì nomi¿zv tw½n ou)rani¿wn tina\j a)porroi¿aj e)ndi¿dosqai ei¹j to\n a)e/ra, kaiì ouÂtoj ou)k a)llo/tria doca/sei tw½n drwme/nwn e)n tv= qei¿# te/xnv polla/kij.430

424 137.2:

eÃforoj dai¿mwn, circa il fatto che il volo degli uccelli fosse diretto da un’entità superiore des Places chiama in causa una citazione di Ammiano Marcellino, XXI 1,9: «Volatus avium dirigit deus» (cfr. des Places, Les mystères d’Égypte, cit., p. 120). Anche in Posidonio (Cicerone, Div. I 120) è l’idea secondo cui è il potere divino a dirigere il volo degli uccelli.

425 136.19-137.3:

Tou\j d' oÃrniqaj … a)e/ra, gli uccelli sono mossi dall’impulso della loro anima particolare, dal demone ad essi preposto ma anche dal movimento circolare dell’aria e dalla potenza che scende giù dal cielo alla terra.

426

137.4-6: pa/nta … e)pita/ttousin, queste, a detta di Giamblico, sono prove del fatto che è il volere degli dèi a condurre gli uccelli conformemente alle disposizioni originarie degli stessi.

427 137.6-10:

ShmeiÍon … a)pergazome/nou, prova grandissima della divina conduzione del volo degli uccelli risulterebbe dal fatto che questi si lacerino da soli e spesso si uccidano. È un fatto soprannaturale che, a detta di Giamblico, sottintende il volere di un ente superiore.

428 137.11-15:

Alla\ mh\n … keleu/wsin, qui Giamblico spiega che i movimenti degli astri sono prossimi alle orbite eterne dei corpi celesti, e per il luogo, e per le loro potenze, e per le emissioni della luce. In questo modo essi si muovono nel modo che comandano gli dèi del cielo.

429 137.15-17:

To\ ga\r … a)nakai¿etai, la parte più pura e più elevata dell’aria è adatta a prendere fuoco, dunque basta un cenno degli dèi ed essa si accende.

430

137.17-20:Ea\n de/

polla/kij

,

il fatto che le emanazioni astrali si propaghino per l’aria risulta in accordo con quanto accade attraverso l’arte divinatoria dell’astroscopia.

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137.20-138.5

Kaiì h( eÀnwsij de\ kaiì h( sumpa/qeia tou= panto\j kaiì h( w¨j e)f' e(no\j z%¯ou sugki¿nhsij tw½n porrwta/tw merw½n w¨j e)ggu\j oÃntwn, th\n tw½n shmei¿wn tou/twn pomph\n e)k qew½n a)nqrw¯poij katape/mpei,431 dia\ tou= ou)ranou= me\n prw¯twj eÃpeita dia\ tou= a)e/roj e)kfainome/nhn toiÍj a)nqrw¯poij w¨j oiâo/n te ma/lista lampro/tata.432

138.6-15

Dh=lon dh\ ouÅn dia\ pa/ntwn tw½n ei¹rhme/nwn kaiì tou=to ge/gonen, w¨j o)rga/noij me/soij polloiÍj oi¸ qeoiì xrw¯menoi ta\ shmeiÍa toiÍj a)nqrw¯poij e)pipe/mpousi,433 daimo/nwn te u(phresi¿aij kaiì yuxw½n kaiì th=j fu/sewj oÀlhj xrw¯menoi pa=si¿ te toiÍj periì to\n ko/smon e)kei¿noij a)kolouqou=si, kata\ mi¿an a)rxh\n e)chgou/menoi kaiì a)nie/ntej th\n a)p' au)tw½n katiou=san ki¿nhsin, oÀpvper aÄn e)qe/lwsin.434 Au)toiì dh\ ouÅn xwristoiì pa/ntwn kaiì a)polelume/noi th=j sxe/sewj kaiì sunta/cewj th=j pro\j th\n ge/nesin aÃgousi pa/nta e)n tv= gene/sei kaiì fu/sei kata\ th\n oi¹kei¿an bou/lhsin.435

