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L'equiparazione fra dolo incidente e determinante nel contratto d

2. Il primo “caso facile”: compresenza fra contratto valido e responsabilità nel

2.2. L'equiparazione fra dolo incidente e determinante nel contratto d

Prima di procedere con l'analisi del ruolo nell'ordinamento del dolo incidente in diritto comune, non è peregrino partire da qualche caso speciale.

La ragione principale che induce a svolgere un ragionamento di questo tipo è la scarsità di giurisprudenza che ha riguardato l'art. 1440: l'istituto ha la tendenza ad essere ignorato, in favore – specialmente in tempi recenti – di una responsabilità da contratto valido ma sconveniente fondata in presa diretta sull'art. 1337.113

Valutando come si colloca il dolo incidente rispetto al dolo determinante, all'errore e al deficit informativo in un caso settoriale, dove la tutela è rafforzata – come l'affiliazione commerciale – sarà più facile ricostruirne il ruolo nel diritto dei contratti.

L'art. 8 della legge 129 del 2004 sull'affiliazione commerciale, che recita Se

una parte ha fornito false informazioni, l'altra parte può chiedere l'annullamento del contratto ai sensi dell'articolo 1439 del codice civile nonché il risarcimento del danno, se dovuto non può che lasciare perplessi.114

consenso, in Obbl. e contr., 2011, 412.

113Esemplare è Cass. 24795/2008.

Può essere letto come una duplicazione dell'art. 1439 del Codice civile, in modo tale da configurare la disciplina di settore in maniera del tutto gemella a quella di diritto comune,115 ma sarebbe bizzarro un intervento del legislatore –

tipicamente teso a garantire maggior tutela alle parti deboli nei contratti asimmetrici,116 fra cui si deve annoverare per certo l'affiliazione commerciale –

che ricalca una disciplina del Codice civile.

Se si seguisse questa lettura, al contratto di affiliazione commerciale si applicherebbe la normale dialettica fra dolo determinante e dolo incidente, e la norma citata andrebbe letta come se sottintendesse – e il legislatore speciale avesse semplicemente dimenticato di riportarlo – la verifica della sussistenza di tutti gli altri requisiti necessari, cioè la natura determinante delle false informazioni, il legame eziologico fra queste e la volontà di contrattare nonché l'intenzionalità della condotta illecita.

Secondo una variante dell'esegesi precedente,117 si può reputare che detto

articolo mantenga la divisione fra dolo determinante e incidente, aggiungendo però la precisazione che per schiudere le porte al rimedio basta il semplice mendacio (pregiudizievole) e non è necessario l'artificio o il raggiro.

115Roppo, L'informazione precontrattuale: spunti di diritto italiano e prospettive di diritto

europeo, in Riv. dir. priv., 2004, 762.

116In tema di asimmetria contrattuale, Zoppini, Il contratto asimmetrico tra parte generale,

contratti di impresa e disciplina della concorrenza, in Riv. dir. civ., 2005, 5, 515; Roppo, Parte generale del contratto, contratti del consumatore e contratti asimmetrici (con postilla sul “terzo contratto”), in Riv. dir. priv., 2007, 4, 669 e Roppo, Prospettive del diritto contrattuale europeo. Dal contratto del consumatore al contratto asimmetrico?, in Corr. giur., 2009, 2, 267. Da quest'ultimo scritto si mutua la definizione minima (p. 279) di

contratti asimmetrici: essi sono dei negozi dove almeno una delle due parti è un operatore professionale del mercato, una parte – l'imprenditore verso il consumatore o l'imprenditore forte verso quello debole – deve prestare protezione alla controparte e la disparità di potere o forza non è patologica (come nel caso di violenza o lesione enorme) ma fisiologica. 117Fici, Il contratto di franchising, in Gabrielli (diretto da), Commentario del Codice civile,

Un'altra possibile lettura, che valorizza l'intenzione del legislatore di creare un regime più favorevole al deceptus rispetto alla disciplina del libro IV del Codice civile, imporrebbe di ritenere che il rimedio invalidatorio, sub specie dell'annullabilità, si potrebbe chiedere non solo se la parte si è vista fornire false informazioni determinanti del consenso, ma anche se ha ricevuto informazioni mendaci meramente incidenti sul consenso. In altre parole, dolo incidente e dolo determinante sarebbero equiparati, una volta provato il requisito dell'intenzionalità, sotto l'egida del dolo determinante.118

Una quarta interpretazione, letterale, della disposizione in commento sostiene che sia causa di annullamento anche la mera comunicazione di notizie non veridiche, a prescindere da ogni danno (e forse anche dall'intenzionalità).119

Le ultime proposte interpretative condividono l'idea che nell'affiliazione commerciale le informazioni false comunicate con dolo debbano avere il medesimo regime invalidatorio di quelle diffuse per semplice negligenza. L'interprete resta dunque insoddisfatto qualunque sia la lettura dell'art. 8 della legge sull'affiliazione commerciale, che si pone come un caso di redazione legislativa affrettata e disorganica.120

118Per tutti, Farina, La formazione del contratto di franchising..., cit., 412.

119Giustamente critico verso questa lettura è Leo, in De Nova, Leo e Venezia, Il franchising, Ipsoa, Milano 2004, 99. Il rischio è che la parte possa venire liberata dal contratto sol che provi la falsità delle informazioni ricevute, cioè che si trovi in una posizione di indebito vantaggio.

120Guerrini, Sulla violazione degli obblighi di informazione in materia di affiliazione

commerciale, in Contr. impr., 2005, 1276, nota che reputare inapplicabile al franchising il

dolo incidente condurrebbe a “rendere avulso questo sistema dal diritto comune del

contratto.” Tuttavia deve tenersi in considerazione, per l'appunto, che il dolo incidente è già

A tutto concedere, la disciplina del dolo nel contratto di affiliazione commerciale sembra suggerire che gli obblighi di informazione sono più stringenti rispetto al contratto in generale e che la parte convenuta in giudizio – per aver fornito false informazioni che siano state pregiudizievoli anche senza l'intenzionalità prevista nel diritto comune – non può, differentemente dal diritto comune, ottenere la conservazione del negozio per mezzo del risarcimento del danno.

2.3. L'equiparazione fra dolo incidente e dolo determinante nel