431 137.20-138.3:

Kaiì … katape/mpei, l’unione e la simpatia del tutto, scrive Giamblico, il movimento concorde proprio di un unico essere animato, delle parti più lontane come se fossero vicine, permettono agli dèi di far discendere sugli uomini la processione di questi segni. Il passo contiene almeno due termini chiave: eÀnwsij, sumpa/qeia. Il primo di essi non ha la funzione che solitamente gli è propria, quella cioè di definire l’unione mistica dell’anima teurgica con gli dèi al culmine dell’arte sacerdotale. In questo caso il suo ruolo è subordinato al potere attrattivo naturale della simpatia cosmica. Il concetto è ribadito a p. 164.7-8:h( sumpa/qeia tw½n w¨j e)n e(niì z%¯% t%½ pantiì merw½n (trad. Moreschini: «la simpatia delle parti che si trovano nel tutto come in un solo essere vivente»). L’universo (to; pa'n) costituisce un solo essere animato le cui parti, mescolandosi, tendono ad unirsi le une con le altre (195.12 – 196.3).

432

138.3-5: dia\ … lampro/tata, la processione dei segni (th\n tw½n shmei¿wn tou/twn pomph\n) si manifesta anzitutto attraverso il cielo e poi attraverso l’aria con la più grande chiarezza possibile.

433 138.6-8:

Dh=lon … e)pipe/mpousi, gli dèi si servono di molti intermediari per inviare i loro segni agli uomini.

434 138.8-12:

daimo/nwn … e)qe/lwsin, gli dèi impiegano demoni, anime, tutta la natura e tutti i fenomeni del mondo che ad essi ubbidiscono, dando spazio e lasciando andare, secondo un unico principio, il movimento che scende da loro.

435

138.12-15:Au)toiì

bou/lhsin

,

la prospettiva è la medesima enucleata nei capitoli precedenti: gli dèi rimangono separati da tutto e liberi da ogni rapporto e ordine con ciò che è sottoposto al divenire, benché tutta la natura soggiace al loro volere.

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138.15-139.4

àHkei dh\ ouÅn ei¹j tau)to\ t%½ th=j dhmiourgi¿aj kaiì pronoi¿aj tw½n qew½n lo/g% kaiì o( periì th=j mantikh=j a)pologismo/j.436 Ou) ga\r kaqe/lkei ou)de\ ouÂtoj e)piì ta\ tv=de kaiì pro\j h(ma=j to\n tw½n kreitto/nwn nou=n, me/nontoj d' au)tou= e)n au(t%½ ta/ te shmeiÍa kaiì th\n mantei¿an oÀlhn pro\j au)to\n e)pistre/fei kaiì a)p' au)tou= proi+o/nta au)ta\ a)neuri¿skei.437

436 138.15-17:

àHkei … a)pologismo/j, il passo può essere schematizzato tenendo conto dello schema triadico creazione-Divinazione-provvidenza. Giamblico avverte, tuttavia, che la spiegazione riguardante la divinazione coincide, nella sostanza delle operazioni divine, con la demiurgia da un lato, e la

provvidenza dall’altro. Ciò significa che la mantica non solo rivela, ma anche crea, e crea

provvidenzialmente, vale a dire rispettando un piano divino.

437

139.1-4:Ou) ga\r … a)neuri¿skei, la provvidenza non permette all’intelletto degli esseri superiori di contaminarsi diventando immanente alle cose terrene. Esso, infatti, permane in se stesso, mentre la provvidenza riconduce a lui i segni di tutta l’attività mantica e scopre che quei segni discendono da lui.

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Cap. XVII

A questo punto della trattazione, nonostante siano state esaminate e discusse in

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